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Vecchio 30-12-2013, 12:54   #1
trottalemme
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predefinito Un viaggio nel centenario della Grande Guerra

L’anno che viene sarà l’anno di inizio delle celebrazioni della Prima Guerra Mondiale in tutti i Paesi coinvolti, compresa l’Italia. Ciò sebbene l’Italia sia entrata in guerra contro l’Impero Austro Ungarico nel 1915 e contro la Germania dal 1916.
La Prima Guerra Mondiale è stata tremenda: poco meno di dieci milioni i militari morti, ventuno milioni quelli feriti, sette milioni e mezzo i dispersi. Occorre ancora aggiungere le vittime civili, circa sette milioni.
Al conflitto hanno partecipato sei milioni di italiani, con 750.000 morti tra caduti in guerra e civili.
Dalla Sicilia all’Alto Adige, quasi ogni famiglia italiana conserva il ricordo di nonni e zii che portarono il fucile sull’Adamello, all’Ortigara, o sull’Isonzo, sebbene i protagonisti siano ormai tutti scomparsi.
Il territorio delle Regioni che furono teatro di guerra è profondamente segnato dalle trincee, dai resti delle costruzioni militari e dalle devastazioni dei combattimenti.
I Sacrari del Montello, del Monte Grappa, di Asiago, di Caporetto, di Pocol, di Redipuglia, ed altri ancora, raccolgono al culto della memoria i resti dei caduti e sono meta ogni anno di viaggi e pellegrinaggi che non si esauriscono, nonostante il tempo passato. Si pensi che il Sacrario di Redipuglia continua ad essere visitato da oltre duecentomila persone all’anno.
La Prima Guerra Mondiale ha cambiato i confini dell’Europa, dissolto imperi, innescato rivoluzioni totalitarie, alimentate dalla disperazione e accecate dall’odio e dall’ideologia. Ha gettato le premesse per l’altro mostruoso conflitto che vent’anni dopo avrebbe ancora insanguinato il mondo. Ha contribuito a cambiare la cultura e messo in moto genti e pensieri, come non era mai successo a memoria d’uomo.
Un evento straordinario e, allo stesso tempo, tanto lontano, forse per molti relegato in poche pagine dei libri di storia.
Io ho deciso di dedicare l’anno che viene ad un viaggio nelle memorie dei protagonisti e nei luoghi della Grande Guerra. Un viaggio per scoprire cosa hanno da dirmi e cosa posso recuperare di ciò che nella giovinezza rifiutai, infastidito dalla retorica e accecato prima dallo scontro ideologico degli anni settanta e successivamente dalla “vita liquida”, senza fondamenti e senza prospettiva, in cui stiamo annegando.
Il mio non vuole essere un viaggio solipsistico nella mia coscienza e nelle mie emozioni. Cercherò dunque di dialogare con le persone che incontrerò; di farmi dire quali storie, memorie, sogni o incubi li avrà portati lì e cosa avranno trovato.
Mi piacerebbe che anche tu – che stai leggendo - scrivessi un pensiero, un ricordo, un’emozione che ti suscita il centenario della Prima Guerra Mondiale. Fallo qui e, se vuoi, commenta anche qui (http://viaggiandoincontrare.com/2013...grande-guerra/) dove potrai leggere i commenti di altri che non partecipano al forum.
Cosa pensi della Grande Guerra? Delle commemorazioni che si stanno già profilando? Sei mai stato sui luoghi in cui fu combattuta o in cui si celebra la memoria dei combattenti? Che impressione ti hanno lasciato? Che attualità hanno oggi quegli avvenimenti?

