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Vecchio 02-08-2011, 23:26   #26
varamondo
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Complimenti per ilracconto. Mi sono divertito a leggerlo tutto.

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Vecchio 03-08-2011, 07:28   #27
pieroesilvia
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ciao giova e grazie.... il racconto continua varamondo e spero possa continuare a piacerti
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Vecchio 03-08-2011, 10:10   #28
pieroesilvia
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da CHANIA ad AGIA PALAGIA

Ci svegliamo verso le 8.00 del mattino e dopo aver caricato le moto ci mettiamo a far colazione con la piccola signora che si è preoccupata di acquistare lo yogurt per le ragazze che ne vanno matte. Notiamo subito che il rotondo viso della signora è triste per la nostra partenza e difatti quando accendiamo le moto i suoi occhietti vispi e azzurri sono velati. Con la promessa di scrivergli e mandargli qualche foto e dopo essere stati riempiti di saluti e abbracci partiamo per la nostra nuova destinazione... IRAKLION. Attraverseremo Creta scendendo a sud in direzione di VRISES poi ASKIFOU per arrivare in tarda mattinata in una località di mare a caso per risalire poi verso nord in direzione di RETHIMNO e concludere il viaggio verso IRAKLION che è la nostra meta. Come si ripeterà per tutte le isole anche questa strada, offre ancora panorami stupendi viste incredibili aromi e profumi penetranti e gioia di guidare per il manto stradale perfetto e l'assoluta mancanza di traffico. Verso le 12.00 decidiamo che è arrivata l'ora di farci un bel bagno rinfrescante e lasciamo la strada principale e iniziamo a vagabondare lungo la costa fino a che arriviamo ad un piccolo paese praticamente deserto che risponde la nome di POLIRIZZOS.

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Fermiamo le moto ai margini di una spiaggia mista di ciotoli e sabbia con gli scogli affioranti e ci rilassiamo all'ombra dei numerosi alberelli che crescono sulla rena che fanno da ombrelloni naturali e dopo il bagno ristoratore ci sediamo sui teli per consumare la frutta acquistata precedentemente e chiacchierando, discutendo come sempre su quanto visto lungo la strada. Nel frattempo nessuna macchina nessun passante, nessun turista era apparso lungo la strada e anche l'unico bar/ristorante presente sembrava vuoto. Se fosse stata la sceneggiatura di un film avrebbe potuto benissimo essere quella di uno zombie-movie.... nemmeno il piu' piccolo rumore disturbava il nostro vocio o il rumore delle onde placide del mare. Cosi incuriosito mi avvicino al punto di ristoro scoprendo che gli zombie non avevano occupato la città ma che al contrario era aperto e vi stavano anche cucinando dell'agnello, cosa che a me continuava a risultare strana con tutto il ben di Dio di pesce che l'egeo regala. Vengo accolto dal sorriso di un uomo sulla 40ina al quale chiedo nel mio inglese tosco-maccheronico se sia possibile bere un espresso... certamente mi risponde in perfetto italiano...."minkia" penso fra me e me " pure nel deserto trovo gente che sa le lingue e io ancora son fermo al "what's your name e poco altro". Da buon Maresciallo folgorino chiamo con un gesto gli altri desiderosi anch'essi di un caffè decente, visto e considerato che fino a quel momento ovunque il nero liquido si era rivelato sbrodaglia e carissimo, nonostante ovunque avessero le macchine per fare gli espressi. A questo proposito apro una piccola parentesi spiegando che il costo della bevanda nera varia dai 1.60 euro bevuto un paese vicino RODI ai 3,50 euro di MYKONOS e che in Grecia non dovete ordinare semplicemente il caffè perchè vi sarà servito quello greco o turco o peggio ancora il nescafè, ma dovete chiedere esplicitamente un espresso e quando lo fate sottolineate a voce che sia corto o vi riempiono la tazzina fino all'orlo. Parlando con il signore veniamo a sapere che il litorale è deserto per via della crisi, che lui è un marocchino che vive in Grecia da anni che ha vissuto anche in italia e in altri posti e che parla molto bene ben 14 lingue. E' simpatico nel suo parlare e ha il tipico modo di gesticolare comune nell'area mediterranea e caratteristica del mondo arabo ma ascoltandolo mi faccio l'idea che sia un po' fanfarone o come si dice a pisa... chi si loda si imbroda... ma cmq restiamo mezzora buona ad ascoltare le sue storie fino a che decidiamo di ripartire verso IRAKLION facendo una breve sosta a RETHIMNO per una visita veloce.

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Prendiamo una strada statale che attraversa una serie di canyon stupendi e vinti dalla fame ci fermiamo ad una taverna molto carina posta al lato della strada dove calmiamo l'appetito e spendiamo una miseria.

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Di nuovo in sella arriviamo alla nostra tappa intermedia e percorriamo il lungomare, carino e molto curato come sempre, con i piccoli ristoranti tutti allineati di fronte alla spiaggetta e al porticciolo e ci dirigiamo verso la fortezza veneziana che domina la cittadina, parcheggiando le moto proprio davanti all'ingresso principale del forte che ha un aspetto imponente e ben curato nelle sue mura esterne.

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Il caldo è atroce e l'aria cosi "densa" che è quasi irrespirabile cosi una volta entrati in un lugo corridoio con la volta sferica godiamo finalmente di un po' d'ombra cosi rinfrescante che solo io e Zeno decidiamo di visitare il sito mentre le ragazze e matteo preferiscono riposarsi. Paghiamo 4 euro per il biglietto e sicuri di goderci una bella visita iniziamo a percorrere i bastioni esterni e a visitare gli edifici posti all'interno. La fortezza è enorme e restiamo delusi dal fatto che non esiste nessun cartello o indicazione che spieghi la funzione di un edificio , sotterraneo, garitta o altro e come se non bastasse l'interno della fortezza non corrisponde a bellezza quanto le mura esterne quindi amareggiati scattiamo qualche foto di rito e torniamo dagli altri che nel frattmpo si sono ristorati e sono asciutti mentre noi due siamo zuppi di sudore.

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Decidiamo di andare direttamente ad IRAKLION senza altre soste e di buon passo perchè il caldo ci sta togliendo ogni forza e velleita' cosi ripartiamo di buona lena anche perchè dobbiamo sempre trovare un albergo e sicuramente perderemo tempo nel trovare qualcosa che abbia tutto quello che cerchiamo e cioè igiene, che sia abbastanza centrale per non dover riprendere le moto e che non sia troppo dispendioso. Anche questa strada offre bellissimi panorami e piccoli paesini affacciati sul mare e dopo un breve consulto osservando l'enorme centro urbano di IRAKLION da un punto panoramico decidiamo che è sicuramente piu' consono fermarci in uno dei tanti paesi che compongono la periferia della città ed essere piu' tranquilli nella scelta dell'hotel. Scegliamo AGIA PELAGIA a 10 km di distanza e siamo fortunati. Il paesello si affaccia su una baia stupenda dove i tramonti che vedremo nella permanenza sono incredibili e dove faremo il bagno in un acqua cristallina e tiepida. Prendiamo alloggio all'hotel belvedere gestito da una ragazza e da suo fratello che ha camere molto carine e curate è a 50 metri dal mare ed è dotato di piscina al prezzo di 45 euro a notte.

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Mentre parcheggio la moto osservo il contakm e vedo che ho percorso finora 1025 km quindi controllo il livello dell'olio e assicuratomi che tutto è in regola mi rilasso pensando di andare a fare un tuffo. Dopo la doccia ed esserci cambiati chiediamo alla ragazza greca se conosce un posto, fra i mille ristoranti del paese, dove si mangi bene senza essere trattati da polli e lei sorridendo ci consiglia di sederci all'Acropolis e cosi facciamo. Mentre attendiamo le portate decidiamo cosa fare il giorno dopo avendo in un primo tempo organizzato quella giornata come "libera" dove ognuno la gestiva a modo suo e tutti confermiamo che una "sosta tecnica di relax" è quello che ci vuole e cosi, sollevati e pregustando una giornata senza moto, mangiamo bene e beviamo meglio ( la birra ci viene servita con i boccali gelati dal freezer come i bicchieri della vodka ) e spendiamo la cifra irrisoria di 28 euro a coppia poi passeggiata sul lungomare quindi saliamo all'hotel e ci sediamo a bordo piscina scherzando e parlando di noi raccontando fatti personali aneddoti battute gaffe e cosi via, finoa che vinti dalla stanchezza restiamo solo io e Zeno a chiacchierare mentre gli altri salgono per un sonno ristoratore. Ci fermiamo fino alle 1 e 30 di notte parlando e discutendo del perckè la grecia adotti ancora un alfabeto con caratteri non europei e la nostra discussione è cosi calorosa che i greci presenti pur non capendo una beata sega restano interessati al nostro scambio di opinioni. Al mattino durante la colazione la ragazza e suo fratello ci chiedono con un sorriso chi avesse avuto ragione nello scambio di opinioni e noi sorridiamo ma chiediamo immediatamente se la nostra tribuna politica avesse disturbato qualche ospite cosa che per fortuna non è avvenuta quindi armati di teli e maschere ,creme e scarpette per gli scogli scendiamo al mare

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dove troviamo posto su un lato della baia sopra degli scogli perfetti per prendere il sole e fare il bagno e dove passiamo l'intera giornata facendo tuffi mangiando frutta raccogliendo conchiglie in apnea per la collezione di silvia e rilassandoci. Nel tardo pomeriggio saliamo in sella alle moto e andiamo a visitare CNOSSO.

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Non mi soffermo molto nella descrizione del sito archeologico perchè per un appassionato come me la delusione è tremenda. I tratti del palazzo, che è immenso, che tanto mi avevano affascinato nei documentari e nelle foto sono ricostruiti in cemento e i colori vivi che si vedono in tv non sono restaurati ma recenti e come se non bastasse nei pochi edifici che hanno mantenuto le pareti gli affreschi sono copie moderne e malfatte. Solo il trono in pietra è intatto tutto il resto, per quanto immenso e interessante, non riempie le mie aspettative, anche se qui almeno ci sono cartelli che spiegano cosa ci fosse e a cosa servisse. Nel complesso rispetto ad altri siti archeologici visitati in grecia e considerando l'importanza storica di creta il sito ci lascia molto delusi. Usciti da CNOSSO ci dirigiamo nel centro di IRAKLION

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dove ci facciamo una passeggiata sul lungomare, dominato da una bella fortezza veneziana, ceniamo all'aperto spendendo 31 euro a coppia e ammirando la vita notturna che la città offre e la moltitudine di giovani greci che girano da un locale all'altro sul lungomare regalando allegria e un goliardico caos. Nel vedere questi giovani nessuno direbbe che la Grecia sia un paese in fortissima crisi dato che ogni locale è strapieno e guardandoci intorno noi siamo tra i pochi turisti presenti.

