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Vecchio 20-06-2017, 21:53   #26
Fagòt
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Urca addirittura? Grazie Paolo!

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Vecchio 21-06-2017, 01:21   #27
Fagòt
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4° giorno: Ar Rustaq – Jebel Shams 180 km

La panetteria\pasticceria che avevamo testato ieri sera è ancora chiusa, quindi niente brioche fresche. Scendiamo in paese e facciamo colazione di fronte al vecchio forte in un coffee utilizzato dai venditori di verdure che si apprestano ad aprire il mercato. Riempiamo i camel bag che oggi finalmente si va a mangiare un po’ di polvere.





Solo 15 km. di asfalto ci separano dall’inizio del Wadi Bani Awf, uno degli innumerevoli wadi che spaccano la catena dei Monti Hajar e che, una volta terminata la stagione delle piogge, vengono utilizzati come strade. Lungo il corso principale altre piccole fenditure lasciano intravedere panorami pittoreschi e così la prima sosta è al Little Snake Canyon. Il diametro delle rocce lascia intendere la forza che questi wadi e le acque trasportate possono sprigionare, oltre questo limite tocca andare a piedi.





Prima di attaccare lo Snake Canyon un’altra piccola deviazione ci porta in una spaccatura da cui parte un percorso da trekking e vista l’entrata verrebbe voglia di avere un piccolo 2T per avventurarci ancora più all’interno.

Video Wadi Bani Awf





Torniamo sulla pista principale e in un attimo siamo sullo Snake: un saliscendi a mezza costa nella roccia che termina al bivio per il villaggio incantato di Bilad Sayt.

Video Snake Canyon





Dopo una sigaretta in contemplazione dello scenario che si apre davanti a noi, prendiamo la deviazione ed entriamo nella piccola oasi di montagna, girovagando a piedi tra il dedalo di viuzze, le palme e gli Aflaj, piccoli canali che le alimentano con le acque dei torrenti più alti.







Il sole picchia già forte, ma complice l’altezza per ora il caldo non si fa sentire e smaniosi di riprendere la traccia che avevo preparato torniamo al bivio per scendere fino ad Hatt, altro piccolo villaggio incastonato tra le rocce…

Video Bilad Hatt

…solo un attimo di sosta perché davanti a me vedo l’ultima salita che porta al passo Sharfat da cui potremo godere della vista di Niwza, la vecchia capitale omanita. Butto la prima e senza saperlo inizio a percorre uno dei tratti in fuoristrada più belli che abbia mai percorso, con infiniti squarci d’azzurro a contorno di una pista tutta frizione in mano, prima seconda terza e le braccia ad urlare pietà nel tentativo di restare attaccate al manubrio. 8 minuti di amplesso tra me e Fotty.

Video Hatt Passo Sharfat







Non paghi del tratto appena terminato una volta giunti al passo dove ricomincia l’asfalto prendiamo un sentiero per capre che dopo 800 mt circa porta a delle antenne da cui possiamo ammirare le aspre montagne verso Ar Rustaq e i dolci declini che scendono verso sud ovest e la vecchia capitale.







In teoria avevo calcolato di raggiungere Niwza per il tardo pomeriggio e trascorrere lì la notte, ma a quanto pare ci stiamo dando un pochino troppo di gas per cui cambiamo programma e andiamo a prendere la traccia del giorno seguente. Le ampie curve e l’asfalto perfetto ci fanno scendere velocemente fino al villaggio di Al Hamra dove la Old Town in fango resiste al tempo e all’abbandono dei suoi abitanti che preferiscono stare ora nel fresco della palmeraie.











Dove esserci lustrati gli occhi con tutti questi colori, risaliamo la strada a mezza costa per immergerci nell’oasi di montagna di Misfah e dissetarci in una delle innumerevoli fontane dislocate lungo le scalette che scendono dalle case agli orti.
Di fame neanche l’ombra, ci basta un caffè e qualche dattero in una guesthouse a metà percorso e, visto che incontriamo due giovani italiani cogliamo l’occasione per farci fare una foto: due vecchie zie al coffee break.