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Vecchio 30-12-2013, 17:19   #2
iw6bff
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Anche io sono un appassionato di quello che successe nella GG, le mie scarpinate in Trentino sono incentrate nei luoghi storici, ho visitato decine di luoghi della GG, anni fa visitando il forte dossaccio, ho conosciuto due appassionati che hanno aperto un sito, dacci un occhiata : http://www.montagnando.it/
I prossimi mesi in val di Fiemme sarà girato un film documentario sulla GG.
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soloboxer, sei cilindri per la moto, quattro per l' auto.
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Vecchio 30-12-2013, 17:58   #3
Prinz Eugen
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Provengo da un paesino alle pendici del Carso, abito a Gorizia, mi sposto spesso ad Hermagor, in Austria, nella valle della Gail: è ovvio a naturale imbattersi nelle vestigia della Grande Guerra, non ci faccio quasi caso.
Ma capita di fermarsi un attimo a pensare, capita di aver voglia di salire a vedere, capita di lasciarsi andare ad immaginare...
"La guerra - ha detto Paolo Rumiz - vuole carne giovane". Anche se sono passati ormai cent'anni, non posso non pensare a quei ragazzi ed alla loro sofferenza: ecco, al di là della retorica e della demagogia, non posso non pensare - alla mia età - che quei ragazzi erano miei figli e miei fratelli, qualunque fosse il colore della loro divisa.
Quando verrai da queste parti - perchè è chiaro che ci verrai - mi piacerebbe farti un po' da guida: Redipuglia, certo, ma anche i piccoli cimiteri austro-ungarici, Cima 3 del San Michele, dove troverai le corone ed i nastrini tricolori lasciati ancora oggi, ogni anno, dagli ungheresi, il Calvario - si chiamava Podgora - il Sabotino (c'è un rifugio sloveno, si mangia bene), con le trincee, le caverne e l'Isonzo che gli scorre ai piedi. E poi la valle dell'Isonzo, che merita sempre, Caporetto, e magari anche una puntatina oltre il Passo Monte Croce Carnico, a visitare lo splendido museo di Mauthen. Tutto in moto, ovviamente, ne varrà la pena.
Magari commuovendosi un pochino, sotto il casco, al ricordo di tutta quella gioventù che non ha avuto futuro. E io, anche, al ricordo di mio nonno, di cui conservo una sola immagine, in divisa da soldato austriaco.
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Vecchio 30-12-2013, 17:58   #4
GS3NO
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un elogio.

grazie
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Vecchio 30-12-2013, 18:14   #5
trottalemme
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Grazie Giovanni. Ci sono stato nei giorni scorsi, ma tornerò sicuramente e mi farà piacere farmi guidare da te.
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Vecchio 30-12-2013, 18:51   #6
IlMaglio
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Non voglio certo buttarla in politica ma ho l’impressione che qui, nel paesino veneto dove mi trovo da un anno e che era una volta a pochi chilometri dal confine austriaco, orientamenti leghisti e presunte affinità con un certo partito austriaco abbiano determinato un affievolimento della memoria di quello che fu la Grande Guerra per la popolazione locale, per i combattenti, per l’Italia.

In una cerimonia che si tiene ogni anno in ricordo della mina del Cimone, per esempio, ora si parla non di fratellanza e di pace fra tutti i popoli bensì di fratellanza col popolo austriaco, rappresentato dagli anni ’70 per iniziativa del sindaco di allora.
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Vecchio 30-12-2013, 19:03   #7
trottalemme
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Forse il sindaco era il papà?
E se anche non fosse, bella l'iniziativa di pacificazione con l'avversario di un tempo.
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Vecchio 30-12-2013, 19:11   #8
Claudio Piccolo
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Giulio se vuoi ti riaccompagno sull'Ortigara per quel bel sentierino del crinale......
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Vecchio 30-12-2013, 19:18   #9
IlMaglio
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Si, fu mio padre, ma a prescindere da questa ormai antica circostanza, leggo purtroppo in certi discorsi di oggi - la fratellanza, appunto, col popolo austriaco - più il collegamento con lamentazioni autonomistiche verso l'ex nemico, in certi suoi rappresentanti, che con un oggi naturale ripudio della guerra fra popoli, quali essi siano. Ed anche un perdita della memoria di quello che la Guerra fu.
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Vecchio 30-12-2013, 20:45   #10
positivo
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GG (Grande Giulio ndr) bella iniziativa!!!