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Dopo l'ennesima richiesta dell'ora e il 35° kg di cocomero divorato da Marianna dall'inizio della nostra avventura egea ripartiamo in notturna verso l'hotel e concediamo il bis agli ospiti infilandoci in una discussione su quale dovesse essere il motto del viaggio con le seguenti opzioni:
- lo sterro è da uomini
- lassa perde tutto e fatte trovà in perrizzoma
- ma godi quando trombi o trombi quando godi?
- baciami i gomiti
e cosi via fino a che alla ennesima grappa offerta dal gestore MATTEO se ne esce con il dire che ha giocato con la bambola MALIBU STACEY perchè faceva parte del processo educativo di crescita facendo sgranare gli occhi di tutti noi e con il risultato che la sua ragazza Agnese lo guarda e gelida alzandosi gli da la buona notte. Ovviamente tutti ridiamo ben sapendo che i fumi causati dall'ouzo e dall'acquavite ci stanno rendendo inconsapevoli di cio' che esce dalle nostre labbra. Mentre saliamo verso le camere io e Zeno decidiamo che l'indomani andremo a farci una bella dose di sterrato da soli....
to be continued.
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Vecchio 03-08-2011, 12:08   #29
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Ovviamente io voto: "lo sterro è da uomini"

sebbene conosca ragazze che picchiano più duro di molti maschietti! ma da piccole giocavano col meccano e non con MALIBU STACEY.

A proposito nè il Pieruz nè il sottoscritto conoscevano chi minchia fosse questa MALIBU STACEY, voi la conoscete?
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Vecchio 04-08-2011, 08:29   #30
pieroesilvia
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Giornata dello sterro
Facciamo colazione, salutiamo Silvia e Marianna e montiamo in sella alle moto dirigendoci fuori del paese in direzione sud. A Verona Zeno aveva tracciato alcuni percorsi da fare, cercando con google earth sentieri sterrati non particolarmente impegnativi dato che per me era in assoluto il mio primo tentativo di guida off road. Percorriamo una provinciale che sembra deserta e ci addentriamo nei paesini che, man mano passa il tempo, prendono vita con il loro caos quotidiano che nulla a che fare con quello turistico. Purtroppo per un errore di memorizzazione le tracce segnate sullo zumo sono andate perse e cosi ci ritroviamo ad andare alla cieca alla ricerca dei sentieri da percorrere, ma questo non ci scoraggia. Troviamo una lunga strada bianca che si dirige verso delle montagne alla fine delle quali sappiamo di ritrovare il mare e iniziamo a dare gas sollevando nuvole immense di polvere. Zeno mi da indicazioni sull'impostazione della mia guida, dato che in sicilia si diletta con una Suzuki DR600 DJEBEL 1989 a percorrere sentieri e sterrati, su come guidare come frenare e sulla posizione in piedi per equilibrare il baricentro della moto. Mi diverto tantissimo e i paesaggi sono mozzafiato... lunghe strisce bianche tagliano in diversi punti le colline e le montagne, saliscendi continui mostrano sprazzi di mare blu elettrico che scompaiono dietro le curve e allevamenti.

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Ci sono molte arnie che emanano un intenso profumo di miele nell'aria e, apparendo a sprazzi, colorano le brulle pareti delle strade che stiamo percorrendo. Decisi a scollinare la vetta piu' alta per vedere cosa ci sia sull'altro versante, diamo gas e ci dirigiamo verso la cima di una montagna dove troviamo un cippo con una scritta greca a ricordare non so quale fatto o persona e dove il vento è cosi teso che il casco di Zeno rotola dalla sella a terra provocando una sequela di madonne in venetosiculo da parte del proprietario.

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Scattata la foto di rito decidiamo di scendere verso quello che ci appare come un porticciolo in costruzione e percorro la ripidissima discesa mentre a squarciagola lancio il grido del "litorale toscano" ..... AMBROOOO CI FA NA SEGA L'ACQUA A NOI..... e arriviamo al piccolissimo porto che stanno costruendo. Restiamo perplessi in quanto la costruzione, oltre ad essere minuscola, si apre in un tratto di costa dove non esistono paesi, case o strutture alberghiere anche se il mare è stupendo.

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Dopo una decina di scatti e aver sgranchito braccia e spalle che iniziavano a farmi male ripartiamo per altri sentieri dove troviamo una piccola spiaggia nella quale mi avventuro con la mukka: resto insabbiato fino ai dischi dei freni.

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Fra risate e moccoli Zeno riesce a tirarla via mentre io spingo la moto da dietro con il risultato di riemppirmi di sabbia e polvere ogni centimetro di pelle del giubbotto e degli stivali. Risaliamo fermandoci per una bevuta ad una piccola taverna dove spaventiamo la vecchietta con il rumore delle moto. Mentre ci riposiamo Zeno, tra una bestemmia e l'altra, cerca nello zumo le tracce che aveva o pensava di aver memorizzato a casa e il suo sguardo vaga impazzito dallo schermo del navigatore alla cartina non riuscendo a ricordare quali tracciati avesse selezionato facendomi credere che avesse preso il classico colpo di sole vista la temperatura sudafricana.

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Cosi ripartiamo alla cieca e ci inoltriamo su un sentiero che man mano diventa una vera tortura e dove lo sterrato da bianco si trasforma in una pietraia pericolosa. Percorriamo una decina di km e io corro il rischio di cadere due o tre volte e con la frizione che inizia a puzzare a causa della mia inesperienza per quel tipo di guida. Dopo aver raggiunto la salita scopriamo che la strada si interrompe bruscamente nei pressi di una delle tante piccole cappelle che costellano le campagne e colti da curiosità, dato che nn potevamo proseguire, entriamo nel piccolo cancello e proviamo a vedere se la chiesetta fosse stata aperta ...

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con nostra sorpresa la troviamo accessibile e all'interno vi sono un confessionale , degli addobbi sacri e qualche raffigurazione di non so quale Santo dove probabilmente il pope della zona si ferma a raccogliere le confessioni dei contadini che portano le greggi al pascolo o allevano api. Mangiamo una bella dose di gelsi dolcissimi dall'albero che fa ombra al piccolo spiazzo antistante la chiesa e ripartiamo decisi a scoprire un sentiero che scollinando, ci porti nuovamente verso il mare.

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Arriviamo finalmente a vedere il blu intenso del mare dopo aver perso la strada o avendola trovata impraticabile un considerevole numero di volte. La stanchezza mi sta uccidendo quando finalmente, troviamo il sentiero perfetto.

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Una lunghissima e dolcissima serpentina sterrata, che ben presto sarà asfaltata, e che scende da 600 metri fino al livello del mare. Giunti in fondo scopriamo un piccolo paesello formato da non più di 20 o 30 case che non è nemmeno riportato sulla cartina e corrisponde al nome di TRIS IKKLISIES e che si affaccia su una piccola baia dal mare limpidissimo dove oziano 4 piccole barchette per la pesca e che ha un ristorante con un bel porticato che da un ombra deliziosa.

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Decidiamo di fermarci e riposare i muscoli e gia’ che ci siamo mangiare qualcosa. Il ristorante ha solo insalate e pesce dato che è un villaggio di pescatori e ordiniamo un paio di orate che ci cucinano alla griglia mentre noi scambiamo saluti e qualche parola con i pochi abitanti che stanno godendosi l'ombra giocando a carte e bevendo ouzo. Veniamo a sapere che il paese, una volta terminata la strada, sarà finalmente collegato al resto dell'isola dato che fino a quel momento l'unico accesso era dato dal mare e mentre parliamo restiamo sorpresi nel notare che le capre salgono tranquillamente sui tetti e sui cofani delle macchine per arrivare ai pochi alberi presenti e mangiucchiare qualche foglia senza che nessuno le mandi via.

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Gustata l'ottima orata e dissetati, paghiamo la miseria che ci viene chiesta e dopo i saluti di rito e il solito ....greci e italiani una faccia una razza... ripartiamo per tornare a casa percorrendo in salita la serpentina che ci aveva portato al paese e stavolta mi diverto ad aprire il gas e a sentire la gomma posteriore che scivola sullo sterrato. Una volta arrivati sulla strada provinciale guardo il contakm e leggo che abbiamo percorso più di 30 km di sterrato vario e alla domanda di Zeno se continuare o meno, ammetto la mia stanchezza e decidiamo di tornare in hotel. Sono le 17 e 30 quando torniamo stanchi, sudati e tanto impolverati da sembrare mugnai, cosi ci facciamo una doccia e poi ci mettiamo in piscina fino al tramonto raccontando a Matteo cosa si fosse perso e alle ragazze la selvaggia bellezza dell'interno dell'isola. Alla sera torniamo a cena all'acropolis gustandoci altri piatti a base di pesce e concludendo la serata a chiacchierare fra di noi ridendo per gli scherzi che Matteo fa a Agnese e decidendo il percorso per il giorno dopo che ci porterà fino a SITIA dove ci imbarcheremo verso RODI


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Vecchio 04-08-2011, 09:41   #31
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Aver perso le tracce è stata la più grossa minchiata della vacanza. Sono ancora incazzato e mortificato. Avevo speso non so quante ore a disegnare quel percorso e alla fine perso. E' vero che alla fine ci siamo divertiti ed è quello che conta ma... ... se avessimo avuto la rotta corretta sarebbe stata tutt'altra storia. Soprattutto per il passaggio dentro ad un mini canyon.

vabbè amen...
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Vecchio 04-08-2011, 11:55   #32
pierachi
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mi mancano ancora 12 giorni per il mio viaggio annuale in grecia ( sono sette anni che ci torno ) e leggo il tuo resoconto non tanto con l' ammirazione per ogni particolare narrato da puro romanziere ma con tanta ma tanta pura invidia!!!!!!
cmq per andare in grecia non si tracciano preventivamente rotte su gps o cartine , si va e basta. e' il modo migliore per conoscere e stupirsi dei paesaggi mutevoli dopo ogni curva o dosso.

