Lunedi 3 maggio 2010 - Sapanca (TR) - Refaniye (TR) - 822km
Come al solito partenza appena dopo l'alba, alle 7, con una bella sorpresa: un nebbione da mese di novembre nelle campagne della bassa padana!
Questo significa 2 cose: che la temperatura esterna non è estiva (7/8 °C) e che c'è molta umidità nell'aria. Meglio partire con l'antipioggia addosso, se non altro è uno strato in più che aiuta ad isolare sotto. Io ho un serio problema con le goccioline di acqua che si addensano sulla superficie esterna della visiera del casco, sono costretto ogni 15 secondi a passare la mano come un tergicristallo, altrimenti non ci vedo un tubo. Questa cosa non mi e' mai capitata prima: che sia dovuto al fatto che ho tolto lo spoilerino supplementare del cupolino e quindi il flusso d'aria non è più deviato sopra il casco? In effetti deve essere così, la visiera con tempo asciutto mi si sporca di insetti spiaccicati molto di più di quando avevo lo spoilerino montato. Consola sapere che in genere con nebbia a livello del terreno il cielo è sereno e che se il sole riesce a riscaldare oltre la temperatura di condensazione, la nebbia sparisce e torna il cielo azzurro. Infatti dopo un paio d'ore il vapore acqueo condensante ci abbandona e ci ritroviamo in una giornata serena.
Invece di lì a poco si condensa una bella multa della polizia turca per eccesso di velocità. Di pattuglie di controllo della polizia ce ne sono parecchie in giro e buona parte dotate di telelaser per il rilevamento della velocità. Di solito c'è la pattuglia col telelaser che rileva la velocità in comunicazione via radio alla seconda pattuglia qualche chilometro più avanti che ferma i trasgressori. Già ieri ci avevano fermato ma poi ci hanno lasciato andare subito senza capire se avevano fermato noi per sbaglio oppure se, vedendo le targhe straniere, non hanno proceduto col verbale. Oggi invece ci tocca. Fermati da due policemen impeccabili, ci contestano il rilevamento della velocità di 104 km/h su un tratto dove c'è il limite di 70. Premesso che a me sembrava di ricordare di non aver mai visto l'indicatore della velocità del GPS superare i 95 e che il cartello del limite nemmeno l'avevo visto, con molta professionalità si passa alla stesura del verbale. Eccolo qui, 270 lire turche equivalenti a circa 140 euro
Sul retro c'è scritto che si può ricorrere entro 15 giorni e che gli stranieri possono pagare in dogana prima dell'uscita dalla Turchia. Ovviamente da onesti e scrupolosi motociclisti promettiamo ai poliziotti che pagheremo! Seeeeee... vediamo cosa succede in dogana tra due giorni, poi ne riparliamo... e infatti in dogana, via, liberi come il vento! Adesso penso che il verbale della multa lo metterò in cornice, è la prima che prendo senza pagarla!!
Si riprende la marcia dopo aver perso un'ora di tempo, la temperatura non salirà di molto anche perchè cominciano i saliscendi altimetrici tipici dell'Anatolia: saliamo a 1300m, poi riscendiamo, poi si risale a 1000 per poi ridiscendere di nuovo fino a 300m e infine arriviamo al motel della sera a oltre 1500m, temperatura frizzantina, 9 gradi!
Ci fermiamo in un motel lungo la E80 che potrebbe essere la versione moderna degli storici caravanserragli: è un continuo arrivare e partire di auto e autobus sia di linea che turistici, con tanto di annunci di partenze e arrivi stile stazione ferroviaria. Comunque non è male, c'è un self service per mangiare e le camere sono confortevoli e ben isolate acusticamente, c'è anche il collegamento wi-fi gratuito a internet.
Martedi 4 maggio 2010 - Refaniye (TR) - Dogubayazit (TR) - 528km
Partire alle 8 di mattina di una giornata serena a 1550 m di quota nei primi giorni di maggio in Anatolia significa prendere in mano una moto ricoperta di brina! 2 gradi centigradi, è c'è gente in manichette e bermuda! Salutato lo staff del motel,
partiamo con tutti gli strati che il bagaglio permette, per quanto mi riguarda canotta di cotone, maglia maniche lunghe collo alto in capilene, giubbotto windstopper, phasechange bmw, giacca rally2 con imbottitura in goretex e antipioggia, mi sento un salame insaccato, però sto bene, l'aria pungente non riesce ad arrivare alle ossa, oltretutto la strada è in salita e si sale fino a 2100m. Anche oggi è tutto un saliscendi
Il passo più alto, 2290m
e poi, lungo la E80 che si fa via via sempre più sconnessa e precaria, si scende ai 1700m di Dogubayazit, ai piedi del monte Ararat (5137m), ovviamente nascosto dalle nuvole (però c'è l'arcobaleno)
L'albergo si trova in centro alla città e ha una terrazza chiusa molto panoramica,
la connessione wi-fi free, un pc da tavolo a disposizione degli ospiti e il personale è molto gentile e parla un buon inglese. Le camere non sono il massimo ma comunque ciascuna ha wc e doccia e la tv satellitare dove ho seguito il telegiornale italiano delle 20.00. Le moto vengono parcheggiate in strada sul marciapiede proprio di fronte all'albergo dopo che il proprietario ci ha rassicurato di una tale sistemazione. Cena in un ristorante del centro a base di zuppa e carne, non male. Cominciano a scarseggiare i coltelli a tavola. Da qui e fino alla Russia sembra che nei ristoranti non ne abbiano bisogno e in tavola non ci sono mai, li devi chiedere.