Lunghissimo...
Ma spero chiaro.
Chiaro relativamente al mio modo di oppormi alla barra corta...
Dunque, se c'è una cosa che non vorrei fare è la
guerra dei pezzi di carta.
Mi pare veramente poco elegante e anche inutile.
Nel corso della mia vita mi è capitato di trovare persone preparatissime che non erano laureate (e talora anche con una buona visione d'insieme).
E ho sempre preferito stare sui contenuti, piuttosto che sulla forma...
Trincerarsi dietro un curriculum non ha molto senso nel momento in cui si discute di
concetti, cioè nel merito.
Comunque, visto che la si mette su questo piano, devo dire che quello che affermo
non me lo sogno di notte, dato che sono ingegnere pure io (Politecnico di Milano) e che in passato ho lavorato nel settore meccanico e progettistico, pur venendo da applicazioni idrauliche (turbine, condotte, centrali idroelettriche). Ho pure un anno di specializzazione a Zurigo e, guarda un po' il caso, ho lavorato anche a un software d'ausilio nella progettazione di barche a vela (strati limite, etc.). Ovviamente, non conto gli studi post-laurea che sono troppo generici rispetto al problema in esame. Va bene? Miiiii.... Che brutta roba...
Finita la menata assurda dei curricula sventolati, voglio precisare che la mia reazione contro Muntagnin potrà apparire anche strana, ma lui sa benissimo da che deriva: post (poco educati e senza scuse, eh?) di mesi e mesi fa... Per finire oggi con il suo: "con la barra corta il cardano lavora meglio". Ulp! E' una chiara provocazione che avrei potuto anche lasciar cadere nell'oblio, se non fosse che
qui mi diverto troppo, quindi... Mi dispisce, perché Muntagnin mi stava pure
simpatico, specie dopo quel pezzo da me introdotto e tradotto poi nei vari dialetti (ricordi, Muntagnin?). E' afflitto da talebanismo acuto...
Di meccanica e ingegneria non mi occupo più da tempo, dato che il lavoro mi ha spostato su vari altri fronti (per finire soprattutto con quelli scientifici/editoriali). Questo è vero, ma non significa che non mi ricordi più le
questioni fondamentali e di principio. Una di queste, caro Muntagnin, riguarda proprio la
trasmissione omocinetica. Per chi non lo sapesse si tratta di una trasmissione che è in grado di
mantenere in uscita la medesima velocità di un albero in ingresso, seppure un altro (o altri) albero intermedio sia caratterizzato da rotazioni variabili rispetto al moto impresso e dovute al fatto che
la trasmissione si piega (ad esempio, grazie ai giunti di Roberto Cardano, bravo ingegnere italiano che ha anche scritto un libro sulla sua vita che io ho letto di gusto).
Muntagnin, può darsi che tu abbia ottime conoscenze su un sacco di tematiche meccaniche (senz'altro più di me), ma se davvero conosci come lavora un cardano non dovresti fare quelle sortite. Perché? Per il semplice fatto che sono clamorosamente sbagliate e che se dicessi una cosa del genere a un esame di meccanica applicata ti caccerebbero seduta stante. beh, magari, no, vista la tua matura autorevolezza e la tua passione genuina, ma non ci faresti comunque una gran bella figura.
Qualunque buon manuale di meccanica illustra matematicamente come muti nel tempo il
rapporto tra le velocità entranti/uscenti di una trasmisisone a giunti cardanici (ed ev. non solo per quelli). La prima cosa che si studia sono proprio gli angoli di cui all'oggetto. E si vede benissimo che per essere omocinetica una trasmissione deve rispettare ben
precise condizioni tra gli assi degli alberi. C'è tanto di formula (nelle coordinate spaziali tridimensionali o coordinate polari). Modificare la lunghezza dell'
asta di reazione del paralever (che tra l'altro è portante, ma nessuno lo considera) implica una inevitabile e contestuale alterazione del rapporto di quegli angoli, per i vari gradi di oscillazione del cardano. In sostanza,
la trasmissione non è più omocinetica, con tutte le conseguenze a livello di vibrazioni, sollecitazioni e rendimento energetico. Punto.
Scusate, ma io veramente non ho più la forza di spiegare per l'ennesima volta la faccenda degli angoli di lavoro, perché, seppure divertito a commentare nel forum, sono un po' stanchino. Mi si sono consumati i tasti del PC a furia di scrivere e postare immagini. I casi sono tre:
a) uno capisce b) uno non capisce e studia c) uno non capisce, ma si cristallizza ugualmente nella sua opinione. Poiché contro il caso c) c'è ben poco da fare rinuncio ad ogni argomentazione avversa e lascio il lettore ignaro (uno non può sapere tutto) alle prese con la sua curiosità (se ne ha) e con la sua onestà inellettuale (se ne ha) o, viceversa, con la sua testardaggine o col suo "così fan tutti e quindi lo faccio anche io". Siamo adulti e in grado di pensare con la nostra testa; almeno, così dovrebbe essere... e senza polemiche, eh?
