Zel
13-03-2012, 00:12
Zel cosa dici, posso postare questa sbrodolata su qde?
FranzG Buh... sai che QdE non è un posto da "sbrodolate" come dici tu: forse per QdE è un po' troppo dettagliata. Su QdE posterei una cosa tipo: «Va' che la Sprint ST è proprio una figata, altro che K1300S de sto tonno». Fine. E faresti minimo 80 pagine di risposte. Ovviamente sostituendo a "tonno" uno qualsiasi dei nomi volgari del membro maschile.
Zel sai che non è il mio stile. io le moto le amo praticamente tutte, anche quel cesso di carretta con anteriore affetto da mutacismo che ti porti in giro
FranzG Lo sono entrambe le mie carrette. Ma devi sviluppare uno stile adatto a QdE, ed esordire con "La K1300R non è un assegno circolare come ti hanno raccontato" è un'affermazione di successo. Il resto no.
Zel Ok, allora la pubblico integrale, con questa tua premessa.
FranzG Fava.
__________________________________________________ _
mi scuso in anticipo della lunghezza.
http://www.triumphchepassione.com/prove%20su%20strada/comparativa-sprint_st-vfr-st3/sporttouring-Triumph-Sprint-ST-valigie.jpg
Cominciamo da un rapido esame statico. La moto è comoda, anche se la sella è leggermente troppo bassa e infossata per i miei gusti. A me non importa niente di avere tra le cosce un serbatoio stretto o largo, non sono parametri che mi influenzano. Per chi ama le moto con la "vita stretta", qui abbiamo però una taglia forte.
La distanza tra seduta e manubrio è leggermente più raccolta che sulla VFR, ma comunque confortevole. I semimanubri hanno attacco convenientemente alto e sono bene aperti; tuttavia, sono piuttosto spioventi (in uno stile che notai anche sulle daytona, pur di classe diversa da questa), il che determina, combinata con la sella bassina, una posizione che sembra leggermente meno comoda e attiva di quella di altre sport-tourer, sia la VFR che le BMW K.
L'ho guidata non meno di due ore, anche se non consecutive, quindi considero il test del comfort probante. Si ha modo di restare morbidi sulle manopole senza sforzi gravosi per addominali e dorsali, quindi la postura è promossa. La situazione del comfort migliora leggermente nella guida tra sole curve, dove i semimanubri spioventi migliorano l'appiglio nella tipica postura curvaiola, sia della mano interna che dell'esterna. L'unico lievissimo indolenzimento con cui ho chiuso il test (su un percorso davvero ricchissimo di curve anche molto lente) è alla mano e ai muscoli sotto l'avambraccio destro, il che va a confermare sia il buonissimo sostegno posturale complessivo offerto dalla moto, sia quella sensazione di semimanubrio un filo troppo spiovente che abbiamo detto sopra. Comode per me le leve, compresa quella al pedale del freno posteriore.
L'esemplare provato montava un cupolino sensibilmente maggiorato: riparo aerodinamico fuori discussione fino ai 150 circa, perché oltre, non ci crederete, ma non mi sono sentito di andare.
Continuando con l'esame statico, il prodotto allo sguardo si rivela tradizionale e senza fronzoli, meno accurato degli equivalenti di gamma italiani, tedeschi e soprattutto giapponesi: pedane saldate, accoppiamenti tra carrozzeria e plastiche sempre decorosi ma non finissimi, un telaio a travi discendenti molto tradizionale, il telaietto reggisella smontabile non bello da vedere, la forcella da 43 tradizionale e poco regolabile, la strumentazione molto classica anche se non povera, ma poco accattivante. Notevole la sezione frontale di carena, che promette bene sul comfort aerodinamico anche in condizioni di pioggia.
La considerazione di sintesi è di un investimento tutto nella sostanza motociclistica del prodotto, con evidente ma mai sfacciato risparmio sugli aspetti non essenziali delle soluzioni scelte e sulle finiture, che in qualche modo anticipa - guardandola con il senno di poi - le scelte fatte da Triumph con le Tiger 800.
