nella speranza che possa essere d'aiuto e soprattutto uno spunto per chi vuole avventurarsi in Bretagna e Normandia, pubblico il mio resoconto.
10 GIORNI IN BRETAGNA E NORMANDIA
Premessa: io e zavorrina, coppia sui 30 anni, non è il primo viaggio in moto.
Gli indispensabili: una cartina della Bretagna e Normandia, antipioggia, sacchi impermeabili da vela (marca Tribord comprati da Decathlon), felpa e giacca spessa (se a Torino ci sono 35° a Brest ce ne sono 18° con un vento freddo e tagliente), tanta voglia di scappare dal caldo e di rifugiarsi in luoghi poco affollati.
Abitudini da ricordare: la domenica in Francia è quasi tutto chiuso, ed anche in settimana se si vuole comprare un panino in boulangerie bisogna farlo entro le 12:30, il cappuccino non esiste e la cosa più simile è il “cafè au lait”, città iperturistiche come Cancale e Saint Malo subiscono l’inflazione dei souvenirs (si comprano le stesse cose altrove spendendo meno).
Giorno 1: si parte alle 13 da Torino, tutta autostrada (compreso il traforo del Frejus) e si arriva verso le 18 a Clermont Ferrand, una cittadina nei pressi dei vulcani dell’Auvergne, qui ci sistemiamo in albergo (Hotel Clermont Estaing con parcheggio privato), piccolo tour della città (bella cattedrale, via centrale con negozietti), super hamburger con patate a cena e si va a dormire che il viaggio è stato troppo caldo.
Giorno 2: colazione in boulangerie e da Clermont Ferrand tutta autostrada e superstrada fino a Nantes, città abbastanza grande alla foce della Loira, affacciata sull’atlantico, le cui attrazioni principali sono Les Machines d’Ile (parco futurista con elefante gigantesco su cui si può salire ed altri padiglioni interessanti) e le varie cattedrali e chiese gotiche sparse per la città. Per cena una crepe e si va a dormire (proprio sulla via centrale che, per fortuna, ha una piccola rientranza per la moto). Oggi il tempo è bello ma la vicinanza all’atlantico inizia a farsi sentire, nuvole all’orizzonte.
Giorno 3: da Nantes, dopo la colazione in boulangerie, andiamo a Carnac a vedere le distese di dolmen e menhir (ben visibili costeggiando il prato), poi giro della penisola di Quiberon passando per la Cote Sauvage, ci fermiamo a Quiberon dove, guardando l’isola di fronte, facciamo un pranzo al riparo dalla pioggia; la penisola è bellissima, selvaggia, con una piccola striscia di terra che la tiene attaccata alla costa; dopo andiamo a Locmariaquer dove, anzichè vedere un altro menhir, parcheggiamo sulla punta e diamo uno sguardo alla baia, e poi scappiamo perchè il vento è davvero esagerato. Prima di arrivare alla nostra destinazione ci fermiamo a Pont-Aven, un grazioso paesino con ponticelli, piccoli torrenti e famoso per aver ispirato alcuni dipinti di Gauguin, oltre che per le produzioni di biscotti al burro salato (buonissimi!), arriviamo quindi a Concarneau ancora in tempo per lavarci ed uscire a visitare la ville cloze (cittadella fortificata sul porto), cena a base di pesce e si va a dormire. Oggi il tempo è stato uggioso, abbiamo dovuto mettere l’antipioggia. Ciò che abbiamo visto ci ripaga ampiamente, e questo è ciò che conta. L’hotel è sul porto e parcheggio proprio di fronte.
Giorno 4: tempo uggioso, partiamo dopo una buona colazione nella solita boulangerie alal volta di Benodet sostanzialmente per passare sul ponte che attraversa il fiume, molto bello, (peccato non aver attivato la sportcam), la meta è il faro di Eckmul, da cui si vede un angolo di costa molto suggestivo, saliamo in punta al faro e ripartiamo verso Pointe du Raz (l’estremità ad Ovest della Francia), lasciamo la moto nel parcheggio e proseguiamo a piedi verso il faro, ci accolgono molti gabbiani e solo il rumore del mare che si infrange sulle rocce, il panorama è suggestivo e c’è uno sprazzo di sole; dalla punta, ripresa la moto, continuiamo verso nord dove dopo pochi km scendiamo alla Baie des Trepassés (baia dei morti), una spiaggia ventosa dove gli unici coraggiosi ad avventurarsi in mare sono i surfisti, anche qui è affascinante; proseguiamo quindi verso la penisola di Crozon dove, proprio a Crozon, abbiamo l’albergo; la strada, manco a farlo apposta, passa dal promontorio del Menez Hom, dalla cui punta di vede tutta la penisola, selvaggia e poco trafficata. Hotel praticamente sul mare, con parcheggio privato, per la cena segnalo il ristorante Saveurs et Marees.
Giorno 5: indecisi se mettere o meno l’antipioggia, decidiamo di rischiare partiamo lanciati in quella che sembra una giornata di novembre in pianura padana; colazione a Camaret sur Mer ammirando il porticciolo con le barche in secca (bassa marea), poi ci fermiamo a Daoulas per visitare uno dei complessi parrocchiali tipici della regione (sì e no 15 minuti di sosta), poi ci fermiamo a Brest per visitare il castello (in realtà è il Museo della Marina) dalla cui sommità si scorge tutta la baia, da qui tagliamo la Bretagna verso nord, precisamente Kerlouan, piccolo paesino che si affaccia sulla Manica, con una stupenda spiaggia di sabbia bianca e massi (Meneham), prima della cena ci godiamo un po’ di relax sdraiati a Brignogan Plage (rigorosamente nella spiaggia che guarda a est in modo da essere riparati dal vento), per la cena segnalo il Comptoir all’interno del Logis Hotel di Plouidier, dove servono sostanziosi aperitivi con cibo di alta qualità; oggi il meteo è stato uggioso fino a Brest e poi è migliorato improvvisamente, abbiamo raggiunto i 19° con sole.
