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Vecchio 25-05-2019, 03:21   #26
OIBAF
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E' da pochi giorni che sono in Marocco, dopo aver guidato sotto l'acqua per 4 ore, rimasto congelato nella notte fredda di Imilchil, passato dagli 8° del Medio Atlante ai 35/36° del deserto di Gara Medouar, entriamo nella stanza dell'albergo ed ho la sensazione di essere ritornato a casa, nella nostra Sicilia ma un pomeriggio di Agosto. L'afa di quella stanza è sconcertante, mai ho percepito questo caldo e siamo ancora a fine Aprile. Apriamo le finestre ed accendiamo il climatizzatore ma impiegheremo ore per raffrescare la stanza. Con questo caldo ne approfittiamo per fare un po' di bucato, doccia e ci incamminiamo verso il centro di M'Hamid El Ghizlane. Niente a che vedere con Merzouga, il centro ha qualche localino aperto ma si mangia solo in uno, degli altri non si capisce il motivo della loro utilità se non quello di qualche thè o caffè. Ci sediamo nell'unico ristorante che ci promettono di farci mangiare ed ordiniamo degli spiedini... indovinate di cosa? Pollo naturalmente
Premetto che a me il pollo piace ma la mancanza di varietà marocchina comincia a pesarmi.
Il nostro cameriere parlicchia l'italiano e gli facciamo notare che la nostra non è una fame comune, vogliamo mangiare e chiediamo la dimensione delle porzioni.
Aspetteremo un bel po', c'era una partita in televisione (ogni sera i marocchini al bar hanno una partita da guardare) finisce anche quella ma dei nostri spiedini nessuna traccia. Quando anche i pochi turisti accanto a noi hanno pagato e sono andati via, ecco che arriva il nostro cibo. Praticamente un assaggino, non sappiamo se ridere o piangere, ci portano due stecche ciascuno e subito chiamiamo il tizio e gli diciamo di metterne un altro paio sul fuoco (purché non debba ancora ammazzare il pollo), anche perché rischiamo che il buon Luigi la notte addenti qualcuno di noi. La strada che ci porta in albergo mi fa ritornare alla mente la calura che abbiamo lasciato in camera ma non abbiamo molta scelta. Possiamo diventare sordi per la rumorosità del climatizzatore o morire dal caldo ma senza soffrire di acufene per il resto dei nostri giorni, scegliamo la seconda via.
La mattina facciamo una delle nostre ormai classiche abbondanti colazioni



e lasciamo l'albergo dopo aver sollevato quel bisonte di Giovanni che l'ha sdraiata per la terza volta per aver sottovalutato il parcheggio acciottolato.



Nella provincia di Zagora ci imbattiamo in una delle tante raffigurazioni sparse del cammino dei 52 giorni (di cammello) di Tombouctou





Ci fermiamo a fare benzina e prima di ripartire "doniamo" la nostra bottiglia d'acqua ad un ragazzino che ci ronzava attorno, subito dopo arriva un altro ragazzo che mi indica un bigliettino da visita che ho ancora inserito nella trasparenza della borsa serbatoio. E' lo stesso che il giorno prima, al nostro passaggio, accostandosi con il suo motorino, mi aveva dato il bigliettino da visita della sua officina. Fosse successo qualcosa poteva cominciare a correre perchè la cosa avrebbe avuto tutto il sapore di una gufata.
Già dalla mattinata capiamo che sarà una giornata molto calda ma il bello dovrà ancora venire. Dopo qualche ora di viaggio ci fermiamo a Foum Zguid per un rapido pranzo. Ci sediamo nell'unico spicchio d'ombra di un'arida piazza e siamo rapiti da un barbecue che sembra un ottimo bigliettino da visita.



Ma quello che succede dopo ha bisogno di tempo e l'ora è tarda.
Alla prossima

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Ultima modifica di OIBAF; 31-05-2019 a 01:21
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Vecchio 27-05-2019, 02:57   #27
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Abbiamo dimenticato le temperature fresche dei giorni passati, ogni km di strada, oltre al bel tempo, è scandito da delle temperature estive. Non rimpiango di aver portato due giubbotti, uno invernale, doppio strato con trapuntina che mi è tornato utilissimo sia in Italia che durante i primi giorni più freddi, l'altro, un leggerissimo traforato che uso da oltre 10 anni e resiste sia alla moda che al tempo.

Intanto gli eroi di Merzouga si dedicano un selfie, le perculate sulle insabbiate degli elefanti fioccano, anche se l'arrampicata al carcere di Gara Medouar li ha rinfrancati sicuramente nello spirito



Lasciamo la calda piazza di Foum Zguid con la consapevolezza che sul barbecue in Marocco hanno tanto da imparare ci dirigiamo verso Tafraout ma ormai avete capito che le strade semplici ci piacciono poco.
Intanto qualche scatto fatto durante il tragitto







A questo bivio svoltiamo a sinistra, è primo pomeriggio, non ricordo di preciso ma di sicuro siamo oltre i 30°. Avremo quasi sempre il solo di fronte, oltre cuocerci anche le foto non saranno granchè. Anche la ventola del rediatore del 990 avrà da lavorare, il leitmotiv del mio viaggio sarà il divertimento con gli amici e la ventola sempre accesa... ed una volta accesa, con questo caldo, non è facile farla spegnere quindi o vai forte sullo sterrato (terreno che mi vede apprendista saltuario) o la sopporti, non hai alternative.



la strada è larga, ben battuta e scorrevole ma il ricordo di Midelt è ancora vivo, quindi mi aspetto un canyon, un costone largo mezzo metro, qualcosa che renda questa strada un inferno







la strada sale piano piano ma non vedo montagne all'orizzonte per cui speranza di sentire spegnere la ventola non ne ho





poi incontriamo due grossi camion in salita, se da un lato mi preoccupa il sorpasso visto il poco spazio ai lati, dall'altro penso che se è carrabile per loro lo sarà anche per noi.



Mi fermo a questo bivio ed aspetto che arrivi Stefano ed Andrea, faccio un breve video al loro passaggio e riparto.



