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Vecchio 28-04-2020, 02:32   #26
pilu
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Ciao Robi.
Ti seguo però PERCORSO non si apre.
Che moto era quella di Girelli?
Grazie

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Vecchio 28-04-2020, 07:00   #27
robi_pal
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Non mi ricordo che moto fosse quella di Girelli, probabilmente una moto cinese di quelle che circolano in sud america e che non vengono importate in Europa,
Mi ricordo però che mi disse della difficoltà ad attraversare il confine tra Argentina e Cile al Paso de Jama, che si trova a 4200 m di quota, su cui la moto faceva molta fatica, del resto erano in due , con bagagli e su una moto che non credo superasse i 300 cc.
È l'ennesima conferma che il mezzo conta poco, l'importante è essere molto determinati per fare certi viaggi, tanto poi ci si ricorda quello che si ha visto, le persone incontrate, le esperienze visute ed in ultimo, forse, su che mezzo si era seduti .....

Ho sistemato Il link a PERCORSO

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Vecchio 29-04-2020, 22:08   #28
robi_pal
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Venerdì 06 maggio 2016

Parto presto, sono un po’ preoccupato per quello che troverò varcato il confine, ieri sera ne ho sentite di tutti i colori sulla strada, da chi diceva che è liscia come un biliardo a chi parlava di ripio (ghiaia) alto 50 cm .
Passo dalla dogana di San Pedro a registrare l’uscita dal Cile e percorro i 43 km con 2200 m di dislivello, tutti in salita e senza nemmeno un tornante, che mi portano dai 2408 m di San pedro ai 4600 del bivio per la Bolivia, proseguendo diritto si andrebbe in Argentina attraverso il Passo Jama.



Dove finisce l’asfalto mi fermo a fare una foto alla strada e al vulcano Licancabur 5920m, il termometro provvisorio che ho montato sulla moto mi segna 1,1 gradi, e c’è anche un forte vento.



Arrivo al Paso Portezuelo Hito Cajon, c’è uno squallido parallelepipedo di cemento e un viavai continuo di pulmini Cileni e di jeep Boliviane, la strada supera un canale che fa da confine, la sbarra è alzata quindi la passo ed entro in Bolivia.

https://youtu.be/A0up5H8iWvk

Parcheggio, prendo i documenti ed entro nella oficina migracion pensando che i quattro ragazzi all’esterno stiano aspettando una Jeep, immediatamente uno dei due Doganieri mi sgrida dicendomi di uscire subito e di aspettare il mio turno, ubbidisco ed esco subito, speravo si potesse rimanere all'interno visto la temperatura fuori. Quando arriva il mio turno entro, foglietto da compilare, fortuna ho la penna, mi timbrano ill passaporto e annotano i miei dati su un quaderno a quadretti, l'ingresso in Bolivia come persona è completato.

Chiedo conferma che la aduana dove devo registrare l’ingresso della moto sia alla miniera Apacheta, svogliatamente me lo confermano, da qui sono ben 80 km.



Poco prima di arrivare alla Laguna Blanca ci sono alcune costruzioni, sono gli uffici della Reserva Nacional de Fauna Andina Eduardo Avaroa , devo entrare a registrarmi e pagare il biglietto d’ingresso di 150 B$ (circa 20 USD), fuori ci sono un paio di biciclette cariche di bagagli, sono di due ragazzi argentini che stanno andando verso San Pedro.



La guida della moto è molto faticosa e snervante, c’è parecchia ghiaia e sono ad oltre 4400 m, cerco di rimanere sulle corsie delle jeep per trovare il duro però ogni tanto devo scavalcare il mucchio di sabbia per riportarmi a destra e inoltre c'è il problema dei jeeperos che guidano quelle grosse jeep da 8 posti come se non ci fosse un domani, è vero che nella sabbia o sul toulè bisogna andare forte per galleggiare, però a loro non importa se ci sei tu in moto, loro hanno SEMPRE la precedenza, OVUNQUE !



