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Vecchio 12-09-2021, 20:59   #1
Gunther
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Smile “obrigado !”



“Obrigada! ” – Eeh? Come obbligata? … ma davvero?? Maaaa… cioè.. in che senso?

Quando la morettina del campeggio mi disse così portandomi il resto del pagamento della cena, cominciai a pensare che qui in Portogallo l’ospitalità è veramente superiore a ogni aspettativa. Ma facciamo un passo indietro, anzi due. Quest’anno, tra impegni personali e divieti nazionali mi sono mosso poco, e sono capitati spesso momenti nei quali avevo voglia di prendere la moto ma non potevo farlo. Anche lavorativamente ho ridotto di molto gli spostamenti, e avevo proprio voglia di far girare il boxerone e vedere posti nuovi

Inoltre, tra buco dell’ozono e sfiga, ormai ogni anno fa sempre più caldo afoso, per cui volevo evitare di infilarmi in posti-fornace come mi è successo già parecchie volte in passato, visto che per me le vacanze sono solo in agosto.

Le vacanze estive per me rappresentano un appuntamento importante, mi servono per azzerare le tossine della vita di tutti i giorni, mi serve desiderarle, mi serve prepararle e infine mi serve portarle a compimento, per evitare di affrontare poi un successivo anno di lavoro già stanco e senza voglia. E’ già il terzo anno, spero l’ultimo, che a causa del fatto che frequento l’università, nel periodo estivo devo studiare, per cui non posso fare quello che ho sempre amato fare, ovvero recarmi in paesi un po' estremi, decidere intorno a pasqua, cominciare a studiarmi il posto, ad ottenere i permessi, a preparare la moto. L’anno scorso ho deciso di stare addirittura in Italia, quest’anno però vado fuori dalle balle.

E poi sono parecchio scoglionato, è un anno che ne sento di tutti i colori sulla libertà di movimento, manipolazioni a tutti i livelli, e ciò mi ha depresso non poco, perché se mi tolgono la libertà di spostarmi a mio piacimento é come mettermi in prigione. Ho fatto così il green pass con l’intento di non avere problemi in viaggio, anche se mi renderò presto conto che il modo con cui all’estero affrontano la questione è decisamente differente dal nostro

MA… è giugno, non c’è tempo da perdere! Apro per terra la mappa dell’europa, e noto subito che là nell’angolo a sinistra, la terra di Ronaldo e Mourinho effettivamente mi manca, ha le dimensioni giuste per una bella vacanza di tre settimane, e essendo sull’atlantico non dovrebbe essere “roventisc”. Prendo qualche info in più e alla fine decido: compro la lonely e.. si parte!

A inizio luglio blocco un motel dopo barcellona e uno appena dentro in portogallo, e noto che contrariamente a ciò che pensavo gli alloggi del luogo non sono così economici né facilmente trovabili, figurarsi se li prenoto ad agosto il giorno per il giorno dopo, per cui prendo la decisione di portarmi la tenda, luoghi per il “Campismo”, come lo chiamano loro, ce ne sono tanti, visto che siamo al mare

La combinazione di carico che scelgo è la stessa dell’anno scorso: niente bauletto, borse laterali che ci sta il mondo, sopraborse della wunderlich che sono una meraviglia, capienti ed espandibili, ma non impermeabili, infatti ci metterò tutta roba che se piove se ne frega (ciabatte, antiacqua e sacco a pelo, quest’ultimo avvolto in una sacca impermeabile). Carico la tenda per il lungo utilzzando piastra bauletto e sella posteriore, ottima idea appresa dai crucchi, niente peso sporgente ai lati e carico un po' spostato verso il centro della moto ma, soprattutto, schienalino gratis

Duemiladuecento km sono la distanza che separa la porta di casa mia da quella della Lusitania, da farsi in… due o tre giorni? Direi due, tanto è trasferimento. Un saluto a Jack, che porto in villeggiatura presso un’amica che possiede altri due cani, e arriva il fatidico giorno della partenza.

Sarà che quando vado a letto immagino di svegliarmi già in un altro paese, sarà che da due mesi non vedevo l’ora di partire, sta di fatto che mi alzo senza sveglia alle 3.00 e parto alle 3.45, in modo che prima delle 8.00 sono già oltralpe. I francesi hanno poche aree di servizio ma belle aree di sosta sull’autostrada, e il nuovo sistema di pagamento pedaggi attraverso il contactless, ovvero appoggiando solo la carta di credito, mi permette di essere veloce. La rottura di palle sono le loro regole su giubbino catarifrangente, guanti omologati e kit di primo soccorso, che mi costringono ad adeguarmi: non ho mai portato con me un giubbino ad alta visibilità, e l’ho comprato visto che passerò per la Francia. Non ho il kit di pronto soccorso, perché dal punto di vista dei medicinali sono ben più attrezzato, ho con me tutto l’occorrente per qualsiasi malessere mi possa accadere, comprese garze, bende, forbicine, siringa, cotone idrofilo, cerotti ecc, ma il “kit” semplice non ce l’ho, e ho dovuto prenderlo, perché loro vogliono vedere quello. Infine, i guanti omologati: io in estate viaggio sempre senza guanti, è una cazzata che mi accompagna da anni, e a tutti i guanti che posseggo, ho tolto l’etichetta di omologazione perché fanno delle etichette lunghe 15 cm che danno solo fastidio. Che fare? Mi porto i guanti antiacqua dainese, sono andato sul loro sito e mi sono stampato la parte relativa all’omologazione, così se mi fermano gli mostro quella. Alla fine ho viaggiato in italia di notte con 24 gradi senza guanti, poi in Francia al mattino con 30 gradi con su i guanti antiacqua. Vabbè..

Dopo 1.220 km, in spagna a 28 gradi e gli ultimi 30 km sotto un acquazzone tremendo, arrivo tra Barcellona e Valencia. Saranno queste le uniche gocce d’acqua di tutto il viaggio: 20 minuti di diluvio su 20 giorni: mi sembra più che accettabile

In autostrada poco prima di entrare in portogallo, il navigatore mi comunica che arrivo… mezz’ora fa! Sono le 17.54 e lui mi assicura che arriverò alle 17.23. Spero che non inizi a farmi girare le balle perché con lui ho un rapporto di amore odio, ultimamente…

Entro in portogallo, all’ingresso convogliano gli stranieri verso un’area dove è possibile associare la targa ad un sistema di pagamento automatico, ma la telecamera riprende solo l’anteriore del mezzo. L’alternativa è acquistare una carta a scalare e utilizzare quella, ma non è ben chiaro quali sono le tratte sottoposte a pedaggio automatico e quelle con i caselli. Un sistema direi macchinoso e poco pratico, scelgo la terza via: eviterò le autostrade se non strettamente necessario. La signora della struttura mi dice che sono arrivato prima di quanto le avevo scritto via sms, guardo l’ora sul muro della reception e… azzo ma qui siamo un’ora indietro! Bene, ho più tempo per doccia e relax, e poi… Navigatore-Marco 1-0 !




Leggo che con un gs dopo 600 km di seguito si è stanchi morti, io ne ho fatti 2.200 in due giorni e sto benissimo… e non è la prima volta che lo faccio. Ciò rientra in un discorso più ampio che ho elaborato durante il viaggio: è consuetudine generalizzare un problema capitato alla propria moto accusando il marchio di fare motociclette inaffidabili. Se si rompe un cardano, Bmw fa moto di merda, se la batteria crea problemi, le goldwing sono un furto con quello che costano. Inaccettabile, intollerabile! Ma non sento nessuno parlare di numeri di vendita per unità (bmw gs vende oltre 20 volte honda goldwing, ma è solo un esempio), e soprattutto di modalità e stile di guida, i motociclisti non hanno mai colpe, sono sempre le case, eppure ne vedo che tirano come degli indemoniati, spalancano ad ogni cambio marcia, o che partono a freddo. Io in 480.000 km con lo stesso motore non ho mai rotto niente di grave, questa ne ha 100.000 e non ha mai avuto niente di serio… che fortuna che ho!