Ah, a chi interessasse, il serbatoio è in materiale plastico: i magneti non attaccano.
Esteticamente la moto ha linee poco personali, forse, ma armoniose; è bella da ferma ed è molto bella da veder muoversi. In particolare, la vista frontale e anteriore di tre quarti è pacatamente aggressiva in modo piacevole ed elegante. Il posteriore non è il massimo della grazia ed è tagliato un po' tozzo, e il fanale appare un po' “casuale”, ma accentua il carattere sportivo.
Passiamo ora alle caratteristiche in movimento, cominciando dai fondamentali di funzionamento meccanico e aeordinamico.
Il motore è molto corposo e lineare nella sua erogazione, le marce sono ben spaziate e nessuna delle sei sembra inutile; gli innesti sono accettabilissimi, non un fulmine di velocità e morbidezza ma senza mai impuntamenti; la frizione è a cavo (altra conferma di una certa economia) ma funziona bene.
http://www.triumphchepassione.com/prove%20su%20strada/comparativa-sprint_st-vfr-st3/Triumph-Sprint_ST-cruscotto.jpg
Il tachimetro a lancetta è un po' piccolo e si ha una nozione non sempre precisa e immediata della velocità; le informazioni dello strumento a display sono numerose e leggibili. Il comfort aerodinamico è buono per spalle e braccia, né cala per la testa (abbiamo però un cupolino maggiorato) e per le gambe. La carena è ai vertici della categoria come sezione, siamo a livelli intermedi tra quelli delle sport-touring (st4, vfr 800) e quelli della superturistica stradale.
Buona la luce offerta dalla fanaleria anteriore quando si fa buio, anche se ho pochi termini di paragone.
http://www.triumphchepassione.com/immagini/banco-prova-sprint-ST-1050.jpg
Si fa presto a capire che le caratteristiche di questo motore nella guida sono leggermente diverse da quelle che appaiono sulla carta. Ad esempio, nelle ultime due marce soprattutto, il motore appena si accenna ad accelerare anche molto moderatamente a partire dai bassi e bassissimi regimi, innesca una chiarissima vibrazione ad alta frequenza che risulta molto fastidiosa sulle manopole. In astratto, la linearità di funzionamento ai bassi è indiscussa, così come la regolarità della curva di coppia: ci sarebbe insomma da puntare su marce lunghissime e filo di gas a uscire da qualsiasi situazione. Ma questa guida (che a me piace molto) di fatto è inibita dal notevole livello di quelle vibrazioni, che portano a utilizzare il motore come se fosse un bicilindrico molto regolare ai bassi, più che come un enorme 4 cilindri. Sotto questo profilo non c'è nulla da ridire, dai mediobassi in su il motore si rivela potente, dotato di grandissima forza e capacità di fare metri, con una terza e una quarta in grado di mettersi alle spalle quasi qualsiasi altro propulsore per la prontezza nel fare strada associata a una perfetta trazione e conservazione dell'assetto. Quello che semmai manca è la personalità, la sensazione di avere sotto un propulsore "speciale", o per pulizia (come tanti plurifrazionati giapponesi) o per la piacevolezza fine a se stessa dell'ascolto della meccanica che artiglia l'asfalto. Questo è un motore che va forte con poco impegno e poco talento, punto. Ha un freno motore omogeneo così come ha un tiro omogeneo, non lascia mai sorprese fino al limitatore, ma non suscita simpatia.
Veniamo ai freni. Due sono i discorsi da fare: da un lato il giudizio sulla frenata pura e semplice, dall'altro quello sulla guidabilità del veicolo in condizioni di ricorso abbastanza generoso ai freni: per il secondo rinviamo all'esame della guida.