Subito dopo la Laguna Blanca c’è la Laguna Verde, il cielo è di un blu incredibile, l’umidità dell’aria inesistente, a parte le poche jeep non c’è nessuno, sembra di essere su un altro pianeta. La strada sale ancora fino a raggiungere un passo a 4700 m dopo di che scende leggermente a costeggiare il Desierto Salvador Dalì , una volta ci si poteva allontanare dalla strada ora, con l’istituzione del parco è severamente vietato uscire dalla strada principale e quindi ci si deve limitare a vederlo a distanza, raggiungo così il Salar de Chalviri con le sue Aguas termales de Polques.


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Vecchio 29-04-2020, 22:41   #29
pilu
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Caspita robi, che freddo!!!
Come eri attrezzato piedi e mani?
In quella strada con i canaloni sei mai caduto?
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Vecchio 30-04-2020, 19:11   #30
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Quando ho deciso di noleggiare la Tenerella ho chiesto se aveva le manopole riscaldate, siccome ne era sprovvista ho acquistato dei guanti riscaldati, e meno male. Collegati all'impianto elettrico della moto mi hanno tenuto calde le mani, io soffro moltissimo il freddo alle mani, hanno tre livelli di potenza e non ho mai utilizzato quello più alto, neanche con temperature sotto lo zero, hanno però il difetto di essere abbastanza ingombranti e non consentono molta sensibilità nell'uso delle leve freno/frizione.
Per i piedi solite due paia di calze pesanti come quando uso qui a casa la moto d'inverno e lo stesso per il resto dell'abbigliamento.
Per fortuna quel giorno non sono mai caduto nonostante la ghiaia molto alta ma la guida e la quota mi hanno veramente distrutto.
Proseguo tra poco con il racconto del resto della giornata
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Vecchio 30-04-2020, 19:39   #31
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Mi fermo a fare due foto alla vasca con l’acqua calda, ci si potrebbe spogliare in una piccola casetta vicina e poi fare il bagno però il pensiero di togliermi i sei strati di vestiti che indosso mi fa passare la voglia.
Mentro sto mangiando uno snack mi si avvicina un jeepero boliviano con cui faccio quattro chiacchiere, mi chiede se so che devo passare dalla miniera Apacheta a registrare la moto e mi racconta che pochi giorni prima ha incontrato un gruppo di motociclisti francesi alla frontiera di Hito Cajones, volevano lasciare la Bolivia ma i doganieri non volevano farli passare perchè non erano stati a registrare le moto alla Aduana.
Siccome uno era anche dolorante per una caduta non se la sentivano di fare 160 km per andare e tornare dalla miniera, quindi sono riusciti a passare grazie alla mediazione del jeepero e a una mancia ai doganieri, tanto poi loro sarebbero arrivati ad Antofagasta e da lì spedito le moto in Francia con un container , perciò non gli importava che la Bolivia non registrasse che erano usciti dal paese.

Gli chiedo delle condizioni della strada e gli spiego che voglio raggiungere Uyuni, facendo dei disegni con le dita nella sabbia mi spiega quale è la strada che loro percorrono abitualmente nei tour che partono proprio da Uyuni, non sapevo che esistesse quel percorso perché sulla mappa del Garmin non c’è e non l’ho visto nemmeno su Google Earth, comunque mi assicura che non mi posso sbagliare perché è molto frequentato e battuto.