Non appena avrò il programma di Orazio per la prossima stagione te lo farò avere.

Nel frattempo mi permetto di informarlo di questo tuo progetto
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...fare e tacere!!!
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Vecchio 31-12-2013, 07:54   #11
trottalemme
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Giulio se vuoi ti riaccompagno sull'Ortigara per quel bel sentierino del crinale......
Vilan! Mi preparerò meglio... Buon anno!
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Vecchio 31-12-2013, 07:59   #12
trottalemme
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Si, fu mio padre, ma a prescindere da questa ormai antica circostanza, leggo purtroppo in certi discorsi di oggi - la fratellanza, appunto, col popolo austriaco - più il collegamento con lamentazioni autonomistiche verso l'ex nemico, in certi suoi rappresentanti, che con un oggi naturale ripudio della guerra fra popoli, quali essi siano. Ed anche un perdita della memoria di quello che la Guerra fu.
Intendi dire che avverti una nostalgia asburgica in certi discorsi? Sono discorsi pubblici o chiacchiere da osteria? In ogni caso, sebbene possa capire la disperazione rispetto alla situazione attuale, la nostalgia riguarda una appartenenza terminata centocinquant'anni fa.
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Vecchio 31-12-2013, 08:20   #13
Mr. Black
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Seguo con molto interesse la discussione, e non vedo l'ora che pubblichiate date e percorsi per accodarmi ed imparare.
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Vecchio 31-12-2013, 09:17   #14
rsonsini
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Sottoscrivo questo 3d perché sono interessato all'argomento e condivido i motivi della commemorazione.
Non sono in grado di capire la sofferenza che la guerra causa a chi la vive in prima persona, ma proprio per rispetto a chi la ha vissuta, da sempre mi faccio raccontare esperienze dirette.
È il solo modo che mi viene in mente per non lasciar scivolare via un avvenimento tanto importante da modificare i confini politici dei paesi.
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💔 - Un Pirla®️
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Vecchio 31-12-2013, 09:31   #15
pele1970
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Beh, io quel poco che so sulla GG, lo devo a ciò che ho imparato a scuola. Quindi ne so molto poco. Mio padre è nato agli albori della seconda guerra mondiale e mio nonno agli albori della prima. Quindi non ho racconti che si tramandano riguardo all'argomento. L'idea di dedicare questo 2014 a pellegrinaggi verso i luoghi della memoria, non solo è un'ottima idea, ma anche un'occasione per farmi la MIA opinione a riguardo, cercando documenti e cenni storici, cercando di ascoltare e ragionare. Mi muove uno "strano", sconosciuto senso di patria. La rivoluzione, se ci deve essere, deve partire dalle fondamenta, dalla base. Non con i forconi, che pure hanno cittadinanza di esistere, ma dalla MEMORIA...
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All'anteriore ci pensa Dio, al posteriore ci penso io...

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Vecchio 31-12-2013, 11:03   #16
GS3NO
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Trotalemme è anche lui di verona e ha qualche anno più di me quindi è molto probabile che i genitori e i nonni abbiano avuto le stesse esperienze o simili a quelli dei miei nonni e zii.

Per chi non lo sapesse Verona fu una delle città più militarizzate di Italia e forse d'Europa. Mio nonno che durante la prima guerra aveva dai 14 ai 17 si ricorda benissimo "le figure nere che camminavano dalla stazione alla caserma". Erano i suoi racconti delle migliaia di militari che dalla stazione entravano nelle caserme di città, durante i nevosi e piovosi giorni degli inverni. Con il passare degli anni, col crescere ripenso ai suoi racconti e a quelli di mia zia della seconda guerra e leggo le paure, le pene verso quei soldati che arrivano in città e molti non sono più tornati. Molti di questi soldati non sapevano neache dove fosse Verona, dove fosse l'Ortigara, il Piave, il Pasubio, Caporeto, Trieste ecc ecc ecc. Venivano dal sud, dal centro, dalle campagne venete, lombarde, ... e si trovavano in trincea assieme, con dialetti che a stento si capivano, che non parlavano l'italiano.