Ci vuole pochissimo a capire che con il reparto anteriore non ci troviamo "in prima classe": la Sprint non ha un impianto da moto sportiva e ha una modulabilità sicuramente apprezzabile ma forse un po' troppo sbilanciata sul tenero. Per frenare davvero forte davanti, occorre sforzo o l'aggiunta di un terzo dito. È vero che l'impianto risponde bene ed è dosabile nei rallentamenti "parzializzati", che sono di gran lunga la maggioranza nella guida di passo stradale; ed è anche vero che ce n'è d'avanzo anche per le frenatone, ad aver voglia di strangolare la leva; ma è altresì evidente che, forse, su una moto così prestante e rapida, in alcuni momenti potrebbe venire voglia di una frenata di rango non dico competitivo, ma sportivo senza compromessi sì - e questa non lo è, è una buona, assai buona, frenata da stradale turistica.
Il freno posteriore (che nella parte guidata finale ho mandato in vapor lock per averci giocato troppo in mezzo alle curve, ahimé) è invece al di sopra di qualsiasi critica: il comando è ben posizionato e ben modulabile, la potenza è ottima e la resistenza migliorabile ma comunque già discreta (io l'ho veramente spremuto fino all'osso per farlo andare in momentanea avaria).
Ultima nota, davvero dolente, è data dal calore trasmesso sia dal motore sia soprattutto dai condotti sotto la sella. Nella stagione in cui siamo è difficile che questo genere di disturbo arrivi ad inficiare in modo insopportabile il comfort di marcia, ma certamente suona un campanello d'allarme che andrebbe verificato quando le temperature esterne saliranno.
Veniamo al cuore di ogni prova che si rispetti, il comportamento dinamico.
La Sprint si presenta, quanto meno sulla carta, fornita di quote estremamente aggressive per una moto di vocazione turistica, un'avancorsa di soli 90 mm, un interasse da maxi naked e un angolo del cannotto piuttosto chiuso (24°). Non siamo lontani da quote di maxi derivate di serie che un 12/15 anni fa correvano (e vincevano pure). Per avere un termine di paragone, la sua principale rivale, la VFR 800 Vtec, ha un cannotto a 25°30' e un'avancorsa di 95 mm.
Confesso che su questa base mi aspettavo un comportamento dinamico prestante ma un po' nervoso, e rigido, e un anteriore "faticoso". Previsioni confermate solo a metà, e la metà migliore!
Questa moto è una vera sport-tourer, il suo massimo pregio consiste in un assetto di compromesso indovinatissimo, che consente da un lato di assorbire le sconnessioni stradali con una disinvoltura superiore non solo a tutte le sportive che ho provato, ma anche alla stragrande maggioranza delle naked e, ora come ora, persino alla "mia" GS 1150 (che è iperrigida per mia scelta). La moto copia le sconnessioni alla grande, sia con la forcella che (soprattutto) con il monoammortizzatore, assicurando un comfort in nulla inferiore a quello per esempio di una Bandit 1250. Senza però il consueto risvolto negativo degli assetti comodi: la moto non perde precisione nelle curve, la percorrenza è eccezionalmente sincera, intuitiva e robusta, non si manifesta la benché minima tendenza ad allargare le traiettorie quando la massima piega accentua la compressione da carico delle sospensioni, e nemmeno quando una generosa riapertura del gas fa mettere in terra al motore badilate di coppia. Anzi, se c'è da fare un'osservazione circa il comportamento della moto nella massima piega è semmai una evidente tendenza sovrasterzante, che porta a correre a volte il rischio di chiudere le curve troppo interni, e consiglia una generosa elargizione di gas per mantenere le cose in equilibrio. Questa è una caratteristica da sportiva pura che risulta molto efficace ma non sempre piacevole. L'anteriore infatti è molto semplice e neutro, a condizione di condurlo con un minimo (ma veramente minimo) di fisicità, non accenna mai a chiudere nemmeno nei tornanti più lenti, e conserva una leggerezza, una gradualità e una facilità di assoluto riferimento. La Sprint è quindi dolce nella sua reattività quando viene inserita in curva, e questa zampata da tigre che viene a dare alle massime inclinazioni, quasi a sbranare in un istante ciò che resta ancora da percorrere della curva, lascia le prime volte un tantino interdetti, poi è tutta goduria. La luce a terra è buonissima.
