32 anni, 4 mesi, 20 giorni, 6 ore e una manciata di secondi. Tanto c’è voluto per arrivare dall’altra parte, anche se il tutto oggi lo puoi comodamente fare con una ventina di ore di volo e 3 di auto.
Allora sbarcare a Tunisi alla fine di marzo e raggiungere Cap Blanc sopra Bizerte 2 giorni dopo in moto sembrava un’impresa pazzesca… la prima volta nel continente africano, zero esperienza in fuoristrada, la R65 stradale con cerchi in lega e tris di borse rigide Nonfango…Pupo almeno aveva l’Africa Twin 650 un po’ più consona ai percorsi. Alla fine facemmo più piste e sabbia che asfalto arrivando fino a Kasr Ghilane, quando l’oasi era per lo più sconosciuta ai rider e la si poteva raggiungere quasi “comodamente” con una toule di 100 km che correva vicino alla pipe line, portandosi tenda, acqua, scatolette di tonno e benzina nelle taniche per il ritorno a Douz.
All’imbarco del traghetto di rientro la decisione era presa: “Bon… abbiamo fatto il punto più a nord del continente, non ci resta che arrivare fino a quello più a sud. Sono solo 15.000 km.” Dobbiamo scegliere la strada migliore.
Nel frattempo nel 2014 Cap Blanc perde la designazione del punto più a nord a favore di Cap Angela, qualche km. più a ovest.
Affangala! Tocca tornare giù in Tunisia allora.
La “Strada Migliore” l’ho studiata e preparata più volte in tutti questi anni, a seconda di come tirava il vento delle tensioni sociali nei paesi da attraversare restava l’occidentale o a volte prendeva il corso di quella orientale. Nel frattempo Tunisia, Libia, Marocco, West Sahara, Mauritania, Senegal, Mali, Burkina diventavano banchi di prova e bagagli d’esperienza.
Alla fine quello che mancava era sempre il tempo… 40/45 gg. filati per fare la traversata completa dal Mediterraneo all’Oceano Atlantico\Indiano.
Così con l’avvicinarsi del rincoglionimento senile, prima di dimenticarsi come si va in moto e soprattutto dove si va ho preferito un lento avvicinamento e un viaggio a tappe, che mi consentisse di dividerlo in periodi più brevi e con la possibilità di visitare con calma i paesi da attraversare.
Dovevo partire con il ferry boat che da Jeddah naviga fino a Port Sudan… avrei escluso l’Egitto delle dogane farraginose e delle scorte militari fino a Wadi Halfa.
Il resto sarebbe stato tutto discesa fino a Cape Town.
Ma il diniego del visto per il Sudan prima e lo scoppio della guerra civile nel paese ad aprile del 23 hanno scombussolato i miei piani.
Ci ha pensato Marko a propormi una soluzione alla fine dei miei giri nella penisola arabica: “Vuoi un passaggio in container per il SA?”.
“Stavo valutando la spedizione in Kenia o Tanzania da Dubai… e avrei preferito idealmente la discesa con arrivo sulle 2 ruote.”
“Sai che ti dico? Va bene… la faccio al contrario. Torno su a prendermi un tè alla menta a Cap Angela”
Al mio arrivo 20 giorni dopo la nave Marko ha già sdoganato i mezzi e Lance, impiegato dello spedizioniere locale, ha ritirato la moto dal magazzino e l’ha parcheggiata a fianco della sua scrivania per non farmi pagare il deposito.
Non sono riuscito ad offrirgli neanche una birra.