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La Piccola libreria del Mukkista In questo forum ci proponiamo di parlare e raccogliere tutti i consigli sulle letture che possono allietare il centauro quando è in poltrona. |
30-12-2007, 21:58
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#1
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Kappista doc
Registrato dal: 24 Dec 2002
ubicazione: Palermo
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Pirsig, Robert M. - "Lo Zen e l'arte della manutenzione della Motocicletta"
Titolo: "Lo Zen e l'arte della manutenzione della Motocicletta"
Titolo originale:
Autore: Robert M. pirsig
Sottotitolo:
Casa Ed: Adelphi
isbn:
Pag: 400
prezzo:
Prima Pubblicazione:
L'ho letto con molta fatica.
Alcuni tratti volano. Altri sono desolanti.
All'interno del libro ho incontrato però dei passaggi che mi hanno evocato visioni nettissime di una forma mentis che mi è familiare.
Si, sono uno scassacazzi.
Il concetto di forma soggiacente l'ho trovato affascinante e rincuorante.
Come la descrizione dell'officina meccanica di colui che ha una memoria fotografica e sa esattamente dov'è quello che cerca in quello che, agli occhi di un altro, può sembrare un caos che lascia sgomenti.
Io l'ho letto in inglese. E forse è un po meno palloso che in italiano.
Ma ne convengo, l'ho finito a fatica.
Avevo iniziato a leggere 'Lila, an inquiry into morals', ma mi ha messo una grande tristezza.
Non sono io l'autore iniziale del thread, Paolo mi ha chiesto se poteva utilizzare un mio intervento come apertura.
Ho acconsentito.
Mi piacerebbe spiegare perché:
Non mi interessa essere 'quello che ha postato' il titolo di uno dei più conosciuti libri degli ultimi trent'anni. Anche da chi non lo ha letto.
Mi interessa invece volgere lo sguardo alle diverse reazioni dei lettori e dei non lettori.
Io l'ho letto, come ho detto, a fatica.
Non perché lo trovassi palloso per se, ma perché se le primissime pagine mi avevano avvinto, e speravo di potermi discostare da tutta una serie di pensieri che mi incupivano all'epoca e che cercavo di evitare, le successive mi hanno fatto affacciare su tutta una serie di cose sulle quali non volevo affacciarmi.
Perché erano i miei dubbi e le mie paure.
I libri spesso si rileggono, oppure non si leggono più e si ricordano.
A volte si ricorda quello che ci fa bene. E tutto sommato non c'è niente di male.
Ognuno ha delle corde dentro di se, che possono essere suonate da questo o da un altro libro.
Dire 'a me è piaciuto' o 'a me non è piaciuto' ne è la prova.
Il fatto che si parli di questo libro in un forum di motociclisti o di possessori di motocicletta ha un'importanza diversa e gli conferisce significato.
Ringrazio Paolo per avermi dato la possibilità di porre il mio pensiero in evidenza.
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K1100RS '97 369.890 km
Ultima modifica di condor; 05-02-2008 a 12:49
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03-02-2008, 13:53
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#2
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Doc
Registrato dal: 03 Aug 2004
ubicazione: in the neighbourhood
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Non so se e' possibile esprimere giudizi personali in questa sede ma posso garantirvi che a me, il libro di Pirsig ha fatto dimolto cahare.
Sopravvalutato, parecchio.
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Dops'll get you through times of no money better than money'll get you through times of no dope.
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03-02-2008, 14:20
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#3
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Mukkista doc
Registrato dal: 27 Oct 2002
ubicazione: da dove ti vedo
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carissimo gary b. permettimi di appoggiartelo!
il libro in questione è proprio palloso
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c'è troppa democrazia.
tutti froci col culo degli altri.
R100RS-R1250GS ADV LC
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04-02-2008, 11:30
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#4
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Mukkista doc
Registrato dal: 18 Jul 2006
ubicazione: Terun déla Svisera
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...ci ho provato a + riprese, mai riuscito a leggere + del primo/terzo
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R9o/6 "Gagliarda" '75 - R12ooS ‘o6 - XTZ 12oo ‘11
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04-02-2008, 12:00
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#5
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Mukkista doc
Registrato dal: 09 Mar 2006
ubicazione: trastevere, l'Omphalos
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non è certamente un libro semplice anceh perchè poco ha a che vedere con le motociclette. è un libro di filosofia che vola dai greci antichi ìfino ai nichilisti passan do per fedro di paltone avendo come filo conduttore un viaggio in omoto.
inoltre è la priam parte di una storia di due libri. il secondo è un viaggio in barca a vela che si chiama "lila" mi pare.
