Con la seconda gara sul circuito di Valencia in programma questo fine settimana il mondiale MotoGP 2020 si appresta con ogni probabilità a laureare il suo campione, che si disputi o no l'ultimo round di Portimao. Se nelle due classi inferiori regna ancora l'incertezza, la categoria regina ha espresso il suo verdetto, quello che da tempo si riteneva il più probabile ed ora appare anche il più giusto. La sontuosa prestazione di Joan Mir e della Suzuki in Gara 1 ha sgombrato il campo da ogni possibile dubbio o contestazione legittimando una superiorità inconfutabile.
MIR, LE MANI SUL MONDIALE. SUZUKI IN PARADISO
Sul fatto che il toboga di Valencia potesse rivelarsi terreno di caccia ideale per la Suzuki c'erano pochi dubbi e stavolta nemmeno le qualifiche hanno rappresentato un limite per la moto di Hamamatsu. Solo una partenza dalle retrovie avrebbe rappresentato un ostacolo per Mir e Rins apparsi in grado di fare gara a sè fin dalla vigilia. E chi, alla luce delle difficoltà dei piloti Yamaha si sarebbe aspettato una gara tattica da parte di Mir si è dovuto presto ricredere. Il ragazzo spagnolo oltre al talento ha dimostrato una freddezza ed una solidità mentale su cui ben pochi avrebbero scommesso, di fatto la sua arma vincente in un campionato falcidiato da difficoltà tecniche ed errori dei suoi avversari. La sospirata e meritatissima prima vittoria in MotoGP è stata la ciliegina sulla torta di una stagione praticamente perfetta. Il secondo posto di Rins, ora second anche in classifica generale sancisce la validità di un progetto ormai giunto alla piena maturità e capace di interpretare al meglio l'attuale momento tecnico. Un progetto ed un metodo di lavoro che partono da lontano, con un rientro in punta di piedi improntato alla razionalità e con rigidi criteri di sfruttamento ottimale dei mezzi a disposizione. Figura fondamentale è stata senza dubbio quella di Davide Brivio, capace di farsi riconoscere piena fiducia dai vertici giapponesi ed autore di scelte coraggiose. Prima fra tutte quella di concentrarsi sui giovani da far crescere, rinunciando al patrimonio di esperienza rappresentato da nomi altisonanti e costosi. Una scelta rivelatasi vincente e che ha consentito di dirottare risorse preziose sullo sviluppo tecnico. In un momento in cui gli altri costruttori incontrano difficoltà a ripetizione, la Suzuki si è trovata a suo agio fin da subito su tutte le piste ed in ogni condizione, con la sola eccezione del fine settimana di Le Mans. Anche la nuova gommatura, autentica croce per diversi rivali è stata digerita senza alcuna difficoltà, a conferma di un progetto nato bene e sviluppato al meglio.
YAMAHA ALLO SBANDO
Il primo fine settimana di Valencia si è trasformato in un autentico incubo per la casa di Iwata, che non solo ha praticamente dato l'addio ad ogni speranza di titolo ma ha dimostrato di trovarsi in una crisi tecnica e di immagine mai vista prima. Il weekend si è aperto con la nota vicenda delle valvole sostituite, con conseguente indagine tecnica e relativa sanzione. Di fatto poco più di un pro forma, con la perdita dei punti per la sola casa costruttrice e l'assoluzione dei piloti. Un provvedimento sconcertante che mina nel profondo la credibilità di questo sport e delle autorità chiamate a governarlo. Ormai da un anno, partendo dalla vicenda Iannone, proseguendo con le decisioni degli steward per finire con questa perla, il sistema sta mostrando tutti i suoi limiti ed urge un'inversione di rotta al più presto. Suona strana anche l'accondiscendenza degli altri costruttori nel sottoscrivere una sanzione ridicola in presenza di un'infrazione molto grave. Un atteggiamento questo che inevitabilmente crea un precedente destinato ad essere invocato alla prima occasione. Per Yamaha una figuraccia ma anche la conferma di un momento di grave crisi tecnica che getta inquietanti ombre sul futuro. Ai limiti del motore si aggiungono infatti quelli di un progetto potenzialmente ancora molto efficace ma che appare troppo vulnerabile al variare delle condizioni, di fatto quindi non al passo con i tempi. Resta da chiedersi se ad Iwata hanno ancora voglia e risorse per impegnarsi in una evoluzione tecnica finalmente significativa.
