Un calendario che non concede tregua vede tornare in scena il mondiale prototipi già questo fine settimana sul circuito spagnolo di Jerez de la Frontera per il secondo appuntamento europeo, il sesto della stagione. Lasciato alle spalle già un quarto del campionato, la situazione è tutt'altro che definita, complice un'alternanza di valori e di situazioni che si riflette in una classifica cortissima. Dopo cinque gare infatti i due leader provvisori, Quartararo e Rins, vantano al proprio attivo solo 69 punti, viaggiando in pratica con la media di un quarto posto a gara. Una situazione molto simile a quella vissuta nel 2020 e che portò, in assenza di un vero dominatore, a premiare la regolarità di Joan Mir. Quest'anno l'avvio stentato di diversi favoriti, come lo stesso Quartararo, Marquez e Bagnaia, ha lasciato spazio ad 'outsider' di gran livello, come il nostro Bastianini, favorendo quella dispersione del punteggio causa dell'attuale compattamento della classifica. I valori tecnici sembrano comunque piuttosto definiti, con le variabili rappresentate più che altro da condizioni particolari incontrate in gara, proprio come verificatosi nel passato appuntamento di Portimao.
YAMAHA E QUARTARARO, LA FORZA DI UN CAMPIONE
Sarà senz'altro vero che oggi, anche nel motociclismo il fattore tecnico abbia un ruolo determinante, ma i rapporti di equilibrio sono destinati inevitabilmente a spostarsi quando si ha a che fare con certi piloti. Quanto fatto vedere a Portimao dal campione del mondo in carica ha rappresentato qualcosa di superlativo, una dimostrazione di talento, solidità mentale e determinazione capace di annichilire la migliore concorrenza. Una qualifica solo discreta a causa dei limiti velocistici della moto, e l'imperativo di doversi portare subito al comando, unica strategia possibile. Una volta presa la testa della corsa, 'El Diablo' ha sciorinato il suo repertorio fatto di fluidità e traiettorie perfette, con quella prodigiosa percorrenza dell'ultima curva che gli consentiva di resistere perfino al potenziale balistico della Ducati. Improponibile il confronto con i compagni di marca, finiti a quasi mezzo minuto e con un Morbidelli irriconoscibile preceduto anche da Andrea Dovizioso. A questo punto è praticamente scontato che Quartararo rinnovi il contratto con Yamaha, perchè sciogliere un binomio del genere rischierebbe di risultare fatale anche per il pilota stesso. Tutto da dimostrare, infatti, che il francese possa ritrovare la stessa magica sintonia con un'altra moto, almeno in tempi ragionevolmente brevi.
DUCATI, NON SONO CONCESSI ALTRI ERRORI
Sembra quasi che a Borgo Panigale vogliano fare di tutto per tirarsi fuori da soli dalla lotta per il titolo, con errori di strategia che anche stavolta hanno rischiato di risultare fatali. La decisione di mandare da subito in pista Bagnaia con la doppia gomma slick in Q1 ha comportato una caduta che per pura fortuna non ha avuto conseguenze serie, ma ha fortemente condizionato la gara del torinese. Vero è che altri piloti avevano fatto la stessa scelta, ma si trattava di outsider che poco o nulla avevano da perdere, non di potenziali candidati al titolo mondiale, ed il paragone non ha senso. A metterci una grande pezza è stato lo stesso Bagnaia, autore di una gran gara in rimonta dall'ultima posizione fino all'ottavo posto finale nonostante una spalla malmessa e dolorante. Qualche punto racimolato ed una classifica che ancora non è compromessa, ma da qui in avanti non ci si possono concedere altri svarioni. A salvare il bilancio delle rosse è stato così Johann Zarco, che tira fuori il meglio di sè ogni volta che la sua posizione in squadra diventa a rischio. Un fine settimana da incorniciare, quello del transalpino, fatto di una Pole Position strappata all'ultimo secondo e di un secondo posto che vale quasi una vittoria, vista la prestazione aliena di Quartararo. Stava facendo molto bene anche jack Miller, prima di incappare in un errore fatale in frenata che è costato la gara anche a Joan Mir. Ancora male Jorge Martin, presto fuori gara per l'ennesima caduta, che si conferma pilota velocissimo ma troppo incline all'errore, una caratteristica che del resto lo ha accompagnato per tutta la carriera. Battuta d'arresto anche per Enea Bastianini, protagonista di un weekend da dimenticare al più presto.