E' lo sterrato che abbiamo sempre sognato, liscio, scorrevole, ad un certo punto si apre un altopiano a perdita d'occhio di una bellezza unica. Ma la sfiga non era contenta di vederci così felici, percorro qualche centinaio di metri e vedo Andrea fermo ai margini, noto subito il posteriore a terra
Purtroppo una delle numerose pietruzze taglienti ha bucato il suo pneumatico posteriore (sopra la scritta Rally)



E' arrivato il momento di mettere alla prova sia Dumbo che si offre spontaneamente come gommista che l'attrezzatura che abbiamo portato. Abbiamo il kit di riparazione con le striscette gommose, un altro con gli inserti vulcanizzanti, un compressore 12 V, un paio di bombolette di schiuma e delle bombolette d'aria per ripristinare la pressione pneumatici.





Ma le notizie non sono buone, appena prepara il buco con l'attrezzo che dovrebbe allargare la foratura per l'inserto ci rendiamo tutti conto che entra senza nessuna resistenza. Brutto segno, la riparazione potrebbe non funzionare. Altro problema, le striscette che ha portato Giovanni sono un po' datate e quindi non servibili allo scopo. Fortunatamente gli altri inserti (agevolo foto per capire il genere)



chiudono buchi più grandi e non soffrono di problemi di vecchiaia.
Dumbo ne metterà un paio, una piccola perdita c'è sempre ma ci permette di ripartire.
Non senza servirsi di una cassettina seria vista la penuria di un set altrettanto funzionale a bordo della moto bavarese.



ci rimettiamo in marcia e turbiamo la quiete di questi poveri animali





La foratura ha tarpato un po' le ali all'euforia che stava montando da una strada così scorrevole e suggestiva, abbiamo perso un bel po' di tempo che potrebbe farci perdere il tramonto di Tafraout, pare che per una particolare composizione di quelle rocce le montagne si tingano di rosa. Ma noi arriveremo a tramonto inoltrato e quindi ci dobbiamo accontentare delle foto su internet.
Al bivio con la strada asfaltata ci ricongiungiamo con tutti gli altri.





La strada che ci porterà a Tafraout è prima panoramica e molto guidata



poi strettina ed immersa in km e km di palmeto così fitto da sembrare quasi una galleria naturale





questa oltre ad essere scura per via dell'ora tarda non rende per l'obbiettivo grandangolare della Gopro ma credetemi, i caschi sfioravano spesso la vegetazione.



Non sapremo mai di questa mutazione cromatica



Arriviamo a Tafraout che è una località molto turistica, troviamo il nostro albergo sulla sommità di una collina e ne approfitto per una foto panoramica sulla città prima che faccia buio



Domattina dobbiamo vedere la pressione del posteriore di Andrea e trovare un gommista che ci faccia una buona riparazione



Usciamo come ogni sera a piedi e purtroppo non mi sto trovando degli scatti del posto, complice l'ora tarda, ma in questo sicuramente mi verranno in soccorso gli altri.
Andrea è già stato a Tafraout ed ha mangiato un ottimo tajine in un posto che non ci avrei preso neppure un caffè. Ci accomodiamo in un tavolo scomodissimo, con alcuni resti sulla tovaglia che il proprietario/cameriere toglie con nonchalance senza cambiare la tovaglia ma a questo, anche se siamo da pochi giorni in Marocco, ci siamo già abituati. L'aspetto non dice nulla ma cottura, sapori ed aromi sono da urlo.

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Ultima modifica di OIBAF; 02-06-2019 a 17:46
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Vecchio 28-05-2019, 01:55   #28
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La mattina successiva cerchiamo di capire se ci potrà essere un gommista che può riparare la ruota posteriore di Benjo, facciamo il pieno a Tafraout prima di partire ma non troviamo informazioni rassicuranti, pazienza cercheremo qualcosa più avanti.
A pochi km di distanza intanto visitiamo il sito delle rocce dipinte. Non capiamo il senso di un posto del genere ma l'effetto cromatico c'è e le foto non vengono affatto male, se poi aggiungiamo che la strada ha quella sabbia che rende tutto più "adventure"...







Mentre mi sparo questi selfie mi accorgo che ho lievemente danneggiato la mia sella, sarà stata qualche sassolino infuocato del giorno prima che si è incastrato tra la seduta ed il pantalone, sembra infatti come una piccola bruciatura di sigaretta.
Guadagniamo la strada asfaltata ma oggi nonostante il caldo non sembra pesarci, faremo delle strade molto panoramiche con un asfalto da urlo







mentre ci divertiamo tra curve e panorami veniamo chiamati da due ragazzi che stanno in cima a quella collina, ne scende uno dei due, sono assetati, gli diamo la nostra unica bottiglia d'acqua e loro ci ringraziano con in loro gesto classico che ricorrerà altre volte, battendosi con il pugno il cuore.



A pranzo ci fermiamo a Bouizakarne, già nella strada principale regna il disordine, ma vediamo un altro barbecue che ci incuriosisce. Sappiate che se avete assaggiato l'ottima pecora arrosto tunisina, in Marocco farete fatica a trovare un posto simile. Se andate di tajine non sbagliate quasi mai ma se scegliete arrosto... beh mi ero già espresso prima.





Prendiamo posto in questa locanda, ha una macelleria accanto, il proprietario ci invita a comprare la carne che vogliamo e poi ci penserà lui a farcela arrostire. Dopo tutti i tajine consumati non ci sembra vero e scegliamo un arrosto misto, ma che faticaccia farci capire dal giovane macellaio.



Questa foto mi ricorda un aneddoto di cui siamo stati tutti testimoni. Dietro quel vitello appeso c'è un signore seduto che sta pranzando, ha un piatto credo con un tajine ed una grossa forma di pane. Mentre mangiamo c'è sempre qualcuno che elemosina, che chiede da mangiare, da bere. Si avvicina un giovane spilungone e trasandato, si ferma davanti questo signore e gli chiede timidamente qualcosa. Lui gli dice qualcosa ed il ragazzo aspetterà pazientemente davanti mentre il signore finisce di mangiare. Gli è rimasto mezzo pane che è comunque tanto pane, lo apre a metà mette pazientemente tutto il condimento che non ha mangiato e lo porge al giovane.