A me non mi interessano discorsi da bar o di piazza ne' tanto meno quelli un passo indietro a quelli d'osteria dopo le 22:00. Secessionisti o esaltatori della patria, filo austriaci, contro borbonici, padani, repubblica di venezia o quanto altro, tutte cose che non devono farne parte di questo dramma umano. Qui si parla di drammi umani, di famiglie che hanno perso zii, fratelli, nonni, di figli che non sono mai nati perchè il possibile padre è morto in trincea o in un assalto. Di vittime civili, di tremendi disagi, di paure, di angosce di sopravvivere. Ma che cazzo me ne frega se uno è italiano e l'altro austriaco, ungherese, russo o quant'altro????? qui si parla di persone, con sogni, aspirazioni che sono state infrante dalla morte. i sopravvissuti non sono stati più gli stessi, rovinanti nell'animo...

poi c'è sempre chi per sudicio e mero tornaconto personale si appropria di una o dell'altra idea e fa leva sui disagi attuali per guadagnarsi il vitalizio a roma... ma questo è un altro discorso che non è da affrontare.

ringrazio ancora per aver dato l'opportunità di discutere un po' di questo tema.
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Vecchio 31-12-2013, 13:10   #17
Claudio Piccolo
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andare sull'Ortigara, un paio di mesi fa prima delle grosse nevicate, col Giulio e il Valter e con Orazio, la nostra guida, che passo passo ci raccontava quello che era accaduto in quei luoghi che stavamo percorrendo assieme è stato davvero toccante, immaginare ciò che era successo, l'inferno che si era scatenato in quei posti ora solitari e tranquilli, metteva i brividi. Quando poi, sotto il Cippo italiano, la guida ci ha letto la lettera del tenente Ferrero a me per un momento son venuti i lucciconi. Per cui, se si organizza qualche giretto della memoria io c'è.



La testimonianza:

Nel Sacrario militare di Asiago riposano in molti, di quegli intrepidi. La testimonianza forse più toccante di tutti quei nostri eroi della Patria, che il destino ha voluto trasmetterci, attraverso le brume del tempo, è quella del Tenente Adolfo Ferrero, del battaglione Val Dora. Ferrero, come tutti gli oltre 20.000 caduti di quel tragico giugno, non si faceva alcuna illusione. Nella sua ultima, straziante lettera (il testo integrale e' riportato piu' sotto) dedicata ai familiari e quindi affidata ad un attendente, egli si dichiarò pronto e quasi ansioso del sacrificio estremo, in nome della Partria. Ma, totalmente scevro di facile retorica e di, peraltro umani, sentimenti d’orgoglio , il giovane alpino seppe trasmettere a tutte le generazioni a venire quel messaggio di coraggio, obbedienza, senso del dovere, amor di patria e rassegnato, ma inevitabile, eroismo di cui trasuda, ancor oggi, l’intero teatro di battaglia.

Leggere la testimonianza di Ferrero (che per uno strano scherzo del fato, fu ritrovata soltanto pochi anni fa, tra i poveri resti del suo attendente), così come quella di Santino Calvi, di Giancarlo Conti e di Mario Tancredi Rossi, per citarne alcuni, non è solo un tuffo nel passato: è soprattutto una riscoperta di sè stessi e di quei valori che, fortunatamente e convenientemente sopiti e “congelati” nelle nostre tranquille esistenze, albergano da sempre nel cuore di tutti gli uomini veri.

Non è dunque retorica, almeno in questa circostanza, auspicare che tali eccelse ed innate qualità dell’animo umano non vengano mai più invocate, in tutta la loro invincibile potenza, per risolvere alcun genere di diatriba o di malessere dell’intero genere umano.


