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Qde per la Sicurezza stradale tutte le info e le idee su un tema che ogni motociclista dovrebbe avere a cuore.


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Vecchio 07-02-2012, 21:14   #26
corfit
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Quanta ragione ...

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Vecchio 07-02-2012, 21:37   #27
Boxermax
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e ben vengano gli engrammi! in altre parole, penso che sia buona cosa fare tesoro di qualsiasi mezzo per accrescere o migliorare la propria capacità di risposta alle condizioni variabili dell'ambiente del motociclista. Ma qui entriamo in un ambito ampio e sfumato, che attiene alla disponibilità ad imparare. Quante volte facciamo gli stessi errori, e non solo alla guida della moto?
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Vecchio 08-02-2012, 08:31   #28
corfit
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4^ puntata.
Se voglio dare la possibilità ad un pilota di staccare 1m dopo il suo attuale limite, devo fare in modo che il suo cervello sia in grado di guidarlo a compiere questa azione e lo faccio attraverso un engramma preciso.
Ma a me che sono un mototurista anziché un pilota, cosa interessa?
Interessa che se eseguo quella preparazione divento molto più preciso nello scansionare lo spazio che mi divide dal veicolo che mi precede e se questo mi inchioda davanti non vado in panico, ma soprattutto evito di tamponarlo!
Se invece voglio permettere al mio pilota di “pinzare” leggermente il freno anteriore senza stendersi, allora lavorerò sulle dita con tecniche che abbiamo applicato, sì ai piloti, ma prima di loro ai pianisti! E a me che vado sulla strada questa tecnica qui torna utile perché imparo a modulare meglio la frenata su qualsiasi asfalto essendo molto più “evoluto” nell’uso delle dita!
Allo stesso modo, un engramma specifico viene creato per permettere al pilota di riaprire il gas in uscita di curva un pelo prima degli altri; questo engramma è prezioso per lo stradista perché migliora l’efficacia e la sicurezza dell’accelerazione soprattutto in caso di scarsa aderenza (sterrato, piega, bagnato…).
Fin qui abbiamo menzionato engrammi motori…
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Vecchio 08-02-2012, 09:13   #29
eliKoalotto
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E invece è proprio evoluzione! L’evoluzione mentale, come la chiami tu, non è scollegata dal resto, fa parte di te! Prova a pensare a come eri tu prima di imparare a suonare lo strumento (a proposito, quale?) non ti sembra di aver armonizzato un po’ le tue funzioni? Non ti senti più “conscio” di quando non sapevi nemmeno come approcciare lo strumento che attualmente suoni?
Ebbene, io sono convinto che una differenza la riscontri ed è proprio qui l’evoluzione, la differenza tra ciò che sei e quello che eri.

Ok, capisco quello che vuoi dire, i miei termini di evoluzione sono più macroscopici rispetto a saper suonare uno strumento, o forse, io la considero una cosa da poco e invece non lo è....
Io ho iniziato con la chitarra a 13 anni ma a 17 ho capito che avrei voluto suonare uno strumento monofonico e non polifonico, e data l'attrazione da sempre per il sax ho scelto il sax tenore, solo quello...
Ovviamente suono soprattutto Jazz (swing, bebop, mainstream, bossa) , ma anche Funky, pop, quello che si riesce...


Eh, qui ti devo smentire, gli engrammi si creano anche nella vita quotidiana, non sono affatto una prerogativa cinematografica, anzi, Matrix (per riprendere il tuo esempio) è interamente basato sulla cabala e su esperienze concrete!!!
E l’evoluzione, costituita da nuovi engrammi, l’abbiamo sotto gli occhi…

Allora vorrei che mi illuminassi a riguardo. Mi viene da pensare comunque che l'enagramma si forma nella mente con la ripetizione di una gestualità, giusto...?