Terzo giorno.. finalmente! Da ora si cazzeggia. Il metodo di viaggio che mi sono costruito negli anni, prevede di fermarmi più giorni possibile in una zona al centro di ciò che voglio vedere, scaricare la moto e cominciare a fare giri a margherita intorno al motel finché non ho terminato di vedere i posti che mi interessano. Questo mi dà alcuni vantaggi, primi fra tutti il fatto di viaggiare scarico e di non esporre parte del carico, ben al sicuro in motel, a furti. Ma anche la possibilità di viaggiare con abbigliamento che non sia necessariamente da tappone di trasferimento, mi piace non poco. Oggi però non ho alternative: a sud c’è il mare, a est la spagna, a nord poco da vedere… parto con tutto verso ovest, verso la visita dell’ALGARVE. In questa nazione si viaggia bene, il traffico è scarso sebbene siamo in zona turistica, e la gente non ha assolutamente fretta. Il meteo oggi è perfetto e soprattutto rispetto all’Italia noto una maggior disponibilità verso i motociclisti, ovvero se supero qualcuno questo non chiude, non stringe, non accelera mentre lo sorpasso anzi qualcuno mi agevola pure. Secondo me dovrebbe essere sempre così, a parte agevolarmi, sarebbe sufficiente che si facessero i fatti loro senza invidia che porta a manovre improvvise e pericolose soprattutto per noi motard. La spiaggia e la grotta di benagil sono da cartolina, a metà pomeriggio trovo un super campeggio che vuole 50 euro, al motel ne vogliono 35, scelgo per un campeggio meno di lusso, con quotazioni normali. Siamo a Luz, al centro dell’area sud ovest del portogallo, zona perfetta





Cabo de sao vicente è un posto eccezionale, a me piace molto perché rappresenta i posti che amo: pochissima gente, mare, onde, rocce a picco. Potrebbero far sostare camperisti e roulottari, c’è tantissimo posto, sia lì che sulla strada per arrivarci, invece c’è il divieto, una cosa che mi dispiace






Provo il ristorantino del campeggio che mi sembra ben fornito, e soprattutto mi permette di sorseggiare una birra in più senza l’angoscia di rientrare in moto col rischio di essere fermato. La cena è ottima, e le circostanze mi permettono di imparare la parola che sentirò dire più spesso qui in Portogallo, vale a dire “obrigado!”, che vuol dire semplicemente “grazie!”.

Il Portogallo presenta caratteristiche invidiabili o discutibili, in questa mia vacanza ho notato ad esempio che qualsiasi attrazione turistica, religiosa o municipale, è accessibile a pagamento e i prezzi sono pari se non superiori a quelli delle più blasonate nazioni del centro Europa. Ho anche notato che i senzatetto sono pochissimi, nelle grandi città ne ho visto qualcuno a Porto ma a Lisbona per esempio neanche uno.

Ma basta pensieri e riflessioni, godiamoci la moto che non ho ancora visto una nuvola, e che il meteo è eccezionale, si viaggia sempre sui 20/25 gradi, la perfezione per me! Confermo un’altra notte in campeggio e oggi faccio pochi km e tante spiagge, e voglio anche una bella colazione! Anzi, dirò di più, visto che in campeggio c’è anche la piscina, crepi l’avarizia, al rientro mi sparo pure un’oretta a bordo vasca e un bagno rinfrescante! Visito delle spiagge eccezionali, soprattutto Amoreira…. l’oceano rinfresca il clima e sprigiona delle onde bellissime da vedere, sulle quali ci sono sempre tanti surfisti a divertirsi. Giornata da incorniciare









Durante lo spostamento verso Lisbona entro nella regione più grande del Portogallo, L’Alentejo, e approfitto del percorso per farmi un giro sulla penisola di Troja, un tratto costiero lungo e stretto posizionato di fronte a Setubal e terminante con un complesso residenziale molto carino e pacifico. I limiti stradali sono logici e più che accettabili, ad ogni modo io ne resto all’interno, sia perché non ho fretta sia perché non trovo il senso di correre rischi in un paese che non è il mio e di rovinarmi la giornata. Sento intanto di amici motociclisti che nonostante i divieti cercano di fare ciò che non si può fare, un’abitudine tipica italiana che, però, spesso non trova terreno fertile all’estero.

Avevo già fermato la struttura a Lisbona dall’Italia, valutandone diverse con calma, visto che tanto ci sarei stato più notti e che in una città grande preferisco garantirmi certi servizi, come il garage. Il posto è effettivamente stupendo, ma stupendo è soprattutto il proprietario, Antonio, che mi accoglie portandomi in camera i bagagli con un carrellino (!) e fornendomi una marea di consigli, compresi dei fogli con tutte le zone più belle da visitare, di Lisbona ma anche di tutto il portogallo, che si possono fare in pullman ma che vanno benissimo anche per me, documenti che incrocerò con la lonely planet e che mi saranno molto utili. Che è uno di noi lo capisco quando gli chiedo come mai in Portogallo il prezzo della benzina è superiore a quello in spagna, in Francia e anche in Italia. “achi gobierno todos ladrones”, mi risponde 😊 😊 ahhh okk!! La sua casa si trova a fianco di una delle arterie principali che porta in centro, Avenida Almirante Reis, pertanto è veramente comoda per le visite, anche se il nome della grande via mi lascia qualche perplessità sull’estrazione politica dei portoghesi. Nella sua casa ho la possibilità anche di farmi il caffè, scaldando l’acqua in un comune bollitore e utilizzando un filtro che non avevo mai visto prima





Dal punto di vista alimentare io sono un po' una merda, nel senso che non m’interessa per niente provare le prelibatezze locali. Forse perché in vacanza io non pranzo mai, la sera ho fame e voglia di mangiare, non di peluccare.. meno male che Sofy mi suggerisce di provare il dolce tipico locale, ovvero i pasteis de nata, e Simi via wapp mi dice dai prova qualcosa sei lì, su, forza, così ceno con una bella paella, bella e soprattutto buona. Mentre ceno, a fianco a me scorre di continuo il 28, il tipico tram di Lisbona che la lonely raccomanda in assoluto di provare



Non visiterò Lisbona subito, il primo giorno prendo la moto e scelgo di vedere solo i posti di Lisbona lontani dal motel, farmi un giro lungo la costa toccando tutti i posti più caratteristici della zona, come Cascais, Sintra Queluz e soprattutto cabo da roca, il punto più ad ovest dell’Europa continentale. Qui incontro un ragazzo bergamasco che mi ferma e mi chiede informazioni su com’è viaggiare in moto…. proprio a me… 😊 lui è lì con un viaggio organizzato … poverino lo seppellisco, ma un po' era già convinto.

Faccio la mia bella cazzata dopo aver visitato il monastero dos Jeronimos, realizzato in splendido stile manuelino nel quartiere di Belèm, e all’interno del quale è sepolto Vasco da Gama, uno dei grandi padri di tutti i viaggiatori. Confondo infatti l’adiacente e peraltro stupendo monumento alle scoperte nientedimeno che con… la torre di Belèm, posizionata solo 900 mt più avanti. Così, la torre di Belem non l’ho vista 😊 .. magari ci sarò passato di fianco, però… asèn!