per finire complimenti a Voi tutti per il coraggio dimostrato nell'indossare sempre abbigliamento tecnico in zone dove si sciolgono anche i sassi per il caldo torrido!!!
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Vecchio 04-08-2011, 14:39   #33
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preventivamente rotte su gps o cartine , si va e basta. e' il modo migliore per conoscere e stupirsi dei paesaggi mutevoli dopo ogni curva o dosso.
"De modus operandi non disputandum est"

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per finire complimenti a Voi tutti per il coraggio dimostrato nell'indossare sempre abbigliamento tecnico in zone dove si sciolgono anche i sassi per il caldo torrido!!!
A dire il vero ho trovato quella combinazione di indumenti supersummer che ti dirò sto più fresco che con solo la maglietta. Solo con quella il sole ti surriscalda mentre dentro al supertraforato sei "all'ombra" e quindi l'accumulo di calore è minore. Te lo consiglio anche perchè costa 99€ la giacca e 69€ i pantaloni.

tu dove andrai?
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Vecchio 04-08-2011, 16:01   #34
pieroesilvia
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giubbotto rev'it traforato oppure della OJ o ancora tucano urbano... pantaloni in jeans con imbottiture estraibili facilmente sempre tucano urbano... io mi ci sono trovato da RE
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Vecchio 04-08-2011, 16:24   #35
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Uhmmm... mi sono gustato anche questa parte!
Piero, una volta o l'altra, da qualche parte, ci si trova...
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Vecchio 04-08-2011, 16:25   #36
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Uhmmm... mi sono gustato anche questa parte!
Piero, una volta o l'altra, da qualche parte, ci si trova...
facciamo da noi che siamo in due di verona
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Vecchio 04-08-2011, 16:27   #37
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Ben volentieri!
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Vecchio 04-08-2011, 23:32   #38
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imbarco brindisi con il nuovo catamarano e sbarco a igoumenitsa. pensiamo di ritornare nel peloponneso. come gia'detto siamo 2 zingari senza alcun programma. ci regoliamo solo in base alla data del rientro. cmq agevolati nela ricerca di hotel, ristoranti e strade in quanto parlo abbastanza bene il greco
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Vecchio 05-08-2011, 06:53   #39
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imbarco brindisi con il nuovo catamarano e sbarco a igoumenitsa. pensiamo di ritornare nel peloponneso. come gia'detto siamo 2 zingari senza alcun programma. ci regoliamo solo in base alla data del rientro. cmq agevolati nela ricerca di hotel, ristoranti e strade in quanto parlo abbastanza bene il greco
Buona strada caro mio! e ti invidio per il greco!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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Vecchio 05-08-2011, 10:12   #40
pieroesilvia
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Partiamo alle 9,30 del mattino e percorriamo la strada costiera fino a Spinalonga dove ci fermiamo per il bagno e rifocillarci. Questo tratto dell'isola è molto piu' turistico e lo si nota dai residence e dagli hotel che si affacciano sulla strada per il loro lusso accentuato. Spinalonga è praticamente un isola creata dalla Serenissima tagliando l'istmo che la collegava alla costa e trasformata in base militare di protezione per l'accesso ai canali verso la terraferma; è molto panoramica e il mare che la circonda è poco profondo e limpido e a guardia dell'isola vi sono tre antichi mulini a vento che servivano per l'estrazione e la lavorazione del sale. Ripartiamo nel pomeriggio per SITIA dove arriviamo con largo anticipo e dove facciamo il biglietto per Rodi pagando 76 euro per il passaggio ponte. Ci fermiamo in uno dei tanti bar dotati di divanetti e musica e decidiamo di trovare un localino dove cenare in anticipo dato che l'imabarco avverrà nel tardo pomeriggio e non ci va di mangiare in traghetto. Troviamo un posticino sul porto turistico che serve deliziose sarde alla griglia e insalate varie oltre a ogni altro piatto ma preferiamo restare leggeri non sapendo se il mare aperto possa essere agitato o meno. Al momento dell'imbarco facciamo le foto alle zavorrine a cavallo delle moto dopo di che, una volta esserci assicurati del corretto posizionamento delle moto, saliamo sul ponte prendiamo posto e lasciamo che la serata scorra fino a prendere sonno.

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Arriviamo a Rodi alle 5 e 30 del mattino attraversando la città addormentata con le sue bellissima mura illuminate e ci dirigiamo verso THALASSOS a circa 20 km di distanza dove una mia amica aveva passato le vacanze appena dieci giorni prima. Giungiamo all'hotel SABINA mentre tutti dormono e svegliamo il portinaio che ci concede le camere al costo di 50 euro a notte a coppia e ci tuffiamo nel letto per riposare, avendo passato la notte praticamente in bianco dato che il traghetto fermava ad ogni piccola isola fra Creta e Rodi illuminando i ponti a giorno e trasmettendo ad alta voce dall'altoparlante l'invito a scendere dalla nave. Ci svegliamo verso le 10 del mattino scendiamo a fare colazione e io e silvia (gli altri dormono) notiamo con piacere che la sala è stracolma di ogni genere alimentare. Rifocillati decidiamo di andare sulla spiaggia che si presenta pulita ma cosi ventosa da essere praticata solo da surfisti e kite. Non essendoci ombra disponibile e non volendo prendere i lettini per il forte vento verso le 12 torniamo in hotel dove troviamo gli altri spaparanzati in piscina e ci uniamo a loro. Io e Zeno decidiamo cosa vedere e quali strade fare studiando la cartina ma siamo distratti dalle bellissime farfalle che ci svolazzano intorno e da strane lucertole dall'aspetto simile a piccole iguane e con la coda blu. Le farfalle sono cosi tante e belle che decidiamo nel pomeriggio di recarci alla valle omonima a pochi km di distanza e da li, dopo la visita, recarci a Rodi città per la cena e una passeggiata, passando prima dalla località di KEFILARI dove cercheremo un albergo per passare i restanti giorni rimasti ed essere a metà strada fra RODI e LINDOS. La valle è ombreggiata ma l'aria, rispetto a Creta si è fatta densa e irrespirabile per il caldo, tanto che la ADV di Zeno riporta 41 gradi all'ombra alle 16 del pomeriggio. Partiamo alla volta di Rodi facendo il giro antiorario per scoprire strade alternative e arriviamo in centro città con sufficiente luce da permetterci una visita delle mura.

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Sono maestose e perfettamente curate e portano ancora sui muri e sui portali di ingresso, gli stemmi araldici delle famiglie che si sono succedute alla guida dell'ordine dei cavalieri. La città si presenta con una cinta muraria esterna imponente e i suoi quartieri interni suddivisi in quello ottomano, ebraico e la fortezza vera e propria dove vivevano i nobili cavalieri. Anche qui come ormai succede in ogni località turistica ogni vano, locale, casa, stanza o altro è occupato da ogni tipo di esercizio al servizio del turista e anche qui si ripete la solita solfa del non poter passeggiare senza che qualche ristoratore si avvicini glorificando ed esaltando la cucina tipica ad un buon prezzo facendoci sentire come il miele assalito dalle mosche. Visitiamo una delle tante arterie che dividono la città e dalle quali poi si ripartono un infinità di vicoli e stradine che mettono l'imbarazzo della scelta su quale seguire o attraversare. La temperatura è alta spira un forte vento caldo che soffoca e sorridiamo nel notare che fra i tanti negozi di souvenir, magliette, pellame o artigianato spicciolo, ve ne sono diversi che vendono pellicce che spiccano come un cazzotto in pieno viso fra bermuda, sandali e magliette appese ovunque. Arrivati in una delle piazze principali del quartiere antico, piazza della fontana, veniamo letteralmente assaliti dai ristoratori che fanno a gara per convincerci ad entrare nei loro ristoranti e sussurrandoci raccomandazioni di evitare il locale concorrente per vari motivi. Alla fine optiamo per un ristorante scelto da Matteo, saliamo sul tetto del locale e ci sediamo godendoci la vista della piazza dall'alto. Il sole sta tramontando e il color rosso-arancio che si staglia sulle facciate dei palazzi rende l'atmosfera affascinante. Non mangiamo male anzi, ma rispetto agli altri posti finora provati il rapporto qualità quantità e prezzo è sfavorevole. Spediamo 42 euro a coppia ma non ci alziamo sazi dalla tavola come era finora accaduto. Decidiamo di passeggiare lungo le mura esterne ammirando le luci notturne che esaltano le mura possenti e sbavando nel porto turistico dedicato ai panfili....

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"all'anima della miseria" esclamo piu' volte ammirando imbarcazioni di 40 o 50 metri che si cullano placidamente di fronte ai torrioni. Per non morire di invidia e continuare a digerire lo schiaffo alla povertà, rientriamo all'interno delle mura e ci dedichiamo alla visita dei vicoli interni, quelli che sono fuori mano dalle invasioni turistiche, ammirando gli splendidi cortili o le facciate dei palazzi che alternano i motivi europei da quelli ottomani e contemplando estasiati gli scorci meravigliosi che l'insieme compone.

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Verso le 23.00 riprendiamo le moto e ritorniamo verso Thalassos percorrendo tutto il lungomare dove si stagliano i grandi hotel e i megaresidence costruiti per fortuna fuori dalla vista delle antiche mura. L'indomani partiamo seguendo la litoranea per dirigerci a sud dell'isola dove un piccolo isolotto(PARASONISIS) e un istmo, che appare solo durante la fase di bassa marea, crea una doppia baia famosa nel mondo dei surfisti e dei kite per il vento onnipresente e sempre teso che permette loro evoluzioni di ogni tipo.