Io come hai scritto tu ho certamente notato in me un miglioramento in termini sonori, di tecnica sullo strumento, ma anche stilistico e di crescente difficoltà, su questo non ci piove. Quella consapevolezza di cui parli c'è in me, e lo vedo anche negli allievi giovani che iniziano a studiare il sax, all'inizio hanno un suono che non sembra nemmeno quello di un sax, è quasi snaturato. Poi con gli anni la tecnica fa si che si arrivi a sonorità interessanti...

Ritornando all'enagramma mentale, se io ho difficoltà in un passaggio musicale con lo strumento lo sviscerfo lentissimamente fino a farlo diventare quasi naturale, ma è un procedimento abbastanza lungo e a volte snervante...
Anzi il più delle volte il trend non è migliorativo ma sembra peggiorativo man mano che si aumenta la frequenza di ripetizione del gesto.
Poi lasci perdere perchè pensi che non ti verrà mai quel passaggio e dopo qualche giorno il passaggio viene, con sommo stupore e altrettanta felicità...misteri della ment
e.

Lamps!
............
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Vecchio 08-02-2012, 09:47   #30
corfit
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…ho scelto il sax tenore…
e il diaframma come va?

Allora vorrei che mi illuminassi a riguardo. Mi viene da pensare comunque che l'enagramma si forma nella mente con la ripetizione di una gestualità, giusto...?
Esatto! Badaben, con i dovuti accorgimenti…

…e lo vedo anche negli allievi giovani che iniziano a studiare il sax, all'inizio hanno un suono che non sembra nemmeno quello di un sax, è quasi snaturato. Poi con gli anni la tecnica fa si che si arrivi a sonorità interessanti...
E questa è la manifestazione dell’evoluzione!

Per quanto riguarda il tempo necessario ad attivare un engramma, o a superare una difficoltà o ancora ad imparare un concetto nuovo, è principalmente una questione di tecniche, e avviene in un istante; se a te è richiesta una prestazione e come criterio per ottenerla ti vengono spiegate le funzioni di uno strumento anziché quelle del corpo umano, capisci che violenti l’attitudine; se trasponi questo discorso sulla moto, capisci anche quanto più pericoloso sia questo metodo!
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Vecchio 08-02-2012, 10:03   #31
eliKoalotto
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Il diaframma era indolenzito all'inizio, quando facevo le note lunghe e studiavo come un somaro spingendo fino allo sfinimento.
Dopo circa 6 mesi non si avverte più nulla...

Poi ho proseguito con la tecnica Alexander per mia pignolaggine e la respirazione è migliorata molto, così come il tono degli addominali superiori.

Interessante davvero questa discussione...mi piacerebbe capire meglio queste tecniche anche applicate alla moto...
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Vecchio 08-02-2012, 14:03   #32
fastfreddy
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Ma a me che sono un mototurista anziché un pilota, cosa interessa?
Interessa che se eseguo quella preparazione divento molto più preciso nello scansionare lo spazio che mi divide dal veicolo che mi precede e se questo mi inchioda davanti non vado in panico, ma soprattutto evito di tamponarlo!
...secondo me sono situazioni simili ma non uguali ...il panic-stop è una cosa, la frenata al limite un'altra (nel primo caso l'istinto - adeguatamente istruito - deve indurti a compiere l'azione migliore possibile nel minor tempo possibile, nel secondo devi eseguire una manovra controllata e più riflessiva, per così dire, oltreché ripetitiva) ...io non vado in pista per imparare a guidare meglio: vado in pista per imparare la tecnica della guida veloce ...che poi questo abbia come riflesso un miglioramento delle capacità di guida su strada, senz'altro ...ma le situazioni che ci si trova ad affrontare credo siano non poco differenti