http://www.triumphchepassione.com/prove%20su%20strada/comparativa-sprint_st-vfr-st3/Sprint_ST-strada.jpg
Se devo individuare possibili lacune di questa moto, se giudicata con criteri di prestazione "sportivi", esse possono assommare a tre. La prima riguarda la frenata che, se si tratta di perdere molti km/h, richiede sforzi un po' esagerati. La seconda riguarda l'inserimento, che è estremamente semplice intuitivo e neutrale, ma non proprio fulmineo se lo si paragona al seguito della curva. (Questo però può dipendere, oltre che da gomme molto turistiche come le Pilot Road 2, dalla prudenza usata da me: l'inserimento è sempre l'ultima fase in ordine di tempo da forzare, il che significa che, su una moto in prestito e ancora in inverno, è difficile che ci si metta a fare troppo gli idioti. Probabilmente in stagione più avanzata o lasciandosi maggiore libertà "creativa", le cose si possono rivelare anche in questo aspetto ottime.)
In terzo luogo – e qui dubito che si tratti di una falsa impressione, invece – la moto paga il suo tributo al comfort in una guida che abbonda in gas e frenate sui tratti di rettilineo brevi o brevissimi, in cui tutto si riduce un destra-sinistra-spalanca-frena cucito in successione spasmodica: solo in questo stile di conduzione, la differenza che separa la Sprint da una sportiva pura si fa decisamente avvertibile, soprattutto a causa di una forcella che sotto sforzo affonda parecchio ed esige i suoi “tempi di recupero” - più per le frenate che non nei rapidi cambi di fronte, però, perché nella guida di passo, anche intensa, rasenta la perfezione.
Anche se lo stile di guida in cui la moto rende meglio è quello di velocità, con corpo abbastanza rivolto all'interno della curva, ho approfittato di un tratto molto sporco e incerto per guidare tutto all'opposto, rimanendo centralissimo e buttando solo giù la moto (un po' alla motard), senza che nulla mutasse nell'ottimo riscontro tanto della facilità di manovra, quanto della sua eccellente efficacia: ho allungato anche qui con notevole facilità e con mia sorpresa sia sulla TDM che sulla mia GS, moto teoricamente meglio adatte a una guida un po' “sulle uova”.
Non posso pronunciarmi sul comportamento in presenza di carico e/o passeggero, ma lascia ben sperare.
In conclusione, abbiamo qui una moto che può essere comprata a cifre molto ragionevoli nell'usato, è dotata di un motore con prestazioni su strada eccezionali, offre un buonissimo comfort (salvo per i semi spioventi che a fine giornata affatticano soprattutto la mano del gas) e un comportamento dinamico molto facile, estremamente sincero e di una sveltezza stupefacente, soprattutto via via che si alzano le pretese nelle curve. Ha un'estetica elegante anche se forse non molto personale. Protegge bene dall'aria, si presta amabilmente a ogni ritmo di marcia (non diventa dura né imprecisa rallentando il passo) e coniuga precisione direzionale e comfort sulle buche a livelli che, su una ciclistica tradizionale, non avevo mai rilevato così buoni in precedenza (nemmeno c'ero andato vicino).
Il tutto si paga con vibrazioni ad alta frequenza ai regimi più bassi con marce lunghe, con un forte calore trasmesso alle cosce e al sedere, una frenata buona ma non molto potente, e una tendenza a far schizzare i consumi in alto se ci si lascia prendere la mano dalla pastosità delle prestazioni motoristiche e dalla gioia offerta da una trazione puntuale e mai disturbante sulla linea impostata.
Il vostro umile scrivano, http://a8.sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc7/426210_186343568143560_100003037554039_286114_2103 637630_a.jpg
(Si ringrazia Triumphchepassione.com per le immagini linkate.)