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Attraversiamo i paesi di Theologos,piccolo villaggio che si estende all'interno, Kritina dove ci sono i resti di un castello dei cavalieri ben conservato e con una vista da perdere il fiato sui primi isolotti del Dodecaneso, Monolitos che ha solo 237 abitanti ma è il maggior centro di produzione di frutta e verdura per tuta l'isola e Apolarka che dalle colline domina le discese verso l'istmo. La bellezza della costa è unica dato che non si vede anima viva sulle spiagge e perchè il turismo non bazzica questa zona. Per la verità in tutta l'isola le concentrazioni turistiche si accentrano verso Rodi Lindos e la localita di KALIFARi un antipasto della vita notturna che troveremo a Mykonos.
Molti anziani dell'isola parlano bene l'italiano dato che la stessa è stata territorio tricolore dal '17 al 45' e nei nostri spostamenti avremo modo di fermarci e fare conoscenza con alcuni abitanti che ci raccontano di come fosse la vita sotto il dominio italiano. Arrivati a Parosonisis lo spettacolo di centinaia di vele colorate ci si apre davanti e stavolta giunti sulla spiaggia gremita di camper e attrezzature per gli amanti di quel tipo di sport prendiamo due lettini e ci godiamo la giornata dato che per fortuna il vento è molto teso e non ci fa penare il caldo asfissiante che ormai da due giorni investe l'isola. Nel tardo pomeriggio sotto un vento sahariano montiamo in sella e raggiungiamo Kefilari dove troviamo alloggio all'hotel SOFIA spendendo 35 euro per la camera e finalmente ci facciamo una meritata doccia. La cittadina è dedicata ai giovani e ogni locale spara musica a tutto volume ed è dotato di megaschermi che tramettono programmi sportivi o musicali. Accanto al nostro albergo vi è un locale dove vengono fatti spettacolini piccanti e le bellissime ragazze che fanno da promoter per l'ingresso catturano gli sguardi maschili ( bava alla bocca) e femminili ( bruciate vive all'istante). Beviamo qualcosa e ci concediamo una fumatina di narghilè alla mela e a mezzanotte ce ne andiamo a nanna con il sottofondo dei rumori che la città produce fino alle 5 del mattino....
CONTINUA
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Vecchio 05-08-2011, 13:32   #41
pieroesilvia
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Ci svegliamo alle 9 del mattino e decidiamo all'unisono che la giornata è da intendersi "free" almeno fino alle 17.00 ora per la quale ci recheremo a LINDOS per la visita dell'acropoli. Zeno e Marianna prendono la moto per un giretto nei dintorni, Matteo Agnese io e Silvia decidiamo di spaparanzarci al sole in riva al mare dove ombrellone e due lettini costano 5 euro...il caldo è ancora fortissimo e il vento del giorno prima sembra ancora piu' rovente e difatti passiamo quasi tutta la giornata entrando e uscendo dal mare limpido e cristallino. Per fortuna la stragrande maggioranza dei turisti dorme e ci godiamo la spiaggia senza musiche assordanti o rompipalle che cercano di venderti viaggetti in barca e menate simili e riesco a fare anche un sonnellino ristoratore fino a che, due ombreloni dietro noi, arriva una camionata di greci, discesi da non so quale loculo montano sperduto, che iniziano a vociare come scaricatori di porto ridendo, schiamazzando, gridando e ingurgitando un vagone frigo pieno di formaggi e altre cibarie che si erano portati dietro. Si capisce che devono essere non abituati alla folla e alle buone maniere dato che sembrano non aver mai visto il mare e giocano in acqua come fosse chissà quale rarità e agitano le braccia pelose( sia maschili che femminili) cercando di far credere che sappiano nuotare. Parlano a voce cosi alta che molti prendono le proprie cose e si allontanano da loro e hanno ridotto lo spazio antistante al loro posto ad una discarica di rifiuti alimentari. Cosi io e la mia zavorrina dolce ci infiliamo l'mp3 e alziamo il volume per non sentire tutto quel baccano. Alle 15 il sole spacca letteralmente i granelli di sabbia e capisco, anche se non parlo greco, che molti non hanno mai avuto un caldo cosi insopportabile in quel periodo e decido con Silvia di andare a riposare in camera con il clima a palla prima di partire per Lindos. Alle 17.00 come da ordine d'operazione saliamo in sella e per la prima volta tutti montiamo in moto senza giubbotti o protezioni e io perfino in bermuda. Arriviamo a Lindos e lo spettacolo che si apre davanti a noi lascia sbalorditi..

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da una curva cieca e a oltre 100 metri di quota l'acropoli si staglia sulla collina di fronte e a dividerla da noi ci sono due baie spettacolari che formano un connubio perfetto per gli occhi. Scendiamo nel paese e parcheggiamo le moto pronti a salire sul colle per visitare il sito archeologico ma , ahime', le ragazze sono rapite dalla quantità di gioiellerie e bigiotterie che espongono i loro monili e tra una cosa e l'altra arriviamo al cancello che sta chiudendo e a nulla servono le suppliche per poterci far entrare solo 5 minuti.

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Pensando che sono degli stronzoli con la S maiuscola discendiamo il dedalo di viuzze alla ricerca del ristorante segnalato dalla lonely ma l'indomani io e Zeno, che torniamo a visitare da soli il sito, capiamo il perchè di tanto zelo da parte dei custodi alla zona archeologica.

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Mentre ci districhiamo nei vicoli alla ricerca del ristorante KALIPSO scattiamo foto a più non posso ai vari portoni e alle finestre che sono rimasti inalterati dai tempi veneziano-turco e che abbelliscono le stradine lasciandoci ammaliati. Trovato il ristorante ci godiamo la serata su una terrazza che si trova, come mille altre, proprio sotto l'acropoli illuminata

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e per la prima volta dal mio arrivo nelle isole decido di cambiare menù e prendere le costolette di agnello che risulteranno essere deliziose. La cucina è ottima e ancora una volta il consiglio della lonely ci lascia soddisfatti.

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Spendiamo i soliti 40 euro a coppia e ci concediamo una passeggiata notturna nelle stradine contorte, approfittando che quasi tutti sono ancora a cena, godendoci scorci in assoluta libertà e potendo fare tutte le foto che vogliamo senza nessuno di mezzo.

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Tornati all'hotel passiamo davanti ai locali gremiti di ragazzi e ragazze e sorridendo, pensando alle opportunità che le nuove generazioni hanno, sorridiamo tra il melanconico e il goliardico pensando tutti la stessa cosa..... "ah se fosse stato cosi ai miei tempi".... ( logicamente il pensiero non vale per Matteo e Agnese che essendo giovani vedevano la cosa come normalissima). Al mattino io e Zeno inforchiamo le mukke e ci spariamo nel deserto più assoluto i 36 km che ci separano da Lindos arrivando proprio all'apertura e trovando solo una coppia di orientali con noi.

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Entriamo nel sito( 6 euro e li vale tutti) potendo ammirare la costruzione senza nessuno intorno e leggendo dalla guida i vari aspetti dell'acropoli nel corso della sua storia dai tempi antichi fino alla presa italiana. I monumenti sono ben tenuti anche se per mancanza di fondi gli scavi e i recuperi sono fermi alla lavorazione fatta dagli italiani negli anni 30 ma un cartello ci informa che l'unesco ha stanziato nuovi fondi e difatti ci sono tracce evidenti di recuperi archeologici. Dall'alto la vista è memorabile e dopo circa 40 minuti di assoluta pace, dopo che Zeno ha dissetato un gattino, iniziamo a scendere verso l'uscita dove troviamo, con immenso sbigottimento, una marea umana accalcata ai cancelli d'ingresso pronta a invadere il sito. Ogni gruppo corrisponde a un pullman che scarica i turisti nella piazzetta minuscola e riparte per un altro carico.

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Contiamo una decina di gruppi in fila ognuno dei quali composto da almeno 50 persone di varia nazionalità. Nel sentire parlare italiano invitiamo i connazionali a prendersela comoda dato che il sole stava gia cuocendo ogni cosa e dato che davanti a loro c'erano almeno trecento metri di fila ininterrotta. Si perchè, per accedere all'acropoli, si deve attraversare tutta Lindos vecchia con i suoi vicoli strettissimi e percorrendo in salita una scalinata estremamente irta. Invito gentilmente chi dovesse visitare la città a non servirsi dei poveri asinelli che sono adibiti, al costo di 5 euro, a scarrozzare i turisti per raggiungere la cima, in quanto i poveri animali sono ormai esausti nel trasportare grassoni nord europei che superano abbondantemente i 50 kg previsti per la soma. Saliti in sella scappiamo dal caos della cittadina e ce ne torniamo in hotel dove carichiamo le moto e ripartiamo sotto un sole che fa arrivare la colonnina della mukka di Zeno nuovamente a 42 gradi. Dovendoci imbarcare nel pomeriggio per SANTORINI ci fermiamo in una famosa baia di Rodi nota per essere stata il set del film " i cannoni di navarone" e che per l'appunto è denominata " ANTONY QUEEN BAY". Il mare è stupendo, il fondale ancora di piu' e con la maschera a pochi metri di profondità, io e i miei amici di viaggio scorgiamo un pesce trombetta( tropicale) e dentici e orate di grosse proporzioni. Decidiamo di mangiare nel piccolo ristorante affacciato sulla baia a pochi metri dal mare dove molti turisti tedeschi ammirano le moto e ci chiedono del viaggio, incuriositi che al posto delle guzzi o ducati abbiamo optato per la casa tedesca. Arrivati al porto di Rodi scopriamo a sorpresa che il traghetto per Santorini impiega ben 22 ore di traversata ( ferma ad ogni isola tipo littorina del ventennio) e che quindi partendo alle 18 perderemmo tutto un intero giorno di vacanze, cosi optiamo per andare a Kos, fermarci li un paio di giorni e poi da li prendere il traghetto per Santorini. Fatti i biglietti saliamo a bordo del traghetto e passiamo le 3 ore di traversata godendo delle piccole e medie isolette che passano ai lati e giocando a carte sul ponte godendoci lo spettacolo del dodeccaneso.
CONTINUA
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Vecchio 08-08-2011, 08:50   #42
pieroesilvia
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Sbarchiamo a KOS che sta per tramontare il sole e a prima vista la cittadina ci piace subito. A darci il benvenuto sono le mura della città che circondano il porto su due lati e costeggiamo le stesse, girando lo sguardo per trovare le indicazioni del piccolo paese di MASTICHARI distante circa 18 km e che abbiamo scelto come luogo di pernottamento.