Lascio le Termes de Polques, la strada riprende a salire, il fondo è un po’ migliorato, solo parecchio toulè, ma per fortuna poco ripio, vedo la deviazione per il Sol de Magnana e dopo poco quella per la Laguna Colorada, proseguo per altri 5 km e finalmente raggiungo la miniera Apacheta, all’ingresso c’è una sbarra aperta ma non vedo nessuno quindi entro e vado verso il primo edificio, sul muro c’è il cartello della Aduana e tempo che mi tolgo il casco esce un signore che mi invita ad entrare.
All’interno hanno computer, riscaldamento acceso, scrivanie e poltrone, un lusso insomma rispetto a Hito Cajones, la miniera ha anche un collegamento satellitare con gli uffici doganali di La Paz e quindi possono registrare i veicoli stranieri che entrano o escono dalla Bolivia. La procedura è veloce, in pochissimo tempo mi consegnano il foglio che dovrò restituire all’uscita dalla Bolivia e mi dicono che posso andare. Nell’alzarmi dalla poltrona la testa comincia a girarmi un po’ e mi risiedo subito, il doganiere mi guarda preoccupato, aspetto un attimo e mi rialzo più lentamente, è sicuramente la quota visto che questa Aduana si trova a 5033 m !.



Devo tornare indietro alcuni km per prendere la strada in discesa verso la Laguna Colorada, le tracce sono molte, quando la strada diventa brutta i jeeperos l’abbandonano e ne fanno un’altra passando a pochi metri di distanza, perciò in alcuni tratti si vedono tracce di pneumatici ovunque, anche 20-30 tracce una di fianco all’altra. Cerco quella che secondo me è la migliore e continuo a scendere finché giungo ai 4300 m della laguna, incrocio un Pick Up e lo fermo per chiedergli se il rifugio che c’è poco più avanti è aperto e funzionante, la strada costeggia la laguna e diventa nuovamente un calvario con uno spessore di ripio di almeno 40 cm.





Giungo al rifugio che sono appena le 14, decido che per oggi ne ho avuto abbastanza e quindi chiedo se è possibile fermarmi a dormire. La signora che lo gestisce, sola con la figlia, mi fa sistemare in una stanza con 6 letti dicendomi che ci starò solo io e mi chiede 15 USD, praticamente è il prezzo di tutti i letti visto che la tariffa dovrebbe essere 2,50 a letto, per me è comunque un lusso e accetto subito. Non esiste il riscaldamento però c’è un’abbondanza di coperte per la notte. Il bagno è in comune e non c’è l’acqua calda, sistemo le mie cose, mi cambio e vado a fare un giro a piedi verso la Laguna Colorada.







Con il telefono satellitare mando un SMS a casa per informarli che sto bene e che non avrò connessione a internet fino a domani o forse dopodomani.
La laguna ha poca acqua, probabilmente c’è stato un periodo di siccità, perciò non riesco ad avvicinarmi abbastanza ai fenicotteri, lungo il bordo ci sono degli enormi banchi di borace e altri minerali bianchi



Quando torno al rifugio trovo due jeep che hanno portato una decina di ragazzi francesi e che si fermeranno anche loro qui a dormire. Entrambi i jeeperos aprono il cofano delle auto e uno si siede addirittura dentro e smonta completamente il carburatore, poi litiga con la signora perchè vuole farlo bollire in una pentola per pulirlo e vuole usare le ultime gocce di detersivo per piatti che le sono rimaste, alla fine la vince il jeepero e il carburatore finisce in pentola.



Le jeep delle agenzie di viaggio di Uyuni viaggiano con 8 persone di cui 5 passeggeri, l’autista (jeepero), un aiutante e la moglie dello jeepero che fa da cuoca, si portano viveri, tavoli e sedie e parecchie taniche di benzina sui capienti e robusti portapacchi.

La signora prepara la cena per i francesi e visto che io ho solo qualche biscotto da mangiare si impietosisce e da una tazza di Sopa anche a me, probabilmente la cena è solo per i gruppi che prenotano. Finita la cena anche lo jeepero ha finito di rimontare il carburatore ed accende tutto felice la jeep che , dopo una fumata bianca , sembra funzionare a dovere.