A Cascais faccio ancora la conoscenza con l‘aspra bellezza del connubio tra le rocce portoghesi e l’oceano: la chiamano boca do inferno, è un’apertura della roccia a mò di ponticello, che permette all’acqua di passare sotto creando una cavità naturale a cielo aperto che, nei giorni di vento, fa schizzare l’acqua fin sulla strada. La strada che da Lisbona porta a Cascais è costellata di spiaggette e localini per spuntini o colazioni varie, passa proprio sulla costa oceanica, sono 20 km ma sono a 2 corsie per senso di marcia, e la gente si porta in spiaggia con dei sottopassi o dei ponti: pochissimi semafori, si viaggia benissimo e sembra identica alla litoranea ligure o napoletana con queste piccole differenze che però cambiano completamente tutto: è un’altra vita, si viaggia ai 60/80 km/h in tutta sicurezza

Il giro continua a Sintra, un paesello interessante per le viuzze strette e piene di gente… il palacio da Vila coi suoi camini di forma conica è anche corredato di belle piante, siepi e gerani, e sono tanti gli angoli dai quali si possono scattare delle belle foto. Il castello dei Mori domina dall’alto tutta la città, ma non ho nessuna voglia di arrampicarmi fino a lassù, per cui mi limito a un giro per il centro paese. Qui per mia scelta decido di mettere la ffp2, perché è impossibile mantenere le distanze dalla gente. A proposito, finora nessuno mi ha né chiesto né parlato di covid, distanziamento, pulizia mani, green pass menchemeno, ci sono gli igienizzanti un po' dappertutto ma il comportamento è lasciato alla libera scelta della gente che, proprio come ho fatto io, decide se e cosa indossare. Non entro nel palacio da vila perché voglio entrare nel ben più importante e maestoso palacio nacional, situato a pochi kilometri di distanza, a Queluz, e che già dalla preparazione di questo viaggio mi ricordava gli sfarzi visti nei dintorni di San Pietroburgo, a palazzo Peterhof soprattutto. Quella che Antonio definisce la “versailles del portogallo” è molto bella dentro ma in realtà un po' fatiscente all’esterno, l’ho girata tutta e nel paragone con Caserta o Peterhof perde, con Versailles non so perché non ci sono mai stato









PS: questa riga saltatela! In serata mi svacco dai kebabbari scegliendo però la pizza, qualsiasi italiano degno di tale nome mi toglierebbe il saluto per una cosa del genere, però a me è piaciuta da matti, me l’hanno servita subito e ho pure speso una fischiata. Ciapa lì!

Altro giorno facendo base a Lisbona, ma neanche oggi visito la città, decido di partire verso est per vedere Evora, che dovrebbe essere superlativa. Durante il viaggio in statale accade una cosa incredibile: un rincoglionito di un uccellazzo sbaglia traiettoria e dopo un volo rasoterra a manetta fa un curvone ma arriva troppo lungo e si schianta a tutta velocità contro la mia moto.. uno schifo enorme, brandelli di carne e sangue sulla borsa laterale sinistra e sui miei pantaloni! Mi sono fermato per arginare il danno e nel giro di 20 secondi ero pieno di mosche! Ho sempre con me uno spruzzino di acqua sapone e uno straccio, ho tolto il grosso e sono ripartito. Piano piano ho realizzato che mi è andata anche bene, se anticipava di un niente anziché sulla laterale mi finiva sulla gamba, e magari col becco a punta andava anche peggio.

Decido di seguire il consiglio di Antonio e di andare fino a Monsaraz… stupenda, una cittadella fortificata dalla quale si gode di un panorama enorme sul lago Alqueva. Il castello sfrutta una posizione rialzata dominante, e io sfrutto la brezza che risale dal pendio e che mi dà un bel sollievo. Qui tanti anni fa c’era l’inquisizione, infatti sono visitabili ancora i resti del tribunale





Sono a 8 km dalla spagna, faccio un salto a fare il pieno a € 1,318/lt contro gli € 1,78/lt del portogallo, e faccio oltre 30 litri. Partire con 713 km di autonomia residua dopo un pieno, per me, non ha prezzo. In passato ho letto diversi commenti riguardanti il maxiserbatoio della mia moto, un peso inutile, una moto che diventa imponente e meno gestibile, e poi, solo per fermarsi qualche volta in meno per fare rifornimento, proprio non ha senso. Ma chi è che fa tutti quei km senza avere voglia di fermarsi??? Quello che i motoviaggiatori sanno molto bene, è che la grande autonomia non serve per fare qualche rifornimento in meno, ma per riuscire ad arrivare a fare benzina dove costa meno, perché in un viaggio itinerante la voce più importante dei costi è proprio il carburante



Evora è una città abbastanza importante dell’Alentejo, il centro storico è molto caratteristico, sia per via della presenza del Tempio Romano, uno dei resti meglio conservati della presenza romana, sia per la “Sé” lo strano nome che qui danno alle principali cattedrali di ogni paese in tutto il portogallo. Ma quello che mi attira di più è la “capela dos ossos”, un’inquietante cappelletta dove sono sepolte le ossa di oltre 5000 vittime!





Al ritorno mi rendo conto della totale assenza di polizia per le strade, ma in realtà… non ce n’è bisogno. Come già detto, viaggiano tutti composti, di matti non ce ne sono, inoltre nei centri urbani qui hanno un sistema che costringe la gente a rallentare, ovvero i semafori a “velocidade controlada”, sopra i 50 km/h scatta il rosso, giusto il tempo di scalare tutte le marce, frenare, mettere in folle e fermarti, e il semaforo torna a lampeggiare. Dopo due o tre semafori così, monta una carogna talmente alta che fai a gara per inculare il semaforo, viaggiando alla velocità più alta possibile ma senza farlo scattare, e alla fine ti ritrovi a viaggiare ai 50 costanti. Intanto in viaggio assisto ad un incendio a bordo strada, con tanto di bombeiros (vigili del fuoco) a controllare la situazione e canadair sopra la testa, purtroppo avevo sentito alla tv nei giorni precedenti che gli incendi qui sono un serio problema



Bene, è venuto il giorno di Lisbona! Oggi probabilmente non tocco la moto, giornata dedicata alla capitale. Trovo sulla lonely un interessante itinerario da fare a piedi che parte non lontano dal mio motel, per cui decido di seguirlo e visito praticamente tutta la zona centrale e più interessante. I punti panoramici devono essere belli ad ogni costo, visto che la scarpinata fin lassù grida vendetta, e infatti presentano il fiume Tago e la città vista dall’alto, dando una bella idea della zona. La parte più caratteristica è senza dubbio l’Alfama, un dedalo di viuzze in stile moresco dove il senso dell’orientamento viene piacevolmente abbandonato per perdersi e girare a zonzo, ascoltando la loro musica tipica, detta “fado” interrotta solo dallo sfrigolìo delle ruote ferrate del 28, il mitico tram che attraversa la città inerpicandosi per delle pendenze impossibili, carico a livelli africani. Dirigendomi al Castelo de Sao George noto un motorino parcheggiato dal quale parte un filo elettrico che sale su al primo piano di una casa, e immagino proprio così il futuro degli amanti delle moto elettriche






Nella piazza principale della città, Placa Do comercio, c’è gente di tutti i tipi, qualcuno si avvicina e mi chiede se voglio “della roba”… comincio a pensare di essere proprio messo male, col sole che picchia ho messo il foulard della bmw in testa a mò di bandana a fare il lavoro che i capelli è qualche anno che non fanno più, i bermuda da pantula e la barba sfatta, che per non portarmi il rasoio avevo fatto bene a casa , ma è passata già oltre una settimana..

Lì vicino c’è anche un ascensore (elevador de Santa Justa) ma con tutta la mia buona volontà non sono riuscito a trovare l’entrata in basso. E’ troppo presto per rientrare, e poi non sono mai andato a Rio de Janeiro, e nemmeno a Maratea, per cui prendo la moto e vado a vedere il Cristo Re, che si trova sulla sponda opposta del Tago e si vede da qualsiasi punto di Lisbona. Il posto è stupendo, c’è un gran vento che è utilissimo per rinfrescarsi, si vede il grande ponte (ponte de 25 Abril) e la statua è a dir poco maestosa: realizzata da Salazar negli anni 50, tra statua e base arriva quasi a 100 metri di altezza. E’ anche possibile salire e godersi un panorama di Lisbona ancor più bello di quello che si vede da sotto.

Faccio un salto anche nell’Arialva, la zona sottostante dove scatto qualche foto posizionando la moto a 1 metro dal fiume






... continua ...