Per finire, Montagnin, a distanza di tempo
sostieni persino che con la barra corta l'interasse non si accorci. Beh, vedi, sono affermazioni di questo genere che mi rendono perplesso. Se tu guardi il cinematismo a parallelogramma (compresa la posizione del famoso
CIR, centro d'istantanea rotazione) vedi subito che anche qui hai torto. E questa è una cosa facile! Ti prego solo di non postare le tue tabelline Excel, perché tale manovra sembra quasi di camuffamento e non è esattamente quella faccenda oggettiva che tu dovresti conoscere a menadito (e che sicuramenti conosci) che si chiama metodo ingegneristico (progetto/verifica). Scusa, ma quanno ce vo' ce vo'...
Per Bumoto: egregio G.V., non so cosa dire sui tuoi esempi, perché cascano male, nel senso che sono inconsistenti, se me lo concedi. Perché? Anche questo l'ho già spiegato un mucchio di volte. Il tuo confronto viene fatto con
moto aventi quote differenti. Ma, scusa, tanto per fare un esempio, come accidenti puoi confrontare un GS con una RT quando il primo ha una ruota davanti da 19"? A parità di condizioni (ancoraggio telaio, etc), solo questo modifica l'inclinazione dell'albero uscente dal cambio. Qui non saprei che altro aggiungere... Scusami, eh? Carissimo Bumoto, eccelso G.V., ...
(miii, questo è un pezzo da 90 e bisogna tenerlo buono)
Infine per Lupetto:
Scrivi:
Delle poche cose che ricordo riguardo i miei studi ingegneristici sul cardano il problema era dato dagli angoli di lavoro che, oltre certi limiti, influiscono sul rendimento della trasmissione stessa e oltre (ma proprio oltre) questi limiti la bloccano proprio, cioè la trasmissione non è più possibile - o sbaglio? Credo di no:
Gli spostamenti in gioco non mi sembrano così grandi, e questo sicuramente vale per la eSSe, tanto che anche mamma Bmw monta su questo modello barra corta e barra lunga (rispettivamente con l'assetto standard o sportivo).
mi piacerebbe sapere cosa ne pensi.
Jawohl. Eccomi qua.
Eh, beh, è appunto questo il punto cruciale: gli angoli di lavoro del cardano. Mica sono in disaccordo con te, anzi è quello che affermo da sempre...
Sul fatto che un
accorciamento lieve non infici l'
affidabilità meccanica (termine comunque da precisare), potrei anche concordare in linea di principio. E l'ho anche sempre fatto. Tutto dipende da cosa s'intende per "lieve". Secondo me
3 cm sono comunque tantissimi, ma bisognerebbe studiare bene la cosa.
Io non l'ho fatto (e non m'interessa farlo), ma nemmeno chi accorcia la barra l'ha mai fatto...
Detto questo, se anche l'accorciamento è tale da non pregiudicare la resistenza del gruppo cardanico (tutto da vedere), sussiste una ricaduta sul piano del
rendimento di trasmissione e forse su quello delle
vibrazioni, come lamentato qui da alcuni (oltre a ruvidità e strappi).
In merito alla Esse: certo che viene fornita su richiesta con una barra corta, ma poi il kit prevede anche una
modifica delle sospensioni. Mica è un caso. Infatti, gli angoli di lavoro del cardano sono influenzati da molte quote del motociclo. Per dirne una: se si modificasse l'inclinazione del canotto (telelever permettendo) ci sarebbe una ricaduta sui suddetti angoli. Idem se si cambiassero ruote o sospensioni. Etc. etc... Anche la barra paralever dell'HP2 è diversa da quella del GS1200: le quote sono differenti, è normale. Ma è proprio questo che deve aprire gli occhi...
La barra non è insomma una variabile indipendente.
(la faccinanon è riferita a te, Lupetto)
Ricordo poi ancora una volta che la barra paralever ha per BMW (diversamente da Guzzi Breva, Griso) una
funzione portante, oltre che di regolazione del cardano. Montare una barra corta, magari di terze parti non omologate alle prove di resistenza, implica un pericolo per la
struttura del retrotreno: la barre funge in pratica da
forcellone, tanto per intenderci. Mica noccioline...
Pufff... Pant...