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Possis nihil Urbe Roma visere maius
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04-02-2008, 12:52
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#6
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Capricorno fomentatore talebano antiBMW Dop
Registrato dal: 11 Jul 2002
ubicazione: Passo dello Stelvio
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non mi è piaciuto per NULLA.
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"Beeing dead it's like beeing stupid, it's only painful for the others" Ricky Gervais
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04-02-2008, 12:58
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#7
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Mukkista doc
Registrato dal: 12 Jul 2004
ubicazione: Faenza (RA)
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Chiariamo che è un libro che NON parla di moto, ma dove la moto è il pretesto per un trattato di filosofia.
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Il tiracca è amico mio
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04-02-2008, 13:28
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#8
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tesoriere del C1 fun club
Registrato dal: 09 Aug 2005
ubicazione: Brescia
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Confermo quanto gia puntualizzato da altri.
Poca tecnica e molta filosofia.
Se ben ricordo il suo compagno di viaggio (Pedro) ha la moto che non si rompe ed in piu la maltratta ed è una BMW ..?.....sono passti diversi anni...
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TRK 502 X 2022
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04-02-2008, 16:14
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#9
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Mukkista doc
Registrato dal: 09 Mar 2006
ubicazione: trastevere, l'Omphalos
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la moto di pedro è una bmw, mentre la sua è una triumph.
lui viaggia con il figlio, mentre l'amico viaggia con la moglie.
la moto è un punto di partenza ed un filo conduttore di questo viaggio attraverso l'america e la storia della filosofia.
il fedro di cui parla è un personaggio di uno dei dialoghi di platone; tr al'alatro, mi si permetta la disgressione, è uno dei più belli tra i dialoghi di platone sia perchè filosoficamente parlando rappresenta una pietra miliare nella storia del pensiero , in quanto viene descritta la sorte delle anime dopo la morte e si accenna alla celeberrima dottrina delle idee , sia perchè é uno di quei dialoghi " artisticamente " ben riusciti assolutamente piacevole da leggere.
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Possis nihil Urbe Roma visere maius
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04-02-2008, 16:35
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#10
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Mukkista in erba
Registrato dal: 04 Jan 2006
ubicazione: L'Aquila
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molto bello.. ma non da leggere se si cerca un libro sulla moto! viaggiare anche inteso come viaggio della vita: questo è il tema del libro, nella mia modestissima opinione...
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R 1200 GS Adventure
www.visionifuture.it
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04-02-2008, 22:13
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#11
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Mukkista in erba
Registrato dal: 04 Jan 2006
ubicazione: L'Aquila
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lila è ancora + filosofico, ma molto profondo e bello... una rivisitazione americana di aristotele se volete... molto attuale.
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R 1200 GS Adventure
www.visionifuture.it
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04-02-2008, 23:13
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#12
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Piromane doc
Registrato dal: 01 Nov 2006
ubicazione: Etruria meridionale
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Io l'ho letto diverse volte, e ogni volta che lo rileggo ci trovo qualcosa di nuovo...
Mi è piaciuto tantissimo...
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SI al tacco, NO alla zeppa!
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04-02-2008, 23:21
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#13
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Mukkista doc
Registrato dal: 24 Jan 2005
ubicazione: Umbria
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Un libro a me caro perchè regalatomi almeno 25 anni fa da un amico che ora non c'è più.
L'ho provato a leggere diverse volte e ogni volta mi sono arreso di fronte all'enorme noia
Mia madre, amante della filosofia, lo ha letto in tre giorni da quanto le è piaciuto
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Le mie foto qui: http://marco-marco.magix.net/
1150ADV GS
sputer Panteon 150
KTM EXC 400 by Boogie73
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05-02-2008, 09:13
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#15
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Mukkista doc
Registrato dal: 24 Jan 2005
ubicazione: Umbria
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Che bella la foto n. 6 !!!!
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Le mie foto qui: http://marco-marco.magix.net/
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05-02-2008, 09:31
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#16
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alias il rambo di Viganello
Registrato dal: 01 Sep 2005
ubicazione: vicino di casa del Berghemradder
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Molto bello sia lo zen che Lila.
Interessante il percorso mentale che fa l'autore che lo porta alla pazzia (fine del primo libro).
Libro non semplice, non e' un raccontino banale, ma ricco di spunti e considerazioni su cui riflettere.