FranzG Buh... sai che QdE non è un posto da "sbrodolate" come dici tu: forse per QdE è un po' troppo dettagliata. Su QdE posterei una cosa tipo: «Va' che la Sprint ST è proprio una figata, altro che K1300S de sto tonno». Fine. E faresti minimo 80 pagine di risposte. Ovviamente sostituendo a "tonno" uno qualsiasi dei nomi volgari del membro maschile.
Zel sai che non è il mio stile. io le moto le amo praticamente tutte, anche quel cesso di carretta con anteriore affetto da mutacismo che ti porti in giro
FranzG Lo sono entrambe le mie carrette. Ma devi sviluppare uno stile adatto a QdE, ed esordire con "La K1300R non è un assegno circolare come ti hanno raccontato" è un'affermazione di successo. Il resto no.
Zel Ok, allora la pubblico integrale, con questa tua premessa.
FranzG Fava.
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mi scuso in anticipo della lunghezza.
http://www.triumphchepassione.com/prove%20su%20strada/comparativa-sprint_st-vfr-st3/sporttouring-Triumph-Sprint-ST-valigie.jpg
Cominciamo da un rapido esame statico. La moto è comoda, anche se la sella è leggermente troppo bassa e infossata per i miei gusti. A me non importa niente di avere tra le cosce un serbatoio stretto o largo, non sono parametri che mi influenzano. Per chi ama le moto con la "vita stretta", qui abbiamo però una taglia forte.
La distanza tra seduta e manubrio è leggermente più raccolta che sulla VFR, ma comunque confortevole. I semimanubri hanno attacco convenientemente alto e sono bene aperti; tuttavia, sono piuttosto spioventi (in uno stile che notai anche sulle daytona, pur di classe diversa da questa), il che determina, combinata con la sella bassina, una posizione che sembra leggermente meno comoda e attiva di quella di altre sport-tourer, sia la VFR che le BMW K.
L'ho guidata non meno di due ore, anche se non consecutive, quindi considero il test del comfort probante. Si ha modo di restare morbidi sulle manopole senza sforzi gravosi per addominali e dorsali, quindi la postura è promossa. La situazione del comfort migliora leggermente nella guida tra sole curve, dove i semimanubri spioventi migliorano l'appiglio nella tipica postura curvaiola, sia della mano interna che dell'esterna. L'unico lievissimo indolenzimento con cui ho chiuso il test (su un percorso davvero ricchissimo di curve anche molto lente) è alla mano e ai muscoli sotto l'avambraccio destro, il che va a confermare sia il buonissimo sostegno posturale complessivo offerto dalla moto, sia quella sensazione di semimanubrio un filo troppo spiovente che abbiamo detto sopra. Comode per me le leve, compresa quella al pedale del freno posteriore.
L'esemplare provato montava un cupolino sensibilmente maggiorato: riparo aerodinamico fuori discussione fino ai 150 circa, perché oltre, non ci crederete, ma non mi sono sentito di andare.
Continuando con l'esame statico, il prodotto allo sguardo si rivela tradizionale e senza fronzoli, meno accurato degli equivalenti di gamma italiani, tedeschi e soprattutto giapponesi: pedane saldate, accoppiamenti tra carrozzeria e plastiche sempre decorosi ma non finissimi, un telaio a travi discendenti molto tradizionale, il telaietto reggisella smontabile non bello da vedere, la forcella da 43 tradizionale e poco regolabile, la strumentazione molto classica anche se non povera, ma poco accattivante. Notevole la sezione frontale di carena, che promette bene sul comfort aerodinamico anche in condizioni di pioggia.
La considerazione di sintesi è di un investimento tutto nella sostanza motociclistica del prodotto, con evidente ma mai sfacciato risparmio sugli aspetti non essenziali delle soluzioni scelte e sulle finiture, che in qualche modo anticipa - guardandola con il senno di poi - le scelte fatte da Triumph con le Tiger 800.