Come potete aver notato in Marocco non è ancora arrivata l'hccp, le mosche e le vespe volano indisturbate (non le vedete ma c'erano, fidatevi) e nessuno di noi si è azzardato a dire al tizio del barbecue che la carne ci piacerebbe al sangue.
Ma ormai siamo immersi nel clima nordafricano, in tutti i sensi, e non ci facciamo nessun problema a spazzolarci il nostro pranzo.



Ripartiamo e dopo qualche km passiamo da Tagant, c'è un gommista in bella evidenza. Andrea scambia qualche parola, tratta la riparazione del copertone posteriore in 100 dineri dei 200 richiesti. Gli movimentiamo un pomeriggio, Andrea, il fighetto e Stefano si dedicano alle operazioni di smontaggio, io e Dumbo ne approfittiamo per modificare la mia staffa porta navigatore che il giorno prima avevo smontato per le vibrazioni sulla pista per Tafraout, ma nel frattempo non voglio perdermi le operazioni di smontaggio e faccio una telecronaca video delle varie fasi.
Mi serve un po' di camera d'aria per il mio portanavigatore ed ecco uno dei gommisti sparire dentro una pila di gomme



Poverini non si rendono conto quanto dovranno tribolare con Benjo che farà tutte le operazioni di montaggio/smontaggio controllo e quant'altro servirà a fare il lavoro a regola d'arte



questo è com'è ridotto il pneumatico dopo l'utilizzo senza una riparazione adeguata



fotografo questo soffiatore artigianale, semplice e geniale



all'interno del canale hanno fatto una toppa di circa 20 cm a chiudere il buco



sembra nuova



Il problema è definitivamente risolto, lasciamo (Andrea lascia ) 40 dinari di mancia e prendiamo di nuovo la strada per Sidi Ifni.
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Ultima modifica di OIBAF; 28-05-2019 a 10:08
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Vecchio 30-05-2019, 00:58   #29
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Quello che ricordo di particolare, durante il trasferimento per Sidi Ifni, è la distesa di piantagioni di fichi d'india che avrebbero fatto impallidire qualunque nostro corregionale



ed una strada che da ovest ad est, avvicinandoci verso l'oceano diventa sempre più fresca. Dalla calura di quei giorni, nel giro di pochissimi km, percepiamo un raffrescamento molto repentino ma piacevole. Non si può dire altrimenti della visibilità, una leggera foschia rovina panorama e visuale dell'oceano rendendo l'azzurro terso di questi giorni un velato grigio azzurro che rende tutto intorno meno affascinante. Ma la vista del mare, che rivediamo dopo 7 giorni consecutivi di montagne, colline e deserti, mi fa pensare alla meraviglia e lo stupore di chi invece, per motivi geografici, non lo vede spesso e che oggi lo comprendo maggiormente. Quello che indubbiamente ne beneficia maggiormente è il fighetto. Lui abituato alla vita mondana, alle discoteche sulla spiaggia, alle giornate passate tra la calura dei lidi balneari, cominciava ad essere stufo di tanto viaggiare in modalità "modello base" e senza mai vedere qualcosa di azzurro che non fosse il cielo. Ma anch'io, da non amante del mare, alla vista dell'Atlantico, ho sensazioni piacevoli e trovata una piazzola prospiciente la spiaggia ci sbizzarriamo in qualche scatto artistico.









compresa foto perculata a catena dove ognuno fotografava tutti i fotografi davanti



Poco dopo cerchiamo il nostro albergo, ne troviamo uno sul mare a due passi dalla piazza belvedere



Ci prendiamo un caffè nella piazza belvedere sull'oceano e poi ceniamo con il solito tajine, ma siamo sul mare e quindi sarà di pesce, una vera squisitezza, buonissimo, aromatizzato e cottura da 10 e lode.



dopo il pesce un dolcino ci sta bene



La mattina successiva diamo un senso all'affacciata della comitiva sull'oceano. La spiaggia di Legzira con il suo maestoso arco di pietra ci aspetta. La mattina, moto cariche, il nostro capitano in testa, risaliamo 10 km a nord di Sidi Ifni per solcare questa splendida spiaggia. Fino al 2016 gli archi erano due ed a brevissima distanza l'uno dall'altro, poi l'erosione e la forza del mare ha fatto crollare l'arco più debole che oggi possiamo goderne solo per foto googolate





questi invece i nostri scatti dell'arco rimasto





lato sud dell'arco





spiaggiata una medusa enorme giace sulla spiaggia li vicino



e di nuovo lato nord



La magnificenza di questo capolavoro della natura lo capisci solo quando sei sotto, ti senti piccolo ma allo stesso tempo protetto dalla enorme copertura. Certo il mare è tranquillo, diversamente questo sentimento di protezione credo sarebbe stato molto meno presente.

Ci rimane il rimorso per non aver provato a giungere sotto l'arco con le nostre moto, era ancora mattina e la spiaggia poco affollata. Quando ci pensiamo c'è più confusione sulla spiaggia ed abbandoniamo l'idea dopo breve riflessione del nostro Andrea che è bravo a placare ogni idea malsana che ci viene in mente.
Consumiamo il nostro solito caffè e ripartiamo per la prossima metà, Essaouira ci aspetta.
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Ultima modifica di OIBAF; 02-06-2019 a 16:23
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Vecchio 02-06-2019, 18:05   #30
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Lasciamo la spiaggia di Legzira, i nostri ritmi, nei giorni scorsi, sono stati abbastanza serrati ed oggi non avendo tanti km da fare possiamo approfittarne per avere più tempo a disposizione per visitare le prossime mete. Il tempo è sempre abbastanza nuvolo, l'assenza di sole ci permette di stare più freschi in moto ma a discapito della qualità delle foto lungo il percorso che ci porterà ad Essaouira passando da Agadir, quest'ultima è una località che non ha bisogno di presentazione, molto moderna perchè ricostruita per un fortissimo terremoto nel 1960, ha sviluppato la costa con grosse strutture alberghiere che ne fanno di questa città un potente volano turistico. Becchiamo un vento fortissimo, consumato il nostro pranzo ripartiamo per la nostra destinazione serale. Lungo la strada Andrea riconosce un luogo dove si era fermato anche nel 2014 e ne approfittiamo per una piccola sosta e qualche scatto.



molto controluce e con foschia





arriviamo ad Agadir per il pranzo ma è una giornata molto ventosa, ripartiremo in fretta per raggiungere Essaouira approfittando del fatto che i km da percorrere saranno pochi a beneficio di una visita più approfondita di questa graziosissima località turistica.
Troviamo il nostro albergo...