Giorno 6: colazione inclusa al b&b (ottima!) ci dirigiamo a Roscoff, porto abbastanza trafficato da cui partono i battelli per la Gran Bretagna e per l’Ile de Batz, facciamo un giro nel paese e poi prendiamo la strada costiera nella speranza di vedere il Chateau de Toureau ma purtroppo il tempo è uggioso e la visibilità non così buona, allora proseguiamo verso le piramidi di Barnenez, un gioiello di millenni composto da menhir e dolmen posizionati su una collina che, forse, nasconde al suo interno una piramide; nel pomeriggio c’è ancora tempo per visitare il castello della Roche Jagu, nei pressi di Paimpol, un vero gioiello medievale con annesso giardino in fiore; l’hotel ci aspetta a Paimpol e questo merita di essere segnalato, è il K’LOIS, con stanze in stile marinaresco, sul porto, e al di sotto ci sono ottimi ristoranti; la moto l’ho parcheggiata nel cortile, il tempo è stato bello, unico rammarico è non aver visto il Chateau de Toureau, ma ci rifaremo la prossima volta!
Giorno 7: colazione in boulangerie e si fanno pochi chilometri verso la Pointe de l’Arcouest dove lasciamo la moto e prendiamo il battello per l’Ile de Brehat (unica isola che abbiamo deciso di visitare), è stupenda, selvaggia e turistica allo stesso tempo, siamo andati a piedi fino al faro a nord, e le bellezze aumentano con il cambiare della marea; ritornati in terraferma passiamo a Kermaria in Esquit dove una cappella di campagna ospita una danza macabra; proseguiamo per Cap Frehel dove la strada, sinuosa e veloce, sale sulla scogliera lasciando sulla sinistra una lunghissima spiaggia bianca, prima di arrivare al Cap, come se non bastasse, i prati si trasformano in lavanda in fiore, semplicemente stupendo! Giro a piedi del capo, dove le alte scogliere ospitano gabbiani ed altri uccelli chiassosi, e si riparte verso Dinan; a pochi km da Cap Frehel c’è un forte costruito a picco sul mare (Fort la Latte) ma dobbiamo arrivare a Dinan entro le 19 altrimenti il b&b ci lascia in strada, peccato! Dinan è una città medievale conservata in maniera incredibile, a cena ci prendiamo una pierrade, e chi sta meglio di noi! Segnalo il b&b “chambre d’hotes de Bellevue” a Lanvallay, con una sola camera, dove il padrone di casa, signore anziano che all’inizio sembra schivo, si è mostrato un gran chiacchierone (parcheggio interno).
Giorno 8: colazione inclusa al b&b, partiamo verso Cancale famosa per la produzione ed il consumo di ostriche, direttamente sulla spiaggia del porto, lasciamo la moto al porto ci incamminiamo per una visita del paese e raggiungiamo un punto panoramico sulla baia, la vista è magnifica e da lì si vede addirittura Mont Saint Michel; non essendo grandi amanti di ostriche ci accontentiamo di un panino ripartiamo verso Saint Malo, dove per prima cosa visitiamo l’acquario, davvero stupefacente; ci sistemiamo in albergo e visitiamo la cittadella fortificata dove ci godiamo il tramonto; segnalo il ristorante a conduzione familiare Divercité, veramente fantastico a prezzo contenuto;
Giorno 9: colazione in boulangerie, si parte verso Mont Sain Michel, dove arriviamo dopo circa un’ora di strada lungo la costa, avvicinarsi al Mont è emozionante, si parcheggia nei prati in terraferma e si arriva al Mont a piedi o con la navetta gratuita, subito saliamo in cima per visitare l’abbazia, un vero gioiello; dopo il classico panino/insalata per pranzo partiamo in direzione Colleville sur Mer, per visitare la spiaggia dello sbarco Omaha Beach ed il cimitero di guerra americano, questo pomeriggio regalerà intense emozioni e bel caldo; il b&b ci aspetta a poca distanza Le Port en Bessin, paesino di pescatori molto carino;
Giorno 10: colazione inclusa al b&b, si raggiunge Bayeux (la prima “grande” città liberata nel ’44), parcheggiamo in centro, molto curato e carino con alcuni canali che si diramano, i mulini in funzione, una splendida cattedrale e soprattuto l’arazzo di Bayeux, un telo di 70 m su cui è ricamata l’avventura di Guglielmo il Conquistatore (merita i soldi del biglietto), pranzo veloce classico panino e si parte verso Blois, nella valle della Loira, in quanto dobbiamo macinare già un po’ di km per avvicinarci all’Italia, arrivati verso le 17, abbiamo ancora tempo a visitare il castello che ha ospitato la maggior parte dei Re francesi, la città è carina e tranquilla, per cena ci intrufoliamo alla sagra paesana a base di pesce (una vera bomba!);
Giorno 11: interamente dedicato al viaggio di rientro a Torino.
Lorenzo