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Mastichari è ubicata direttamente sul mare e ha una lunghissima striscia bianca di sabbia a granelli grossi attrezzata con lettini, ombrelloni, cabine per cambiarsi e doccia gratis. Kos è famosa per aver dato i natali a Ippocrate, padre e fondatore della medicina moderna, e difatti al centro della zona archeologica c'è un albero immenso che la leggenda vuole fosse lo stesso dove l'antico personaggio greco avesse dato i primi rudimenti ai suoi allievi insegnando la materia proprio ai piedi del gigantesco platano. In realtà i platani vivono fino a 200 anni quindi si tratta di un falso storico ma come si dice in gergo fa la sua "porca figura".
Percorriamo la provinciale che costeggia ora il mare ora l'interno e ci godiamo il tramonto che incendia di rosso le colline e gli isolotti che vediamo lungo la costa. Arrivati a Mastichari (che noi soprannomineremo per facilità in altro modo facilmente intuibile) cerchiamo l'alloggio che la lonely consigliava ma non troviamo la proprietaria dell'albergo cosi chiedendo e domandando ci rechiamo ad un agenzia dove il gestore parla un buon italiano e ci da 3 miniappartamenti al prezzo di 35 euro a notte. Ci sistemiamo e scendiamo sul porto per cenare, dove un cameriere alto biondo attira gli sguardi delle nostre donne e ci pappiamo una bella orata e altri piatti a base di pesce spendendo piu' o meno i soliti 40 euro a coppia. Dopo una bevuta e due chiacchiere in un bar del centro, che finalmente offre musica moderna e occidentale e non la litania del sirtaki, ce ne andiamo a nanna avendo stabilito il percorso da fare l'indomani. Al mattino dopo aver fatto un ottima e abbondante colazione in un bar ai piedi della spiaggia partiamo per esplorare l'isola e le sue famose spiagge di fine sabbia bianca. Percorriamo strade panoramiche con viste stupende e ci inoltriamo su sterrati facili per qualche foto con le moto.

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Una volta identificata la spiaggia che ci piace, decidiamo di fermarci nella località di KAMARI e mentre gli altri corrono a prendere posto sulla lingua di spiaggia deserta io mi reco in un piccolo alimentari e acquisto acqua, un anguria e altra frutta per la miseria di 5 euro e torno dagli altri sicuro di far felice Marianna con la scelta del cocomero. Matteo inizia a raccontare barzellette e la sua mimica è cosi efficace che per il resto della vacanza rideremo continuamente al ricordo delle sue espressioni. Passiamo la giornata facendo tuffi e bagni nel mare cristallino e leggendo la lonely per trovare un ristorante a KOS per la cena. Siamo sazi di frutta ma dal ristorantino alle nostre spalle si spande un invitante odore di pesce alla griglia che immediatamente fa rammaricare me e Zeno per aver optato di pranzare con la frutta. Il rammarico diventa cocente quando per mera curiosità entriamo nel ristorante per bere un espresso (acqua nera) e leggiamo il menu' e sopratutto i prezzi.... una miseria vera per le pietanze a base di pesce, totani o polpi .... nemmeno 10 euro al kilo per le orate e 6 o 7 euro per il resto e guardando le porzioni degli avventori presenti veniamo colti dalla disperazione che in Zeno peggiora a dismisura quando vede passare un piatto di sarde alla griglia( 5,50 euro) delle quali lui è particolarmente ghiotto. Alle 16.00 ce ne torniamo agli appartamenti e dopo un riposino ripartiamo per visitare il centro storico di KOS. Parcheggiamo le moto davanti alla locale stazione di polizia e immediatamente troviamo il famoso albero che si presenta maestoso, circondato da un cancello e con un cartello che prega di non oltrepassarlo, puntualmente ignorato dai turisti di qualunque nazionalità che pur di fare la foto calpestano e ignorano il monumento provocando la mia incazzatura. Davanti all'albero nel periodo turco è stata costruita una bella fontana sormontata da una volta circolare che fungeva da lavatoio della moschea. Anche il palazzo veneziano, posto di fronte alla fontana, ha nella sua architettura evidenti segni di rifacimento ottomano e, con il suo minareto, impreziosisce il tutto con un tocco esotico. Peccato che pero' sia il palazzo sia l'albero con la fontana siano in uno stato di decadimento avanzato; a quanto vediamo le autorità locali sono piu' interessate all'affluenza dei giovani turisti che al mantenimento della loro storia. Anche il parco archeologico mi delude nonostante le belle colonne che si vedono e i segni del decumano romano siano ben evidenti; purtroppo il tutto è ricoperto da una folta macchia di erbacce e in uno stato di totale abbandono. Mi chiedo come mai dato che la Grecia non è un paese ricco di materie prime e che la sua prima industria è proprio il turismo, ma evidentemente la crisi non permette di migliorare queste bellezze.
Percorriamo il centro stracolmo di turisti che si accalcano lungo le vie principali con il solito accompagnamento dei mille localetti di souvenir e ristoranti. Anche qui la prevalenza dei turisti è formato dai giovani sotto i 25 anni attirati dai prezzi e dal costo della vita meno dispendiosa rispetto alla più famosa Mykonos. Mangiamo in un ristorante stupendo, ELIA, serviti da gran signori, assaggiando polpette di zucca e salse a base di melanzane, di aglio e patate, di ceci, piatti di carne speziata e di insalate di polpo sempre spendendo meno di 40 euro a coppia. Finita la cena scendiamo nei vicoli strapieni di gente e arriviamo in una bella piazza dove ballerini in costume tradizionale eseguono danze folkloristiche.

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Proseguiamo la visita godendoci gli sprazzi delle mura e dei portali illuminati. Alle 23.00 rientriamo a Mastichari godendoci il tepore della sera in sella alle moto; prima di andare a nanna ci fermiamo al bar della sera precedente concedendoci il bicchiere della staffa e accompagnati dalla musica anni 70/80 che esce dalle casse ad un volume che non spacca i timpani. Al mattino ci alziamo con molta calma senza orari precisi dato che dobbiamo solo aspettare le ore 20.00 serali per imbarcarci verso Santorini. Siamo straniti dal fatto che nonostante siano isole supervisitate gli orari dei traghetti siano pochi e assurdi. Logico ci sono gli aliscafi ma non tutti permettono di salire con la moto e quindi dobbiamo adattarci. Facciamo colazione al solito bar sulla spiaggia e prendiamo lettini e ombrelloni rilassandoci in riva al mare parlando e chiacchierando su cosa ci aspetta a Santorini e la sua famosa caldera. Disquisendo seduto in riva al mare, mi azzardo a dire che finora sono stato benissimo e che nel contesto dei giorni che mancano alla fine della vacanza, avrei optato per qualche giorno in piu' a Creta o a Rodi e che considerando che Mykonos è famosa solo per la sua vita notturna, della quale a me non frega nulla, avrei scelto di restare qualche altro giorno a KOS o di finire i giorni restanti a Santorini. Considero anche quanto ci dice la signora inglese che vive da 20 anni a Kos e che lavora nel ristorante: Mykonos ha un tenore di vita altissimo rispetto alle altre isole e la cosa, pur non essendo l'avaro di Molier, mi da mooolto fastidio. Naturalmente non vengo preso minimamente in considerazione cosi mi rassegno a finire i giorni di ferie nell'isola della trasgressione sperando in cuor mio che almeno possa trovarvi spiagge all'altezza delle altre visitate finora.
A pranzo torniamo al piccolo bar/ristorante (el greco) e decidiamo tra un piatto di sarde e uno di polpo di visitare il paese di ZIA posto in cima ad una collina e dalla quale si dice ci sia una vista fantastica. Peccato che la guida non dica che arrivati in paese la strada assume una pendenza cosi elevata che le moto faticano a non impennare appena si da un po' di gas dopo le strettissime curve a gomito. Sulle quali rischiamo di cadere ,da fermi, piu' volte. Comunque la vista è notevole e dopo aver saziato gli occhi ce ne andiamo a Kos per fare una passeggiata e attendere il traghetto. Mentre siamo seduti ad un bar ammirando le superimbarcazioni presenti (io preferisco quelle a vela, Matteo quelle a motore) approfittiamo del WIFI presente e ci colleghiamo a internet per trovare una sistemazione a Santorini e scegliamo gli appartamenti da ANNA che si trovano sulla parte esterna della caldera e vicino all'aeroporto. Telefoniamo e prendiamo accordi affinchè ci vengano a prendere al porto dato che arriveremo a notte inoltrata. Finalmente il traghetto arriva, saliamo e ci godiamo il viaggio dal tramonto alla notte fino all'arrivo nella famosa ciclade dove arriviamo all'una di notte.
........... continua..............
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Vecchio 08-08-2011, 09:21   #43
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Ciao Piero,
ci siamo trasferiti al sud, proprio ieri raccontavamo tutto questo agli amici! Un abbraccione e ci vediamo presto!
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Vecchio 08-08-2011, 09:30   #44
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Nel giro che abbiamo fatto in "solitaria" all'Interno di rodi si è dimostrato interessante sia per la qualità delle strade sia per l'estraneità che ha verso il turismo. Infatti il contrasto è molto forte tra la costa e l'entroterra montano, ma questo non cancella il fascino del "cuore" dell'isola. Anzi abbiamo sempre avuto buona accoglienza.

Meritevole è il piccolo monastero di thari.
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Vecchio 08-08-2011, 09:36   #45
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Effettivamente il Piero ed io ne abbiamo discusso molto in loco. Probabilmente Masticari è il miglior compromesso per un probabile trasferimento di un'attività o di un domicilio. E' un ottimo compromesso tra tranquillità ma offerta di ristoranti, baretti, spiaggia, collegamenti. Ovviamente ci manca il test vero: settimane centrali di agosto...
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Vecchio 08-08-2011, 14:20   #46
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SANTORINI

Si dice che Santorini goda del tramonto più lungo e più bello di tutto il mediterraneo e del nord europa.... non posso che confermare quanto si dice avendo ammirato la conformazione dell'isola e il fenomeno naturale che offre.
Sbarchiamo dal traghetto all'01.00 di notte; la luce viva e argentea della luna piena e quella artificiale dei centri abitati ci danno un idea della forma dell'isola, forma ormai famosa causata dall'eruzione vulcanica avvenuta nel pieno splendore della civiltà minoica, nel 1627 A.C..

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Deve il suo attuale nome ai veneziani che la chiamarono cosi in onore di Sant'Irene mentre per i greci il suo nome è THERA. L'eruzione fece sprofodare negli abissi mediterranei la fossa magmatica del vulcano con il risultato che il mare si riversò all'interno e il contatto fra magma e acqua provocò ulteriori esplosioni che dettero poi origine alla forma attuale dell'isola...Troviamo il nostro accompagnatore e lo seguiamo con le moto fino al complesso di piccoli appartamenti situati nei pressi dell'aeroporto. Anche se è notte restiamo allibiti per la sistemazione, formata da un insieme di armoniche costruzioni circondate da bei giardini e dotata di piscina. Purtroppo ha posto solo per una notte ma si occuperà di trovarci un alloggio per i prossimi giorni. La camera ci costa 33 euro a coppia e mi metto a ridere pensando che sulla riviera toscana a quel prezzo non troverei nemmeno un ostello.