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Gunther non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 12-09-2021, 21:23   #2
stefano6310
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Mi hai portato indietro di quasi trent'anni, la prima vera vacanza in moto con Transalp e signora al seguito. 4 settimane (al tempo le ferie erano ferie) in un paese che mi è rimasto nel cuore

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Vecchio 12-09-2021, 21:30   #3
Gunther
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Lisbona è una bella città, ma un mototurista viaggiatore ad un certo punte sente come.. un inspiegabile prurito al polso: è giunta l’ora di levare le tende, e di spostarsi ancora più a nord! La prossima sosta sarà a Rio Maior, una cittadella che non ha nulla di interessante se non di essere al centro di tante cosette che mi interessa vedere. Prima di arrivarci mi fermo a Mafra, che è troppo vicina a Lisbona per poi tornare indietro e visito completamente il palacio nacional, intanto che all’interno si svolge una funzione religiosa. L’abitudine di dare sempre un occhio alla moto mi permette, da una finestra del primo piano del palazzo mentre lo visito, di notare un agente di polizia che gli sta vicino… mmmhh ho un sospetto, visto che 15 minuti prima era pieno di altre moto e ora c’è solo la mia. Corro giù e avviso i funzionari che sto solo uscendo un attimo, vado là e infatti il poliziotto mi dice che non è area di parcheggio quella, devo spostare la moto e metterla nel parcheggio delle auto, occupando anche un posto auto se dovesse servire… e così faccio subito. Poi, procedo e termino la visita del bellissimo palazzo con calma.





A Rio Maior, per la prima volta in assoluto, al Paulo VI hotel mi viene chiesto il green pass. Li avevo già visti tutti un po' esauriti sul covid, lì alla reception, perché mentre facevo il check-in avevano rimproverato una signora che stava USCENDO dall’hotel senza mascherina. Senza il green pass non mi possono ospitare, mi dicono, alché glielo mostro, ma faccio anche notare che su booking tra le misure per il coronavirus del loro hotel non è presente l’obbligo del green pass, e che di certo se non lo avessi avuto gli avrei piantato un bel casino, e che lo riporterò nella mia recensione. Stica, era dalla partenza che non avevo qualche discussione con qualcuno, troppa serenità, dovevo fare qualcosa!

Noto che le temperature si sono abbassate, rispetto all’algarve e all’alentejo, me lo aveva detto Antonio, a Lisbona, che a nord avrei trovato più fresco, ma qui in Estremadura più che fresco si può anche parlare di freddo, se continuo a viaggiare in maglietta: ci sono circa 20 gradi. E’ solo metà pomeriggio, scarico la borsa del vestiario, la tenda e le sopraborse e parto subito per Obidos, che è poco distante. Veramente notevole, una cittadella fortificata circondata da una cinta muraria percorribile per intero a piedi. Qui sento per la prima volta parlare italiano, d’altronde il posto merita una visita, ci sono anche giochi per bambini e c’è un fanfulla agghindato con un costume in pelle, che passa il tempo suonando un corno bianco e fingendo di decapitare tutti i bambini che vogliono infilare la testolina nel foro della ghigliottina, creando parecchia suggestione tra i presenti, non so se più agli altri bambini o più ai genitori del malcapitato








Oggi viaggio scarico, c’è una montagna di cose da vedere qui intorno per cui confermo un’altra notte al Covidhotel. Riuscirò, tra l’altro, anche a chiudere il cerchio delle visite ai principali monasteri religiosi europei, che attirano centinaia di fedeli ogni anno. Oltre a Roma, in passato sempre in moto avevo visitato Medjugorje, Santiago de Compostela e Lourdes, e mi mancava Fatima, oggi ci vado di sicuro! Il piano prevede inizialmente di spostarsi sull’oceano, a Peniche, un promontorio super turistico di forma circolare ma anche un porto attivo, pieno zeppo di scogliere di arenaria fortemente erose, che si può percorrere tutto in moto. Un breve sterrato mi conduce al forte da Luz, dal quale scorgo un bel panorama, ma le scogliere sono più caratteristiche, e nel percorrere Peniche mi fermo diverse volte a fotografarle. Un’altra bellissima foto che riesco a scattare raffigura Sao Martinho do Porto, una spiaggia perfettamente circolare di fronte alla quale c’è un Mirador (punto panoramico) con una grande croce.






In un crescendo di posti superlativi, arrivo infine alla piazza più bella dell’intera vacanza, collocata sopra Nazarè (seguite per Sitio, il vecchio villaggio originario). Il posto è talmente affascinante che spengo la moto, chiudo casco e tutto e decido che mi fermerò un paio d’ore minimo, girovagando un po' dappertutto. La piazza è occupata in parte dal Santuario de Nossa signora de Nazarè, in parte da negozietti, e in parte da un panorama mozzafiato sulla spiaggia sottostante 90 metri. Sull’orlo del precipizio c’è una piccola cappella del 1200 circa, ci sono tanti posti dove mangiare di tutto e procedendo dopo la piazza si può arrivare alla fortezza di San Miguel, all’interno della quale sono visibili tante tavole da surf appartenute a grandi campioni. La zona è particolarmente interessante per i surfisti perché sotto l’oceano c’è un canyon che convoglia l’acqua spingendola da due punti fino a farla scontrare, pertanto nelle giornate ventose si possono creare onde veramente alte





Dopo essermi gustato un bel gelatone, riparto ma mi devo ricomporre un attimo, perché procederò caricandomi spiritualmente prima Ad Alcobaça e poi a Batalha, fino ad esplodere a Fatima, che lascio per ultima nella giornata perché ci voglio stare un po', in modo da darmi il tempo necessario per assaporare il clima e curiosare sui fedeli, ricordo infatti che sia a Medugorje che a Santiago De Compostela, per non parlare di Lourdes, nonostante gli inevitabili negozietti che costruiscono il proprio business sul fanatismo religioso, si sentiva nell’aria qualcosa.

Alcobaça non mi piace, c’è un grande monastero ma, sarà il caldo, preferisco una bella coca gelata nella grande piazza antistante piuttosto che entrarci. La struttura è imponente, ma piuttosto piatta rispetto ai veri monasteri, cosa che non si può certo dire di Batalha, il cui monastero di santa maria de Vitoria è veramente affascinante, con le sue forme gotiche e manueline. Mi rilasso, mi preparo, mi concentro, e parto alla volta di Fatima, molto curioso anche perché cartelli ce ne sono pochi e la spianata dove nel 1917 tre pastorelli videro la Madonna non è immediatamente visibile, ci si deve arrivare proprio quasi dentro. Comunque sistemo la moto ed entro tranquillo nella grande area, delimitata da un lato da una Chiesa moderna e dall’altro dal Santuario bianchissimo. La zona è enorme, e ricordo di averla vista gremita spesse volte in tv; riconosco l’altare dal quale viene detta Messa, e riconosco anche una striscia di asfalto lucido e liscio che attraversa per il lungo tutta la spianata, realizzata per agevolare coloro che scelgono di percorrerla tutta in ginocchio, in segno di devozione. Sono sei milioni i fedeli che ogni anno vengono qui, e bene o male c’è sempre una messa in corso. In mezzo alla piazza, la cappella delle Apparizioni, il punto esatto dove apparve la Vergine Maria, e un posto che ho già visto a Lourdes, ovvero una specie di grosso forno ardente che crepita in continuazione, dove i fedeli si recano ad accendere (anzi ce la gettano dentro, visto il gran caldo, e scappano) una candela. Ovviamente c’è una coda della Mad…. no vabbè una coda impegnativa, e noto gente che porta a bruciare altro che una, di candela, ma dieci o venti candele, anche di dimensioni importanti, gigantesche, probabilmente credendo che più candele si bruciano più la grazia sarà grande. Non posso evitare di immaginare uomini che arrivano con armadi, sedie, o cassapanche in spalla, ma sto attento a non farmi scappare un sorriso perché qui sono tutti seri e tristi

Torno a Rio attraversando una bellissima zona montana, il parque natural das serras de aire, desolato e molto alto, con una temperatura di 20 gradi e un asfalto fatto benissimo e, come sempre, nessuno in giro








Ho voglia di campeggiare un po'… faccio su baracca e burattini e riparto con quest’idea, mi sposterò in zona Coimbra, in Beiras, là ci sono dei bei parchi credo molto interessanti da girare in moto, e qualcosa troverò per dormire.