E’ solo il primo pomeriggio e tanto vale allora portare a termine la tappa, visto che oltretutto il Wadi Ghul si trova a pochi km di distanza. Il wadi si inoltra in quello che i locali chiamano il “Gran Canyon d’Arabia”, una spaccatura lunga quasi 10 km ed alta oltre mille metri che si estende proprio sotto il Jebel Shams, la vetta che con i suoi 3009 mt. è la più alta dell’Oman.

Presa l’entrata dal villaggio di Ghul procediamo fino quasi a metà del percorso: oltre è impossibile andare visto che il grosso caterpillar non ha ancora terminato di ripristinare il fondo dopo le abbondanti piogge invernali.











Video Wadi Ghul

Ok, tocca passare dall’alto allora e così facciamo il giro riprendendo a salire. Giunti al bivio dove inizia la sterrata proviamo la salita che porta all’osservatorio astronomico proprio sulla vetta ma i militari ci impediscono di proseguire e quindi non resta che riprendere la principale che porta sul bordo a precipizio del Canyon.









Un rapido giretto poco più avanti dove, vicino ad un gruppo di case, parte un sentiero da trekking che tagliando nella roccia porta fino ad una terrazza panoramica. Lasciamo perdere la camminata e ci infiliamo nel resort campeggio a fianco del canyon con vista sul Jebel Shams e alla debole luce del tramonto montiamo le tende.

Giornata da incorniciare.



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Vecchio 22-06-2017, 11:21   #28
asderloller
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fagot ci fai sempre sognare
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Vecchio 22-06-2017, 13:40   #29
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Vediamo se stasera riesco anche a farvi sudare come noi.
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Vecchio 22-06-2017, 16:10   #30
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bella.........
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Sono dei tempi delle camere d'aria per legare qualcosa.Quelli Dell'Ubalda
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Vecchio 22-06-2017, 21:48   #31
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Nell'attesa metto un paio di foto
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Vecchio 22-06-2017, 21:54   #32
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Homo Brexiano...

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Vecchio 22-06-2017, 22:26   #33
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Era ora... scavabuche orobico.
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Vecchio 22-06-2017, 22:38   #34
paradisosal
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Non divagare... ☺️

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Vecchio 22-06-2017, 22:40   #35
robi_pal
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Casomai scavabuche valtrumplino......
Dai con sto ditina piene di pittura vedi di pigiare un po' più velocemente sulla tastiera che sono curioso di leggere il resto.
Ho visto i video del Wahiba su youtube davvero mi hai portato lì ?
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Vecchio 22-06-2017, 22:45   #36
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5° giorno: Jebel Shams – Wahiba Sands 325 km.

Ieri sera mentre stavamo montando le tende è arrivato un gruppo di turisti tedeschi a bordo di alcuni bianco immacolati Toy da 7 posti, perciò prima che si scateni l’orda di pensionati teutonici a caccia di proteine per iniziare la giornata, ci infiliamo nel buffet e facciamo razzia. Italia 1 – Germania 0, come al solito.
In realtà c’erano anche due motociclisti austriaci che hanno noleggiato dei Ktm ADV a Muscat, ma essendo fratelli di passione abbiamo rinunciato al singolar tenzone nei loro confronti: di fatto essendo già austriaci e dotati per di più di una stufa tra le gambe, non volevamo metterci il carico da undici. Che girare con questo caldo su una piastra rovente è già una sofferenza bastevole.

L’umidità della notte si presenta alta nel cielo a velare il sole. Poco male scendiamo velocemente dalla montagna e prendiamo la statale che in poco più di un’ora ci porta a Niwza.





Parcheggiamo fuori dalla cinta muraria e ci avviamo per una visita al forte della città, dal cui gigantesco bastione circolare alto 40 mt. si domina l’oasi intera a ridosso delle montagne.













