per mangiare cito da "Maccheronica"
TAVERNA CASTELLUCCIO
Via Dietro la Torre 8, Castelluccio - Norcia (Perugia)
tel. 0743.821158
Uno si trova a passare da Norcia un giorno in cui la religione gli proibisce di gustare le specialità per cui la cittadina è famosa nel mondo: le norcinerie, appunto. Poi vede un cartello stradale con scritto Castelluccio e si ricorda di aver letto da qualche parte che la lenticchiosa località è una frazioncina del comune di Norcia. Benissimo, la religione non proibisce i legumi mai, in nessun giorno dell’anno (s’intende qui la vera religione, mentre il pitagorismo ad esempio ce l’aveva chissà per quale motivo con le fave). Allora prende per Castelluccio, visto che si trova vicino gli sembra doveroso approfittarne. Vicino (ma se ne accorge dopo) non è la parola giusta. Castelluccio dista da Norcia trenta chilometri e non sono trenta chilometri qualunque. In mezzo ci sono due passi di tipo dolomitico (alla faccia dell’Umbria verde, morbida e collinare) con curve strette e strapiombi da paura, e neve (almeno sui bordi) per gran parte dell’anno. Per strada neanche un’anima viva, ma forse in piena estate le cose cambiano. Al ventesimo chilometro c’è un bellissimo rifugio in pietra che potrebbe trovarsi sul Pordoi e dopo un paio di curve una visione ulteriore, che mozza il fiato, ed è il Piano Grande. Sembra di essere in Tibet ma è uno stranissimo (al limite dell’inquietante) altopiano carsico dei monti Sibillini, sembra il fondo di un’immensa vasca prosciugata, come se fosse stata costruita dagli alieni cento milioni di anni fa, per far fare il bagno ai dinosauri. Castelluccio è alla fine del piano, sopra un’altura. Il paese sembra il set smontato di un western di montagna, tipo “I compari” di Altman con Warren Beatty e Julie Christie. Insomma un posto piuttosto straccione, con poche casupole alcune delle quali crollate, pecore ovunque, trattori, spalaneve, e nessun abbellimento turistico. La Taverna Castelluccio ha più del rifugio che del ristorante, non mancano televisione e quadri orrendi e omacci con camicie a quadretti che bevono coca-cola (non ci sono più gli omacci di una volta), ma le lenticchie sono da fine del mondo. Giustamente le mettono dappertutto: nella minestra, nella zuppa (con bruschetta), nel condimento delle chitarrine alla Vettore (insieme alla ricotta), come contorno delle salsicce in umido (annusate da lontano, per i sopracitati motivi). Il merito non è solo della materia prima, è chiaro che in cucina c’è qualcuno capace e che ci tiene: anche le frittate, i tortelloni e i dolci sono superiori al contesto. Per finire c’è il locale formaggio delle marcite e purtroppo anche un grana descritto in carta come “parmesan cheese”, per un turismo alla veneziana che quassù non arriverà mai (chi fa tanta strada cerca sapori peculiari).
per dormire chiedi a lui, ma non all'ultimo momento.
neve? la trovi ma non molta:
http://www.umbriameteo.com/webcam.php