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Al mattino ci svegliamo e prendiamo le moto per andare a fare colazione restando allibiti dai pochi bar aperti che chiedono 5 euro per una brioches e altrettanti per un caffè mentre un cappuccino costa la bellezza di 7 euro. Inviperiti per l'assurda pretesa ci dirigiamo ad un alimentari dove acquistiamo yogurt, latte e frutta e ce ne torniamo a casa a far colazione nel piccolo giardino posto davanti il nostro alloggio. Fatto cio' la moglie del gestore ci accompagna alla nuova sistemazione posta ad appena 200 metri dalla sua composta da nuovissimi appartamenti a pochi metri dal mare e dotati di ogni comfort dove spendiamo 40 euro.

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Una volta sistemati i bagagli scendiamo con le moto sul porto e ci rechiamo alla biglietteria per prenotare i posti che ci porteranno a Mykonos e restiamo di sasso quando l' agenzia ci comunica che il collegamento avviene solo una volta alla settimana ( l'indomani) oppure il giornaliero non prevede l'imbarco delle moto. Allibiti e incavolati neri ci riuniamo per decidere cosa fare... praticamente abbiamo solo la giornata odierna per visitare l'isola quando invece la nostra intenzioe era di fermarci almeno 3 giorni e lasciare gli ultimi due per Mykonos. La tensione sale vistosamente perchè matteo vorrebbe andare a Mykonos mentre marianna vorrebbe restare piu' tempo a Santorini e qualche gesto e parola causata dal nervosismo rischia di rovinare l'armonia del gruppo. Alla fine ci arrendiamo non trovando altre soluzioni e prenotiamo il traghetto alle 08.00 dell'indomani. Abbastanza incazzati andiamo a visitare l'isola percorrendo come al solito belle strade e ammirando i meravigliosi panorami che ci si presentano davanti e ci fermiamo al piccolissimo porto di OIA situato proprio ai piedi della cittadina che si trova a circa 200 metri piu' in alto. Lo spettacolo è fantastico perchè qui si riesce a vedere realmente l'effetto dell'esplosione vulcanica in quanto il mare non ha praticamente un fondale ma passa immediatamente a 300 metri di profondita per cui fare i tuffi dal molo equivale a trovarsi con una barca nel belmezzo del mare aperto e farci il bagno.

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Grazie alla spettacolarità del posto finalmente anche Marianna ( inviperita a tal punto che omero l'avrebbe posta come sorella di MEDUSA )sorride e si rilassa guardando me Zeno e Matteo fare gli adolescenti in mare. Riprendiamo le moto e decidiamo di andare a trovare un posticino per mangiare e dopo recarci alla famosa spiaggia "rossa".

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Attraversiamo OIA e ci dirigiamo dalla parte opposta costeggiando la " caldera", cioè la parte interna dell'isola, giungendo ad un punto panoramico dove ci fermiamo a mangiare e a spendere una cifra simile alle altre ma senza il giusto rapporto nella quantità. In pratica spendiamo tanto e non mangiamo un ca....volo. Scattate le foto di rito al panorama ci prepariamo a dirigerci verso la spiaggia rossa quando Zeno cade non appena inserita la marcia a causa di un piccolo cinesino di cemento che non era segnalato e che si confondeva perfettamente con la ghiaia sulla quale era poggiato. L'improvviso " salto" della ruota anteriore lo coglie impreparato con il risultato che la sua ADV si appoggia di lato sulla ghiaia e l'aria si riempie di moccoli veronesi e i " minkia Zeno calmati miiiiiiiiiiiiii" siciliani di Marianna.

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Dopo aver constatato che nessun danno ha scalfito la moto e dopo aver scaraventato il cinesino lontano spaccandolo in due pezzi ripartiamo per farci il bagno alla famosa spiaggia.

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Si arriva alla stessa percorrendo un centinaio di metri di sentiero fra le rocce e gli scogli e il mare ha un insolito colore dato dal fondale roccioso misto a sabbia che contiene considerevoli quantità di lava e di ferro e che donano appunto la tonalità di colore per la quale la spiaggia è famosa. A dire la verità seppur limpida la spiaggia non mi ha entusiasmato avendone viste di paradisiache ma ammetto che comunque vale la pena farci un salto. Nel tardo pomeriggio ritorniamo al nostro splendido appartamento e dopo qualche ora di riposo partiamo per ammirare il famoso "sunset" a OIA. Il centro del piccolo paese non ha un buco libero per il parcheggio e siamo fortunati ad avere le moto altrimenti avremmo dovuto parcheggiare a kilometri di distanza. Finalmente ai nostri occhi si apre la suggestiva visione delle famose case bianche arroccate sulla roccia e arrivano fino a lambire il mare con i caratteristici tetti blu che le distinguono.... in realtà nessuna delle abitazioni è ad uso civile ma sono ormai tutte location di residence o alberghi che a prezzi degni del Principato di Monaco offrono camere e servizi extralusso.

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Percorriamo la stretta ma lunghissima via che porta alla punta estrema del capo dove, e non esagero, centinaia e centinaia di turisti si affollano per gustare il tramonto. Detto cosi sembra voglia farvi desistere dall'andare a vederlo ma vi assicuro che ne vale la pena proprio perché è caratteristico l’agglomerato umano sui tetti, sulle viuzze e in ogni possibile buco. Al di la' del sole che incendia tutto la visione dell'insieme è surreale.... bellissime casette bianche con gli infissi colorati accompagnano il turista verso i punti panoramici alternandosi a vecchi mulini a vento e piccole terrazze che ti fanno desiderare di restare li per sempre...l'unico percorso si avvita, si stringe, si allarga, si contorce fra le mura dele case e dei giardini ed il mare sotto di noi è di un blu cupo e profondo a causa della luce che sta svanendo ed è costellato da decine di imbarcazioni a vela, alcuni veri e propri velieri, colmi di persone che ammirano il fenomeno.

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Accade una cosa strana ma bellissima; mentre l'ultimo spicchio di sole sta scomparendo sotto l'orizzzonte, tutte le voci si chetano e tutti restano in silenzio, come se qualcuno con un cenno avesse ipnotizzato tutti noi e avesse intimato il silenzio....perfino gli uccelli che svolazzano tra i ristoranti per rubare qualche briciola smettono di cinguettare e si percepisce che l'aria è immobile e ferma. Non appena il sole sparisce sotto il mare si alza un vento forte e teso ( gli abitanti dicono sia un effetto naturale)e un applauso e un WOW collettivo si alza dalle voci di ogni turista che ha ammirato lo spettacolo.

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E' talmente suggestivo che molte coppie si baciano e sorridono per aver ricevuto in dono dalla natura quel momento cosi romantico.... ma e dico MA .... non fatevi prendere dall'entusiasmo.. come accade in tute le isole visitate la percentuale di GNOCCA è elevatissima .... e che gnocca.... quindi se qualche amico centauro volesse riallacciare i rapporti con la compagna non scelga questa meta ma magari un bel villaggio di fango ai piedi del KILIMANGIARO o in un parco safari dove...se la riappacificazione non avviene, si puo' sempre dare una spintarella alla dolce metà mentre i leoni ci sfilano intorno. Se invece siete legatissimi andate pure a Santorini (continuo a sconsigliare Mykonos)

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Torniamo con il buio che avanza lungo la strada che ci porta alle moto scattando foto alle case bianche, stavolta illuminate da decine di fari gialli che ne valorizzano forma e posizione, dopo di che inforcate le mukke scendiamo alla città di Santorini per mangiare. Seguendo nuovamente i consigli della planet, ci rechiamo al ristorante NIKOLAS dove finalmente, torniamo a mangiar bene, abbondante e spendendo 35 euro a coppia. Fatto il consueto giro per la città, stracolma di giovani e di locali adatti a loro, torniamo ai nostri appartamenti con il cuore in gola per dover lasciare l'isola dopo appena 24 ore. Spegniamo tutte le luci e io e Silvia ci mettiamo sul lungo balcone dell'appartamento, che intelligentemente è per metà coperto mentre l'altra metà da la possibilità di prenderci il sole, godendo della luna che si specchia sul mare con la sua striscia d'argento e ammirando la visione nel silenzio piu' assoluto, inebriati dall'odore del sale e dagli aromi che la macchia mediterranea sparge ovunque. Maledicendo le compagnie dei traghetti greci andiamo a letto spalancando ogni finestra per non perdere nemmeno una molecola di quei profumi e ripromettendoci di tornarci( magari in aereo) per riassaporare le stesse emozioni.
.......... continua.........
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Vecchio 09-08-2011, 11:05   #47
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che gran bei ricordi!! Il buon Nikolas e la crema di melanzane! spettacolare!
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Vecchio 09-08-2011, 20:05   #48
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Vecchio 11-08-2011, 07:26   #49
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Partiamo dall'isola alle 8 del mattino dove al porto incontriamo il primo mototurista della vacanza; ha una vecchia SUPER TENERE' 750, è lombardo ha più o meno la mia età e si fa accompagnare da una francesina tutta curve e nasino che ha meno anni della moto. Il traghetto che prendiamo ha le stesse funzioni di un treno locale, si ferma ad ogni isola e la cosa non sarebbe nemmeno disdicevole se si potesse stare sul ponte a godersi il panorama ma questa nave è come una grande bottiglia... ha due bei ponti sovrapposti con poltrone tipo jumbo jet con grandi finestroni laterali per permettere di godersi il panorama, ma non ha l'accesso al ponte esterno tranne che nei pochi minuti delle operazioni di sbarco/imbarco. E' stracolma di giovani e giovanissimi tutti entusiasti di arrivare nell'isola regina del divertimento. Ci " puppiamo" cosi le 9 ore di traversata con un nervosismo crescente per dover perdere un intera giornata di vacanze e Marianna manifesta apertamente il suo malessere imprecando i suoi " minkia,che minkiata, ma che minkia di stronzata" e cosi via fino ad arrivare a prendersela con il povero Zeno che non ha nessuna colpa. Arriviamo a Mykonos alle 16 e 45 e come gia’ successo a Santorini, molti dei locali ci avvicinano per offrirci un alloggio. Zeno contratta con una signora il prezzo di 20 euro a testa per la camera e saliti in sella la seguiamo fino ad arrivare ad un piccolo complesso a pochi km dal centro città. L'isola è molto brulla e praticamente non esiste vegetazione se non la macchia mediterranea. Scaricati i bagagli io, Zeno e le zavorrine decidiamo di trovare una spiaggia vicina per fare un bagno, mentre Matteo e Agnese scendono in città per noleggiare un QUAD dato che lui non si fida di parcheggiare la moto in centro. Prendiamo la strada costiera che si allontana dalla città e dall'alto vediamo un’ampia baia con un mare bellissmo e decidiamo di provare a scendere e percorrere la piccola strada sterrata che arriva fino al bagnasciuga. Dall'alto la vista ci era parsa fantastica ma una volta arrivati a lambire la spiaggia, restiamo sconcertati dalla quantità di plastica e di rifiuti che riempiono il litorale. L'acqua è cristallina ma stracolma di buste di plastica che galleggiano o sono sul fondale e grazie alla maschera vedo che lo stesso è stato utilizzato come discarica dai bagnanti. Ci fermiamo il tempo necessario per rinfrescarci dopodichè, molto delusi, ce ne andiamo ad un supermercato a comperare qualcosa per la colazione dell'indomani.