Facciamo anche un giro nel suq interno che, malgrado la struttura si presenti esternamente restaurata e ben tenuta, rileva al suo interno solo un grosso mercato di frutta e verdura e qualche piccolo negozietto di artigianato locale. In teoria la lavorazione dell’argento e dei pugnali tipici omaniti avrebbe dovuto far bella mostra di sé, ma di fatto si trova poco o nulla. Forse i bottegai sono ancora a dormire e il meglio sarà visibile con il calar del sole.

Riprendiamo quindi le moto nella speranza che l’aria in movimento ci eviti di liquefarci completamente in questa bolla di calore. Destinazione Ghabbi e il suo distributore.



Video Verso Ghabbi

E’ il primo pomeriggio quando ci arriviamo dopo aver percorso circa 200 km. A metà strada una sosta è stata d’obbligo per trovare un po’ di roba fresca da bere, poi visto che c’eravamo ci abbiamo appoggiato sopra del riso con carne speziata. L’aria condizionata del locale lurido, gestito ovviamente da Expat pakistani, al crocevia tra la 27 e la 28 era troppo seducente per andarsene finita la bibita.

Facciamo il pieno di benzina, acqua e qualche genere di conforto da accompagnare alle nostrane buste liofilizzate di pasta portate da casa. Di paletta e secchiello nessun segno. Pazienza, in qualche modo troveremo soluzione per metterci a giocare.

Azzero il contachilometri della Fotty e metto la traccia: da qui al prossimo asfalto son 220 km. e in mezzo solo sabbia. Una guida con Toy si avvicina e chiede se vogliamo assistenza: le piste sono 3, due che conducono a due diversi campeggi a circa 40/50 km. e la terza che attraversa per intero le Wahiba o Sharqiya Sands, cordoni di dune che si estendono da nord a sud e che si muovono alla velocità di 10 metri all’anno. Noi turisti fai da te si va per quest’ultima. Inshallah!

Video Inizio Wahiba Sands







A tratti i cordoni lasciano spazio ad immensi plateau dove abbandonata la pista si può scorrazzare liberi come il vento…

Video Plateau Wahiba


…oppure mettersi a brucare l’erba di cui son tanto ghiotti i dromedari sobbalzando sulle cunette rese granitiche dalle radici delle piante.

Video Erba e cunette

Faccio vedere a Roby il modo migliore per scavare una buca e trovare così la sabbia migliore per costruire castelli. Avevo detto che un modo l’avremmo trovato.



E devo riconoscere che l’allievo si applica subito con impegno per apprendere le tecniche migliori. Niente da dire, credo che mi darà delle grandi soddisfazioni in questa traversata.



Alle 18.00 cerchiamo un posto per fare campo che tra mezz’ora calerà il tramonto e visto che il vento ci impedisce di montare su una duna, scendiamo più in basso vicino alla pista.
Racimoliamo qualche pezzo di arbusto secco e accendiamo un fuoco. Fa tanto avventura e, sorseggiare un dito di grappa davanti alle fiamme qui è cosa che non ha prezzo. 60 km. in poco più di 3 ore. Oggi pomeriggio è andata di lusso.



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Vecchio 22-06-2017, 22:46   #37
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Golosone... li stavo caricando intanto che scrivevo.
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Vecchio 22-06-2017, 22:46   #38
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Ecco che fa lo smemorato .... anche con le infermiere negherà tutto!


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Vecchio 22-06-2017, 22:54   #39
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Cos'è? ti metti a raccontare la trama prima del tempo dovuto? perdindirindina lascia gustare a chi non sa le cose una storia per sera.
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Vecchio 23-06-2017, 02:29   #40
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Quote:
anche con le infermiere negherà tutto!
Ma zk!!

Come quelli al cinema che raccontano le scene in anticipo...


