Giorno 5 - 30/5/2018 - Siviglia -
km 20 + 138 e qui la tappa e il profilo altimetrico
parte 1
Parte 2:
La mattina, partenza relativamente presto e per fortuna con sole e tempo tiepido. La direzione è Medina Azahara, ossia 'la città dei fiori'. E' stata una residenza califfale omayyade tra il X e l'XI secolo e chiamata anche Madinat Azahara, oppure Madinat az-Zahraʾ - dal nome della presunta concubina preferita del califfo ʿAbd al-Rahmān III, al-Nāsir li-dīn Allāh, che ne avrebbe patrocinato la costruzione.
Wikipedia ci istruisce
La costruzione di Madīnat al-Zahrāʾ cominciò nel 936 e fu ordinata dal primo califfo andaluso, ʿAbd al-Rahmān III, che decise di fondarla per farne il centro di rappresentanza del nuovo califfato, da lui stesso da poco proclamato, con un progetto urbanistico che per immagine, importanza e utilizzo di risorse può essere paragonato, facendo le dovute proporzioni, alla realizzazione di San Pietroburgo, Caserta o Versailles, tanto da essere da qualcuno definita proprio "la Versailles dimenticata del Medio Evo".
Fonti musulmane affermano che per la costruzione di questa città, unica nel suo genere e paragonabile solo al palazzo califfale abbaside di Samarra, vennero usati fino a 10.000 operai, che posero in opera fino a 6.000 pietre al giorno, utilizzando circa 400 carichi di gesso e calce, trasportati da circa 1.500 animali da soma. Purtroppo, la parte visibile oggi del sito archeologico costituisce solo il 10% della sua estensione originale, che copriva 112 ettari ed era stata pensata e progettata di proposito alle pendici della Sierra Morena per essere vista a distanza di miglia, tanto dai sudditi del califfato quanto dagli ambasciatori provenienti da altri paesi.
Il califfo ʿAbd al-Rahmān III volle edificare una nuova città che fosse simbolo del suo potere e della dignità della sua carica, imitando in questo altri califfi orientali, ma soprattutto per mostrare la propria superiorità rispetto agli Imam-califfi fatimidi del Cairo - sciiti e nemici degli Omayyadi, in gran parte invece sunniti - ma anche degli Abbasidi di Baghdad.
Al contrario della maggior parte delle città islamiche tradizionali, carenti sotto il profilo urbanistico (anche se a ciò facevano eccezione proprio Baghdad e il Cairo), Madinat al-Zahrāʾ era a pianta rettangolare (circa 1500x750 m), con vie tracciate ortogonalmente, una rete fognaria e una di canali per il rifornimento dell'acqua perfettamente progettate. È considerata la superficie urbana più grande progettata e interamente costruita nell'area mediterranea.
La sua moschea-cattedrale, o congregazionale (in arabo al-jāmiʿ ), fu completata nell'anno 941, ma la corte califfale si trasferì nella città solamente nel 945, mentre la zecca (Dār al-sikka ) vi fu trasferita nel 947/948. La città era collegata a Cordova da almeno due strade: una, di cui restano tracce visibili, accedeva direttamente al palazzo dal lato nord; l'altra, invece, entrava in città dal lato sud. Il suo lusso e la sua bellezza divennero proverbiali ai tempi del massimo splendore del califfato omayyade in Andalusia (in arabo al-Andalus).
Tale bellezza era però destinata a durare poco: già nel 1010, infatti, cominciò la distruzione della città, che non aveva nemmeno 80 anni, a seguito della guerra civile (in arabo fitna ) che pose fine al califfato e alla dinastia omayyade andalusa. La distruzione proseguì fino al 1013, anche ad opera di una tribù di puritani iconoclasti provenienti dal Nord Africa e fu poi continuata dallo spoglio che durò fino al secolo scorso, al fine di recuperare materiale da costruzione per la vicina città di Cordova.
Madīnat al-Zahrāʾ fu dimenticata e per secoli fu conosciuta solo come 'Cordova vecchia', finché fu finalmente ritrovata nel 1911 quando vennero effettuati i primi scavi archeologici. Nel 1985 il sito archeologico passò sotto la giurisdizione della Junta de Andalucia, che proseguì gli scavi.
Arrivati all'apertura dei cancelli la visita merita anche se non rimane tantissimo della meraviglia che doveva essere:
Visita finita si riparte per fare tappa a Carmona. La strada è facile e veloce anche evitando l'autostrada.
Carmona alla fine della fiera,
in the end of the day come dicono gli anglofoni, merita.
Abbiamo pranzato e ripartiti per arrivare al Siviglia in cui avevamo prenotato un appartamento grande per tutti e 5...