APRILIA, LE CONCESSIONI NON SERVONO PIU'
Il nuovo podio centrato a Portimao porta l'Aprilia ad un passo dal perdere le concessioni regolamentari, un aiuto che è certo stato fin qui prezioso. Basterà infatti un altro terzo posto perchè la casa di Noale, dal prossimo anno, sia equiparata alle rivali, entrando a buon diritto tra le grandi della categoria. Un riconoscimento implicito ad un gruppo di lavoro straordinario e ad un pilota come Aliex Espargaro che ha creduto ciecamente nel progetto. Un fine settimana dall'avvio stentato per il bravo Aleix che si è poi pienamente ritrovato in gara arrivando perfino ad insidiare il secondo posto di Zarco. Solo sufficiente invece la prestazione di Maverick Vinales, che dopo qualche sprazzo in prova ha chiuso la gara al decimo posto, a conferma di un'intesa con la moto ancora da trovare.
SUZUKI, GRAN PACCHETTO ED UN RINS STREPITOSO
Un tracciato, quello di Portimao, che pare fatto apposta per esaltare le doti della GSX-RR, che dopo un avvio di campionato incerto sta confermando quanto di buono fatto vedere nei test invernali. Ciclistica equilibrata, gran motore ed un 'Device' in grado di garantire partenze fulminanti. Una partenza come quella di Rins, che ha consentito allo spagnolo di risalire dalla 23ma alla decima posizione in poco più di un giro per chiudere poi la gara con un ottimo quarto posto. Un piazzamento che gli vale la vetta della classifica generale insieme a Fabio Quartararo e lo inserisce di diritto nella rosa dei candidati al titolo. Una gran gara stava facendo anche Joan Mir, vittima incolpevole dell'errore in frenata di Jack Miller, ma che pare aver ritrovato la giusta motivazione.
HONDA, SEGNALI PREOCCUPANTI
Non certo un fine settimana da ricordare, quello vissuto a Portimao dalla casa di Tokyo, ancora alla ricerca di vere risposte da quella nuova RCV 2022 che aveva fatto gridare al miracolo. La scusante addotta è stata quella di non aver potuto provare con l'asciutto, cosa che comunque valeva per tutti e non basta a giustificare la debacle. La scelta poi di partire con la gomma Hard al posteriore, in controtendenza rispetto a tutte le rivali, pareva una sorta di ultima spiaggia e così è stato, almeno per quanto riguarda Marc Marquez. Un Marquez irriconoscibile, in difficoltà fin dal via per un posteriore che non ne voleva sapere di assecondarlo, ed un sesto posto strappato con i denti al fratello Alex proprio sul traguardo. E' ormai chiaro che più di un processo di adattamento, si tratta di incompatibilità tra le esigenze del campionissimo di Cervera ed un mezzo che comunque non funziona al meglio nemmeno con gli altri piloti. Pol Espargaro ha infatti chiuso nono mentre Nakagami, sicuro partente a fine stagione, è finito 16mo e fuori dai punti.
KTM, ANCORA SOTTO LE ATTESE
Questa volta non è bastata l'aria di casa per mettere le ali a Miguel Oliveira, che dopo le buone premesse delle prove non è andato oltre un discreto quinto posto, con Brad Binder presto fuori gara per caduta. Dopo il buon avvio di stagione, dovuto forse anche allo sbandamento iniziale di qualche rivale, la casa austriaca stenta a ritrovare la direzione, e certo i continui alti e bassi del suo pilota di punta non aiutano. Oliveira è uno dei piloti in scadenza di contratto, e forse anche questo sta in qualche modo pesando sul rendimento del portoghese.
IL CIRCUITO DI JEREZ
L'impianto sorge nelle vicinanze di Cadice, nella bellissima regione dell'Andalusia, è stato ultimato nel 1985 e ha inizialmente ospitato cinque edizioni del Gran Premio di Spagna di Formula 1, dal 1986 al 1990. Considerato poi non più adatto alla massima categoria automobilistica è attualmente utilizzato per la prova spagnola dei campionati MotoGP e Superbike. Dallo scorso anno il circuito è intitolato alla memoria di Angel Nieto, il pluricampione spagnolo scomparso nel 2017.
La pista è lunga
4423 metri e larga 11, si percorre in senso orario e comprende
13 curve, 8 a destra e 5 a sinistra col rettilineo principale lungo poco più di 600 metri.
