14 Agosto 2015 (160 km) Giornata splendida. Cielo azzurro, sole cosa volere di più se si viaggia in moto ! Dopo l’immancabile caffè con la moka ed una buona colazione lascio Torun. Attraverso il ponte sul fiume Vistola, un ultimo sguardo al centro storico e poi via verso Chelmno circa 50 km da Torun. Giungo in città intorno alle 08.45. La città è tristamente famosa per il primo campo di sterminio nazista a diventare operativo l’08 dicembre 1941 ed ad utilizzare la “gassazione” per le uccisioni di massa. Il campo situato in un castello fu operativo sino al 1943 quando fu chiuso ed il castello fatto saltare in aria. Fortunatamente la città è anche conosciuta per il suo splendido centro storico medievale circondato da imponenti mura, di cui la chiesa parrocchiale del 1300, le mura fortificate ed il municipio rinascimentale, situato nella piazza del mercato, ne rappresentano i punti di forza. Dalla torre della chiesa si gode un magnifico panorama su tutto il territorio. Dopo una buona oretta in giro per la città riprendo la moto per dirigermi a Malbork, dove si trova il più grande castello in mattoni costruito al mondo ed uno dei più imponenti castelli d’Europa, in parte scampato miracolosamente alla distruzione della seconda guerra mondiale. Situato sulle sponde del fiume Nogat, la sua costruzione cominciò nel 1272 per opera dei cavalieri teutonici. Nel 1309 venne trasferita qui la sede dei Cavalieri Teutonici ed il castello assunse un ruolo di primaria importanza. Il primo impatto è di grande effetto. Quando si giunge in città e ci si trova dalla parte opposta del fiume, il castello si presenta in tutta la sua maestosità. Ma solo quando si comincia a visitare il castello, oggi museo nazionale e Patrimonio dell’Unesco, ci si rende conto di quanto sia effettivamente grande. Sembra non finire mai. Una guida auricolare molto interessante permette di visitare tutte le sale del castello con una buona descrizione particolareggiata e della storia di questa incredibile costruzione. Non ho idea di quante ore abbia trascorso in giro per il castello ma sono abbastanza affamato e prima di entrare ho visto proprio sulla riva opposta del fiume, una barca ristorante con tipica cucina polacca. La scelta non poteva essere delle migliori. Divoro letteralmente una specialità locale a base di carne di maiale, mozzarella, funghi e legumi vari. Adesso ci vorrebbe una bella “pennichella” disteso sul prato sulle rive del fiume ma la città di Danzica mi aspetta. Appena 60 km e giungo a destinazione in hotel. Una buona doccia, l’immancabile caffè e sono ancora pronto per scoprire questa magnifica città. In bus raggiungo velocemente il centro. Distrutta per il 90% durante la seconda guerra mondiale, Danzica o come si dice in polacco Gdansk è stata totalmente ed amorevolmente ricostruita dai polacchi nel periodo post bellico in tutto il suo splendore. Prima della guerra il 95% della popolazione era tedesca. Dalla viale reale, dove un tempo sfilavano i re ed attraversando la maestosa Porta Wyzynna si giunge alla Porta d’Oro del 1662 alla cui sommità si trova una scritta in latino che recita testualmente “La concordia fa crescere i piccoli stati, la Discordia fa crollare i grandi” ! Da qui sino al lato opposto della strada alla Porta Verde, tutto è stato incredibilmente ricostruito tale e quale al periodo pre bellico o forse anche meglio. C’è da restare senza parole. Sulla piazza del mercato, la Fontana del Nettuno, simbolo della città ed una serie di palazzi incredibilmente belli, tra cui la Corte di Artù e la Casa d’Oro del 600. Attraverso la Porta Verde giungo sul fiume Motlawa. Sul molo antichissimi magazzini ed abitazioni. Nelle vie adiacenti, ovunque gioiellerie dove sono esposti in bella mostra gioielli in ambra. Danzica è la capitale mondiale di questa gemma. Una miriadi di pub, ristoranti, caffetterie riempiono ogni angolo della città. Non c’è che scegliere. Trascorro una buona oretta presso una caffetteria proprio di fronte la torre del municipio, osservando la miriade di turisti che affollano il centro. Il sole è già tramontato e la città con il buio assume un’altra veste. Romantica, calda, avvolgente. Dal molo sulla riva opposta della Motlawa una veduta by night della città. La stanchezza comincia a sentirsi. A malincuore torno in hotel, ma domani ho tutta una giornata intera da dedicare a Gdansk !
