Provata oggi la Crosstourer 1200 con cambio DCT
Di questa prova dovrò fare due recensioni, una solo per la moto, una per il cambio DCT.
La moto
(i commenti e i confronti sono rapportati al Bmw GS 1200)
Per quanto possa essere un valore soggettivo, la moto è bella.
Non si fa guardare, né fa girare la testa quando passa, ma se la si osserva bene ha tutte le linee a posto. E’ pulita, non ha cavi vaganti, l’assemblaggio delle plastiche è perfetto, senza vuoti o buchi antiestetici.
La seduta, seppure alta come quella del GS, permette di poggiare i piedi a terra in modo più agevole rispetto a quest’ultimo. Tutta la moto, nell’insieme, dal posto di guida, sembra più compatta.
La muovo da spenta stando in sella. Le pedane danno fastidio. Sono esattamente in linea con le gambe, ed intralciano il movimento toccando il polpaccio.
La moto è faticosa da spostare (cominciamo bene!!) . Ma poi scoprirò che, a motore spento, il cambio lascia una mezza marcia inserita.
Dopo averlo saputo ho provato a spostarla ancora dopo aver acceso il quadro strumenti.
Ah, ecco!!
Pensavo peggio, da quello che avevo letto, ma non si fa più fatica rispetto al GS o alle altre grosse enduro.
All’accensione il suono è discreto. Nessuna vibrazione o scuotimento strano. Niente a che vedere rispetto al rombo del bialbero ed alla sua coppia di rovesciamento.
Per i fissati del sound da marmitte forate può essere anche troppo silenzioso.
Io che viaggio tanto e arrivo a destinazione con le orecchie che mi fischiano, credo potrei apprezzare tanta delicatezza.
Il minimo mi è sembrato un po’ alto. Non so se è così che deve essere o era un cattiva regolazione della moto in prova.
La risposta del gas è pronta (già, è vero, ha anche il ride by wide) e del cambio delle marce parlerò poi.
In movimento è agile. Il motore è pronto e ai bassi non sembra affatto un 4 cilindri. Anzi.
In tangenziale invece il contagiri me lo ricorda. Anche di questo parlerò poi.
Strada statale, piove, Vietri sul Mare, caffè.
Imbocco la Costiera Amalfitana che c’è il sole è piove.
La moto non è mia, la strada è bagnata e non forzo la piega nelle curve.
Tuttavia ho la sensazione che la moto sia più reattiva di quello che si dice in giro. In qualche tratto più asciutto non ho fatto fatica a strusciare la punta delle scarpe a terra.
Certo non è il GS. La facilità di piega del GS è inimitabile. Con questa moto credo che ci voglia un po’ più di “mestiere”. Come col mio vecchio TDM d’altronde.
Quando ha deciso di grandinare decidiamo di tornare indietro.
Verso Salerno non piove più e si sta già asciugando.
Mi accorgo di aver preso piena confidenza, nonostante le condizioni atmosferiche.
Ecco, è questo. La moto offre confidenza. Non ha reazioni che non ti aspetti, è stabile, accetta le correzioni imposte senza voler seguire per forza la propria linea (insomma Felice, non è come l’FJR!).
Ho fatto benzina (per non riportare la moto al concessionario in riserva) e noto (perché lo sappiate anche voi) che l’indicatore del carburante non si “aggiorna” subito, ma si assesta un po’ alla volta (ci ha messo un po’, infatti pensavo che potesse essere rotto).
Proviamo il traffico. E provo anche a fare un po’ di zig zag tra le auto (frenato da Patrizia che mi ricorda che la moto non è mia : “Paolè, nun fa ù scem!!”). Comunque quanto basta per rilevare che la moto permette di svicolare nel traffico senza patire il peso e la mole.
Una nota per i freni. Io non uso molto i freni (quasi mai), ma con questa moto ho dovuto frenare spesso. Ha il giusto freno motore, ma minore rispetto al GS, quindi prima dell’ingresso in curve chiede di essere rallentata. Se la frenata avviene a curva già iniziata non raddrizza eccessivamente. Sicuramente meno della Tracer che mi fece andare in bestia quando la provai.
Anche in questo la GS è un punto avanti.
La forcella anteriore. Quando ti abitui al telelever, ogni altra moto sembra sempre che affondi troppo. Questa invece è tarata il giusto. Ho fatto un paio di pinzate di prova, ma non ci sono stati scompensi eccessivi.