La qasba, cioè la cittadella fortificata che difendeva il porto, è una piattaforma protetta da mura merlate su cui si trovano dei cannoni spagnoli dei secoli XVII e XVIII rivolti verso l'oceano:



nelle casematte a pianterreno si trovano i laboratori degli intarsiatori su legno d'ebano e di cedro. (cit. wiki)
Ne approfittiamo per girare la città con tutto il Tureees al completo



















Dal nostro albergo potremmo godere di questo bel terrazzo prospiciente la nostra stanza ma il pomeriggio uggioso non agevola ne la vista sulla spiaggia ne un momento di relax sulle sdraio



L'indomani facciamo un giro turistico al mercato del pesce al porto di Essaouira, le scarpe, le mie uniche scarpe oltre agli stivali della moto, impiegheranno qualche giorno a scaricare l'odore nauseabondo assorbito della poltiglia fangosa del porto ma è uno spaccato di vita e ne sarà valsa la pena. In questo sito le foto scarseggiano, i commercianti mal sopportano le fotografie, alcuni si riparano semplicemente il viso, altri ci rimproverano e non vogliono essere fotografati.









nel frattempo vedo per la prima volta un mestiere che pensavo scomparso



Ed il buon Andrea ha completato un altro bel video

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Ultima modifica di OIBAF; 03-07-2019 a 00:47
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Vecchio 19-06-2019, 01:53   #31
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Lasciamo Essaouira destinazione Marrakech, ho preso l'abitudine di programmare anche il mio navigatore perché non conoscendo il percorso in anticipo e seguendo gli altri, dopo aver percorso 400/500 km al giorno, prima vai giù, poi torni su, vai a ovest, ritorna a est, sali e scendi, insomma sono abbastanza disorientato. Sicuramente quando visiti certi posti non è fondamentale orientarsi ma vuoi anche renderti conto di dove ti trovi e dove stai andando, comincio a soffrire del fatto che non avendo studiato la cartina prima non so dove mi trovo di preciso. Ma oggi navigatore o meno capisco da me che stiamo andando in direzione Ovest-Est, appena ci addentriamo nuovamente al centro ed abbandoniamo la costa, la temperatura e di conseguenza l'aria sale in modo repentino, 10° almeno risalgono in poche decine di km, dalla frescura dell'oceano ritorniamo alla calura dell'entroterra, arriveremo ad ora di pranzo nella calda Marrakech che il mio termometro segna, con la collaborazione dell'infaticabile ventola del radiatore della 990, la bellezza di 41°. Ci fermiamo per strada per uno dei nostri soliti caffè ma la foto della "moderna" sala ricreativa è controluce



Poi l'evento del giorno, il nostro Dumbo mi chiede di cavalcare la Regina ed io onorato lo accontento. Di contro devo guidare quel frullino di 800






Il ragazzo si divertirà, sella a parte, ma forse avrà ripercussioni fisiche che tratteremo più avanti. L'ingresso a Marrakech, invece lo faremo ognuno con le nostre moto.
Gli svantaggi di non viaggiare in auto sono rappresentati dall'impossibilità di non comprare souvenirs, da questo commerciante un tajine ricordo l'avrei comprato.



Arriviamo a Marrakesh, il traffico diventa caotico, il relax alla guida dei giorni precedenti è solo un lontano ricordo, fermi davanti all'albergo un'ambulanza sfiora un'impassibile ciclista che continua a pedalare come nulla fosse, le auto attraversano gli incroci quasi incastrandosi tra di loro, i taxi caricano persone sconosciute tra di loro, vediamo un mondo a cui non siamo abituati ed a maggior ragione, come abbiamo già fatto nei siti precedenti, parcheggiamo le moto e ci muoviamo a piedi.



Saranno state le 15, il tempo di lasciare i bagagli ci facciamo consigliare una lavanderia nei paraggi. Abbiamo il nostro abbigliamento tecnico che ha percorso circa 4000 km, io ho preso un paio di guadi un po' troppo allegri ed ho giacca e pantalone inguardabili, ma ognuno di noi ha voglia di abiti al profumo di lavanda. Raccomandiamo la signora del lavasecco che l'indomani partiremo alle 9, lei accetta il carico improvviso di lavoro e finalmente andiamo a pranzo in un fast food dove mangeremo un ottimo wrap. E' arrivato il nostro turno di cercare un taxi, ma un po' perché sono pieni, un po' perché in viaggio fai le cose più stupide, si ferma uno strano motocarro come tanti che abbiamo visto in terra marocchina, solo che nel piccolo cassone ci sono delle panchette longitudinali. Capiamo subito che sono dei taxi, forse pure abusivi, ma ne approfittiamo subito, dopo aver trattato il passaggio in centro ed aver ottenuto lo sconto famiglia. 40 dinari il prezzo pattuito ma dalle risate ne avrei pagati anche il doppio.

Le risate non si contano, dopo averlo fotografato mentre guida lo osservo incuriosito. Non conosco la cilindrata ma credo che non abbia una cubatura tanto piccola, rapporti corti di sicuro ogni marcia la "tira" fino a 6/7000 giri ma siamo ancora a 25 orari.