Ah, a chi interessasse, il serbatoio è in materiale plastico: i magneti non attaccano.
Esteticamente la moto ha linee poco personali, forse, ma armoniose; è bella da ferma ed è molto bella da veder muoversi. In particolare, la vista frontale e anteriore di tre quarti è pacatamente aggressiva in modo piacevole ed elegante. Il posteriore non è il massimo della grazia ed è tagliato un po' tozzo, e il fanale appare un po' “casuale”, ma accentua il carattere sportivo.
Passiamo ora alle caratteristiche in movimento, cominciando dai fondamentali di funzionamento meccanico e aeordinamico.
Il motore è molto corposo e lineare nella sua erogazione, le marce sono ben spaziate e nessuna delle sei sembra inutile; gli innesti sono accettabilissimi, non un fulmine di velocità e morbidezza ma senza mai impuntamenti; la frizione è a cavo (altra conferma di una certa economia) ma funziona bene.
http://www.triumphchepassione.com/prove%20su%20strada/comparativa-sprint_st-vfr-st3/Triumph-Sprint_ST-cruscotto.jpg
Il tachimetro a lancetta è un po' piccolo e si ha una nozione non sempre precisa e immediata della velocità; le informazioni dello strumento a display sono numerose e leggibili. Il comfort aerodinamico è buono per spalle e braccia, né cala per la testa (abbiamo però un cupolino maggiorato) e per le gambe. La carena è ai vertici della categoria come sezione, siamo a livelli intermedi tra quelli delle sport-touring (st4, vfr 800) e quelli della superturistica stradale.
Buona la luce offerta dalla fanaleria anteriore quando si fa buio, anche se ho pochi termini di paragone.
http://www.triumphchepassione.com/immagini/banco-prova-sprint-ST-1050.jpg
Si fa presto a capire che le caratteristiche di questo motore nella guida sono leggermente diverse da quelle che appaiono sulla carta. Ad esempio, nelle ultime due marce soprattutto, il motore appena si accenna ad accelerare anche molto moderatamente a partire dai bassi e bassissimi regimi, innesca una chiarissima vibrazione ad alta frequenza che risulta molto fastidiosa sulle manopole. In astratto, la linearità di funzionamento ai bassi è indiscussa, così come la regolarità della curva di coppia: ci sarebbe insomma da puntare su marce lunghissime e filo di gas a uscire da qualsiasi situazione. Ma questa guida (che a me piace molto) di fatto è inibita dal notevole livello di quelle vibrazioni, che portano a utilizzare il motore come se fosse un bicilindrico molto regolare ai bassi, più che come un enorme 4 cilindri. Sotto questo profilo non c'è nulla da ridire, dai mediobassi in su il motore si rivela potente, dotato di grandissima forza e capacità di fare metri, con una terza e una quarta in grado di mettersi alle spalle quasi qualsiasi altro propulsore per la prontezza nel fare strada associata a una perfetta trazione e conservazione dell'assetto. Quello che semmai manca è la personalità, la sensazione di avere sotto un propulsore "speciale", o per pulizia (come tanti plurifrazionati giapponesi) o per la piacevolezza fine a se stessa dell'ascolto della meccanica che artiglia l'asfalto. Questo è un motore che va forte con poco impegno e poco talento, punto. Ha un freno motore omogeneo così come ha un tiro omogeneo, non lascia mai sorprese fino al limitatore, ma non suscita simpatia.
Veniamo ai freni. Due sono i discorsi da fare: da un lato il giudizio sulla frenata pura e semplice, dall'altro quello sulla guidabilità del veicolo in condizioni di ricorso abbastanza generoso ai freni: per il secondo rinviamo all'esame della guida.
