Nei giorni chuso in casa in quarantena preventiva, esauriti i (pochi) libri che avevo preso in biblioteca prima del lockdown, ho cominciato a cercare cosa potessi leggere di nuovo.
Per fortuna, all'atto dell'unificazione delle due case con la mia compagna, è arrivato anche qualche suo libro che non avevo letto e così mi sono imbattuto in Scerbanenco.
Ho letto venti (20!) suoi libri, tutti quelli che c'erano in casa, e un'idea dell'autore me la sono fatta.
Innazitutto bisogna pensare che Scerbanenco è del secolo scorso (1911) e che scriveva pur dopo studi modestissimi. E' stato scrittore di romanzi e redattore di periodici (sua per anni la rubrica della "posta del cuore" su Grazia e Novella...).
Forse questo ne ha influenzato lo stile: amaro, crudo (per quanto del secolo scorso) e, a parer mio, decisamente misogino.
E' morto a soli 58 anni per arresto cardiaco.
Tra i libri che ho letto ci sono gialli (i più interessanti) e roba pseudo-rosa, ma è comunque meritevole lo spaccato che si trae dell'italia del dopoguerra, che, contrariamente a quanto dicono tutti (che culo! C'è il boom economico), parla di un paese difficile, cattivo, ansioso di emergere, contraddittorio e disincantato. Si racconta infatti di una Milano e della sua provincia, oltre che di un'Italia che sta cambiando, con cruda mescolanza di benessere e disagio sociale, dei vecchi quartieri e della campagna, dei benestanti e di chi scalpita per ottenere qualcosa.
I libri che mi sono piaciuti di più sono i quattro della quadrilogia (non a caso...) su Duca Lamberti, medico radiato dall'Ordine per aver praticato l'eutanasia ad una vecchia signora, che diventa una sorta di investigatore privato che collabora con la questura di Milano.
Non certo testi attuali, ma capaci come ho detto di calare in una "vecchia" realtà e di far riflettere un minimo sul passato e le origini di tutti noi. Soprattutto in senso sociologico.
Il tutto con una scrittura bellissima e l'uso di termini desueti e affascinanti, unito alla capacità di fare un (buon) libro anche da storie molto esili.
Lo consiglierei? Io sono un lettore compulsivo, ma i quattro libri su Duca Lamberti (Venere privata, Traditori di tutti, I ragazzi del massacro, I milanesi ammazzano al sabato) può valer la pena leggerli.
Anche senza quarantena