Foto di rito con il nostro tassista



Scendiamo nei pressi della medina e si apre una piazza con attrazioni in ogni angolo, dal cobra ed il suo incantatore, ai musicisti, veri e propri negozi di abbigliamento ambulanti, ti venderebbero la qualunque, nelle viuzze piene di negozi di ogni tipo veniamo attratti da un medico erborista che ci racconta di un po' della sua vita, nel frattempo compro un ottimo thè berbaro ed il cosiddetto cumino nero, i semi di nigella, che ci consiglia di assumerne dopo averli strofinati a lungo dentro un filtro ed inalati attraverso una sniffata. L'effetto è sorprendente, provateci.





qualche incantatore quà e là





le bancarelle sono tutte ordinatissime



Devi fotografare con discrezione, appena vedono che stai fotografando sono tutti pronti a chiederti un contributo solo per il fatto di occupare la memoria del tuo telefono.

Raggiungiamo una terrazzino con vista sulla piazza e subito ne approfittiamo per qualche scatto alla luce del tramonto







L'indomani ci alziamo di buon ora ed andiamo a visitare le concerie, impiegheremo mezz'ora per spiegare al tassista la zona. Sconosce completamente il sito ma riusciamo a farci portare lì davanti. Troviamo la ns, guida che dopo averci dato un ramoscello di menta, ci fa entrare.
La menta è fondamentale per non vomitare, il fetore delle vasche è nauseabondo ma ormai stiamo solcando la strada delle cose più strane da fare in un viaggio e questo sito conferma il nostro indirizzo.







Usciamo ed a piedi ritorneremo sulla piazza principale dopo aver camminato per un bel po'.



Nel frattempo il buon Andrea ha completato qualche altro video, buona visione

M'Hamid El Ghizlane - Tafraout - Marocco - 26 apr 2019


Tafraout - Sidi Ifni - Marocco - 27 apr 2019
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Ultima modifica di OIBAF; 30-06-2019 a 13:05
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Vecchio 19-06-2019, 13:44   #32
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Belli anche i video, grazie

E bella la strada sul video nr 2, a 1:01-1:08, dove eravate?
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Vecchio 19-06-2019, 14:00   #33
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predefinito [Report] Tureees Tour Marocco 19 Aprile- 6 Maggio 2019

Ciao Zorba,
La strada è la r107 da Tafrout fino in giù al bivio con la r102.
Più o meno a questa altezza
Coordinate (29.3331224, -9.0159499)

Molto bella.
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Vecchio 19-06-2019, 14:03   #34
Carroarmato
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Complimenti per il viaggio e per il racconto, un sogno!
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Vecchio 19-06-2019, 14:53   #35
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Grazie Benjo76, peccato che nel mio viaggio non mi spingerò così a sud-ovest. Lamps
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Vecchio 19-06-2019, 20:48   #36
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Da Sidi Ifni a Essaouira passando per la splendida spiaggia di Legzira

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Vecchio 26-06-2019, 00:59   #37
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Ripassiamo dalla piazza Jamaa el Fna che nella mattinata manca di tutti gli slow food che avevamo visto la serata precedente, dalle concerie alla piazza camminiamo per circa 2 km certificati da zio Google che ho scoperto prende nota dei miei spostamenti da un bel po'
Prendiamo il nostro taxi ed andiamo a prendere il nostro abbigliamento che finalmente profuma di pulito.
Abbiamo circa 250 km da percorrere ma rispetto ai chilometraggi dei giorni precedenti non sarà sicuramente questa distanza ad abbatterci.
Appena esco dal garage dell'albergo sento l'anteriore molto strano, dopo aver controllato la pressione all'anteriore tutte le mattine (sono partito con una presunta lievissima perdita ad un nipplo) trovo la ruota praticamente afflosciata. Il tempo di rifare la pressione e ripartire. Sembra un mistero e per certi aspetti lo potrebbe essere ma lo scoprirete più avanti, io l'ho scoperto quasi due mesi dopo il mio rientro.
Lasciamo Marrakech destinazione le Cascate di Ouzoud, ad un bivio non vedo la svolta degli amici, per la prima volta sto percorrendo una strada fidandomi del mio navigatore che non so fino a che punto navigherà , è una sensazione strana, anche se qualche volta abbiamo camminato distanti c'è sempre stata la consapevolezza di riagganciarci, quì invece siamo su due strade parallele, io ho un pessimo orientamento e l'unico mio attrezzo che mi aggrappa al resto della comitiva è un Lumia 950 che di buono ha solo lo fotocamera e da oggi il navigatore. Dopo un tratto divertentissimo ritrovo la restante comitiva in questo bar, è ora del pranzo.



quì assistiamo al secondo sbarellamento serio del fighetto solo perchè il suo uovo fritto sfuggiva dal piatto. Bisogna capirlo, è lontano 3000 km dai suoi agi, troppi km, poche comodità, non può scegliere i suoi cibi light, sta finendo le sue magliette pulite ed ha saltato due venerdì in discoteca.



C'è qualcosa nell'aria in quel posto, arriva il conto ed anche Stefano perde giustamente la pazienza, il conto è di quelli "turistici" e tra lui ed il gestore ne nasce una discussione accesissima, in francese naturalmente. Facciamo finta che ci hanno convinto, paghiamo quanto richiesto e ce ne andiamo.
Arriviamo alle cascate ed il buon Andrea si mette comodo



L'esperienza e lo studio che ha fatto sul viaggio fa la differenza, sapendo dove andare ha un abbigliamento per ogni sito, io invece vestito con abbigliamento motociclistico girerò le cascate sognando anch'io bermuda ed infradito.