La mia intenzione era di proseguire verso nord, passare dall’Arbol de Piedra e arrivare a prendere la 701 ma i due jeeperos me lo sconsigliano vivamente perchè mi dicono che dopo circa 5 km inizia un tratto, della lunghezza di una decina di km, con sabbia fine molto alta , avevo già letto in alcuni report di questo problema e visto la fatica che ho fatto solo per arrivare fino a qui decido di tornare indietro così vedrò il Sol de Magnana e poi prenderò la strada consigliatami dallo jeepero incontrato alle Termes de Polques.
La temperatura all’esterno si abbassa molto, esco solo per dare un’occhiata al cielo stellato che a queste altitudini è da togliere il fiato e poi mi rintano nella mia suite da sei letti a dormire completamente vestito e con ben sette coperte a tenermi caldo.

I ragazzi francesi non mi hanno degnato di una parola, il loro accompagnatore boliviano mi ha detto che partiranno domani mattina alle 5 per essere al Geyser all’alba, io penso che dormirò un po’ di più, ammesso di riuscire a chiudere occhio a queste quote.

PERCORSO

https://it.wikiloc.com/percorsi-moto...-2016-48735232
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Ultima modifica di robi_pal; 30-04-2020 a 22:18 Motivo: Aggiunto link al percorso
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Vecchio 30-04-2020, 21:31   #32
Sanny
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Vecchio 01-05-2020, 10:20   #33
Nikhd
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Fantastico
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Vecchio 01-05-2020, 15:30   #34
robi_pal
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Sabato 7 maggio

Alle 5 partono le due Toyota con i Francesi, esco a sentire la temperatura e il termometro della moto segna -9.2 gradi, torno dentro sotto le mie sette coperte ed aspetto il sole.



Verso le 8 mi alzo, faccio colazione con del tè ormai freddo che hanno lasciato i francesi, mi vesto con tutto quello che ho ed incrociando le dita provo ad accendere la moto, se non partisse sarebbe un grosso guaio, ormai sono rimaste solo la proprietaria e sua figlia e non c’è nessuno che potrebbe aiutarmi ad accenderla, per fortuna parte al primo colpo, la lascio scaldare un po’ e mi avvio sulla strada fatta ieri per arrivare fino a qui, nuovamente sabbione alto che mi fa penare.



Il ruscello che ho attraversato ieri pomeriggio stamattina è completamente ghiacciato, riesco a passare a lato dove le jeep l’hanno rotto.



Risalgo fino ai 4850 m del campo geotermale con il geyser Sol de Magnana e le numerose vasche di fango che ribolle, mi ricorda l’Islanda del luglio scorso, ci sono solo tre turisti e il solito jeepero a cui chiedo informazioni sulla strada che vedo verso nord e che mi consentirebbe di raggiungere quella principale senza dover rifare il giro attorno al Sol de Magnana.






Lungo la strada, su una salita, c’è un tubo nero di plastica mezzo interrato che la attraversa in diagonale, con un colpo di gas lo supero con la ruota anteriore ma la posteriore ci slitta sopra e mi ritrovo per terra, caduto alla velocità di 10 km/h, sufficiente però a rompere un gancio della borsa dx che ora non sta più al suo posto. Smonto la Ortlieb e anche l’altra borsa laterale e con la fatica richiesta per alzare, da solo, una moto di quasi 200 kg su una strada sterrata a 4900 metri di quota riesco a rimetterla in piedi. Con un paio di cinghie che ho di scorta trovo il modo di farla stare al suo posto, sembra anche fissata bene, rimonto il resto dei bagagli e riparto. Raggiungo il bivio indicatomi ieri dallo jeepero con il disegno nella sabbia e trovo una pista battuta da seguire.



Provo a caricare sul navigatore la mappa di Openstreetmaps e scopro che è riportata la strada e quindi procedo verso nord più tranquillo. Vedo in lontananza la laguna Colorada e capisco che sto percorrendo la strada che ieri vedevo dal Refugio. Scendo verso la laguna Capina e poco prima di raggiungerla, presso alcuni edifici, la strada è sbarrata. Scendo dalla moto, è un altro degli ingressi della Reserva Eduardo Avaroa, mi chiedono di vedere il biglietto che ho fatto ieri e mi salutano con Suerte (buona fortuna). Gli edifici fanno parte di una sorta di stabilimento di lavorazione del borace e ci sono parecchi camion, la strada è ricoperta da una polvere bianca finissima, si sale nuovamente, con alcuni tornanti, fino a 4600 m per poi scendere seguendo il corso di un ruscello, comincia ad esserci un po’ di vegetazione ed infatti trovo anche dei lama e alpaca che pascolano.