dopodiché siccome in pista ci devo ancora mettere piede, ti saprò dire
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> 58
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Vecchio 08-02-2012, 14:58   #33
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Perché si va in panico? Perché mancano lo spazio e il tempo sufficienti ad arrestarsi senza sbattere; ma sarà proprio vero? Oppure è la percezione che ho io dello spazio e del tempo che fa sì che io li ritenga insufficienti e mi manda in panico?
Il panico è un cattivo consigliere, su questo credo che siamo tutti d’accordo.
Per ovviare a questo devo mettere il mio cervello, in condizioni tali da poter scansionare esattamente lo spazio a disposizione e con esso il tempo, in modo che ne abbia la giusta percezione e non vada in panico, bensì esegua una manovra corretta come mi hanno insegnato al corso di guida sicura.
E come vedi, non c'è distinzione tra pista e strada, quando si lavora sulla persona!
L’esercitazione in questione, peraltro derivata dalla ricerca medica sull’ATM, è molto impegnativa per il cervello e richiede una costanza ferrea, ma i risultati sono sorprendenti.
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Vecchio 08-02-2012, 18:56   #34
fastfreddy
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...se stai dicendo che bisogna avere la freddezza di affrontare una situazione di emergenza senza farsi sopraffare dal panico, sono d'accordo ...ma lì secondo me bisogna lavorare molto sulla persona più che sulle sue capacità di guida (quindi credo che fare un corso di guida a tale scopo serva relativamente poco) ...la sicurezza e la coscienza delle proprie capacità sono necessarie, e vengono senz'altro anche con la guida, ma secondo me contano molto il carattere e la predisposizione ad affrontare certe situazioni

...io per esempio cerco di tenermi sempre ragionevolmente lontano dai limiti perché sono tendenzialmente prudente, ma poi nel momento topico ogni paura scompare ...per fare un esempio: ho sempre avuto paura delle montagne russe ma una volta salito mi sono addirittura fatto prendere dall'entusiasmo ed ero quello che si agitava di più a bordo dell'arnese ...quando mi si è parato di fronte il vuoto mi sono esaltato ai limiti della temerarietà, sporgendomi sin troppo dal seggiolino ...per tornare IT, quando mi hanno speronato con la Stelvio, nell'attimo in cui mi sono accorto che era inevitabile succedesse qualcosa mi si è gelato il sangue (anche perchè, fanculo, era la prima uscita ), ma dall'istante immediatamente successivo la paura era già un ricordo ed ero completamente assorto nella manovra diversiva che infine ci ha permesso di restare almeno in piedi limitando parecchio i danni (poi ci vuole culo, ecc ecc ...ma questo è un altro discorso) ...insomma, lo spirito di sopravvivenza che ti permette di sgombrare il cervello da ogni pensiero e di realizzare chiaramente in un attimo quello che va fatto
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Vecchio 08-02-2012, 22:06   #35
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Tu dici "bisogna avere la freddezza di affrontare una situazione di emergenza senza farsi sopraffare dal panico" è vero, ma rimane una questione: come si fa?

Personalmente, come peraltro ho già esposto nei messaggi precedenti, lavoro sulla persona, sulla sua percezione dello spazio/tempo e sui tempi di reazione, attraverso tecniche evolutive che creano codici nel cervello, i quali portano evoluzione e quindi migliori prestazioni (+ percezione, +rapide reazioni, +attenzione...)