LA LETTERA DEL TENENTE ADOLFO FERRERO, BATTAGLIONE VAL DORA

Adolfo Ferrero" Cari genitori, scrivo questo foglio nella speranza che non vi sia bisogno di farvelo pervenire. Non ne posso fare a meno. Il pericolo è grave, imminente. Avrei rimorso se non dedicassi a voi questi istanti di libertà, per darvi un ultimo saluto. Voi sapete che odio la retorica... No, no, non è retorica quella che sto facendo. Sento in me la vita che reclama la sua parte di sole; sento le mie ore contate, presagisco una morte gloriosa, ma orrenda.

Fra cinque ore qui sarà un inferno. Fremerà la terra, s’oscurerà il cielo, una densa caligine coprirà ogni cosa e rombi e boati risuoneranno fra questi monti, cupi come le esplosioni che in questo istante medesimo sento in lontananza. Il cielo si è fatto nuvoloso: piove. Vorrei dirvi tante cose... tante.... ma Voi ve l’immaginate. Vi amo tutti, tutti....

Darei un tesoro per potervi rivedere... Ma non posso... Il mio cieco destino non vuole. Penso in queste ultime ore di calma apparente, a te, Papà, a te, Mamma, che occupate il primo posto nel mio cuore; a te, Beppe, fanciullo innocente, a te, Nina...

Che debbo dire? Mi manca la parola: un cozzar di idee, una ridda di lieti e di tristi fantasmi, un presentimento atroce mi tolgono l’espressione... No, No, non è paura. Io non ho paura! Mi sento commosso, pensando a Voi, a quanto lascio, ma so di mostrarmi forte dinanzi ai miei soldati, calmo e sorridente. Del resto anch’essi hanno un morale elevatissimo.

Quando riceverete questo scritto, fattovi recapitare da un’anima buona, non piangete. Siate forti come avrò saputo esserlo io. Un figlio morto in guerra non è mai morto. Il mio nome resti scolpito nell’animo dei miei fratelli; il mio abito militare, la mia fidata pistola (se vi verrà recapitata), gelosamente conservati, stiano a testimonianza della mia fine gloriosa. La Madonna del Sacello di Monte Lozze, ha in mano le penne nere "spezzate, simbolo degli Alpini caduti nella battaglia

E se per ventura mi sarò guadagnata una medaglia, resti quella a Giuseppe.
O genitori, parlate, parlate, fra qualche anno, quando saranno in grado di capirvi, ai miei fratellini, di me, morto a vent’anni per la Patria. Parlate loro do me; sforzatevi di risvegliare in loro il ricordo di me...

Che è doloroso il pensiero di venire dimenticato da essi... Fra dieci, vent’anni forse non sapranno più d’avermi avuto fratello... A voi mi rivolgo. Perdono, perdono vi chiedo, se vi ho fatto soffrire, se v’ho dato dispiaceri.

Credetelo, non fu per malizia. la mia inesperta giovinezza vi ha fatto sopportare degli affanni: vi prego di volermi perdonare...

Spoglio di questa vita terrena andrò a godere di quel bene che credo di essermi meritato. A voi, Babbo e Mamma, un bacio, un bacio solo che dica tutto il mio affetto. A Beppe, a Nina un’altro ed un monito: ricordatevi di vostro fratello. Sacra è la religione dei morti. Siate buoni. Il mio spirito sarà con voi sempre. A Voi lascio ogni mia sostanza. É poca cosa. Voglio però che sia da Voi gelosamente conservata.