Ci vuole pochissimo a capire che con il reparto anteriore non ci troviamo "in prima classe": la Sprint non ha un impianto da moto sportiva e ha una modulabilità sicuramente apprezzabile ma forse un po' troppo sbilanciata sul tenero. Per frenare davvero forte davanti, occorre sforzo o l'aggiunta di un terzo dito. È vero che l'impianto risponde bene ed è dosabile nei rallentamenti "parzializzati", che sono di gran lunga la maggioranza nella guida di passo stradale; ed è anche vero che ce n'è d'avanzo anche per le frenatone, ad aver voglia di strangolare la leva; ma è altresì evidente che, forse, su una moto così prestante e rapida, in alcuni momenti potrebbe venire voglia di una frenata di rango non dico competitivo, ma sportivo senza compromessi sì - e questa non lo è, è una buona, assai buona, frenata da stradale turistica.
Il freno posteriore (che nella parte guidata finale ho mandato in vapor lock per averci giocato troppo in mezzo alle curve, ahimé) è invece al di sopra di qualsiasi critica: il comando è ben posizionato e ben modulabile, la potenza è ottima e la resistenza migliorabile ma comunque già discreta (io l'ho veramente spremuto fino all'osso per farlo andare in momentanea avaria).
Ultima nota, davvero dolente, è data dal calore trasmesso sia dal motore sia soprattutto dai condotti sotto la sella. Nella stagione in cui siamo è difficile che questo genere di disturbo arrivi ad inficiare in modo insopportabile il comfort di marcia, ma certamente suona un campanello d'allarme che andrebbe verificato quando le temperature esterne saliranno.
Veniamo al cuore di ogni prova che si rispetti, il comportamento dinamico.
La Sprint si presenta, quanto meno sulla carta, fornita di quote estremamente aggressive per una moto di vocazione turistica, un'avancorsa di soli 90 mm, un interasse da maxi naked e un angolo del cannotto piuttosto chiuso (24°). Non siamo lontani da quote di maxi derivate di serie che un 12/15 anni fa correvano (e vincevano pure). Per avere un termine di paragone, la sua principale rivale, la VFR 800 Vtec, ha un cannotto a 25°30' e un'avancorsa di 95 mm.
Confesso che su questa base mi aspettavo un comportamento dinamico prestante ma un po' nervoso, e rigido, e un anteriore "faticoso". Previsioni confermate solo a metà, e la metà migliore!
Questa moto è una vera sport-tourer, il suo massimo pregio consiste in un assetto di compromesso indovinatissimo, che consente da un lato di assorbire le sconnessioni stradali con una disinvoltura superiore non solo a tutte le sportive che ho provato, ma anche alla stragrande maggioranza delle naked e, ora come ora, persino alla "mia" GS 1150 (che è iperrigida per mia scelta). La moto copia le sconnessioni alla grande, sia con la forcella che (soprattutto) con il monoammortizzatore, assicurando un comfort in nulla inferiore a quello per esempio di una Bandit 1250. Senza però il consueto risvolto negativo degli assetti comodi: la moto non perde precisione nelle curve, la percorrenza è eccezionalmente sincera, intuitiva e robusta, non si manifesta la benché minima tendenza ad allargare le traiettorie quando la massima piega accentua la compressione da carico delle sospensioni, e nemmeno quando una generosa riapertura del gas fa mettere in terra al motore badilate di coppia. Anzi, se c'è da fare un'osservazione circa il comportamento della moto nella massima piega è semmai una evidente tendenza sovrasterzante, che porta a correre a volte il rischio di chiudere le curve troppo interni, e consiglia una generosa elargizione di gas per mantenere le cose in equilibrio. Questa è una caratteristica da sportiva pura che risulta molto efficace ma non sempre piacevole. L'anteriore infatti è molto semplice e neutro, a condizione di condurlo con un minimo (ma veramente minimo) di fisicità, non accenna mai a chiudere nemmeno nei tornanti più lenti, e conserva una leggerezza, una gradualità e una facilità di assoluto riferimento. La Sprint è quindi dolce nella sua reattività quando viene inserita in curva, e questa zampata da tigre che viene a dare alle massime inclinazioni, quasi a sbranare in un istante ciò che resta ancora da percorrere della curva, lascia le prime volte un tantino interdetti, poi è tutta goduria. La luce a terra è buonissima.