La mia cattiva organizzazione riguardo l’attrezzatura fotografica prevede una CANON EOS 450D che avrà circa una decina d’anni e che scatta foto ma non fa video, e due obiettivi, un 18-55 che uso quasi sempre, e un cannonazzo 55-250 per riprendere le scritte sui foglietti a cento metri di distanza. Ho una borsa con tracolla per la macchina fotografica che è una magata di quelle serie, ha diverse tasche delle quali negli anni ho ottimizzato lo riempimento, ed è quella che uso quando sono in conformazione “turista”. Quando ho smesso di fumare ho iniziato a necessitare degli occhiali da vista (but correlation not causation, come dice il mio prof di statistica) , per cui semplicemente il posto delle sigarette è ora occupato dagli occhiali

La macchina fotografica non la cambio mai, ma l’iPhone e la sua obsolescenza programmata va sostituito spesso, e ormai quello che ho realizza fotografie in definizione migliore della macchina, pertanto uso anche lui, e siccome quando faccio trasferimento la macchina fotografica è in fondo nella laterale piccola, capita che alcune location io le riprenda solo col cellulare, e a casa poi integri tutto. E’ il caso del misterioso quartier generale dell’ordine dei Cavalieri Templari, o più banalmente definito “Convento de Cristo”, a Tomar. Ci sono posti (e tipi di birre) che devo assolutamente sperimentare, perché mi fanno partire la mente ed evocano in me profonda suggestione. Qualche tempo fa è stato il caso del castello di Dracula, in Romania, ed ora è la volta di questo castello merlato, che visito avidamente curioso di scoprirne ogni angolo, immaginando soldati rossocrociati vestiti con delle gran griglie metalliche, che lo percorrevano sbattendo i piedi e facendo rintronare tutta la servitù. E’ bello e grande, un bambino rompe le palle in continuazione ai suoi genitori, vorrei dirgli di stare buono perché meno di un millino di anni fa sarebbe stato bruciato in cucina nel giro di un attimo! Torno alla moto con l’idea di saltarle in groppa come facevano i templari, ma ci tengo sia alle sopraborse laterali sia e soprattutto ai miei gioielli di famiglia, per cui cambio presto idea.





E vuoi campeggiare?? E allora campeggia! A Coimbra mi attende il campismo municipal, arrivo nel primo pomeriggio, pianto la tenda e smonto tutto, infilo il costume e me ne vado direttamente al mare (oopss… all’oceano!!) a Tocha, perché ho caldo. Sono comunque 50 km. Dopo credo 7 o 8 minuti sdraiato (di sicuro non sono arrivato a 10), decido di fare una mega passeggiata sulla battigia, anche per allineare un po' l’abbronzatura da casco modulare, che al momento mi vede nero sulle guance e sul naso e bianco sul resto della faccia, e così faccio, anche perché lì ci sono kilometri e kilometri di spiagge libere, ed è un piacere passeggiare e guardare le onde che sono comunque alte

Nei campeggi solitamente ci si sveglia presto, ma io a dir la verità faccio eccezione, dormo bene e mi sveglio dopo le 8.00. Oggi il cielo è completamente coperto, la prima volta che mi capita, ma succederà anche nei prossimi giorni, e non sono nuvole… è foschia che nel giro di un paio d’ore sparisce e lascia il posto al sole, al cielo azzurro e al bel tempo. C’è un importante avamposto romano, vicino Coimbra, che dicono essere ben conservato, si chiama Conimbriga e vado subito là a vedere di cosa si tratta: la spianata è grande, ma il percorso è ben segnalato, come al solito è tutto distrutto ma una parte è molto bella, con mosaici ben mantenuti e una specie di giardinetto al centro. Un museo a fianco spiega tutto per bene. Al rientro parcheggio di fronte al rio Mondego, nella piazza principale di Coimbra, dove fa bella mostra di sé l’immancabile statua ossidata e soprattutto l’ancor più immancabile piccione sopra la testa del personaggio. Visito la città, nella quale oltre alle due cattedrali di Sé, la nuova e la vecchia, l’attrazione principale è rappresentata dall’università e dai suoi padiglioni divisi per materia, che sono visitabili e caratteristici; se non fosse agosto brulicherebbero di giovani ansiosi di sapere se sono pronti per sostenere gli esami (ne so qualcosa). Dalla piazza principale dell’università si gode anche di un bel panorama sulla città. Proseguo entrando in un bosco a pagamento, il bosco di Bussaco, pieno di portoghesi che passeggiano e veramente caratteristico, soprattutto il convento che c’è all’interno, il convento di Santa Cruz. A proposito di Cruz, dal convento parte una strada che si inerpica fino in cima alla collinetta, 6 km di salita, per arrivare a un mirador dove svetta una croce imperiale, dal quale, complice l’ennesima bella giornata, la vista può spaziare per kilometri e kilometri. Rientro in campeggio, e passeggiando guardo nei camper adocchiando la comodità delle persone, per capire un domani come potrò viaggiare senza dovermi sempre e solo chinare, come faccio ora in tenda, e dando più senso alle eventuali giornate piovose, che i portoghesi però non sanno neanche cosa siano











Oggi mi spingo ancora più in alto di ieri, voglio infatti raggiungere Piodao, un villaggio che fino a qualche decina di anni fa non era neanche raggiungibile in auto, ma solo a piedi. La guida dice che è perfettamente conservato, costruito in scisto grigio, perfettamente incastonato nella montagna e quasi nascosto alla vista di un occhio rapido. Per arrivarci, devo fare ben 90 kilometri di strada di montagna. E’ un posto particolare, ci sono turisti e ci sono gli abitanti del villaggio, ormai solo anziani, seduti ad ogni angolo. Ripartendo da Piodao guardando la mappa mi rendo conto che la montagna per me oggi è appena cominciata, perchè voglio fare tutto il giro del quadrato più alto del parco de serra estrella, che si snoda ancora più a est. Qui si può girare fino a ricongiungersi al punto di partenza proprio come sulle dolomiti quando si fanno i 4 passi, sella pordoi gardena e campolongo, intorno al piz boè, un giro che ogni motociclista ha sicuramente fatto, perché è bellissimo. Nel punto più alto, il “Torre”, che io ho raggiunto da Covilha, si toccano i 2.000 mt, ed è anche la cima più alta del portogallo. D’inverno ci sciano, ma ora è bellissimo godersi i 15 gradi, tant’è che ho comprato pure il loro formaggio con l’idea di portarmelo a casa, senza immaginare che poche ore più tardi, con la scusa del poco posto a disposizione in moto, l’avrei tazzato via tutto completamente insieme al pane del campeggio. Quelle zone le ho girate con la giacca in pelle, che solitamente dorme nella laterale piccola, d’altronde oltre alla temperatura bassa c’era anche un gran vento.

Mentre rientro e mi appresto a sdraiarmi un po' nella piscina del campeggio, prendo la decisione di levare le tende l’indomani e spostarmi verso Porto, ormai in questa bellissima zona ho segnato il territorio proprio come avrebbe fatto il mio Jack




Oggi venerdì 13… sto a letto tutto il giorno? Mmmhh, neanche morto, sono solo superstizioni, e poi devo volare a Porto! Prima però voglio andare a Figueira da Foz, la città superturistica e tanto famosa anche solo a passarci e a vedere com’è! E infatti arrivo e trovo la classica città balneare, dove tutto costa un po' di più e la gente gira con la canoa o con il salvagente sottobraccio per la strada. Un mega cartellone pubblicitario di un partito locale mi rincuora riguardo gli orientamenti politici dei portoghesi, era da via Reis Almirante a Lisbona che pensavo a una nazione “rossa”…. No, non sembra. Mi faccio la mia risatina e riparto. La moto fa un po' fatica ad avviarsi, è già la terza o quarta volta e due anni fa quando ha fatto così nel giro di poco mi è partita la batteria. Ma ero a casa, qui sono in giro in ferie. A dire la verità ho con me il booster, ma faccio due conti, oggi è venerdì, domani sabato ma prefestivo perché poi è ferragosto… mmm… non so se fidarmi. Se salta ok non mi fermo in mezzo al nulla e poi? 2 giorni così? E se lunedì non c’è la batteria? SE devono farla arrivare? Se poi devono “caricarla”? Per sicurezza chiamo a Lisbona il concessionario bmw per sapere se hanno una batteria, mi rispondono che c’è e anche carica. Ho tempo, dopo Figueira avrei da andare subito a Porto, allora prendo la decisione: tenetemela che sto arrivaandooo !