Dopo pochi km raggiungo Villamar Mallcu dove spero di trovare un po’ di benzina. Ho già percorso 296 km dall’ultimo pieno fatto a San Pedro, per arrivare al prossimo paese sono altri 40 km e non credo di avere benzina a sufficienza.
Domando ad un paio di persone ma non ne hanno, vedo una jeep ferma in un prato con dei turisti che fanno uno spuntino, li raggiungo e chiedo se mi possono vendere qualche litro di benzina, hanno diverse taniche sul tetto, lo jeepero prende un contenitore vuoto da 5 lt e me lo riempie.
Avevo letto che la strada più avanti attraversa un luogo paludoso dove si devono affrontare diversi guadi perciò riparto un po’ preoccupato. Come sempre quando la strada è pianeggiante ricompare il ripio e si ricomincia a faticare. In prossimità della zona paludosa, a sorpresa, scopro che hanno rialzato la strada e non si devono più superare i guadi.
Arrivo a Villa Alota, mi ero segnato un paio di alloggi, individuo l’ Hspedaje de Los Andes e decido che i 185 km di oggi possono bastare. La camera singola ce l’hanno, la doccia è fredda e per cena c’è della Sopa, meglio che niente, mi sistemo nella stanza. Faccio un giro per vedere la desolazione del luogo con case di fango con il tetto di paglia, nessuno in giro, un paese spettrale.







Verso sera arriva un pick up e faccio la conoscenza di Luis Brega, geologo originario di Potos,ì che lavora con altre due persone a dei sondaggi per una miniera a 60 km da qui. Siccome la miniera è a 5000 metri di quota e non riescono a rimanere a dormire per il freddo e la scarsità di ossigeno, ogni giorno tornano qui ad alloggiare, visto che siamo a soli 3850 m. Ceno in loro compagnia nella mensa riscaldata da una stufetta con la bombola e poi vado a dormire.



PERCORSO
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Ultima modifica di robi_pal; 02-05-2020 a 11:04 Motivo: Inserito link percorso
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Vecchio 02-05-2020, 09:59   #35
jocanguro
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Bellissimo, interessantissimo..
un modo per viaggiare pur dovendo stare chiusi in casa...

COMPLIMENTI... bel viaggio.

aspettiamo tutti altri resoconti...
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Vecchio 02-05-2020, 10:32   #36
Cri_GS
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Gran bella avventura!!!! A vederla oggi ti viene voglia di partire prima che tutto il mondo si blocchi....
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Vecchio 02-05-2020, 14:25   #37
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Quote:
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Bellissimo, interessantissimo..
un modo per viaggiare pur dovendo stare chiusi in casa...

COMPLIMENTI... bel viaggio.

aspettiamo tutti altri resoconti...

Grazie per i complimenti, nonostante sia chiuso in casa fatico a trovare il tempo per scrivere: c'è l'orto da sistemare, mio papà anziano da guardare, l'irrigazione dei fiori sul balcone, la moto in garage da modificare, studiare e preparare (se ci sarà) il prossimo viaggio, ecc .....
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Vecchio 02-05-2020, 14:55   #38
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ecco vedi Robi.... questo è il genere di avventura che ho sempre sognato di fare (non da solo però)...
... i paesaggi saranno anche un po' spettrali ma hanno un fascino particolare... quasi magnetico... certo, bisogna amare anche la natura selvaggia di luoghi che sembrano davvero fuori dal mondo...
... ho notato che a quelle altitudini, non vi è presenza di neve/ghiaccio perenne...
Questi viaggi ti lasciano tanto nel cuore... ti danno la possibilità di misurarti con te stesso...

