24° giorno: Yazd – Esfahan 328 km.
Adoro girare per le città vuote alle prime luci del giorno. Le strade deserte e la luce nitida del mattino cambiano completamente la prospettiva di quello che ti sta intorno. Yazd è famosa, oltre che per le case del centro storico costruite in fango, anche per i suoi Bagdir “Torri del vento” un complesso sistema di climatizzazione che cattura il vento da 2, 3 o in alcuni casi 4 lati, incanala l’aria calda fino alle cisterne piene d’acqua fresca e la reindirizza poi in tutta la casa, garantendo così un clima interno ottimale. L’aria vien poi espulsa all’esterno. Le cisterne sono alimentate dai Qanat, canali sotterranei dove l’acqua scorre in leggera pendenza. E’ sufficiente che la sorgente sia solo un pochino più in alto del punto finale di arrivo, al resto ci pensano gli artigiani di Yazd che sono i più qualificati e meglio retribuiti per la manutenzione di questi canali che si snodano anche sotto il deserto per moltissimi chilometri. A tratti vengono scavati dei pozzi verticali di aerazione per impedire che i canali collassino e l’ultimo censimento parlava di oltre 50000 Qanat regolarmente funzionanti in tutto l’Iran, anche per l’approvvigionamento di acqua potabile. 3000 anni di storia e prima ancora che ai romani venisse in mente di avere una città, qui già distribuivano l’acqua.
Alle 8.00 son già per strada che la giornata è troppo bella per restare fermi. A metà strada le solite montagne con un passo a 2.000 mt. e un’aria frizzantina da 6°. Tocca coprirsi per una ventina di km. malgrado il sole alto.
Eppoi prima di mezzogiorno Esfahan “L’altra metà del mondo” come amano definirla, la città dei mercanti sulla via della seta, la capitale dell’impero persiano. Trovo un alberghetto nel centro e mi incammino a piedi verso piazza Naqsh-e jahān , la seconda piazza più grande al mondo dopo Tien An Men e capisco perché la città sia mezza deserta: tutti gli abitanti sono qui.
Non può mancare anche un giro nel bazar di Boozor che parte proprio dall’angolo nord della piazza, ma in questi giorni di Nowruz molti venditori son chiusi e quando giungo alla moschea maggiore è ormai troppo tardi per la visita. Non resta che crogiolarsi al sole del tardo pomeriggio in una delle tante piazze della città.