Una notizia scoperta quando ho regalato a mio padre una delle ultime riedizioni, Chris il figlio 'e morto
Ultima modifica di brewer; 05-02-2008 a 09:37
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05-02-2008, 11:44
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#17
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Medaglia! medaglia!
Registrato dal: 11 Jul 2002
ubicazione: Murano (VE)
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Il libro sinceramente mi è piaciuto... ho come il sospetto però che molti che ne parlano non l'abbiano mai letto...
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Chi non muore si rivede
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05-02-2008, 12:02
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#18
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Kappista doc
Registrato dal: 24 Dec 2002
ubicazione: Palermo
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a volte è sufficente leggere distrattamente.
ed è come non leggere.
un po come guardare senza vedere.
o mangiare da macdonald.
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K1100RS '97 369.890 km
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05-02-2008, 12:03
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#19
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alias il rambo di Viganello
Registrato dal: 01 Sep 2005
ubicazione: vicino di casa del Berghemradder
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Quote:
Originariamente inviata da Damiano
Chiariamo che è un libro che NON parla di moto, ma dove la moto è il pretesto per un trattato di filosofia.
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Bhe' la disquisizione sugli spessori delle manopole e' quantomeno interessante
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05-02-2008, 12:15
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#20
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Kappista doc
Registrato dal: 24 Dec 2002
ubicazione: Palermo
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dicci, muttley, perché ti viene in mente quello che hai appena detto.
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K1100RS '97 369.890 km
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05-02-2008, 12:23
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#21
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Mukkista doc
Registrato dal: 12 Jul 2004
ubicazione: Faenza (RA)
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Gnac-gnac,
Bhe, allora a me è piaciuto molto la disquisizione fra:
-persona che ha paura della tecnologia, e che quindi la sfrutta solamente, fermandosi difronte al primo problema.
-persona che non ha paura della tecnologia e che quindi riesce ad utilizzarla a pieno ed eventualmente correggerla.
Verissima poi la considerazione che per mettere le mani su una moto, occorre ricreare nel proprio cervello un modellino meccanico, il quanto più aderente al reale, della moto stessa.
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Il tiracca è amico mio
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05-02-2008, 12:26
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#22
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Medaglia! medaglia!
Registrato dal: 11 Jul 2002
ubicazione: Murano (VE)
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Perchè, caro Condor, questo libro ha il destino di altre icone: fa figo riempirsene la bocca ma proprio riempiendosene ci si rende conto che se colui che ne cita il titolo (non di piu per cartà) lo avesse letto non lo avrebbe citato... ma spesso colui che cta non è abbastanza intelligente per capirlo, tantomeno capire il libro...
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Chi non muore si rivede
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05-02-2008, 12:56
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#23
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Pivello Mukkista
Registrato dal: 08 Dec 2002
ubicazione: messina
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Lo dico subito: sono di parte. Questo è, secondo me, l’unico libro che bisognerebbe leggere della letteratura motociclistica. E’ l’unico libro (fra quelli che ho letto) che parla della motocicletta come Idea utilizzando i canoni descrittivi del pensiero occidentale (platone e fedro non sono citati a caso), e sviluppando una concezione del rapporto moto-motociclista che comprende gli elementi fondamentali della filosofia orientale. Questa sintesi (secondo me riuscita) di coniugare oriente ed occidente rappresenta una visione della condizione umana intensa e profonda e descrive un modo di stare nel mondo che mi calza addosso come la mia moto immaginaria dopo aver regolato anticipo, carburazione, sterzo, pedane e leve. Questo è un libro di filosofia, è un libro sull’uomo, è un libro sulla moto, è un libro sulla manutenzione; è tutto questo e tutto quello che non ho capito, è ogni singolo aspetto e l’insieme degli aspetti, è la capacità di contenerlo in una visione che potrebbe essere più importante di tutto il resto.
E chi l’avrebbe mai immaginato che era possibile mescolare il platonismo, buddha e le puntine platinate?
E’ vero le descrizioni motociclistiche nel senso a cui siamo abituati sono rare, ma non ho mai letto una descrizione formalmente più impeccabile del sistema moto. Soprattutto viene fatta una descrizione di come il sistema moto interagisce con il sistema personalità e come i due aspetti si combinino per generare entusiasmo o demotivazione a seconda dei casi. Viene inoltre descritta una metodologia logica deduttiva applicata alla manutenzione (e forse è più corretto dire metametodologia) che Pirsig fa diventare un approccio all’esistenza finalizzato alla ricerca della qualità (il bisogno di qualità risponde a caratteristiche individuali). E’ un libro che parla della relazione fra persone e cose approfondendo la connessione che ci permette di spiegare i fenomeni, noi stessi e gli altri( la figura del saldatore che ripara ad elettrodo il lamierino di un carter è una foto su vari piani di realtà). E’ un libro inclusivo che guarda la follia da una dimensione molto umana, che in alcuni passaggi diventa una psicoterapia, che in altri è una filosofia nel senso di amore per il sapere.