Beh...finalmente sono riuscito a leggerle tutte di fila....altrimenti non c'è gusto....
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.
...ma ho promesse da mantenere e miglia da percorrere, prima di dormire...
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Vecchio 23-06-2017, 22:24   #41
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6° giorno: Wahiba Sands 114 km.

Non c’è bisogno di sveglia visto che il sole batte sulle tende appena sbuca dal cordone di fronte a noi. Rapida colazione e partenza cercando di approfittare della temperatura ancora mite e di quel poco di umidità che rende la sabbia compatta.



Cerco il più possibile di star fuori dalla pista, che seppur larga qualche metro, nasconde le insidie della sabbia molle che si trova nei solchi lasciati dai pick-up dei beduini.
A tratti, sulle creste delle dunette, il vento ha lavorato spazzando la sabbia più fine e così anche con il bicilindrico e tutti i bagagli che ci portiamo dietro è una goduria dare manate di gas e sentire che il posteriore spinge e tiene dritta la moto, malgrado i 280 kg.

Video Creste Wahiba





50 km. scivolano velocemente sotto le ruote e verso le undici facciamo sosta sotto un tamerice per fare il punto.





Ci siam ripromessi di arrivare fino ai 110 km., ossia a metà del percorso preparato, e di valutare cosa fare: qui o si torna indietro, causa autonomia benzina, oppure si prosegue fino alla fine. Ho trovato solo un report di una coppia di motociclisti che avevano affrontato la traversata completa con dei monocilindrici pesanti e alla fine le foto e il resoconto parlavano di sabbia molle. “Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare” e noi abbiamo ancora tanta voglia di fare le sabbiature, che le nostre articolazioni son corrose dal tempo e la sabbia calda aiuta ad alleviare i reumatismi. Si va avanti.


Un’ora dopo, scompare il pistone e arriviamo ad una costruzione bianca che avevo notato anche su Earth nella preparazione della traccia: è una piccola moschea che probabilmente serve i beduini che vivono nel raggio di qualche chilometro.







La sabbia comincia a cambiare colore e dall’ocra rossastro si tinge ora in beige chiaro… il che vuol dire solo una cosa: poca umidità, granelli sempre più fini e fech fech, l’impalpabile borotalco in cui le ruote affondano e faticosamente avanzano.
La pista ormai è ridotta ai segni profondi lasciati dalle ruote dei 4x4… due linee parallele con ai lati cunette e bordi ricoperti di erba e cespugli. Starci dentro è un’impresa visto che i 20/25 cm. di sabbia molle impediscono di prendere la velocità per galleggiare con l’anteriore, per cui occorre procedere in prima o seconda con un filo di gas, zampettando a volte, nel tentativo di non far chiudere lo sterzo e quindi cadere. Che ogni volta rialzare una moto ci va l’anima intera: fermi la tua, cerchi di farla stare in piedi, scendi e vai dal compagno, rimetti dritta quella, spingi per farla ripartire, torni sulla tua, ti siedi che vorresti avere una bombola di ossigeno per almeno 10 minuti unitamente ad almeno due litri di roba fresca da bere, accendi e buttando la seconda speri di non restare insabbiato.
Provo a portarmi fuori dalla pista e finchè l’erba rimane bassa la cosa migliora notevolmente, solo che spesso le cunette crescono a dismisura nel volger di pochi metri e così si passa da innocui saltini da 20 cm ad altri da 70/80, ravvicinati tra di loro che non puoi cambiar traiettoria con il culo pesante che hai dietro la sella, e ti prendi certe insaccate o botte al paramotore… che se togli il gas rimani appeso la sopra e poi ci vuole un argano per far scollinare la Fotty.
Urge una sosta, mezzogiorno è passato da un bel po’ e come sempre a quest’ora non ci si muove in moto, a meno che il suicidio sia la tua prossima scelta.