Avviso per il nostro piccolo Luigi







quello che si presenta ai nostri occhi è uno spettacolo della natura incredibile, il verde lussureggiante è l'acqua creano delle cartoline. Ne approfittiamo per un selfie di gruppo







il nostro Andrea approfitta dell'abbigliamento modulare



ancora selfie



tramite un piccolo ponte attraversiamo il fiumiciattolo creato dalla cascata, consumiamo un buon gelato confezionato e ritorniamo su da un altro percorso.



oltre agli asini che troveremo ovunque in Marocco, quì c'è una famigliola di scimmiette simpaticissime



familiarizzeranno con il nostro Luigi



e quì gli farà pure l'imitazione



Ritorniamo alle nostre moto, Andrea si toglie i panni dell'esploratore e si rimette quelli del motociclista, ora ci rechiamo a Bin El-Ouidane a bordo del suo lago.
Faremo una splendida strada panoramica dove qualche nuvola minacciosa proverà a bagnarci senza riuscirci





mentre piano piano scendiamo verso il lago farò uno scatto indimenticabile a questa bambina, sta tornando da sola, in una casa che non vedo, percorrendo una strada deserta, nulla attorno, solo una striscia di asfalto. Mi vien voglia di fermarmi e chiedergli cosa fa lì da sola, dopo circa un km una signora scende da un vialetto, forse è sua mamma, sua nonna, forse la casa è dietro la collina, forse quel vialetto è lungo un altro km, che la bimba scenderà fino al lago... forse.



arrivati al nostro albergo, il nostro fighetto trova un po' di alcool e ne approfittiamo un po' tutti



Poi la nostra solita cena ed a nanna cullati da una piacevole pioggerellina, fortuna che le moto sono sotto una tettoia.

Nel frattempo un altro contributo video
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Vecchio 03-07-2019, 03:00   #38
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La mattina dopo la classica colazione lasciamo Barrage Bin El-Eouidane in direzione Fes, appena usciamo dall'Albergo ci concediamo una foto che a causa del controluce non è un capolavoro



Oggi ci aspettano quasi 300 km, si avvicina un indigeno con il suo asinello, guarda tutte le operazioni fotografiche con interesse ma non vuole essere fotografato, come ho già detto anche precedentemente, alcuni di loro non hanno un buon rapporto con le fotografie. Ma Stefano uno scatto glielo ruba lo stesso.



Ci rimettiamo in cammino ma di lì a poco sarà tempo di saluti, ci fermiamo in un'area di servizio a Béni Mellal per salutarci con Stefano. Lui è fuori da più tempo di noi, ci ha aspettati a Melilla, si è sorbito un po' dei miei gas di scarico al gasolio, sopportato le bizze di quattro scapestrati che fanno fatica a crescere e che quando si trovano insieme dimenticano di quanto riportato sulla carta d'identità, ha sopportato ritardi, battute in siciliano, finte liti tra me ed il fighetto, perculate continue tra diverse concezioni motociclistiche e lui ha sopportato tutto, stoicamente, ogni tanto avrà guardato le sue borse piene di sigle degli stati che ha attraversato e sospirando ci avrà compatito, con quel sorriso sornione di padre di famiglia e di viaggiatore duro e puro.
Noi abbiamo programmato il pernottamento a Fes che lui ha già visto e, conoscendolo, attraversando Gibilterra in due giorni sarà a Milano.
Così ci congediamo, è stata una gran bella compagnia, i viaggi arricchiscono per i luoghi e le persone conosciute. Certe sensazioni, nonostante il viaggio non sia ancora finito, ci fanno capire che torneremo a casa con un bagaglio di emozioni impareggiabile.



Ripartiamo alla volta di Fes, percorse alcune rotonde di di Béni Mellal notiamo la cura del verde



Il tempo è grigio ma fortunatamente regge, saliamo di quota, arriveremo fino a 1600 metri circa, ad Ifrane esattamente, denominata la piccola Svizzera del Marocco. Instituita nel 1929 dal protettorato francese, fu meta di lusso per i potenti ed i ricchi di allora. Ifrane è diventata una località molto rinomata per il turismo per via dell'aria frizzante e della sua posizione nel cuore dell'omonima nazione. Per gli amanti della natura offre diverse attrazioni ed escursioni sia d'inverno che d'estate. (cit. travel 365)



Parcheggiamo le nostre moto ed arrivo l'ennesimo posteggiatore che fa sbarellare il nostro Luigi, neanche a Catania sono così insistenti, e nel posto dove le lasciamo non crediamo di aver bisogno nessun servizio "aggiuntivo". Tralascio volutamente le espressioni, dialettali miste ad incazzatura rivolte ai "poveri" ragazzi.





durante una sosta ci fermiamo accanto un furgone che trasporta operai come il carro bestiame, un genitore scende, gli vanno incontro i figli, un maschietto ed una femminuccia che ho fotografato di spalle, ricevono una bombola di gas ed una sacca con qualcosa dentro mentre lui praticamente non ha nulla da portare. La mente è andata subito alla scena che vedo davanti alcune scuole con i genitori che trasportano gli zaini ai loro figli. (paese che vai usanza che trovi)



Nel pomeriggio arriviamo a Fes, faremo fatica a liberarci di un sedicente amico che si offre per sistemarci a 360°. Noi decliniamo l'opportunità e ci sistemiamo praticamente al centro, vicinissimi ad un centro commerciale frequentatissimo. Io sento il bisogno di una corsetta che ho sospeso da prima di partire, rinuncerò alla visita che il trio invece farà alle concerie ed alla Medina di Fes. Io invece mentre percorro questo grande viale vedo una scena raccapricciante che non posso fotografare perchè, sfortunatamente, il telefono era collocato in quelle tasche trasparenti legate al braccio. Accontentatevi della descrizione, dietro un pullman locale, attaccati al cofano motore e precisamente alle griglie di aerazione, ci sono cinque ragazzini che sfidano la sorte, neanche il tempo di stupirmi un secondo pullman ha un ragazzetto di 5/6 anni al massimo, anch'egli aggrappato al posteriore, noto che mentre i primi ragazzi hanno i piedi che poggiano sul paraurti, quest'ultimo si regge solo con mani, i piedi sono poggiati al posteriore e senza nessun appiglio.
Ci ricongiungiamo per la cena mentre diamo solita mancetta al guardiano notturno che terrà d'occhio le moto che stanotte dormiranno fuori. Tutta la passeggiata che ho visto nella mia ora di running, alle 21 è un lontano ricordo, le vie si svuotano e si riempiono solo i locali che danno la solita partita di calcio.
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Vecchio 03-07-2019, 10:00   #39
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Ci rimettiamo in cammino ma di lì a poco sarà tempo di saluti, ci fermiamo in un'area di servizio a Béni Mellal per salutarci con Stefano....
Grazie Fabio per queste belle parole, mi hai fatto emozionare!
Siete un gruppo magnifico e Andrea una guida/programmatore impareggiabile e vi ho già detto che vi invidio.