E' molto bella la descrizione del tamponamento, mi è piaciuta tantissimo e denota proprio lo stato di lucidità in cui ti sei trovato immediatamente dopo l'impatto!
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Vecchio 08-02-2012, 22:32   #36
Boxermax
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Caro Corfit, ci stai tenendo con il fiato sospeso. Condivido le finalità della "preparazione evolutiva" e degli engrammi ma ... in cosa consiste tutto ciò? Nella mia esperienza ho avuto modo di sperimentare alcune situazioni di pericolo, dalle quali sono uscito a volte d'istinto (ruota anteriore che perde di aderenza su un asfalto apparentemente perfetto e piede interno puntato per evitare la sbandata completa) e altre nelle quali, come per magia, ho ricordato perfettamente cosa andava fatto (colonna ferma all'improvviso in autostrada, corsia a fianco con maggiore spazio: frenata, rilascio, deviazione sulla corsia con maggiore spazio, ri-allineamento, frenata, stop prima del tamponamento, altrimenti sicuro se fossi rimasto nella corsia originaria). Due tipi di situazioni in cui si sono stati scelti due comportamenti molto diversi, sostanzialemnte legati al tempo disponibile per evitare le conseguenze della caduta o del tamponamento. Pochissimo, niente, nel primo caso; maggiore, sufficiente, nel secondo. Come codificare il tutto e rendere la reazione comunque la migliore possibile?
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Vecchio 08-02-2012, 22:48   #37
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Mi viene da aggiungere che il trucco consiste nel mantenere in ogni situazione un discreto distacco. Ma mi rendo conto che è una conseguenza, non il punto di partenza ...
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Vecchio 09-02-2012, 08:53   #38
eliKoalotto
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Corfit, ci stai tenendo col fiato sospeso....
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Vecchio 09-02-2012, 08:57   #39
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Boxermax: nelle situazioni che hai descritto ti sei trovato nella condizione di fare il necessario, perché ti sei sentito nella condizione di farlo, indipendentemente dalle condizioni oggettive!
Un altro al tuo posto chissà cosa avrebbe fatto: forse altrettanto, forse no.
Per standardizzare un certo tipo di reazione (ovviamente a favore della sicurezza, nel caso del motociclista non pilota professionista) è necessario fare in modo che il cervello, che è quello che gestisce l’essere umano nella sua complessità, si trovi sempre in una condizione di agio, o quanto meno di sensazione di agio, di avere tutto sotto controllo in ogni momento. A questo serve l’evoluzione.
Esempio banale: saresti stato in grado di eseguire le manovre che hai appena descritto, la prima volta che sei salito sulla moto? Supponiamo che la risposta sia “no”; la ragione sta nel fatto che non avevi ancora codificato tutte le operazioni necessarie a condurre il mezzo meccanico, ovvero non eri ancora così “evoluto”.
Ora, questo esempio appare banale per un semplice motivo: hai la dimostrazione dentro di te; è più impegnativo, ma possibile, comprendere e accettare che questa evoluzione può migliorare ulteriormente attraverso esercitazioni mirate; in fin dei conti prima di salire in moto la prima volta non sapevi come farla andare, mentre ora sei ben capace! Ciò ti ha richiesto tempo, perché è stato fatto un allenamento di tipo “quantitativo” cioè ripetizione dopo ripetizione hai imparato, succede così per tutti e in ogni campo; ma estraendo la tecnica insita nella ripetizione, si riducono i tempi ai minimi termini.
P.S.: il distacco poi viene da sé e tu giustamente dici che “…è una conseguenza, non il punto di partenza ...”

Lamps
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Vecchio 09-02-2012, 20:13   #40
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... veniamo a queste esercitazioni mirate, allora ...
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Vecchio 09-02-2012, 22:31   #41
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Pant! pant!!!
sono arrivato a casa adesso da stamattina alle 6.30
domani spero di riuscire a ritagliarmi il tempo per darvi info più appetibili.

Buonanotte, perché domani si ricomincia uguale...
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Vecchio 10-02-2012, 14:38   #42
Roby61
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a@@o questa discussione crea dipendenza

