Mancano poco più di due settimane al via della Dakar, la leggendaria corsa che apre come sempre la stagione motoristica e vivrà quest'anno la sua 42ma edizione.
Passano gli anni ma quella che è considerata l'ultima grande avventura sopravvive imperturbabile ad ogni difficoltà risorgendo e trasformandosi come una sorta di Araba Fenice. Definizione che calza a pennello per questa edizione 2020 che vedrà come inedito scenario di gara proprio la penisola arabica-
DOPO AFRICA E SUDAMERICA, ALLA SCOPERTA DELL'ARABIA SAUDITA.
una corsa condizionata e quasi vittima del suo stesso successo, trasformatasi in un evento di portata e complessità tali da renderne problematica la gestione. Passate le prime edizioni con al via manipoli di romantici e spesso improvvisati cacciatori di avventura l'evento ha assunto importanza sempre maggiore, con coinvolgimento di case ufficiali ed enorme risonanza mediatica. Dopo trent'anni di Africa le crescenti difficoltà organizzative e quelle legate alla sicurezza hanno imposto un primo spostamento della carovana in Sudamerica. Scenari senza dubbio diversi da quelli africani ma non meno impegnativi ed affascinanti ed una accoglienza entusiastica da parte delle popolazioni locali. Ma anche il continente sudamericano col passare delle edizioni ha iniziato a fare i conti con gli oneri e l'impegno connessi alla gestione dell'evento tanto che il solo Perù acconsentì al passaggio del rally per l'edizione 2019. Con la rinuncia di Argentina, Cile, Ecuador e Bolivia veniva a mancare quella grande varietà di scenari naturali e condizioni climatiche che costituivano il vero fascino della collocazione sudamericana tanto che l'edizione dello scorso anno fu sicuramente in tono minore. Un percorso forzatamente ridotto ad un anello e di lunghezza totale quasi dimezzata lasciava presagire la necessità e l'imminenza di un nuovo cambiamento. Dopo aver ventilato la possibilità di un ritorno in Africa, presto rivelatosi irrealizzabile, le alternative possibili erano rimaste Asia ed Arabia Saudita, e la scelta è stata quasi obbligata.
SABBIA E DUNE, MA NON SOLO
Un'ambientazione simile a quella africana che ha fatto la storia della Dakar, con sabbia a perdita d'occhio e dune a volontà, ma sulla carta c'è molto altro in questa edizione 2020. La corsa si articola in due settimane con
partenza il 5 Gennaio ed arrivo il 17, per una lunghezza complessiva di
7900 Km di cui ben 5000 di prove speciali. La prima settimana di gara stando a quanto dichiarato dagli organizzatori sarà tutta improntata alla navigazione, con un percorso lungo la costa fatto di un complicato intreccio di strade e sentieri sterrati verso il confine con la Giordania. Lo scopo è quello di riportare la competizione allo spirito avventuroso delle prime edizioni riducendo la velocità dei concorrenti. Dopo la giornata di riposo dell' 11 Gennaio il via della seconda settimana dove gli specialisti della sabbia troveranno il loro terreno di caccia preferito nelle sconfinate dune del deserto arabico.
NUOVI REGOLAMENTI, DAL ROAD BOOK 'LAST MINUTE' ALLA 'SUPER MARATHON'.
Sempre nell'intento di esaltare lo spirito avventuroso della corsa e di livellare il potenziale dei partecipanti, il nuovo Direttore di Corsa David Castera ha introdotto una serie di novità regolamentari delle quali la più interessante è quella legata ai
Road Book. Questi presenteranno nuovi riferimenti a colori e non saranno più consegnati ai concorrenti all'arrivo della tappa ma solo al mattino successivo, pochi minuti prima della nuova partenza.
A tutti i partecipanti costretti a ritirarsi in una tappa verrà poi concessa la possibilità di ripartire con una classifica separata denominata
'Dakar Experience', ma qualcosa di molto simile era già stata introdotta lo scorso anno con la 'Half Marathon', sempre nell'intento di non vanificare del tutto l'impegno dei partecipanti costretti ad uno stop magari nelle primissime fasi di gara.
Infine, ulteriore novità riservata alle moto l'introduzione di una tappa
'Super Marathon' con soli
10 minuti concessi per intervenire sui mezzi al termine della prima frazione.
351 VEICOLI ISCRITTI, 557 PARTECIPANTI DI 53 NAZIONI
Che il rally goda ancora di ottima salute è testimoniato dal numero dei veicoli iscritti, ben
351 suddivisi in
170 tra moto e quad, 134 auto e 47 camion. Sono invece ben 557 i concorrenti provenienti da 53 nazioni e di questi 85 fanno il loro debutto assoluto nella competizione.
Tra le moto i favorito d'obbligo il 'tridente' Ktm composto da
Toby Price, vincitore lo scorso anno,
Sam Sunderland e
Mathias Walkner, con lo squadrone Honda che punta su
Barreda,
Brabec e
Benavides per tentare di interrompere il dominio austriaco. Da non sottovalutare la Yamaha di
Van Beveren mentre sono una decina i piloti italiani iscritti tra i quali
jacopo Cerutti e Maurizio Gerini, entrambi con le Husqvarna.
PERCORSO E TAPPE
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TAPPA 01 | 05/01/2019
Jeddah > Al Wajh, 752 km | Prova Speciale: 319 km
TAPPA 02 | 06/01/2019
Al Wajh > Neom, 401 km | Prova Speciale: 367 km
TAPPA 03 | 07/01/2019
Neom > Neom, 489 km | Prova Speciale: 404 km
TAPPA 04 | 08/01/2019
Neom > Al Ula, 676 km | Prova Speciale: 453 km
TAPPA 05 | 09/01/2019
Al Ula > Ha’il, 563 km | Prova Speciale: 353 km
TAPPA 06 | 10/01/2019
Ha'il > Riyadh, 830 km | Prova Speciale: 478 km
RIPOSO | 11/01/2019 Riyadh
TAPPA 07 | 12/01/2019
Riyadh > Wadi Al-Dawasir, 741 km | Prova Speciale: 546 km
TAPPA 08 | 13/01/2019
Wadi Al-Dawasir > Wadi Al-Dawasir, 713 km | Prova Speciale: 474 km
TAPPA 09 | 14/01/2019
Wadi Al-Dawasir > Haradh, 891 km | Prova Speciale: 415 km
TAPPA 10 | 15/01/2019
Haradh > Shubaytah, 608 km | Prova Speciale: 534 km
TAPPA 11 | 16/01/2019
Shubaytah > Haradh, 744 km | Prova Speciale: 379 km
TAPPA 12 | 17/01/2019
Haradh > Qiddiya, 447 km | Prova Speciale: 374 km