Allora, eccomi qui!
Palermo è stata una splendida riscoperta per me, e una bellissima esperienza per la mia compagna. La città è un cantiere, tutta intenta a rimettersi a nuovo, con palazzi storici bellissimi che pian piano tornano al loro originario splendore, chiese pressoché sconosciute da lasciarti basito, vicoli di una bellezza struggente. Il calore e la cortesia delle persone è proverbiale, ma ora c'è anche un'innegabile trasparenza molto maggiore di quanto mi ricordassi, a partire dal costo del taxi da e per l'aeroporto allo scontrino fiscale sempre rilasciato da tutti ovunque; solo sulle moto vedi spesso gente senza casco - soprattutto i passeggeri - ma la polizia sembra comunque vigilare e la percentuale direi che si aggira su un 15% di utenti delle due ruote specialmente sui motorini e/o piccoli scooter portati dai più giovani. Fa parte del colore locale e dell'età, ma preferisco questa coerenza ai tanti sedicenni più 'nordici' che usano il casco a mo' di sombrero. Comunque la percentuale rispetto ai miei ricordi è decisamente ridimensionata.
La qualità della vita e la bontà della cucina sono rimasti intatti, per nostra fortuna, anche se non ho potuto apprezzare - non per colpa mia purtroppo - i buoni consigli che mi avevate dato, ma sono in condizione di darvene degli altri che spero gradirete.
Avevamo deciso di dare una certa 'ufficialità' alla cosa

provando i vari locali a seconda dei voti ricevuti, a partire dalla Corte dei mangioni, che aveva ottenuto il maggior numero di preferenze seguita dal Ghiottone Raffinato. Ci eravamo segnati gli indirizzi per benino e ci eravamo organizzati un giro turistico culturale per la città che culminava nel pranzo alla Corte e la cena al Ghiottone (altro tempo non c'era...) anche se la cena era un cena di lavoro che non dipendeva solo da noi.
Comunque dopo esserci goduti ampiamente la città al mattino ci siamo diretti verso la Corte all'orario canonico di pranzo, trovandola disgraziatamente chiusa...

Non vi dico la sorpresa, anche perché, girando sempre a piedi, non è proprio diciamo 'di strada'. In un locale vicino, gettonatissimo dai siciliani, l'attesa appariva lunga almeno di 40 min. e alla fine, spinti dalla fame, abbiamo testato, una 'bettola' infame comunque densa di commensali, di quelle che mai proveresti a cuor leggero, nella speranza di poter verificare il detto che "dovunque mangi in Sicilia mangi bene".
Devo dire che il detto forse è un po' ottimistico, ma la bettola ci ha lasciati senza fiato alla fine del pranzo. In due con quartino di vino, due coca cole, due primi, un secondo e coperto: 13,50€

ribadisco in due non a testa. Questo colloca la 'bettola' al primo posto nella mia personale lista di locali low cost. Immaginate la mia sorpresa quando alla voce vino ho visto scrivere sulla ricevuta 0,80 centesimi...

Comunque anche il Ghiottone, nel passarci davanti appariva chiuso, perciò la 'bettola alla fine è stata una salvata. Dell'alloggio vi ho già parlato: era splendido e pulitissimo come mai mi è capitato e la correttezza del proprietario mi ricordava più la Svizzera che Palermo... Ma noi eravamo lì per lavoro, piacevole senza dubbio ma sempre lavoro. E il lavoro consisteva nell'incontrare una cantante canadese francofona che cantava nel ruolo principale del Don Quichotte di Massenet, in programmazione al Massimo che come agenzia rappresentiamo e soprattutto il direttore artistico del teatro per discutere della programmazione.
Nel vedere lo spettacolo ho ritrovato una 'certa' Palermo... La recita è stata un pianto, con un coro inqualificabile, alcuni solisti appena accettabili per non dire peggio, un'orchestra distratta e svogliata e maestranze pasticcione e disorganizzate. Insomma la 'vecchia e cara Palermo' di cui io farei volentieri a meno. Ma certe abitudini in certi posti sono dure a morire... Ma la 'nuova' Palermo si è subito presa la sua rivincita regalandoci una cena luculliana memorabile (prenotata dalla cantante), grazie alla bontà e alla gentilezza del ristorante Santandrea (senza apostrofo) sito in Piazza Sant'Andrea 4 (+39) 091-334999 che consiglio vivamente a tutti. Mi ha fatto inoltre molto piacere trovare da parte dei giovani gestori una ottima padronanza delle lingue straniere, in particolar modo del francese, che è stato l'idioma principale della serata.
Per finire un'osservazione piacevole sulla simpatica moltitudine di turisti di ogni genere e paese che giravano stupiti per la bellezza della città: russi, tedeschi, e orientali in special modo. Complice una giornata di sole praticamente estiva sembrava veramente di essere in un posto baciato dal Buon Dio come in realtà è. La cosa che più ha favorevolmente stupito me e la mia compagna, è che mentre non andremmo mai a vivere a Venezia, per quanto sia insita nelle nostre origini e nei nostri desideri, perché è una città 'falsa' sporca e ormai chiaramente morta, ci trasferiremmo volentieri a Palermo, magari non proprio in periferia, senza particolari problemi, il che almeno per noi la dice lunga...