A Mamma, a Papà lascio...il mio affetto immenso. É il ricordo più stimabile che posso loro lasciare. Alla zia Eugenia, il Crocefisso d’argento; al mio zio Giulio, la mia Madonnina d’oro. La porterà certamente. La mia divisa a Beppe, come le armi e le robe mie. Il portafoglio (L. 100) lo lascio all’attendente. Un bacio ardente d’affetto dal vostro aff.mo Adolfo"
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Vecchio 31-12-2013, 13:42   #18
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Io l'unica testimonianza diretta la ho avuta sulle tre cime di lavaredo vedendo il fronte e i camminamenti.....mi ha colpito l'estrema durezza del fronte.....
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Vecchio 31-12-2013, 14:46   #19
GS3NO
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@Claudio Piccolo.
hai postato qualcosa di grande valore.
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Vecchio 31-12-2013, 15:37   #20
trottalemme
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...A me non mi interessano discorsi da bar o di piazza ne' tanto meno quelli un passo indietro a quelli d'osteria dopo le 22:00. Secessionisti o esaltatori della patria, filo austriaci, contro borbonici, padani, repubblica di venezia o quanto altro, tutte cose che non devono farne parte di questo dramma umano. Qui si parla di drammi umani, di famiglie che hanno perso zii, fratelli, nonni, di figli che non sono mai nati perchè il possibile padre è morto in trincea o in un assalto. Di vittime civili, di tremendi disagi, di paure, di angosce di sopravvivere. Ma che cazzo me ne frega se uno è italiano e l'altro austriaco, ungherese, russo o quant'altro????? qui si parla di persone, con sogni, aspirazioni che sono state infrante dalla morte. i sopravvissuti non sono stati più gli stessi, rovinati nell'animo...
Chapeau per questo pensiero.
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Vecchio 31-12-2013, 17:15   #21
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In una cerimonia che si tiene ogni anno in ricordo della mina del Cimone...
Quando cade la commemorazione?
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Vecchio 31-12-2013, 18:21   #22
Claudio Piccolo
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Quote:
Originariamente inviata da GS3NO Visualizza il messaggio
@Claudio Piccolo.
hai postato qualcosa di grande valore.


in questa lettera,come in tante altre, c'è di incredibile che non si trova rabbia, odio, rancore per chi li mandava a morire a strati uno sull'altro ma solo una pacata rassegnazione e spesso anche l'orgoglio di fare qualcosa di giusto nel servire la patria. Valori che, direi, sono diventati per noi così remoti da sembrarci irreali.

Altre due toccanti testimonianze.


La guerra dalla parte del fronte: uomini in trincea

Il conflitto mondiale fu la prima guerra tecnologica di massa; da molti storici viene definita una frattura nel corso della storia, quasi una sorta di spartiacque del mondo contemporaneo. Ciò vale non solo per le sue conseguenze in campo politico o sociale, ma anche per l'esperienza personale di milioni di uomini che la vissero come un evento angoscioso, intensamente drammatico, non riconducibile a esperienze analoghe del passato. Il potere distruttivo delle nuove armi, come 1’artiglieria il cui rombo echeggiava di continuo in modo assordante, lo scoppio delle mine che squarciavano la terra seppellendo intere compagnie, l'immobilità dell' attesa nelle trincee con la paura d'essere falciati dalle mitragliatrici nemiche suscitarono l'impressione di immensi cataclismi di fronte ai quali l’uomo si sente impotente.
Le lettere dei soldati dal fronte sono un eloquente testimonianza di questa esperienza. Il bisogno di raccontare supera spesso il timore di allarmare le famiglie e fa vincere la fatica dello scrivere che non era certo una pratica comune per questi soldati‑contadini per lo più ancora analfabeti.


Lettera di G. Molinari
alla moglie, agosto 1916


«Ma fra di me tengo una cosa che non mi dimenticherò più: giorni indietro proprio a me e sei dei miei compagni mie toccato andare a fucilare uno della nostra compagnia; devi sapere che cuesto cui cuando eravamo sul Podigara, si era lontanato dalla compagnia due volte proprio in cuci giorni che bisognava avansare, poverino si vede che non aveva proprio coraggio, e per cuesto a avuto la fucilazione al petto; lanno fatto sedere su di una pietra e la è bisognato spararci per forsa perché dietro di noi cera la mitragliatrice, e poi siè comandati non bisogna rifiutarsi, ma per questo io son molto dispiaciuto ben che ne ò visti tanti di morti, ma così mi ha fatto senso e letà di 34 anni... bisogna anche esere asasini».