Dopo essere usciti in prima dalla Curva 13, intitolata a Jorge Lorenzo, i piloti scaricano tutte le marce mettendo sesta un istante prima di passare sotto la struttura che ospita la sala stampa. La sesta viene appena appoggiata per poi iniziare la frenata per la
Curva Expo, una destra lenta a raggio costante che si percorre in seconda marcia. Si tiene la seconda percorrendo il tratto in leggera salita che porta alla
Curva Michelin, una destra a tornare molto lenta e critica per la tenuta dell'anteriore, soprattutto a inizio gara col pieno di benzina e la gomma fredda. Si tiene ancora la seconda in uscita per portarsi verso la
Curva 3, una sinistra da fare in accelerazione con i piloti che in ingresso buttano dentro in successione terza e quarta marcia, rapporto che si mantiene anche per la
Curva 4. E' questa un'altra sinistra veloce cui segue un breve allungo fino alla
Curva Pons, un'ampia destra a raggio costante in cui si deve mantenere velocità da portare al successivo rettilineo dove si appoggia la sesta prima della violenta staccata per la
Dry Sac, una lenta destra di ritorno da affrontare in seconda. In uscita altro 'short shifting' per mettere terza e quarta in successione ed affrontare la
Curva 7. una sinistra veloce che porta alla
Curva 8, una sinistra a tornare . che comporta una delicata frenata in ingresso. In uscita dalla 8 brevissimo allungo fino alla violenta staccata della
Curva 9. Questa e la successiva
Curva 10 sono due destre lente, da percorrere col gas puntato per poi sfruttare l'accelerazione e portarsi alla
Curva Criville che insieme alla successiva
Curva Ferrari forma una coppia di svolte a destra molto veloci da affrontare in piena accelerazione. Il brevissimo allungo che segue porta alla
Curva Lorenzo, un rampino a sinistra in cui i piloti scalano fino alla prima per rilanciarsi nuovamente sul rettilineo del traguardo. Il tornantino finale rappresenta anche l'ultima occasione di sorpasso in caso di arrivo in volata.
ONBOARD LAP - SIMON CRAFAR (BMW S1000RR)
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ORARI TV
Il Gran Premio di Spagna sarà trasmesso in diretta da SKY e TV( con i seguenti orari:
Programmazione SKY Sport MotoGP
Venerdì 29 Aprile
9.00 – Moto3, prove libere 1
9.55 – MotoGP, prove libere 1
10.55 – Moto2, prove libere 1
13.15 – Moto3, prove libere 2
14.10 – MotoGP, prove libere 2
15.10 – Moto2, prove libere 2
Sabato 30 Aprile
9.00 – Moto3, prove libere 3
9.55 – MotoGP, prove libere 3
10.55 – Moto2, prove libere 3
12.35 – Moto3, Q1
13.00 – Moto3, Q2
13.30 – MotoGP, prove libere 4
14.10 – MotoGP, Q1
14.35 – MotoGP, Q2
15.10 – Moto 2, Q1
15.35 – Moto 2, Q2
Domenica 1 Maggio
9.00 – Warm Up Moto3
9.20 – Warm Up Moto2
9.40 – Warm Up MotoGP
11.00 – Moto3, gara
12.20 – Moto2, gara
14.00 – MotoGP, gara
Programmazione TV8
Sabato 30 Aprile
Q1 Moto3 12:35 – 12:50
Q2 Moto3 13:00 – 13:15
FP4 MotoGP 13:30 – 14:00
Q1 MotoGP 14:10 – 14:25
Q2 MotoGP 14:35 – 14:50
Q1 Moto2 15:10 – 15:25
Q2 Moto2 15:35 – 15:50
Domenica 1 maggio
Moto3 11:00
Moto2 12:20
MotoGP 14:00
CALENDARIO MONDIALE MOTOGP 2022
C6 marzo: Gran Premio Qatar, Losail;
20 marzo: Gran Premio Indonesia, Mandalika;
03 aprile: Gran Premio Argentina, Termas de Rio Hondo;
10 aprile: Gran Premio USA, Circuit of the Americas;
24 aprile: Gran Premio Portogallo, Portimao;
01 maggio: Gran Premio Spagna, Jerez de la Frontera;
15 maggio: Gran Premio Francia, Le Mans;
29 maggio: Gran Premio Italia, Mugello;
05 giugno: Gran Premio Catalogna, Montmelò;
19 giugno: Gran Premio Germania, Sachsenring;
26 giugno: Gran Premio Olanda, Assen;
10 luglio: Gran Premio Finlandia, KymyRing;
7 agosto: Gran Premio Gran Bretagna, Silverstone;
21 agosto: Gran Premio Austria, Red Bull Ring;
04 settembre: Gran Premio San Marino, Misano;
18 settembre: Gran Premio Aragon, MotorLand;
25 settembre: Gran Premio Giappone, Motegi;
2 ottobre: Gran Premio Thailandia, Buriram;
16 ottobre: Gran Premio Australia, Phillip Island;
23 ottobre: Gran Premio Malesia, Sepang;
06 novembre: Gran Premio Comunitatà Valenciana, Ricardo Tormo