Mi ci sono voluti anni per finire questa trilogia, principalmente perché la traduzione del terzo libro è stata ritardata dall’editore italiano che ci ha messo del tempo a convincersi a pubblicarla, rischiando così di lasciare i lettori a mezza strada, anzi, a due terzi …
Che dire, senza spoilerare troppo? Che si tratta di una trilogia apocalittica sulla fine del mondo causata da una razza di vampiri derivante da uno esperimento genetico andato fuori controllo. E detta così, ha ben poco di originale.
In realtà i vampiri hanno delle caratteristiche peculiari, e tutta la storia ha aspetti veramente nuovi rispetto ad altre analoghe. E poi è una saga che va centinaia di anni avanti dopo la fine del mondo come lo conosciamo, concentrandosi sui primi 40/100 in maniera del tutto nuova. L’autore ha immaginato un vero e proprio cosmo, che va ben dopo la sola apocalisse iniziale e l’immediata reazione dei sopravvissuti alla stessa (cosa che capita nella maggioranza dei libri di questo genere).
Ho amato, non da subito però, l’espediente di fare, almeno uno/due volte per libro, un salto avanti di anni/decenni: all’inizio la cosa lascia un po’ perplessi, ma questo consente di dare un sapore diverso al tutto, facendoci conoscere nuove situazioni e nuovi personaggi, e creando così nuove storie nel quadro generale della vicenda. Certo, non va tanto giù di vedere svanire alcuni personaggi, ma così è la vita …
Graduatoria dei 3, mia personale:
Il Passaggio: è il primo, e più deflagrante dei tre, può essere letto anche da solo, ma fa venire voglia di andare avanti;
I dodici, il secondo, per me il più bello, il più cupo, ma quello che ho amato di più;
La città degli specchi: il finale non è bello come gli altri, ed almeno in un punto è davvero troppo lungo (dico solo Zero), però da a tutto un senso, e chiude il cerchio.
Bella storia. La consiglio, nonostante siano delle belle mazzate di libri, ognuno sulle 6/700 pagine, lo dico per chi si scoraggia presto.
Ciao
R.