Lettera del caporale francese Henry Floch
alla moglie(1917)

Mia cara Lucia,
Quando questa lettera ti sarà pervenuta, io sarò morto fucilato.
Ecco perché:
Il 27 novembre, verso le 5 di sera, dopo due ore di violento bombardamento, in una trincea della prima linea, mentre stavamo finendo la nostra zuppa, dei tedeschi sono penetrati nella trincea e mi hanno fatto prigioniero con due miei compagni.
Io sono riuscito ad approfittare di un momento di rissa e di disordine per scappare dalle mani dei tedeschi.
Ho poi seguito i miei compagni e ho raggiunto le nostre linee. A causa di ciò, sono stato accusato di abbandono del posto in presenza di nemici.
Siamo passati in ventiquattro davanti al Consiglio di Guerra. Sei sono stati condannati a morte, tra questi sei ci sono io. Non sono più colpevole degli altri, ma c’è bisogno di un esempio.
Il mio portafogli ti arriverà con quello che c’è dentro.
Ti devo fare i miei ultimi saluti in fretta, con le lacrime agli occhi, l’anima in pena. Io ti domando umilmente in ginocchio perdono per tutta la tristezza che ti causerò e per l’imbarazzo nel quale ti metterò….
Mia piccola Lucia, ancora una volta, scusa.
Mi confesserò all’istante e spero di rivederti in un mondo migliore.
Muoio innocente del crimine di abbandono del posto che mi è imputato. Se invece di scappare fossi rimasto prigioniero dei tedeschi, avrei avuto la vita salva. E’ il destino.
Il mio ultimo pensiero è a te, fino alla fine.
Henry Floch
__________________
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NuovoFalcone500Militare il Nonno
XT600 la Fedele
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Ultima modifica di Claudio Piccolo; 31-12-2013 a 18:33
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Vecchio 31-12-2013, 18:24   #23
cardano62
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Il sangue

Chi può versare
Sangue nero
Sangue giallo
Sangue bianco
Mezzo sangue?
Il sangue non è indio, polinesiano o inglese.
Nessuno ha mai visto
Sangue ebreo
Sangue cristiano
Sangue mussulmano
Sangue buddista
Il sangue non è ricco, povero o benestante.
Il sangue è rosso
Disumano è chi lo versa
Non chi lo porta.

Ndjock Ngana (Camerun, 1952)
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Vecchio 31-12-2013, 18:26   #24
cardano62
Guest
 
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CHI STA IN ALTO DICE: PACE E GUERRA
Sono di essenza diversa.
La loro pace e la loro guerra
son come vento e tempesta.
La guerra cresce dalla loro pace
come il figlio dalla madre.
Ha in faccia
i suoi lineamenti orridi.
La loro guerra uccide
quel che alla loro pace
è sopravvissuto.

Bertold Brecht
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Vecchio 31-12-2013, 18:31   #25
il furi
Mukkista
 
L'avatar di il furi
 
Registrato dal: 03 Oct 2011
ubicazione: casale monferrato
predefinito

L'iniziativa dell'amico Trottalemme è encomiabile, io sono con lui nel ricordare i sacrifici il dolore la morte di migliaia di ragazzi poco più che adolescenti. Il mio pensiero va alla costrizione che la maggior parte dei combattenti ha dovuto subire nell'essere costretti a partecipare a un conflitto del quale non sapeva nulla e non gli importava niente. In guerra si combatte si lotta si uccide soprattutto per poter tornare a casa e nella morte in battaglia non c'è nulla di glorioso.Ogni volta che visito Redipuglia o l'ossario del Grappa la rabbia per quelle morti inutili mi assale ma ancora di più mi rattrista il fatto che il loro sacrificio non ci ha insegnato nulla. Nonostante le mie considerazioni rispetto profondamente chi vede la cosa da un'altra angolazione, il sentimento che comunque ci accomuna è il profondo senso di riconoscenza a tutti i caduti.
il furi non è in linea   Rispondi quotando
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