Arrivo da “Santogal BMW motorrad Lisboa” verso le 14.00, mi fanno accomodare vicino alla moto, arriva il ragazzo e alle 14.20 la batteria è già sostituita. Mi mostrano il check della batteria che avevo, che dice che era da sostituire, quindi ho fatto bene a venir qui, perché era solo questione di tempo. Anzi, ho fatto benissimo, perché la batteria ha 1 anno e 11 mesi, pertanto a casa chiederò il rimborso in garanzia. Forse c’è qualche assorbimento, non è possibile 2 batterie in 4 anni, anche se qui c’è molta più elettronica, per lo spunto serve più potenza, e spesso mi capita di tenere la moto col quadro acceso per sistemare le impostazioni del navigatore garmin integrato. Direi che farò controllare il circuito, a casa con calma, in ogni caso a piedi non resto, al massimo cambio batteria più spesso





Alle 15 riparto diretto verso Porto, e arrivo al motel che avevo prenotato, il quale presenta, per accedere al parcheggio, una salita da trial che solo a vederla allineo nella testa tutti i santi che mi vengono in mente, pronto a snocciolarli tutti! E’ una bastardissima curva in contropendenza verso l’interno, realizzata in sassi sporgenti, convessi e lucidi, per cui immagino bei scivolosi, con erba in mezzo (quella scivolosa di sicuro), e che avrà una pendenza del 40%!! Nelle recensioni avevo letto di gente in macchina che si lamentava dello stretto accesso al parcheggio, ma ieri sera quando ho prenotato avevo appena fatto il parco de serra estrella e mi sentivo capace di superare qualsiasi ostacolo, figuriamoci in un motel in centro a Porto. Male! Pistola! Lisbona ha il tram 28 che si inerpica per la città, ma onestamente non so se è più in pendenza Lisbona, o Porto. Scarico completamente la moto, per questi 100 metri metto la modalità enduro ( ), guardo in cielo e poi vado suuu…. e ce la faccio. Ora, due sono le cose: uno, domani colcas che prendo la moto, Porto me la giro tutta a piedi e la moto riposa lì dov’è, e due, se dopodomani malauguratamente piove, per scendere da qui faccio sdraiare il proprietario del motel per terra e gli passo sopra, altro che sassi scivolosi!

Benissimo, e, tra batteria e lezione di trial, affangala il venerdì 13, che non sono superstizioso ma son contento che sia andato

Oooohh, oggi giornata da escursionista, si va a caccia di azulejos! La tenuta prevede bermuda con tasche dappertutto, maglietta, bandana antiinsolazione e la solita borsa tracolla multiuso nella quale metto la macchina fotografica, il cellulare, gli occhiali, cavo e power bank perché stanotte mi sono dimenticato di caricare l’iPhone, e chiave della stanza. Nella tasca posteriore ricavo spazio anche per mascherina chirurgica e ffp2, e guida lonely in mano. Nei posti dove è possibile scattare tante foto metto a tracolla anche la macchina fotografica, per cui libero spazio nella borsa e ci metto la guida.

Prima di uscire, con l’aiuto della lonely metto a punto un itinerario logico che mi permetta di vedere più o meno tutto, che fortunatamente è concentrato in un’area centrale non lontano dal motel. Gli azulejos sono le tipiche ceramiche portoghesi, tutte colorate o con disegni molto ben fatti che ne comprendono centinaia. Subito la capela das almas de santa caterina ne è un illustre esempio, sia fuori che dentro è piena di piastrelle biancoazzurre con riportate scene religiose della vita dei santi, un effetto ottico spettacolare. Sono molto rilassata, mi fermo anche a far colazione e non ho la minima fretta. So dove andare, ma volutamente mi fermo spesso a guardare la gente, intenta nelle proprie attività, chi turista come me, chi sta consegnando merce, chi sta camminando a passo svelto, e la maggior parte seduta a mangiare. Avevo già fatto questo ragionamento in passato: la gente mangia a qualsiasi ora, con qualsiasi clima, e veramente qualsiasi piatto. Ho visto degli stufati enormi, con patate fritte alle 3 di pomeriggio con 30 gradi, ho visto birre alle 8.30 del mattino, ma ho visto anche me stesso, solo in vacanza però, mangiare una briosche alle 5 di pomeriggio, quindi forse tutto ciò non è così strano




Man mano che la visita procede, Porto mi piace sempre di più. La zona centrale è piena di tuktuk che portano a spasso i turisti, e il ponte “metro-pedonale”, se lo si può chiamare così (all’anagrafe “ponte Dom Luis I”), molto alto sul Rio Douro, è uno spettacolo stupendo. Ci passa solo la metro, e le persone, e ci sarebbero da scattare foto a 360 gradi ad ogni passo. C’è anche un livello molto molto più in basso, dove passano le auto e i pedoni, che poi percorro per rientrare sul quartiere Ribeira. Sto bene in pantaloncini e maglietta, ci sono circa 28 gradi, mentre cammino vedo un italiano con GS, bagagli e passeggera, arrivare stracarico a ridosso del ponte, dove neanche le auto possono arrivare. Entrambi bardati e super vestiti, con protezioni e tutto, fatica non poco sull’acciottolato pedonale, poi si ferma, sta lì 5 minuti intanto che io scatto le mie foto, gira la moto e se ne va. Questo è il posto più bello della città, lasciare bagagli incustoditi e moto a rischio multa in effetti non è il caso. Complimenti per essere arrivato fin lì, ma spero proprio che vada a cercare una sistemazione e torni qui più tardi perché c’è un mondo da vedere. La mia moto riposa senza nessun rischio di furto, e non certo perché è in un parcheggio riservato, ma perché per fare quella discesa di merda ci vuole Tony Cairoli, quindi saprei già chi è !

Visito tutto: la cattedrale (che si chiama anche qui “Sé”), la stazione dei treni di Sao Bento, piena di azulejos, altre chiese, entrambe le zone sotto il ponte, piene di mercatini molto carini, poi mi sposto sopra il quartiere centale di Ribeira, a vedere il palacio da bolsa, la igreja do carmo e la bellissima torre dos clericos. La notorietà della guida della lonely planet mi appare in tutta la sua evidenza nella mega coda che noto davanti alla libreria Lello, reclamizzata in pompa magna dalla guida come una “meraviglia neogotica da non perdere assolutamente”. Hanno organizzato un grande controllo accessi all’ingresso, con spruzzini e entrata a tempo, la gente fuori aspetta paziente, e tanti sono italiani. Ci sarà un’oretta da attendere, e c’è anche da pagare 5 euro. Da fuori vedo gli stucchi indubbiamente belli al primo piano, ma passo rapidamente oltre. Nel pomeriggio decido di spingermi anche fino alla casa della musica, un’attrazione anch’essa super decantata dalla lonely, ma piuttosto distante da tutto, infatti scarpino per un’oretta. Chiedo indicazioni a un passante, che mi risponde “todo recto!”, e pensando alla tipa del campeggio di inizio racconto, faccio riflessioni che non posso esporre qui nel racconto

Arrivo ridacchiando alla mega piazza de Mouzinho da Albuquerque, (allenatore di calcio americano?) e a fianco c’è la casa della musica: è una costruzione in cemento tutta ricurva, mi ricorda il guggenheim di Bilbao, fuori ci sono ragazzini a fare skateboard. Ok è caratteristica, ma credo che se fossi rimasto in centro a guardare le facce dei passanti sorseggiando qualcosa, avrei fatto meglio. Non è colpa della lonely ovviamente, è che ognuno ha il suo stile, e deve adattare le guide che utilizza, al proprio, ma non è certo un problema, camminare mi fa bene.