Ripartiamo con la speranza che migliori ed infatti dopo poco troviamo un tratto duro con alcune capanne e dei ragazzi beduini che giocano con biciclette e un Hilux.





Di nuovo la pista torna a stringersi e prende a salire su un piccolo altopiano. Porto su la Fotty e mi metto in vista per far vedere la via migliore a Roby, giacché le due curve sono in sabbia. E lo vedo che come al solito gioca 100 mt prima a fare montagnole di rena. Torno giù a piedi e lo incalzo: “Te la porto su io giocherellone, che sopra c’è un bar:”. Sotto un albero ci stendiamo di nuovo per mezzora prima di lasciare il piccolo e rassicurante terreno compatto che avevamo trovato. Dura poco e verso le 15.30 siamo di nuovo fermi a fare sollevamento pesi con la mia, quando all’improvviso dal senso opposto un fulgido Toy 120 si palesa davanti a noi. Il conducente scende insieme al figlio che avrà 10 forse 11 anni e ci chiede se abbiamo bisogno di aiuto e al contempo ci invita a fermarci al suo accampamento per rinfrescarci e rilassarci un pochino. Non ci pensiamo un solo attimo e così dopo aver girato la moto di 90° punto sull’altura dove spunta un albero ed un carrozzone bianco.
Guadagno la cima tra le cunette ricoperte di erba e le tracce della sua auto e tolto il casco noto che lui sta tornando indietro a prendere Roby, che abdica la sua cavalcatura in favore del comodo sedile e dell’aria condizionata del 120 bianco.

Ho avuto modo di fermarmi in molte oasi o tende in passato e la cosa che esprime al meglio il concetto stesso di “oasi” è una sola: ombra e roba fresca. Il carrozzone di Seif non è da meno e si presenta con un grosso pianale ricoperto da tappeti, cuscini, materassi posti in un angolo e al centro un vassoio in argento con bottigliette di acqua, frutta fresca, un thermos con il caffè, datteri e un altro thermos con latte di dromedario.
I due lati più lunghi hanno delle paratie che si sollevano e lasciano così filtrare il vento del deserto che crea quindi una sorta di aria forzata all’interno. Togliamo gli stivali e ci accomodiamo poggiandoci di lato sui grossi cuscini, mentre Seif comincia a tagliare arance, versare caffè, offrirci melograni di Ibra dai chicchi freschi e succosi. E’ un ingegnere che lavora ai pozzi petroliferi verso ovest, risiede poco distante da Ghabbi e appena può viene con la famiglia, moglie e 3 figli, a fare campeggio qui al suo accampamento. Due Expat pakistani gli tengono una ventina di dromedari e una cinquantina di pecore. Oggi è venerdì, per cui siam capitati nel suo weekend di relax, già perché viene qui per rilassarsi e godere del deserto, a volte anche durante la settimana per una semplice grigliata con gli amici.
Riceviamo anche la visita di un suo vicino, il quale sceso dal 70 rimasto acceso per mantenere l’abitacolo fresco, si accomoda con noi ed inizia a conversare con Seif.
Resto rapito dalla bellezza di questo sessantino omanita avvolto nella tunica bianca con il viso scuro cotto dal sole e la barba bianca ben curata. Con eleganza e distacco, mentre parla, passa la mano destra nella bacinella d’acqua per pulirla e poi afferra 3 grossi datteri, iniziando a schiacciarli ripetutamente per far uscire i noccioli e farli cadere sul vassoio d’argento, ed infine ridotti ad una polpetta rotonda li infila in bocca. La mano torna poi con un gesto morbido a lavarsi nella bacinella e ad afferrare la tazzina di caffè versata dal padrone di casa. Sarei rimasto ore a contemplarlo, ma poco dopo se ne va e il motivo di tanta solerzia ce lo spiegherà Seif appena l’ospite avrà innestato la prima e si sarà allontanato: ha perso una femmina di dromedario e il suo piccolo. Qui il prezzo medio sta intorno ai 2500 euro per capo, le femmine molto di più perché la gestazione è lunga e non tutte sono buone fattrici.
Visto che sta ormai per calare la sera Seif ci chiede se vogliano restare per la notte e conveniamo che non c’è posto migliore. Resta solo da recuperare la moto di Roby, 7/800 mt. più in là. Così saliamo tutti sul 120 e raggiungiamo comodamente il punto dove si trova. Tolte le valigie e la borsa mi offro di portarla su al campo e godere sulla sabbia con una moto scarica. Roby cede senza alcun ritegno l’onere e l’onore.
Montate le tende apprestiamo la cucina e mettiamo a cuocere una cremina di asparagi scatenando l’intervento di Seif: “ Ma cosa fate? Adesso facciamo il barbecue! Alle 20.00 cala il vento e potremo mangiare.”
Puntuale e quasi programmato da un invisibile timer meteo il vento alle 20.01 cala, mentre i due pakistani stendono un grosso tappeto vicino all’albero con la piccola tenda che fa da cucina e accendono un fuoco. Ci accovacciamo a terra cercando di trovare una posizione che non faccia troppo male alle ginocchia indolenzite e aspettando che la brace sia pronta per ricevere la griglia con pezzi di pollo Seif ci offre una pentola fumante: “ Questo è agnello, macellato ieri. Tanto per cominciare.”
Così sotto un cielo stellato alla luce di una piccola lampada prendiamo ad intingere il piatto pane cotto nella sabbia nell’intingolo speziato. Poi verrà il tempo di cosce, petti, frutta, datteri e un caffè omanita.
Valeva davvero la pena di arrivare fin qui e godere in questo modo dell’ospitalità infinita di Seif e della sua famiglia mi dico, mentre accendo un sigarillo prima di entrare nella tenda e dormire un sonno profondo.