... non riesco a trovare parole adeguate da tanto sono intontito nell'ammirare le tue foto...

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... non dirmi che hai oltrepassato quel tubo in obliquo... mannaggia.

... leggendo e guardando le tue foto, ho capito che se mai ci andassi, devo portarmi una manciata di memory SD perchè fotografare è una delle mie passioni... fotografo anche i sassi... vedi te....
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travel calmly = perfect tourism
...è facile trovarmi... segui gli aironi grigi delle risaie...

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Vecchio 02-05-2020, 15:12   #39
petrel
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Posti magici...

nel #2 post le pietre dietro di te sono della fortezza di Sacsayhuamán?
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La vita è troppo breve per bere vino scadente.
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Vecchio 02-05-2020, 19:22   #40
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@ Petrel, il muro è nella strada Hatum Rumiyoc nel centro di Cusco e quella dietro di me è la famosa pietra dei 12 angoli, la fortezza di Sacsayhuamán l'ho visitata il penultimo giorno.


@ robydilocate, nonostante le altitudini elevate la mancanza di neve è dovuta alla mancanza di precipitazioni del deserto di Atacama e poi ricorda che sono luoghi abbastanza vicini all'equatore perciò hanno un forte irraggiamento che la scioglie rapidamente. Per quanto riguarda il tubo ti assicuro che non c'era modo di superarlo perpendicolarmente dato le condizioni della strada, comunque non è successo nulla di grave

Per le foto ai sassi ti garantisco che ce ne sono veramente tanti , io mi porto un pc portatile e un HD per caricare foto, video, percorsi, mappe, copie dei documenti, ecc.....
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Vecchio 02-05-2020, 19:39   #41
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Domenica 8 maggio

Nei prossimi giorni ho in programma di arrivare a Potosì e visto che Luis il geologo è proprio di Potosì gli chiedo se mi può indicare qualcuno che mi possa aiutare a riparare la borsa laterale. Gli faccio vedere il danno e mi dice che sul pick up ha il trapano e i rivetti e visto che oggi è domenica e non va a lavorare, mi può dare una mano lui a sistemarla. Si era solamente strappata la chiusura sulla borsa che la fissa al telaio e con quattro rivetti abbiamo risolto facilmente.





Saluto tutti e riparto verso Uyuni, la strada presenta in alcuni tratti ancora parecchia ghiaia ma è molto battuta e perciò in condizioni decisamente migliori di quella degli ultimi due giorni.
Arrivo a San Cristobal e vado subito al distributore di benzina a fare il pieno, i non Boliviani devono pagare una sovrattassa sui carburanti ma qui non la applicano e perciò faccio il pieno con pochi Bolivianos, mi pare di ricordare sui 0,50 USD al litro.
Vicino a San Cristobal c’è una grossa miniera per questo il paesino è ben rifornito di merci, ci sono un paio di negozi e anche alcune persone che fanno un piccolo mercatino .



Arrivo a Uyuni nel primo pomeriggio, giro un po’ per la cittadina che, rispetto ai paesini che ho visto dopo avere lasciato Iquique, mi sembra una metropoli e trovo alloggio all’hotel Julia, finalmente una doccia dopo tre giorni di deserto. Pranzo in un ristorante frequentato dai locali spendendo pochi bolivianos dopo di che, seguendo l’Avenida Ferroviaria e poi sbagliando un paio di deviazioni, raggiungo il Cementerio de trenes





Torno in città e mi fermo ad un mercatino a prendere un po’ di crema per il viso, i due giorni passati in alta quota mi hanno disidratato pelle e labbra, avevo qualcosa con me ma non è bastato.
La cena in un altro presunto ristorante e poi due passi per il centro.