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Scendiamo al centro di Mykonos per cenare e visitare la cittadina parcheggiando le moto lungo una strada laterale in mezzo ad un via vai di ragazzi che con i loro motorini e quad imperversano dappertutto. Matteo e Agnese hanno preferito restare da soli cosi noi quattro ci visitiamo la città mentre cerchiamo un ristorante che non ci spelli vivi. I prezzi sono alti rispetto al resto delle isole visitate e alla fine optiamo per un ristorante molto carino situato in una piazza centrale che presenta un' ampia scelta di portate. Dopo aver cenato ci concediamo una passeggiata lungo il porto sovraffollato di locali di ogni genere e con bellissime ragazze vestite molto succintamente che fanno da P.R. e tra uno sguardo e l'altro io e Zeno decidiamo che l'indomani mattina andremo al mercato del pesce per comprarci la cena e farci una grigliata. Mentre rientriamo ai nostri appartamenti, nel buio assoluto della strada che lascia il centro città, per poco non ci scontriamo con un quad spinto da una ragazza e ci rendiamo conto subito dopo che sono Matteo e Agnese che, rimasti a secco per un malfunzionamento dell'indicatore della benzina, cercano di rientrare agli alloggi. Li scortiamo fino ad un distributore dove scopriamo che quest'ultimo non ha la funzione self service (analogamente gli altri dell'isola) e cosi adottiamo il vecchio sistema di estrarre la pompa, inserirla nel serbatoio e saltando sul tubo posato a terra, aspiriamo quel po' di benzina sufficiente a rimettere in moto il quad. Dopo aver preso in giro Matteo e esserci fatti 4 risate ce ne andiamo a nanna.

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Al mattino come previsto io e Zeno scendiamo al porto dove scattiamo le foto di rito al famoso pellicano ormai simbolo di Mykonos

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e compriamo una cernia di due kg poi torniamo dalle ragazze e ci dedichiamo alla ricerca di una spiaggia migliore di quella visitata il giorno dell'arrivo.

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Dopo circa una 15ina di km troviamo le indicazioni per una baia sperduta fra le insenature che dalle colline scendono fino al mare e decidiamo di fermarci. La spiaggia si chiama LIA e abbiamo un colpo di fortuna incredibile dato che la piccola baia è stupenda e l'acqua è la piu' limpida mai trovata.

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Come molte spiagge di Mykonos vi sono bagnanti che variano dalle coppie gay, ai nudisti, dalle famiglie del posto, a chi come noi non ha scelto la vita notturna ma si vuol godere il mare. Ci mettiamo in un angolo impadronendoci di un gruppo di scogli che madre natura sembra aver creato apposta per prendere il sole seduti come in poltrona per stare a bagnomaria. Verso le 12 con Zeno prendiamo le moto e mentre le nostre compagne si godono il sole e chiacchierano, ce ne andiamo a vedere altre baie e a cercare Matteo e zavorrina che dovrebbero trovarsi in una delle spiagge vicine. Non li troviamo ma in compenso percorriamo 22 km di stradine strette e tortuose che si inerpicano in saliscendi bellissimi fra minuscole casette e ville bellissime ( ma vuote) e piccole chiese dai tetti multicolori. Tornati dalle ragazze ci godiamo il pomeriggio facendo il bagno e decidendo se l'indomani tornare ad impossessarci del solito scoglio o visitare altre spiagge. Alle 17.00 andiamo a visitare la famosa Paradise Beach e come gia’ detto in apertura del mio racconto restiamo un po' perplessi e un po' invidiosi da quanto lo spettacolo della fauna giovanile offre. Dopodiché torniamo verso casa dove preparo la grigliata

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e ci godiamo il pescione con contorno di peperoni pomodori e melanzane anch'esse grigliate.
Dopo cena scendiamo in paese dove notiamo che al porto sono arrivate numerose navi da crociera gigantesche che sono alla fonda e piccole imbarcazioni fanno da spola per sbarcare i turisti. Devo ammettere che al di la’ del carovita l'isola è cmq bella e il paese è molto carino e curato; soprattutto al mattino, quando tutti dormono, è possibile visitarlo senza anima viva e godere degli scorci colorati, vicoli intricati dove fanno bella mostra porte, finestre e fioriere. Concludiamo la serata passando per il famoso locale per gay di PIERRO'S per il quale l'isola è salita alla ribalta delle cronache negli anni '70 e poi a nanna. Il mattino dopo ricompriamo il pesce, stavolta un’orata da porzione a testa, e ci dirigiamo verso le famose spiagge di FOKOS e MIRSINI che pero' non ci riempiono gli occhi quanto quella di LIA. Cosi decidiamo di tornare ai nostri scogli e passare l'ultima giornata di mare nelle isole. La spiaggia, cosi come il giorno prima, è deserta e ci rilassiamo prendendo il sole e entrando ed uscendo continuamente dall'acqua per l'altissima temperatura. A pranzo ci rechiamo a piedi in un ristorantino posto cento metri prima della baia dove, all'ombra di viti e glicini, ci gustiamo degli antipasti e le immancabili sarde di cui io e Zeno siamo ghiotti. Sulla strada di ritorno passiamo dalla spiaggia visitata il giorno dell'arrivo scoprendo con immenso piacere che è stata completamente ripulita dall'immondezzaio che avevamo trovato. Ceniamo tutti e sei insieme, dopodiché Agnese e Matteo vanno a godersi la vita notturna. Noialtri restiamo a goderci la serata seduti nel piccolo spiazzo davanti agli appartamenti ammirando il cielo stellato che, grazie ad un improvviso black out su tutta l’isola, appare come un diadema luccicante.
Al mattino prepariamo i bagagli con molta calma, facciamo colazione e prima di partire vengo invitato dalla proprietaria degli alloggi a tornare come cuoco. Aveva infatti apprezzato le mie qualità di preparatore di griglia, ed era disposta ad offrirmi paga e alloggio per cucinare. Ci imbarchiamo alle 14.00 dopo aver pranzato in un minuscolo locale vicino al porto, gestito da un simpatico ragazzo cicciottello e da sua madre che sorride sempre anche se non capisce una sega di quello che diciamo. Spendiamo molto poco( strano per l'isola) e afflitti, passiamo il tempo della traversata parlando del piu' e del meno con la maliconica consapevolezza che la vacanza sono giunte ormai alla conclusione. Sbarchiamo al pireo e ci dirigiamo verso DELFI e precisamente ad un paesello sulla costa sito 17 km piu' in basso che corrisponde al nome di GALAXIDI
......... continua con l'ultima parte............
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Vecchio 11-08-2011, 07:51   #50
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GALAXIDI

La strada che conduce a Delfi è bella ma noi non ce la godiamo per il fortissimo vento che spira di lato e rende la guida difficoltosa. La temperatura nel periodo passato sulle isole è stata particolarmente calda, anche se quella veramente atroce l'abbiamo trovata a Rodi, ma le folate che ci investono adesso ci riportano a soffrire come nell'isola dei cavalieri. Il percorso è deserto, incontriamo pochissime auto e sono pochi anche i locali di ristoro o i distributori di benzina. Attraversiamo Delfi che è buio pesto e le uniche zone illuminate sono i piccoli paesi che troviamo prima e gli allevamenti ittici che troviamo lungo la costa. Arriviamo all'hotel scelto sulla guida, prendiamo le camere e senza nemmeno scaricare le moto e chiediamo dove poter cenare dato che stavamo morendo di fame. Il proprietario ci indica una taverna a 500 metri sulla strada e ci fiondiamo a mangiare. Il locale è gestito da una signora e dai suoi piccoli figlioli e serve esclusivamente carne (di agnello o di maiale entrambi del loro piccolo allevamento). Ordiniamo così delle insalate di pomodori e tre piatti di agnello alla griglia con le patatine fritte e ci rilassiamo sorseggiando bevande gelate in attesa delle portate che arrivano precedute da un profumo semplicemente delizioso. La carne è speziata e pepata al punto giusto ed è un piacere leccarsi le dita dopo aver letteralmente scarnificato ogni costoletta. Rientriamo in hotel e decidiamo che l'indomani mattina la giornata sarà libera e senza programmi mentre nel pomeriggio, ad un orario dove il caldo non ci uccide, andremo a visitare DELFI e la sua zona archeologica.