A fine prova mi ero così abituato che mi sembrava che avessi sempre avuto quelle risposte.
Nota dolente: i consumi. Vabbè, ho fatto qualche sparata, ma se mi devo affidare a quello che dice l’indicatore di bordo, ho consumato 6,1 l/100 km , che sono poco più di 16 km a litro.
Conclusioni: bella moto, bel motore, bella ciclistica. Promossa a pieni voti.
Il cambio DCT
Per chi non lo sa (gli altri possono “saltare”) il cambio automatico Dct (acronimo che sta per Dual clutch transmission, ossia trasmissione a doppia frizione) è un brevetto Honda
Ma a dire il vero è qualcosa di più di un cambio automatico può essere usato in due diverse modalità: Manuale (MT), per cambiare marcia agendo sulle palette al manubrio e Automatica (AT), disponibile con impostazione Sport (S) per una guida più sportiva o Drive (D) per le andature più rilassate nei contesti in cui è preferibile una risposta più dolce, come nel traffico urbano o i trasferimenti autostradali. Tra le sue caratteristiche più innovative c'è anche il ritorno alla modalità automatica dopo un cambio marcia manuale.
Dopo che la moto si è spenta, alla successiva accensione il cambio è già in N (Neutral). Basta premere il pulsante dell’accensione e passare su D. Quando si passa a D si sente il clack tipico dell’innesto della prima.
Si gira la manopola del gas e la moto parte senza indugi, tentennamenti, giochi da fare con la frizione. E questo sia che si sia in piano sia che ci si trovi ad affrontare una salita.
Le marce cambiano rapidamente (ad ogni cambio si “sente” la cambiata, ovvero, anche non guardando sul display, si sente il rumore della marcia che entra, un tlack soffice, meno duro di quello dell’innesto della prima)
E quasi subito sono in sesta. L’impostazione D predilige portare la moto su marce alte.
In tangenziale faccio due “sparate”. La prima, in D rallento sino ad essere in 2° e accelero. La seconda, sempre da 2° e accelero.
In entrambi i casi il motore è vigoroso, la spinta si sente. Con la S ero già a 150 prima che passasse in 4°.
Una libidine. Dove il GS si ferma, la Crosstourer ha appena iniziato a prendere velocità.
Sarebbe interessante un testa a testa in rettilineo, perché una cosa sono i dati di banco e i riferimenti dei piloti professionisti, un’altra la strada.
Unico difetto è che, dopo una certa soglia di accelerazione, si sente come una voce da dietro che urla “Paoloooo!”.
Sulla statale la “sua” marcia è la S. Perché sei sempre dietro a qualche macchina aspettando lo spazio per sorpassare, e la S è più pronta.
Se sei in D, devi usare il tasto “scala una marcia o due” con il pollicione.
In costiera invece bisogna abituarsi al ritmo del cambio automatico, o passare in manuale.
Io sono passato in manuale.
La costiera è un susseguirsi di curve strette, a volte dei veri e propri zig zag, con poco rettlineo tra una curva ed un'altra. Siccome la velocità ed il numero dei giro sono bassi, il cambio automatico, sia in D che in S, mi porta a restare in seconda. La seconda non è una buona marcia per far scorrere la moto. Alla riapertura di gas la risposta è troppo secca, e poi il motore sembra che soffra…
Quindi manuale, di 4° e 3° , rara la 2°
Quando si guida in manuale, passato il primo momento di assuefazione, è come usare il cambio tradizionale, senza la frizione.
Anzi, con buona pace dei puristi, devo dire che è più divertente.
In conclusione, il cambio è automatico, ma non è (solo) un cambio che “fa tutto lui”.
Bisogna saperlo sfruttare adeguandolo alle proprie esigente ed al proprio stile di guida.
Se sei veloce di quinta, e davanti a te vedi un curvone stretto, se arrivi veloce e devi frenare, passerai in quarta e, a metà curva, in terza. Va bene ma non è l’ideale.
Con questo cambio invece prima della curva “scali” col pollicione due marce, non freni (hai scalato due marce, e che diamine!) e fai tutta la curva in terza ….
E’ più facile a usarlo che spiegarlo.
A me è piaciuto. Tanto.
Non voglio consigliarlo a tutti, ma a tutti consiglio di provarlo, prima di emettere ogni qualsivoglia sentenza.