continuate che attendo
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vespa 50,ciao,bravo,boxer,guzzi 1000sp,gs1150 (per poco)e finalmente........ GS1200 rosso
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Vecchio 10-02-2012, 19:51   #43
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Per collegarmi ad un argomento trattato in questa discussione - il panico - vediamo quale stratagemma utilizzare per eliminarlo o almeno per ridurlo ai minimi termini.
A questo scopo bisogna agire sulla dilatazione dello spazio e del tempo.
Voi mi direte che il tempo è quello che è e lo spazio anche; la nostra chance allora risiede nella percezione che ne abbiamo e come si fa ad avere una percezione tale da "dilatare" sia lo spazio che il tempo?
Abbiamo messo a punto un esercizio che si chiama "scansione dei movimenti" e da solo questo impegna le aree corticali visive (quelle responsabili per le retine) in entrambi gli emisferi, le aree motorie dei muscoli della masticazione in entrambi gli emisferi e quelle responsabili per il movimento delle dita; facendole lavorare tutte assieme ed in sincronia tra loro si ottiene un ordine di tutte le aree corticali e delle rispettive funzioni, che rasenta la perfezione.
La conseguenza qual è?
E' che ci troveremo a viaggiare p. es. a 100 km/h con la sensazione di andare a 50 km/h, ovvero avremo un controllo tale dello spazio in movimento che con la stessa sicurezza di prima della preparazione, potremo viaggiare ad una velocità doppia!
Praticamente viaggeremo alle stesse velocità di prima, ma come se andassimo al rallentatore, con il vantaggio di molta sicurezza in più e, perché no, di goderci il paesaggio e tutto il viaggio molto più di prima.
Ed è solo uno degli esercizi di Tecniche Evolutive, o Tecniche di Movimento, come le vogliamo chiamare.
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Vecchio 11-02-2012, 11:59   #44
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ora bisogna che ci fai un corso!
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Vecchio 11-02-2012, 12:46   #45
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... ho l'impressione che ora venga il bello ...
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Vecchio 11-02-2012, 20:28   #46
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Ora che siamo in grado di evitare il panico, il veicolo che ci precede inchioda improvvisamente: cosa facciamo?
Freniamo, ovviamente!

Proprio su questo frangente ho intavolato un "discorso"con un ex Marine della Masterbike Builders al MotorBike Expo dell'anno scorso; nell'ambito di uno scambio di "giochi di abilità" intercalati alle rappresentazioni delle ripettive esperienze, gli ho proposto lo sviluppo propriocettivo delle dita; al termine dell'esercizio Jeff ha commentato così: "ora sì che so che sto frenando!"

Sono onorato dal post di Roby61, che qui ringrazio; io sono disponibile.

Parte dei benefici sono apprezzabili immediatamente, gli altri entro 15 giorni.
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Ultima modifica di corfit; 11-02-2012 a 21:03 Motivo: Come richiesto dallo staff.
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Vecchio 11-02-2012, 21:10   #47
Boxermax
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Ciao corfit, hai MP ...
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Vecchio 12-02-2012, 03:03   #48
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Mi inserisco in questo 3d che ho letto forse un po' frettolosamente, vista l'ora, per confermare il mio interesse verso l'argomento.

Non c'è dubbio: l'apprendimento è la componente fondamentale e l'insegnamento ne è la base. Qui mi pare si stia dicendo che esiste un metodo d'apprendimento più rapido (quante scuole di lingue promettono di offrire la tecnica di apprendimento più veloce sul mercato .... ). Nulla da dire, va bene.

Mi sentirei però a disagio nell'avallare l'affermazione che un apprendimento "quantitativo" possa essere sostituito o accelerato (se non in minima parte) da uno "tecnico". E spiego la mia riflessione.

La moto mi pare sia un elemento fortemente dinamico, soggetto ad un numero direi infinito di variabili ambientali, rispetto alle quali il suo comportamento varia e deve essere governato dal cervello. In altre parole, le nozioni tecniche necessarie per guidare la moto sono relativamente poche mentre la modulazione dei comandi richiesti per condurla in condizioni limite porta ad una combinazione di percezioni e di corrispondenti azioni pressochè infinita. Nessuna tecnica di apprendimento aiuterebbe un neofita a guidare una moto GP derapando su una pista bagnata come visto fare ad alcuni "virtuosi", e non ho dubbi sul fatto che alcune situazioni che predispongono all'incidente richiedano capacità talvolta equiparabili. Questa sensibilità, soprattuto la capacità di percepire i messaggi che arrivano dalla moto e convertirli in comandi coerenti, IN SITUAZIONI LIMITE, ho la sensazione comporti l'acquisizione di automatismi (così li chiamavo) che si apprendono solo in anni di guida, preferibilmente iniziando da giovani, e che si dovrebbero riparametrare ad ogni nuovo mezzo, con tutte le incognite che questo comporta.

