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Vecchio 04-11-2008, 00:43   #18
abii.ne.viderem
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Oddìo, special, mi chiedi molto, e credo che mi tirerei dietro non pochi strali (data la mia pigrizia, poi, non avrei voglia di rispondere). Ti posso dire però due parole, e cioè che dietro lo straordinario lavoro di tessitura di storie e leggende (Tolkien era un filologo e medievista piuttosto attrezzato), pur con evidenti punti di sutura, si profila una visione del mondo che, di fantastico, non ha nulla, ma rimanda ad una riedizione della sua contemporaneità interpretata secondo riconoscibili canoni ideologici. Tolkien ha sempre negato la componente metaforica del suo romanzo, ma, come si sa, agli autori non bisogna credere... I personaggi sono privi di spessore psicologico (in quanto, appunto, simboli), l'accumulazione metaforica, la costante assenza di umorismo, lo stile volutamente algido e professorale non lo mettono tra i "miei" autori. E alla cifra stilistica passatista (e piuttosto monocorde, nonostante gli sforzi di creatività linguistica) aggiungo una "visione del mondo" che non riesco a condividere. L'ipotesi avanzata da chiara sulla linea "ecologista", infine, è una delle linee di interpretazione critica che ha avuto un certo seguito in Italia, ma mi pare ormai abbandonata da tempo (dunque le sconsiglierei di tornare sull'argomento).
Insomma, al di là della bella trovata dell'anello, trovo che sia un testo che procede per eccesso di accumulazioni, giustapposizioni a "blocchi" narrativi, con una sua cosmogonia simbolica cui si fatica ad aderire.
Poi, naturalmente, è molto probabile che sia io a sbagliarmi.
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Ultima modifica di abii.ne.viderem; 04-11-2008 a 10:12
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