Solo per i miei gusti andate un po' troppo veloci ma colpa mia che non amo prendere rischi quando sono a migliaia di km da casa, qualsiasi piccolo imprevisto, in viaggio può diventare un serio problema. (PS soprattutto dopo quanto è successo l'anno scorso in Pamir...)

Vi aspetto quando verrete al nord per farvi conoscere un po' di montagne vere!

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Vecchio 08-07-2019, 01:08   #40
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predefinito [Report] Tureees Tour Marocco 19 Aprile- 6 Maggio 2019

Grazie a te Stefano, ci organizzeremo con molto piacere.



Quello che sto per raccontarvi è l'ultimo giorno che passeremo in Marocco, ma sarà anche il giorno della passione e più avanti capirete il perché. Lasciamo Fes usando una strada secondaria, che ci collegherà alla P5003, una strada che aveva dei rettilinei collinari molto insoliti.

Dopo un po' arriviamo a Chefchaouen, la cosidetta città blu.







"La città fu fondata nel 1471. La sua popolazione originaria era composta principalmente da esiliati andalusi, tanto musulmani quanto ebrei, ragion per la quale la parte antica della città ha un aspetto molto simile a quella dei paesi andalusi, con piccole vie dal tracciato irregolare. Chefchaouen si adagia su di una piccola valle. La parte più antica della città cresce verso l'alto della montagna, e nel punto più alto si trovano le sorgenti di Ras al-Ma. Il centro della città è la piazza di Uta al-Hamman, dove si trova la fortezza e una moschea con torre di base ottagonale. La città nuova è stata costruita più in basso.

La città fu durante i secoli considerata come una città sacra, dove era proibita l'entrata agli stranieri. I cambi sono molto recenti. Furono le truppe spagnole che aprirono Chefchaouen una volta preso il controllo della zona nord del Marocco per instaurare il loro protettorato. Chefchaouen fu una delle principali basi dell'esercito spagnolo, e in questa città si alzò l'ultima bandiera spagnola nel 1956. Come in altre città che facevano parte del protettorato spagnolo, gran parte dei suoi abitanti parla la lingua spagnola. Oggigiorno, Chefchaouen è un importante centro turistico." (da Wikipedia)



Ahinoi è giorno di mercato e trovare un parcheggio, soprattutto custodito, sarà una vera impresa















All'ingresso della città un gruppo di Renault Supercinque, targhe francesi, con personalizzazioni estetiche mai viste prima e veicolo fuoristrada a supporto. Non ho capito molto il senso ma ha destato la mia curiosità.







Dopo tre/quattro giri per la caotica cittadina, non trovando nessun parcheggio decidiamo di fare strada per il traghetto che dovrà portarci fuori da questa terra che ci ha regalato 12 giorni che rimarranno scolpiti nei ricordi migliori di ognuno... Almeno questo è quello che era nelle intenzioni. Dopo aver mangiato il tajine più scarso di tutto il Marocco ci dirigiamo verso Ceuta. Siamo in ritardo, dobbiamo fare in fretta se vogliamo prendere la nave, così ci mettiamo in marcia, ci scordiamo i nostri caffè e cominciamo a macinare chilometri. Alle 17 e 30 circa passiamo la dogana del Marocco, belli pimpanti consegniamo tutti i documenti ma io comincio a cercare il foglio che certifica il passaggio della mia moto e che mi è stato consegnato alla frontiera di Melilla. Essendo uno che odia perdere le cose o non trovarle subito quando mi servono, ho l'abitudine di mettere le cose sempre allo stesso posto. Il foglio l'ho uscito su richiesta del tizio che mi ha fatto l'assicurazione, poi avendo uscito anche il libretto li avrò rimessi insieme e lasciati in letargo per 12 gg perché non sono più serviti. Comincio a cercare ovunque, tasche, zaino, niente... dopo aver fatto mente locale sulla possibilità concreta che il tizio non me l'abbia più restituito mi rassegno e gli chiedo come superare il problema. Niente di più semplice, basta fare una denuncia alla più vicina stazione di polizia che dista un paio di km dalla dogana, quindi rientro in Marocco, mi reco a Fnidq e comincio a cercare la stazione di polizia, arrivo in zone sperdute della città seguendo le indicazioni date, capisco che sono fuori strada e continuo a chiedere sperando che qualcuno mosso a compassione mi dia l'informazione corretta. Dopo aver peregrinato una buona mezz'ora in città chiedo un un gendarme su una macchina della polizia, chi meglio di lui penso. Lui mi dice che sono praticamente arrivato, mi indica il posto ed io contento scendo dalla moto con i documenti in mano. L'edificio è veramente messo male, dall'interno esce un ragazzo in divisa che mi spiega che la stazione è stata trasferita a circa 500 metri, lui è di guardia a quattro scaffali sconquassati. Seguo le nuove indicazioni ma a 500 metri non c'è nulla e neppure a 700, faccio altri giri, si ferma anche un mendicante che senza chiederglielo mi dice se sto cercando la stazione di polizia, cazzo... penso, si è sparsa la voce . Quindi trovo un ragazzo dalla faccia pulita, ci capiamo meglio e finalmente trovo la nuova stazione di Polizia. All'ingresso trovo un poliziotto in borghese, mi chiede il perché del duplicato, io ho fotografato il documento di Andrea ma lui capisce che è quello da rifare, io sfodero il miglior francese che potessi, ho l'ansia ma cerco di non farla trasparire, spiego con calma che io ho perso il documento ed io dovrò fare questa dichiarazione. Mi fa accomodare sopra, uffici nuovissimi ma pc di almeno dieci anni di vita. Mi fa un terzo grado, nomi dei genitori, dati della moto, motivo del viaggio, finito di scrivere mi manda a fare le fotocopie dei documenti, scendo giù alla ricerca di una cartoleria che fortunatamente è nei paraggi, risalgo su ed ottengo, finalmente, la denuncia. Riparto come un missile per la dogana, erroneamente credo che la consegna di questa denuncia mi faccia passare ma mi sbagliavo. Mi mandano in un ufficio staccato dalla dogana a cercare un Dirigente, il nome è complicato ma mi resta impresso, supero un cancello e quello che mi si presenta è una scena da delirio. Decine di persone sono rinchiuse in attesa di non so cosa, spero che non facciano la fila per la stessa persona, così non è fortunatamente, vado nell'ufficio, trovo un tizio simpatico che mi parla in spagnolo, dice che ci capiremo meglio, se lo dice lui? Espongo il problema, capisce al volo, chiama per radio un suo collega giù e mi dice di cercarlo. Calorosa stretta di mano, stavolta abbiamo chiuso il cerchio, consegno questo foglio e vado via, penso... Invece no, il mio nuovo riferimento a cui rivolgermi, aspetto tedesco, capelli rossi, tutto tranne che marocchino, è all'ingresso della dogana, non all'uscita, mi consegna ad un doganiere in una garitta perché dovrà fare un duplicato del documento. Ma c'è un nuovo intoppo, deve fare la scansione del documento e la fantastica tecnologia in dogana non glielo permette con facilità, comincia a staccare e riattaccare fili, smanettare anche sul suo cellulare, nel frattempo si crea una fila di almeno 40 auto che si sposterà su altri ingressi.Dopo oltre mezz'ora riesce a stampare il tanto agognato duplicato, ma saranno passate almeno tre ore in tutta questa trafila. Quindi vado nella parte opposta della dogana, dove partì tutto, consegno il duplicato, visto in uscita, sorrisi a vicenda, ringraziamenti, sono in Europa. Non posso però rivolgere un pensiero a chi decise di non ritornarmi più il foglio, non gli auguro cose brutte, solo grappoli di emorroidi (cit.)