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Ultima modifica di Fagòt; 23-06-2017 a 22:29
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Vecchio 24-06-2017, 17:55   #42
robi_pal
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Con un bravo maestro come Diego si fa presto ad imparare ...
Penso che sia stata la giornata in moto più faticosa di tutta la mia vita motociclistica!
Grazie Zia
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Vecchio 24-06-2017, 18:11   #43
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Subito pensato che avevi la stoffa giusta e la prossima volta sarà una passeggiata in confronto. Preparati che sto già cominciando a pianificare.
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Vecchio 24-06-2017, 18:14   #44
paradisosal
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Leggendo riguardo l'ospitalità che avete ricevuto non ho potuto fare a meno di pensare all'Arabia Deserta di Doughty

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Vecchio 24-06-2017, 18:26   #45
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Scusa Roby ma quanti navigatori hai sulla moto?

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Vecchio 24-06-2017, 18:29   #46
robi_pal
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Questo non serviva insegnarmelo
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Vecchio 24-06-2017, 18:37   #47
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Ad Est e far Est l'ospitalità è sacra. Il minimo è un tchai. Venendo da "Ovest" non si capisce quanto bello è per loro ospitarti e scambiare 4 chiacchiere in un qualsiasi idioma. E per te, visitatore che ti senti fuori luogo e tempo, accettare la loro ospitalità....
Spero di tornarci a breve perchè mi manca tanto questa cosa!


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Vecchio 24-06-2017, 18:40   #48
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Scusa Roby ma quanti navigatori hai sulla moto?

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Uno solo, lo Zumo.
L'altro display, che forse ti inganna, è quello dello scottoiler
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Vecchio 24-06-2017, 18:44   #49
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Non si impasta con la frazione fine? La catena

MI devo erudire .....
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Vecchio 24-06-2017, 18:58   #50
robi_pal
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Originariamente inviata da geo650 Visualizza il messaggio
Non si impasta con la frazione fine? La catena

MI devo erudire .....
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Nel deserto tenevo spento lo scottoiler
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robi_pal non è in linea   Rispondi quotando
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