15 Agosto 2015 (km 0) Alle otto sono già pronto per una buona colazione. Dopo una doccia, il caffè con la moka è quello che ci vuole. La colazione è abbondantissima e ne approfitto per fare il pieno ! La giornata trascorre lentamente alla scoperta di ogni angolo e monumento di questa straordinaria città nonchè delle specialità culinarie locali ! Nel pomeriggio ne approfitto per un tour in barca sulla Motlawa. Oggi è sabato ed il numero dei turisti in città sembra essere raddoppiato. Si fa fatica a camminare lungo le vie del centro storico, segno evidente che il turismo rappresenta un punto di forza di questa splendida e sorprendente città.
16 Agosto 2016 (400 km) Purtroppo oggi è la data del rientro. Tour breve ma intenso ma non è ancora finito. Fatta colazione lascio la città e mi dirigo verso Świnoujście dove alle 22.30 partirà la nave per la Svezia. Dopo circa 110 km giungo nel paese di Leba dove si trova uno straordinario Parco Nazionale il Słowiński Park Narodowy. La vera attrazione del parco è il fenomeno delle “dune mobili”, enorme distese di sabbia finissima alte sino a 42 metri che il vento sposta di continuo. Sembra di stare su un deserto. Lo spettacolo è davvero incredibile. I granelli di sabbia asciugandosi vengono spostati dal vento ed a farne le spese è la foresta che sta scomparendo lentamente. Il contrasto tra le dune di sabbia e la foresta è evidente nel punto di incontro. Alberi scheletrici ormai morti e la foresta ancora viva che combatte disperatamente una lotta impari. Faccio una passeggiata sulle dune sino a giungere sul mare, il Baltico. La spiaggia è lunga ben 33 km. Mi piacerebbe restare tutta la giornata ma purtroppo devo fare rientro verso casa. Durante il tragitto una breve sosta per bere qualcosa di fresco ed in serata prima di giungere a destinazione faccio sosta presso un’area boschiva lunga la strada. Mi ci vuole un buon caffè con la moka. Poco dopo giunge una coppia di anziani in auto e si parcheggia proprio accanto la mia moto. Faccio cenno se vogliono un caffè e loro accettano molto volentieri. Non parlano una parola di inglese ma in qualche modo riusciamo a capirci. Vogliono a tutti i costi che gli faccia una foto che poi dovrò mandargli via mail ! Mi fanno capire che sono stato molto gentile ad offrire loro il caffè e mi salutano calorosamente prima di andare via. Ripresa la moto giungo con largo anticipo al porto. Sulla strada vedo dei cartelli con l’indicazione Fort Gerhard e Faro e subito mi dirigo sul posto. Con grande sorpresa scopro che si tratta di una delle fortezze per artiglieria pesante prussiana meglio corservate, situata sull’isola di Wolin proprio adiacente al faro. E’ stata trasformata in un piccolo museo bellico e raccoglie reperti della prima e seconda guerra mondiale. Di fronte il grande faro. Mi faccio tutti i 180 gradini che portano alla sommità. Un gran bello spettacolo sulla costa. Adesso è ora di tornare. Al porto, presso il ristorante di un piccolo hotel ne approfitto per mangiare qualcosa, tra cui una zuppa di gulasch così buona che mi vedo “costretto a fare il bis” ! Ho gli ultmi 150 zloty polacchi. Cosa comprare. Mi guardo attorno e vedo una miriade di tipi di birra polacca. Svuoto il bauletto centrale e lo riempio all’inverosimile di lattine. Mi sembra un buon souvenir da portarmi dietro. Alle 21.30 sono già imbarcato. Sul ponte soffia un vento freddo. Faccio qualche foto e poi via a nanna. Domani sveglia alle 05.00
17 Agosto 2015 (65 km). Alle 05.00 sono già sul ponte, bevendo un caffè caldo giusto in tempo per ammirare il sole sorgere. Siamo in Svezia, vacanza finita. Breve, intensa, entusiasmante come ogni viaggio. Alla prossima.