Rientro in motel con i piedi in fiamme, se compravo l’orologio digitale con il contapassi secondo me oggi mi scriveva “ma sei fuori di testa?”, e mi faccio una mega doccia rinfrescante, mega per modo di dire perché il piatto doccia è talmente piccolo che per insaponarmi le ascelle devo chiudere l’acqua e aprire la tenda. Poi esco a cena e cerco un posto il meno frequentato possibile, perché a me piacciono i posti dove c’è poco casino, se hai bisogno di chiedere un’altra birra o il conto o qualsiasi altra cosa il cameriere arriva e non devi aspettare tanto o peggio ancora alzarti tu e corrergli dietro. In centro città, o comunque nei posti affollati, tutto questo è facile che accada, considerando anche che io, essendo da solo, non sono certo un cliente interessante, molto meglio la famigliola da 4 o 5 persone














Oggi partenza col botto? Un ferragosto da ricordare?? Non piove, vado dritto sparato alla moto, l’accendo, inforco il casco e mi butto nel vuoto. Dopo 11 elefantentreffen, scendo da sta minchia di discesa in folle ma a moto accesa, giocando coi freni e cercando di tenere la moto toda recta, e arrivo giù. Uffff!! Carico la moto poi via di corsa, è tutto ok! Direzione mare anzi, già è vero, oceano, verso Esposende che mi piace anche il nome, a far colazione. Da lì parto con un largo giro per le stradine della zona e poi su verso Paredes De Coura, un paesello in cima alla collina come quello dei ricchi e poveri. Per arrivarci devo fare 35 km di statale super bella e pulita, e per tornare a valle altrettanti. La struttura che mi ospita è eccezionale: il parcheggio moto è in piano, a fianco alla casa la casa è bellissima, i padroni supergentili, tant’è che decido di confermare un’altra notte, ma mentre glielo dico gli arriva un messaggio da booking: mi hanno appena ciulato la camera! Questo è il rischio che corro non prenotando due notti da subito, ma fa niente, cerco subito un altro posto per domani, e lo trovo a… Paredes De Coura, là sulla collina! Perfetto direi, anche perché in seguito mi accorgerò che internet qui prende malissimo.

Ora dopo aver scaricato la moto me ne vado prima a Ponte de Lima, e poi a mangiare a Viana do Castelo, sull’oceano. Ponte de Lima è una bellissima cittadina con un ponte pedonale di origine medievale che attraversa il Rio Lima. E’ pieno di gente che fa il bagno, altra in canoa, e altra che semplicemente passeggia. C’è un vento rinfrescante ed è pieno di localini molto carini. Poi arrivo a Viana do Castelo, la cui vera attrattiva è il “santuario do sagrado coraçao De Jesus”, e il panorama della città che si gode dal santuario. Esso è posto in vetta al monte de santa Luzia, una collinetta di oltre 200 mt proprio a ridosso della città, ed essendo sull’oceano, la vista è veramente superlativa. Faccio foto con il cellulare, foto con la macchina fotografica, video col cellulare… siamo anche verso il tramonto, quindi la luce lunga mi aiuta. Ma bando alle ciance, ho l’acquolina in bocca, ho voglia di mangiare! Giù sotto però il centro non mi ispira, è classico e incasinato. E allora sai che si fa? Me ne torno a Ponte de Lima, e magno lì, che mi era piaciuta tanto, e sono anche più vicino alla struttura. Trovo un posticino in un locale veramente caratteristico e chiudo la giornata alla grande






Riparto quindi con moto carica, e per l’ennesima volta il navigatore mi fa fare una strada del menga , stretta e in pendenza. Qui in portogallo è pieno di queste stradine, e non so mai cosa mi aspetta. Ci devo parlare col navigatore, perché a dire il vero io solitamente mantengo lo stesso schema di impostazioni, ovvero no sterrati e la strada più veloce, poi faccio le varianti consultando la mappa, ma la cosa strana è che lui mi fa fare strade diverse per i medesimi percorsi in momenti diversi, e non ne capisco il motivo. Solitamente ci azzecca, le strade, tutte diverse, sono tutte bellissime, ma quando sono carico preferisco le principali, insomma vorrei decidere io, non lui. Ad ogni modo arrivo a Braga, una città commerciale con la cattedrale “Sé” incastrata tra le case nel centro, ed è un po' un peccato perché non si riesce a fare foto decenti (un po' come la mole antonelliana a Torino), per le quali ci vorrebbe più spazio. L’attrazione principale della zona però è la scalinata del Bom Jesus (Escadaria do Bom Jesus do Monte) un santuario mèta di pellegrinaggi che si trova 5 km fuori dal centro. C’è anche la solita funicolare a fianco alla scalinata, che non è tutta dritta come si potrebbe pensare, ma sale a zig zag. Anche il santuario è molto carino, in posizione alta e panoramica. Nel pomeriggio faccio un salto in spagna, a Vigo, a visitare una ditta con cui lavoro, poi rientro nella mia nuova postazione montana a Paredes De Coura, che mi piace da matti, col ristorantino a fianco e l’aria frizzante: siamo in mezzo alle montagne!






Oggi mi alzo e mi rendo conto, ormai è una certezza, che c’è il divieto assoluto, qui in Portogallo, di ingresso alle nuvole per il mese di agosto! Non mi è mai capitato, credo, di visitare una nazione nella quale in tutti i giorni di mia residenza non ci sia mai stata non solo una goccia d’acqua, ma neanche una nuvola, un regalo che apprezzo molto! viaggio scarico, voglio girarmi tutto il parco nazionale di Peneda Gerès! Confermo un’altra notte e parto alla grande. Freddino, 20 gradi, domani sarà l’ultimo giorno di vacanza in portogallo ma viaggerò carico, oggi è l’ultimo giorno di viaggio scarico, quindi ancora più relax, se possibile. Visito il santuario de nossa signora de Peneda, in mezzo al parco, che presenta una scalinata del tutto simile a quella del Bom Jesus di Braga. Sopra al santuario una catena montuosa con un masso enorme che sembra cadere da un momento all altro, mi preoccupo un po' ma poi vedo che un cartello ne parla approfonditamente, anzi dice che è facile notare degli arrampicatori che provano a scalarlo (!), per cui non ero io che l’avevo appena notato, ma è così da centinaia di anni �� �� e non dovrebbe cadere proprio adesso che ci sono sotto io !





Rientro verso le 17,00 e mi svacco sul letto per un’oretta, come faccio quasi tutti i giorni. Magari leggo, magari mi documento su ciò che ho visto o vedrò, se sono in campeggio magari vado in piscina, magari mi rilasso facendo niente, o mi dò il tempo di parlare con qualcuno. Leggo di gente che viaggia fino alle 22.00, trova posto a quell’ora ovviamente al primo che vede sulla strada, che difficilmente corrisponde perfettamente alle esigenze che si possono avere, non so per carità ognuno viaggia come gli pare, ma io preferisco così perché sono in ferie, e mi voglio rilassare, perché sono lontano da casa, e non ho appoggi in caso di imprevisti, perché non mi serve vedere di tutto di più, preferisco vedere qualcosa in meno, o dividere le cose in più giorni, lasciando sempre un margine giornaliero.