Concludendo:
- ho il massimo rispetto per la formazione che è indispensabile
- sono convinto che la ripetizione del gesto in migliaia o milioni di occasioni differenti sia l'unica via che ci porti ed eseguirlo in modo inconsciamente virtuoso in un numero sufficiente di casi avversi
- la sicurezza su strada si costruisce anche con la prudenza e il buon senso, ossia mantenedosi MOLTO al di sotto dei limiti propri e della strada che si percorre, e comunque su andature non sostanzialmente diverse da quelle del traffico presente
- non mi stupirei se tecniche di guida sicura basate sull'osservazione metodica della scena anteriore, laterale, posteriore, sul riconoscimento degli indizi di rischio oltre che una grandissima civiltà di guida producessero indici di incidentalità minore in piloti sprovveduti di quanto l'ottima tecnica di guida non ne produca su altri convinti di poter gestire qualsiasi situazione (non dimentichiamo che i piloti più esperti fanno moltissimi incidenti in pista, e spesso anche su strada)
- sono convinto che siamo molto indietro nelle infrastrutture per la sicurezza e che questa è una componente di grave aumento del rischio
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Abacus non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 12-02-2012, 12:45   #49
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Grazie Abacus per lo spunto che mi dai, la questione che poni è molto importante.
Io non sostituisco nessun apprendimento, bensì sviluppo le funzioni motorie, sensorie e di coordinamento della persona con tutto ciò che ne consegue: reazioni più rapide e proporzionate, maggiore attenzione, comprensione più immediata dei concetti (cosa mi passa sotto alla ruota, quanto ancora riesco a pinzare il freno prima di stendermi, quanto spazio ho tra me e chi mi precede, sto perdendo aderenza ma è tutto sotto controllo…).
E tutto ciò lo faccio attraverso le Tecniche Evolutive, chiamate anche Tecniche di Movimento, che non sono tecniche di apprendimento o simil tali che vengono proposte e spacciate ad ogni piè sospinto.
Il concetto è sostanzialmente differente e ti spiego perché:
a. simil-tecniche di apprendimento e categoria di trainer “improvvisati”: agiscono sulla suggestione e sull’effetto placebo nei confronti dei malcapitati allievi; impari poco o anche meno;
b. tecniche serie di apprendimento e categoria dei trainer “seri”: insegnano inducendo il cervello in condizioni di onde lente, ma sono in pochi a saperlo fare; impari tanto, soprattutto a livello nozionistico e concettuale;
c. Tecniche Evolutive: funzionano creando codici superiori e permanenti (engrammi) nelle aree della corteccia cerebrale, inducendo evoluzione e specializzando le funzioni della persona; tutto ciò che impari è subito realtà
Lamps.
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corfit non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 14-02-2012, 12:44   #50
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5^ puntata.
Siamo agli engrammi sensoriali, ovvero quella parte di evoluzione che interessa l’aspetto percettivo (tattile): essi rivestono un’importanza determinante nella percezione del fondo stradale e della stabilità della moto (nel nostro caso, ma anche dell’auto o della bici…)
Per questa ragione, lo sviluppo dell’attività sensoriale in un pilota porta lo stesso al raggiungimento di prestazioni estreme, al limite dell’aderenza; ma nel motociclista che viaggia su strada il limite dell’aderenza significa spesso “l’ultima spiaggia” prima del patatrac, per questa ragione diventa di vitale importanza poterlo percepire a tempo debito e controllarlo efficacemente.
In termini di sicurezza, potersi rendere conto in misura molto più sensibile della qualità dell’aderenza o di ogni tipo di fondo sul quale si viaggia, rappresenta un indubbio vantaggio; infatti, se già ho sviluppato la funzione motoria delle dita preposte alla frenata, la migliore percezione del grip mi farà stare ancora più attento; è come un sofisticato dispositivo che mi avvisa in anticipo sulle condizioni del fondo stradale e di conseguenza regola la frenata (o l’accelerazione…)
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