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Al mattino, dopo la colazione, ci rendiamo conto di quanto sia carino l'hotel dato che con il buio e per la stanchezza non avevamo avuto occasione di notare nessun particolare dell'edificio. Ha il tetto spiovente a tegole e sembra più un albergo delle nostre alpi che uno posto di fronte al mare. Sul retro ha una bella piscina servita di sedie, sdraio, ombrelloni e una copertura di canniccio. Appena usciti dal cancello della piscina il mare si trova a pochi passi di distanza. Di fianco all'hotel c'è una zona coperta da una struttura in legno che da ristoro e ombra dal sole cocente ed è fornito di una griglia gigantesca per gli ospiti che desiderano cucinare per conto proprio (viene servita solo la prima colazione e non i pasti). Io e silvia ce ne andiamo in piscina e ci rilassiamo sui lettini fino a che non veniamo raggiunti dagli altri. Marianna e Zeno (maniaco del: “prendiamo possesso del territorio”) sono stati nell’entroterra ad esplorare la zona montana: tornano soddisfatti e compiaciuti delle zone limitrofe. Facciamo conoscenza con un gruppo di signori rumeni, uno dei quali parla molto bene l'italiano avendo una ditta di importazione di alimentari e che ci invita a visitare la Romania e la Transilvania, lasciandoci indirizzo e mail con la promessa di darci aiuto e assistenza dato che anche lui è motociclista. Passiamo la mattinata come sempre, parlando di quanto piacevole fosse stata la vacanza e che meritava sicuramente un altra gita, magari optando per isole non visitate. Verso le 12.00 Matteo dice che ha fame e ci invita a scendere nel paese posto ad appena 2 km di distanza, ma per noi è ancora presto e gli chiediamo di aspettare ancora un’ora prima di andare. Matteo e Agnese non sentono ragioni e decidono di partire e noi 4 restiamo in piscina a cazzeggiare. Dopo circa mezzora, riparlando della cucina provata la sera dell'arrivo, un languorino si fa strada in maniera insistente e l'acquolina in bocca inizia a farmi riempire la gola di saliva copiosa. Cosi inizio a descrivere in maniera puntigliosa i sapori che avevo gustato a cena - dato che Silvia e Marianna non lo avevano assaggiato e Zeno è vegetariano - e lo faccio con cosi tanto fervore che dopo 10 minuti l'idea di mangiare insalate o frutta va a farsi benedire e decidiamo di andare nuovamente alla taverna a gustare le sue prelibatezze. Inforchiamo le mukke e restiamo delusi nel trovare il ristorante chiuso, cosi scendiamo in paese e percorriamo il piccolo rettilineo che finisce al porto. La litoranea portuale è costellata di ristoranti e bar, e ci mettiamo alla ricerca di qualcosa che visivamente ci attirasse o colpisse nella fantasia più di altri. Fermiamo le moto e Marianna avvista un locale in cui sono seduti, sotto un pergolato che da una piacevole ombra, solamente gente del posto... pensiamo che se si siedono loro il posto vale la pena di essere sperimentato ma arrivati alla soglia del pergolato ci rendiamo conto che è solo un bar e che l'insegna ci aveva tratti in inganno.

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Cosi decidiamo di farci la passeggiatina lungo tutto il piccolo porticciolo alla ricerca di un posto che ci piacesse quando, fatti appena dieci metri, la mia attenzione e quella di Marianna vengono attirate da due fattori: per Marianna la cura e la disposizione del ristorante e il menu molto ricco di portate, la mia invece dalla noncuranza al nostro passaggio del ristoratore.
A differenza di quanto successo in ogni isola o paese il signore che gestisce il ristorante non ci degna di uno sguardo...come se fosse arcisicuro che siamo NOI a perdere qualcosa se non ci sediamo e non lui a farsi scappare dei clienti fra i pochissimi turisti presenti in paese. E' seduto di fianco ad un tavolino appoggiato al muro e all'altro lato c'è un ragazzone con gli occhialoni che da l'idea di non avere tutti i venerdi... indossa una maglietta verde pisello con la scritta "... risparmia l'acqua, bevi birra..." e ha una pancia che sembra la copertura di un campo da tennis da quanto è tonda.

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Il viso mostra solo segni di una sicurezza ferrea e le sopraciglia foltissime incorniciano due occhi che sanno il fatto suo. Abituato da 30 anni di vita militare dove ricevo nuovi ragazzi e personale ogni due mesi, ho imparato a saper riconoscere le persone sicure di se’ dai fanfaroni, cosi facendo finta di leggere il menu' con Marianna le sussurro che a me il posto piace e lei di rimando mi dice piano in perfetto oxfordiano... "MInkia qui ci sono bei piatti.... fermiamoci..."
Ci sediamo e con calma il ragazzone si avvicina a noi iniziando a portare le posate e i tovaglioli e prendendo le ordinazioni delle bevande mentre il PANZONE resta seduto placidamente fino a che non vede che posiamo i menù e capisce che abbiamo deciso cosa prendere, quindi si alza e con la maglietta che gli copre appena la cintura dei pantaloni si avvicina al tavolo, prende una sedia e si siede accanto a noi e con un italiano quasi perfetto ci chiede cosa vogliamo. Ha una voce profonda e molto calma parla lentamente, ma non perchè ha difficoltà con la nostra lingua ma solo perchè appartiene alla schiera di quelle persone che nella vita hanno patito molti stenti e difficoltà e sono diventati saggi e pacifici. Affascinato dalla voce dell'omone prendiamo delle portate di pesce sperando che alla fine tutto non sia solo palcoscenico ma ci sia anche molta sostanza. Aspettiamo circa mezzora e quando vediamo che le portate non arrivano chiamiamo il ragazzo che si avvicina e sorridendo fa un gesto con la mano come per dire...calma. Il signore che corrisponde al nome di DINOS si avvicina e ripresa la sedia si accomoda acanto a noi e con una flemma invidiabile ci dice... "avete fretta?? la calma fa gustare meglio il cibo...io preparo tutto sul momento e non ho piatti gia pronti"... e inizia a spiegarci e a raccontare un po' della sua filosofia di vita e del paese di Galaxidi. Cosi scopriamo il piacere immenso di godere della sua compagnia, ascoltando la sua voce profonda e serena che racconta di suo figlio che fa la scuola alberghiera, che il paese è visitato solo dai diportisti che provengono da tutta europa con le loro barche a vela e si fermano li proprio per riposare, dato che per il resto non offre nulla, che la strada che collega la cittadina al resto della nazione è stata costruita solo nel ‘69 e che fino ad allora si accedeva solo via mare e che addirittura l'acqua potabile era stata portata solo nel ‘94. Non appena le portate di granchio, polpo, sarde e totani arrivano lui si alza e ci lascia mangiare in pace... mangiare.... mangiare è un eufemismo, una parola che non ha nessun valore se non si prova a sentire di persona quelle portate. Abbiamo sempre mangiato bene in Grecia ma al ristorante taverna da DINOS abbiamo assaggiato il cibo degli DEI dell'olimpo. Le papille gustative si aprivano ai sapori delle portate e le decine di erbette aromatiche usate nel condirle facevano risaltare i sapori deliziandoci in ogni millimetro del nostro corpo.. i profumi erano inebrianti e aprivano lo stomaco che non aspettava altro che ricevere quelle prelibatezze e pefino gli occhi si riempivano per l'armonia e la presentazione di piatti semplici ma curati e preparati con solerzia e passione. Mangiamo cosi bene e siamo cosi attirati dal modo di fare di Dinos che prenotiamo (anche se non c'era un solo turista: non volevamo correre rischi) il tavolo per la sera lasciando a lui e solo a lui la scelta di quale portata preparare e servirci. Torniamo in albergo e ci mettiamo a prendere il sole in piscina parlando solo ed esclusivamente di quanto avevamo mangiato e di chissà cosa ci preparasse per la cena. Sguazziamo in acqua fino alle 17 poi saliamo in sella e ce ne andiamo a Delfi.

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Con noi ci sono anche Matteo e Agnese che al contrario hanno mangiato malissimo in un ristorante in fondo al paese. Arrivati a Delfi sotto una canicola opprimente, scendiamo lungo lo scavo archeologico facendo foto e commentando la maestria dell' antico popolo per aver costruito una città cosi grande e arroccata sul lato di una montagna quando Agnese commenta che son solo "sassi" e che "visto uno scavo visti tutti" e decidono di andare a fare un giro per le splendide curve che la zona offre.

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Non giudico i gusti personali e ognuno ha i suoi interessi e priorità ...sono certo che per una ragazza cosi giovane fossero più attraenti le offerte di Mykonos ma ammetto di aver avuto un gesto di stizza nel sentir paragonare i "sassi", alle rovine magnifiche che avevamo davanti.

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Cosi ci dedichiamo alla visita degli scavi fino a che scende la sera e dopo esserci cambiati in albergo, torniamo fiduciosi e pieni di fame da Dinos. Troviamo la strada che costeggia il porto e le barche a vela ormeggiate, piena di gente e tutti i ristoranti hanno il loro bel numero di turisti spuntati da chissà dove e commentando la stranezza di quanto visto in mattinata ci sediamo al tavolo che Dinos ci aveva lasciato. Prendiamo dei piccoli antipasti e degustiamo la sua cucina fino a che non ci viene servita una spigola di oltre un kilo fatta al forno e guarnita di erbe aromatiche.

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La divoriamo in assoluto silenzio rotto solo dallo starnazzare di un papero che fa la guardia all'anatrocollo della sua covata che in mattinata era stato letteralmente ingoiato da un cane che passeggiava con la sua padrona e che aveva sputato di getto non appena una legnata data dalla stessa lo aveva colpito sulla schiena, facendomi ridere a crepapelle per la scena che ricordava molto i cartoni animati con silvestro e titti.

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Dinos si siede accanto a noi e continua a raccontarci storie della sua vita e del paese, rendendo piacevolissima la serata che si è fatta finalmente fresca e facendoci digerire la cena con un abbondante numero di bicchierini di acquavite fatta in casa e ouzo.

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Salutato Dinos con la promessa di uno scambio di mail e di parlare bene di lui una volta arrivati a casa, ci salutiamo come se fossimo stati amici da tempo immemorabile e ce ne torniamo in hotel a fare per l'ultima volta i bagagli per l'indomani, dove una volta attraversato il nuovo ponte di Patrasso ci imbarcheremo per tornare a casa. Al mattino percorriamo una strada costiera fra le più belle fatte in vita mia e arriviamo al famoso ponte armandoci di macchina fotografca e video per riprendere il nostro attraversamento e dopo aver sostato in una piazza centrale della città portuale per uno spuntino, ci imbarchiamo per il nostro ritorno.

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La traversata è tranquilla e una volta sbarcati ci fermiamo per i saluti in una piazzola sull'autostrada dove tra abbracci e promesse di rivederci quanto prima, ognuno di noi prende la sua direzione e va verso casa..... Pisa Verona e Bergamo. La vacanza è finita e con Silvia, nonostante gli interfono, facciamo l'autostrada senza dire una parola ognuno immerso nei propri pensieri.
This is the end
PS
se qualcuno volesse maggiori dettagli non deve far altro che scrivere a me o Zeno...è una vacanza che consiglio vivamente di fare e assaporare.
ciao a tutti
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