30° giorno: Pamukkale – Feres 636 km.
Alle 8.00 timbro il biglietto di entrata. Sono aperti dalle 6.30 ma ho atteso che preparassero la colazione prima di salire e in ogni caso il sito è completamente deserto, come piace a me. Per conservare al meglio le vasche l’acqua viene fatta defluire con una turnazione precisa e da molti anni ormai non è più concesso farsi il bagno o girovagare liberi. Pochi metri più sopra le rovine di Hieropolis con lo splendido teatro conservato grazie anche ad una missione archeologica italiana. Certo che i vecchi sapevano bene dove costruire per avere la vista migliore su tutta la valle.
Me ne vado giusto in tempo prima che arrivi una comitiva composta da giovani liceali russi. Torno giù verso la statale e punto verso nordovest sulla D565. Poco prima del lago di Marmara mi fermo per la solita sosta benzina\chai \sigaretta e una gradita chiacchierata con il gestore del distributore, un trentacinquino motociclista armato di una fiammante Tiger Explorer 1200. Le solite domande.. da dove vieni, che giro hai fatto…poi mi chiede cosa ne pensiamo della Turchia di oggi in Europa. Rispondo con una domanda secca: cosa ne pensate voi di Erdy? E qui si scatena il libero sfogo… lui voterà no come la maggior parte dei giovani ed istruiti ma teme che purtroppo non sarà sufficiente, che la maggior parte del popolo turco vive lontano dalle città e dalle informazioni, radicato con i cicli del sole e della terra, con la schiena piegata a raccogliere i frutti del duro lavoro e ritrovarsi poi poco o nulla in banca. Se è vero che da una parte industrie, commercio e sviluppo viaggiano a ritmo sostenuto dall’altra non tutte le remote periferie rurali conoscono questi fenomeni ed avere un “sultano” che, oscurando l’informazione non governativa e epurando tutti quelli che non la pensano come lui, promette una nazione forte e radicata nell’islam più convinto, è fonte di utopiche speranze di vita migliore. A tratti mi sembra di poter, senza difficoltà alcuna, sostituire la sua faccia che impera sui cartelloni in ogni città con quella di un altro visionario e fanatico libico che ebbi modo di vedere. Allora era il suo 38° anno. Chissà quanti ne avrà il nuovo sultano.
Saluto il compagno motociclista che ovviamente ha voluto offrire i numerosi chai e prendo a salire verso la montagna. Il cielo si fa carico di nuvole e soprattutto aria fredda, così passo da un oltre 20° a 5/6 in cima al passo che scende poi verso Bandima. Speriamo che il mare mi porti temperature più miti ed invece il freddo mi perseguita fino a Lapseki, anche la Polis che mi rifila una multa per eccesso di velocità in rettilineo: 103 anziché 90. Mi schiaffano in mano il verbale e quando chiedo dove pagare evasivi mi rispondono “Bank o PTT”. Ah ok tutto chiaro.. spetta che mi cerco anche una banca prima di attraversare il confine… affangala.
Il traghettino che porta a Gallipoli attraversando lo stretto dei Dardanelli effettua corse senza soste al prezzo di poche lire. Mi calo nel salone passeggeri con una cioccolata calda e mi godo lo sbarco nel continente europeo dietro i vetri che bloccano il vento gelido.
Leggendo il retro del verbale scopro che per i turisti stranieri è concesso il pagamento della multa in dogana. Perfetto mancano solo un centinaio di km. e da questa parte le temperature sono tornate decisamente gradevoli, con il sole che mi ferisce gli occhi visto che ora punto decisamente a ovest.
Un’ora dopo sono in dogana e timbrato il passaporto trovo l’ufficio preposto.. sconto del 50%, non ricordo nemmeno il motivo e me la cavo con 20 euro. Poi passo il ponte che segna ufficialmente il confine con la Grecia e alla prima uscita dell’autostrada verso Alexandroupoli esco per cercare un hotel. Il buio è già calato da un pezzo. Welcome back to Europe.