http://www.triumphchepassione.com/prove%20su%20strada/comparativa-sprint_st-vfr-st3/Sprint_ST-strada.jpg
Se devo individuare possibili lacune di questa moto, se giudicata con criteri di prestazione "sportivi", esse possono assommare a tre. La prima riguarda la frenata che, se si tratta di perdere molti km/h, richiede sforzi un po' esagerati. La seconda riguarda l'inserimento, che è estremamente semplice intuitivo e neutrale, ma non proprio fulmineo se lo si paragona al seguito della curva. (Questo però può dipendere, oltre che da gomme molto turistiche come le Pilot Road 2, dalla prudenza usata da me: l'inserimento è sempre l'ultima fase in ordine di tempo da forzare, il che significa che, su una moto in prestito e ancora in inverno, è difficile che ci si metta a fare troppo gli idioti. Probabilmente in stagione più avanzata o lasciandosi maggiore libertà "creativa", le cose si possono rivelare anche in questo aspetto ottime.)
In terzo luogo – e qui dubito che si tratti di una falsa impressione, invece – la moto paga il suo tributo al comfort in una guida che abbonda in gas e frenate sui tratti di rettilineo brevi o brevissimi, in cui tutto si riduce un destra-sinistra-spalanca-frena cucito in successione spasmodica: solo in questo stile di conduzione, la differenza che separa la Sprint da una sportiva pura si fa decisamente avvertibile, soprattutto a causa di una forcella che sotto sforzo affonda parecchio ed esige i suoi “tempi di recupero” - più per le frenate che non nei rapidi cambi di fronte, però, perché nella guida di passo, anche intensa, rasenta la perfezione.
Anche se lo stile di guida in cui la moto rende meglio è quello di velocità, con corpo abbastanza rivolto all'interno della curva, ho approfittato di un tratto molto sporco e incerto per guidare tutto all'opposto, rimanendo centralissimo e buttando solo giù la moto (un po' alla motard), senza che nulla mutasse nell'ottimo riscontro tanto della facilità di manovra, quanto della sua eccellente efficacia: ho allungato anche qui con notevole facilità e con mia sorpresa sia sulla TDM che sulla mia GS, moto teoricamente meglio adatte a una guida un po' “sulle uova”.
Non posso pronunciarmi sul comportamento in presenza di carico e/o passeggero, ma lascia ben sperare.
In conclusione, abbiamo qui una moto che può essere comprata a cifre molto ragionevoli nell'usato, è dotata di un motore con prestazioni su strada eccezionali, offre un buonissimo comfort (salvo per i semi spioventi che a fine giornata affatticano soprattutto la mano del gas) e un comportamento dinamico molto facile, estremamente sincero e di una sveltezza stupefacente, soprattutto via via che si alzano le pretese nelle curve. Ha un'estetica elegante anche se forse non molto personale. Protegge bene dall'aria, si presta amabilmente a ogni ritmo di marcia (non diventa dura né imprecisa rallentando il passo) e coniuga precisione direzionale e comfort sulle buche a livelli che, su una ciclistica tradizionale, non avevo mai rilevato così buoni in precedenza (nemmeno c'ero andato vicino).
Il tutto si paga con vibrazioni ad alta frequenza ai regimi più bassi con marce lunghe, con un forte calore trasmesso alle cosce e al sedere, una frenata buona ma non molto potente, e una tendenza a far schizzare i consumi in alto se ci si lascia prendere la mano dalla pastosità delle prestazioni motoristiche e dalla gioia offerta da una trazione puntuale e mai disturbante sulla linea impostata.
Il vostro umile scrivano, http://a8.sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc7/426210_186343568143560_100003037554039_286114_2103 637630_a.jpg
(Si ringrazia Triumphchepassione.com per le immagini linkate.)