Intreccia chi siamo, cosa facciamo, come lo facciamo. Suggerisce di chiedere a noi stessi quello che è bene e quello che non lo è. E’ in qualche modo un libro sulla responsabilità di curare e non dimentica di descrivere il tentativo di miglioramento che ogni cura porta con se.
Mi ha ricordato che dentro la materia esiste qualcosa che è speculare a noi stessi e che dovremmo vedere riflessa più spesso. Da quel ricordo ho avuto la percezione che qualcosa dentro di me seguiva una strada, che vedo o non vedo a secondo delle mie capacità . Mi ha insegnato che il bisogno di vedere il riflesso di noi stessi nella cose della vita è caratteristico della condizione umana.
E’ stato cosi intenso che dopo averlo letto, i motociclisti li ho divisi in due: quelli che lo hanno capito e quelli che non lo hanno capito (non è mia intenzione offendere nessuno, si com-prende quello che si può portare dentro di se, quello che già ci appartiene, quello che conosciamo e non sappiamo di conoscere, tutto il resto si può apprendere). O per dirla alla fedro: quelli che si fanno la manutenzione da se e quelli che portano la moto dal meccanico.E’ da questa domanda che inizia il libro ed è difficile che si possa comprendere, se non hai mai aperto il motore della tua moto ( e per aperto intendo fino all’ultima vite). Si imparano un sacco di cose sul motore, ed impari un sacco di cose su te stesso.
E dopo aver imparato le basi della tecnica, si impara ad ascoltare la materia, quanto stringere e come mettere il sigillante. Poi un bel giorno senza preavviso, senti che sei diventato le tue mani, che tutto il resto è sparito, che non potresti essere in nessun altro posto in quel momento e impari a cercare questa condizione mentre guidi, nei viaggi, quando stai con le persone, quando sei da solo.
Ora la vera domanda è : chi ritiene di essere un motociclista quale strada deve percorrere per arrivare dove desidera arrivare? E se questo posto è fuori dai percorsi ordinari come si prepara per arrivarci? E’ possibile arrivare dove si desidera all’interno di percorsi tracciati?
Certo poi esiste la moto come fenomeno di moda, come oggetto di consumo, come mezzo per, ma sono cose che personalmente non mi interessano perché ritengo che la moto è un oggetto che esiste solo se ti da la possibilità di essere più pienamente te stesso.
E mi dispiace che con il passare degli anni questa possibilità si incrosta del peso dell’esistenza che rende più difficile ritrovarsi.
Ma nonostante le avversità, quando guardo le mie moto, capisco che davanti alla porta di casa non ci potrebbe stare nient’altro. E che non avrei potuto non leggerlo “Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta”.
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05-02-2008, 12:59
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#24
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Kappista doc
Registrato dal: 24 Dec 2002
ubicazione: Palermo
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Quote:
Originariamente inviata da Muttley
Perchè, caro Condor, questo libro ha il destino di altre icone: fa figo riempirsene la bocca ma proprio riempiendosene ci si rende conto che se colui che ne cita il titolo (non di piu per cartà) lo avesse letto non lo avrebbe citato... ma spesso colui che cta non è abbastanza intelligente per capirlo, tantomeno capire il libro...
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anche a me da fastidio sentire a volte qualcuno che parla di qualcosa, che a me sta tanto a cuore, in modo per me superficiale.
Ma non tutti percepiamo la comunicazione allo stesso modo.
Io, per esempio, l'ho trovato nella libreria di mia madre o di mio zio. Forse, più probabilmente, era di mio cognato.
Me ne sono appropriato perché il titolo mi aveva affascinato. Subito.
Adoro la motocicletta.
Da sempre.
Poi ho creduto di aver capito male, e poi alla fine, ho capito che avevo capito qualcosa di nuovo.
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K1100RS '97 369.890 km
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05-02-2008, 13:42
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#25
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Mukkista doc
Registrato dal: 09 Mar 2006
ubicazione: trastevere, l'Omphalos
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bella descrizione peppe.
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