GLI ALTRI
La seconda 'promossa' della stagione è certamente la KTM, che anche a Valencia ha confermato il grande passo in avanti compiuto quest'anno. Vero è che anche qui la casa austriaca aveva provato a lungo ma questo da solo non basta a giustificare l'ottimo livello raggiunto. Poco da dire per le altre case, con Ducati che ha confermato l'attuale momento di difficoltà su un tracciato già storicamente difficile. Parzialmente rientrata nei ranghi la Honda dopo le belle prove di Aragon, ma resta il dubbio su cosa sarebbe stata in grado di fare la stessa moto nelle mani di Marc Marquez. Infine Aprilia, eterna Cenerentola, con Aleix Espargaro protagonista di una grande qualifica ma che ha ancora una volta gettato tutto al vento al primo giro di corsa. Da seguire Lorenzo Savadori, sfortunato in gara ma che ha lasciato intravedere qualche sprazzo interessante.
IL CIRCUITO DI VALENCIA
il 'Circuito Ricardo Tormo', questa la denominazione ufficiale dell'impianto intitolato al campione spagnolo, sorge nella località di Cheste, è stato inaugurato nel 1999 e fin da allora è sede della tappa conclusiva del campionato del mondo.
La pista misura 4005 metri, si percorre in senso antiorario e comprende14 curve, nove a sinistra e cinque a destra con un solo rettilineo di una certa importanza, quello del traguardo che misura 876 metri. Il tracciato come detto è stretto e tortuoso tanto da rendere piuttosto complicati i sorpassi, da qui la necessità di partire nelle prime file per evitare di perdere irrimediabilmente contatto già nei primi giri. Dopo essere transitati sul rettilineo dei box i piloti si trovano ad affrontare la Curva 1, una sinistra da terza marcia che obbliga ad un difficile ingresso con i freni in mano. Dopo un breve allungo nuova staccata per la Curva 2, una sinistra di ritorno molto lenta che si percorre in prima marcia. Da qui ci si lancia verso il tratto misto che si sviluppa per tutto il circuito con una serie di svolte che spezzano il ritmo concedendo solo un attimo di respiro nell'allungo tra le curve 6 e 8. Quest'ultima immette in quella sorta di anfiteatro costituito dal tratto fino alla Curva 12 che porta al punto più spettacolare, la Curva 13, una lunga ed ampia sinistra che i piloti percorrono in quarta marcia derapando ad oltre 200 orari prima di affrontare l'ultima staccata per la Curva 14, una sinistra da seconda che riporta sul rettilineo di arrivo.
Pista che negli ultimi anni ha premiato Honda e la guida funambolica di Marquez e storicamente difficile per Ducati, almeno in condizioni di asciutto, mentre anche la Yamaha non trova qui il terreno più adatto ad esaltarne la grande efficacia in percorrenza di curva. In definitiva, un'altra occasione favorevole per Mir e la Suzuki.
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ORARI TV
Le gare saranno trasmesse in diretta da SKY ed in differita da TV8 con i seguenti orari :
Programmazione SKY MotoGP HD
Venerdì 13 novembre
10.00-10.40 - Moto3, Prove libere 1
10.55-11.40 - MotoGP, Prove libere 1
11.55-12.35 - Moto2, Prove libere 1
13.35-14.15 - Moto3, Prove libere 2
14.30-15.15 - MotoGP, Prove libere 2
15.30-16.10 - Moto2, Prove libere 2
Sabato 14 novembre
10.00-10.40 - Moto3, Prove libere 3
10.55-11.40 - MotoGP, Prove libere 3
11.55-12.35 - Moto2, Prove libere 3
13.15-13.30 - Moto3, Qualifica 1
13.40-13.55 - Moto3, Qualifica 2
14.10-15.40 - MotoGP, Prove libere 4
14.50-15.05 - MotoGP, Qualifica 1
15.15-15.30 - MotoGP, Qualifica 2
15.50-16.05 - Moto2, Qualifica 1
16.15-16.30 - Moto2, Qualifica 2
1
Domenica 15 novembre
09.00-09.20 - Moto3, Warm Up
09.30-09.50 - Moto2, Warm Up
10.00-10.20 - MotoGP, Warm Up
11.00 - Moto3, Gara
12.20 - Moto2, Gara
14.00 - MotoGP, Gara
Programmazione TV8
Sabato 14 novembre
16.15 Qualifiche Moto3, MotoGP e Moto2 (sintesi)
Domenica 15 novembre
14.45 Moto3 Gara (differita)
16.00 Moto2 Gara (differita)
17.45 MotoGP Gara (differita)
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Bmw S1000RR 2009, Bmw S1000RR 2013, Ducati Panigale V4S
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