Però, la vacanza volge rapidamente al termine. Oggi è l’ultimo giorno portoghese, faccio una strada stupenda, piccolina che mi porta verso Montalegre tra laghetti e dighe. Poi, da Chaves a Braganza faccio la N103, e mi sembra di cavalcare insieme a Tex Willer e al vecchio Kit nella Mesa desolata, il panorama montano è giallo e spoglio, non c’è nessuno ma nessuno con la N maiuscola, c’è caldo e non si muove niente. Un panorama che spazia per kilometri e kilometri, e quando mi fermo a prendere una coca nel silenzioso ed assolato avamposto di Rebordelo, mi vien da legare la moto a un palo e entrare nel saloon spalancando le porte a spinta, corpo di mille fulmini!

A Vinhais scorgo una stradina non segnalata che porta al confine spagnolo e anche alla cittadella di Moimenta, la percorro tutta e mi si aprono panorami mozzafiato e centinaia di pale eoliche sulla cresta della montagna. Viaggio su una strada a pochi metri dal confine spagnolo senza mai entrarci. E’ il parco natural de Montesinho, che mi condurrà dritto a Braganza, mèta della mia giornata di oggi. Tutto bellissimo, scarico la moto e torno a girare per il confine sulla N308, un’altra strada di montagna facilmente percorribile che ogni tanto passa per dei paeselli sperduti e disabitati, ci trovo solo anziani e cani randagi. In questi paesi le strade sono in acciottolato, non il massimo per me e la moto, ma percorribili senza problemi.








Che dire… la vacanza è terminata, restano gli ultimi duemila km da fare in due giorni, che percorrerò senza nessun problema. Il nord della spagna non è caldo, si viaggia costantemente su un altopiano a circa 900 metri, fino a San Sebastian poi si entra in Francia scavalcando Biarritz e si tagliano tutti i pirenei. Dormo in un première classe a Tarbes, e per la prima volta mi appoggio a zio Mac per la cena; qui ti chiedono se vuoi cibo da asporto o consumazione in loco, nel tal caso devi esibire il green pass o il qr code, loro verificano e poi puoi procedere all’ordinazione telematica sui loro pannelli, altrimenti magni fuori. Tutto automatizzato, credo sia così in tutti i McDonald del mondo

Arrivo a casa in scioltezza, neanche tanto stanco, intorno alle 18.00 del 21esimo giorno di ferie, dopo 8.530 km percorsi



Di certo questa nazione mi ha regalato tante emozioni, complice il fatto che avevo veramente “bisogno” di uscire dalla gabbia che la gestione del covid mi aveva cucito addosso, ma la mia maggior fortuna è stata di carattere climatico: a ferragosto, mentre a casa mia c’erano oltre 40 gradi, qui giravo con 25 in maglietta. In 3 settimane non ho praticamente mai patito il caldo, mentre i miei parenti mi comunicavano giornalmente le loro sofferenze. Sto notando anche che ogni anno fa sempre più caldo, da noi, non ho ancora capito se è un’impressione mia o è la verità. Ad ogni modo un consiglio mi sento di darlo a chiunque: se si prospetta un’estate calda, vai in Portogallo!


F I N E


PS: se qualcuno, oltre ad avere la pazienza di aver letto tutto visto che è risultato molto lungo, volesse sapere esattamente a cosa si riferiscono le foto, le didascalie si trovano nel blog in firma
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Ultima modifica di Gunther; 13-09-2021 a 08:41
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Vecchio 12-09-2021, 22:24   #4
IlMaglio
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Da vero un bel racconto di un bel viaggio...
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Vecchio 12-09-2021, 22:42   #5
Massimo850R
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ciao Gunther bella recensione e bella vacanza
ti faccio solo notare che, nella seconda parte, al punto dove inizia con Rio Maior hai scritto 2 volte la stessa parte :-)
SALUTI
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Massimo
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Vecchio 13-09-2021, 08:42   #6
Gunther
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grazie Massimo, e non era l'unica ripetizione! Spero di aver corretto tutto
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Vecchio 13-09-2021, 08:56   #7
Giova_94
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Grande Gunther!

Fatto nel 2019 Spagna e Portogallo anche io, rimarranno nel mio cuore

Sempre un piacere leggere i tuoi racconti
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Vecchio 13-09-2021, 22:50   #8
alligator
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Che bel viaggio, ben raccontato e documentato.

Grazie!
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Vecchio 14-09-2021, 00:38   #9
zoria
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Letto tutto 😂😂😂 bellissimo e complimenti.
Io ci vivo nell’Algarve da circa 10 mesi e causa COVID ed altri piccoli inconvenienti non ho ancora potuto girare il Portogallo in moto come si deve… vediamo se in futuro riuscirò a colmare questa lacuna.Alcuni motociclisti locali mi dicono che esiste una delle strade più belle al mondo ( loro dicono fra le prime 10 😂 ) lunga più di 700 km che attraversa l’intera nazione da nord a sud,però interna .È mia intenzione appena possibile verificare 😂😂😂 e casomai poi scriverò qualcosa.Intanto grazie ancora del tuo racconto e sia mai che un giorno ci si incontri in terra “ Portoghese”😉 ciao
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Vecchio 14-09-2021, 11:00   #10
anto'
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Complimenti, oltre ad essere un viaggiatore preparato sei anche un ottimo scrittore.
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Vecchio 14-09-2021, 12:39   #11
Smart
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bellissimo report, complimenti
e mi ci ritrovo perchè abbiamo un modo di viaggiare/vivere il viaggio molto simile
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Vecchio 14-09-2021, 13:11   #12
ConteMascetti
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Semplicemente interessante, complimenti per la vacanza e per come l'hai raccontata!!
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Antani, blinda la supercazzola prematurata con scappellamento a dx?
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Vecchio 14-09-2021, 16:38   #13
ElicaBoy
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Bellissimo topic. Consiglio all'autore di mettere comunque "Portogallo" nel titolo, così quando servirà fare una ricerca viene fuori subito.....
__________________
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Vecchio 14-09-2021, 16:42   #14
Superteso
Più scemo di tutto doc
 
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Ciao Gunther!
Da quanto non ci si vede, ultima volta avevi la "mitica" ora vedo che hai cambiato cavalcatura.

Bel racconto

utilizzando Tapatalk
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58 sempre nel cuore.
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Vecchio 14-09-2021, 16:53   #15
Skipper
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Bel racconto e lo userò per il prossimo imminente viaggio in Portogallo. Ma ti devo fare una domanda. Ma veramente non sapevi della differenza di orario tra Portogallo e Spagna?
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Vecchio 14-09-2021, 16:57   #16
Gunther
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Ciao Gunther!
Da quanto non ci si vede, ultima volta avevi la "mitica" ora vedo che hai cambiato cavalcatura.
Bel racconto
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ciao carissimo, ti leggo spesso, e capisco che sei sempre in forma! L'altra ce l'ho ancora, è lì nel garage sotto manutentore, basta accenderla e va


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Bel racconto e lo userò per il prossimo imminente viaggio in Portogallo. Ma ti devo fare una domanda. Ma veramente non sapevi della differenza di orario tra Portogallo e Spagna?
no non lo sapevo! non ci ho neanche pensato a controllare..
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Vecchio 14-09-2021, 17:15   #17
Superteso
Più scemo di tutto doc
 
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Ci siamo stati nel 2016, in auto, caldo terribile, incendi, era anno in cui brucio Madeira. Torneremo sicuramente, anche perché mi manca Algarve.
Portogallo bellissimo, e come dici tu, gente magnifica.

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Vecchio 14-09-2021, 17:34   #18
pongo
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Dopo aver letto tutto ( complimenti!) ho voglia di ripartire
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Vecchio 14-09-2021, 19:08   #19
WalterOne55
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predefinito Chapeau!

Gran bel viaggio e gran bella esposizione!!!! Ne terrò conto quando deciderò di fare un viaggio in Portogallo, magari già il prossimo anno!!!
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Vecchio 16-09-2021, 16:23   #20
yankee66
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Grande Gunther! Gran bel viaggio! Il tuo modo di viaggiare mi piace ed anche come lo sai raccontare...
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Vecchio 16-09-2021, 21:10   #21
Gunther
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un grande grazie a tutti
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