PERCORSO

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Vecchio 03-05-2020, 10:31   #42
Diavoletto
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Complimenti
Bel resoconto.
Ora arriva il bello
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Avete ragione....
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Vecchio 03-05-2020, 12:18   #43
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Grazie Diavoletto, hai proprio ragione: adesso viene il bello !
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Vecchio 03-05-2020, 12:26   #44
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Lunedì 9 maggio

Oggi realizzerò il sogno di visitare il Salar de Uyuni, il più grande lago salato sulla terra (ha la stessa superficie dell’Abruzzo !).
Per trovare l’ingresso dal lato di Uyuni bisogna fare circa 30 km fino a Colchani, una volta arrivati al paese basta seguire una delle numerose jeep che portano i turisti.



La prima tappa è il monumento alla Dakar passata di qui nel 2015, vicino all’ex hotel di sale, chiuso per problemi igienici.



Seconda tappa dove ci sono le bandiere che sventolano, poi seguo la traccia che mi porterà alla Isla Incahuasi, detta anche Isla del Pescado. Sono 60 km di sale bianco, cielo blu come solo a 3660 m puoi trovare, mancanza di punti di riferimento vicini che ti facciano capire se sei fermo o se stai veramente correndo ai 120 km/h (di più la Tenerella non faceva).

https://www.youtube.com/watch?v=aAdT...w&pbjreload=10



La superficie del lago, all’orizzonte, sembra piegarsi in corrispondenza della riga nera lasciata dagli pneumatici ma si tratta solo di un'illusione ottica. Si fa fatica a credere di essere ancora sulla terra, sembra di essere su un pianeta parallelo.

https://www.youtube.com/watch?v=RD2a...E&pbjreload=10

Arrivando vicino all’isola mi rendo conto meglio della velocità , le giro intorno fino a trovare il parcheggio in cui ci sono alcuni fuoristrada.

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Vecchio 03-05-2020, 17:37   #45
ZAGOR
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Complimenti per il tuo viaggio e le splendide foto di quei posti incantevoli
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Quando non sai più dove stai andando ricordati almeno da dove vieni...
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Vecchio 03-05-2020, 19:04   #46
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Grazie Zagor.
Sto cercando di ridurre il numero delle foto da pubblicare e non è facile, il Salar è un posto da una foto al minuto
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Vecchio 03-05-2020, 19:51   #47
Sanny
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non diminuire troppo….
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Vecchio 03-05-2020, 20:14   #48
jocanguro
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bellissimo...
dai dai continua....


p.s.
come si guida sul sale ? tiene meglio che l'asfalto ? o peggio ?
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Vecchio 03-05-2020, 20:26   #49
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Il sale asciutto è molto duro e ruvido perciò si guida bene, la cosa che da fastidio sono le cornici degli esagoni che si formano nel sale quando si asciuga, sono alte 2/3 cm e dure anche quelle perciò causano parecchie vibrazioni.
Comunque dall'hotel di sale all'Isla sono 60 km diritti, perciò non ho potuto testare bene la tenuta in curva ;-)

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Vecchio 03-05-2020, 20:54   #50
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L’isola è ricoperta da molti cactus secolari, esiste anche un piccolo museo e un bar/ristorante, pagando un biglietto si può seguire il sentiero battuto e ben delimitato da pietre che porta sulla cima dell’isola da cui si gode di uno spettacolo incredibile, difficile trovare le parole per descriverlo.











https://youtu.be/zG2gisSZIuw

Scendendo si passa dalla grotta di corallo e si raggiunge nuovamente il museo, c’è un piccolo di lama allattato dalla signora che vive qui.





Il legno dei cactus è usato per la costruzione di frecce indicatrici del percorso, barriere lungo il sentiero, cestini dello sporco.

A malincuore lascio l’Isla per tornare alla strada principale, mi fermo a guardare uno dei tanti buchi che ci sono sul salar, non si vede il fondo ! Sono molto pericolosi soprattutto con la moto, quando il salar è allagato è proibito entrarci perchè non sono visibili (così mi ha detto un jeepero)

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