Cerco i tre che nel frattempo si stanno divertendo alle mie spalle e non solo per la questione certificato. Dopo un paio di mesi dal nostro rientro, scoprirò che un paio di volte mi hanno afflosciato l'anteriore, giocando sul mio timore che avevo durante il viaggio per via di una presunta piccola perdita. Vatti a fidare degli amici.

Ceuta è una bomboniera, carina, moderna, ordinata.







Preso posto in un albergo del luogo, usciamo a cena e mangiamo un ottima paella al nero di seppia veramente squisita. Stasera niente tajene, siamo ancora in Marocco ma a Ceuta già si parla spagnolo anche a tavola.
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Vecchio 08-07-2019, 08:49   #41
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Vecchio 08-07-2019, 23:14   #42
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In quei frangenti o ti dai coraggio o rimani li, comunque l'infarto l'ho rischiato anch'io, quando credevo di aver fatto tutto c'era sempre un ulteriore passaggio da fare, uno sfinimento.

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Vecchio 11-07-2019, 03:08   #43
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E così siamo quasi alla fine del viaggio, il mio contrattempo alla dogana non ci ha permesso di visitare Gibilterra, ma pensiamo di recuperare la mattina dopo. Stavolta il contrattempo ha un altro protagonista, Luigi, come riportato dal suo collega di stanza nonché capo branco della spedizione Andrea, non ha passato una buona notte. La mattina presto prendiamo il primo traghetto che ci porta in Spagna, ma c'è molto mare e l'unico che fa colazione è il sottoscritto e una coreana, tutta la nave è con gli occhi chiusi e sbracata sulle poltrone aspettando che passino più in fretta possibile le due ore di navigazione previste



nel frattempo io faccio da spola tra i due in poltrona e Dumbo che non aveva bisogno del mare lungo per avere lo stomaco in subbuglio.
Sbarcati in terra spagnola inutile dirvi che il giro a Gibilterra è saltato, fatta una buona colazione, per me la seconda, prima andiamo in un ottimo bar vicino al porto, poi alla ricerca di una farmacia che possa calmare i problemi al nostro giovane amico.





Qui alle prese con le spiegazioni del caso diarroico



Io ed il fighetto siamo in attesa fuori quando avviene una cosa che ci ha fatto piacere. Uno spagnolo con moto sul carrello si ferma per chiedere se avevamo bisogno di qualcosa, sicuramente preoccupato per l'insolito e preoccupante binomio moto-ospedale. Lo ringrazio e lo tranquillizzo che non è niente di grave e ci salutiamo calorosamente... Ah la moto sul carrello era una Ktm 950, ulteriore piacevole coincidenza
Il pomeriggio i tre devono essere a Granada per visitare l'Alhambra, io avendo deciso tardi non ho trovato i biglietti e purtroppo rimarrò fuori, ma i piani sono destinati a mutare ancora. Dumbo ha lo stomaco troppo in disordine e non ce la fa proprio a guidare, così decidiamo di trovare un posto dove possa riposare recuperare le forze in un posto un po' più comodo





rapida occhiata su Booking e troviamo un residence alle porte di Marbella che ha una singola. Ma la stanza non è ancora pronta per cui il nostro eroe approfitta un po' del divanetto all'ingresso



A questo punto, sistemato il piccolo amico, consiglio ad Andrea e Giovanni di andare lo stesso all'Alhambra, tanto mentre Dumbo dorme inutile stare tutti e tre fermi. Così fanno, le nostre strade si divideranno per qualche ora ma ci ricongiungeremo in serata, sperando che i succhi gastrici di Luigi siano più clementi. Nel frattempo che i due passano avanti, io rimango alla hall del residence e di lì a poco si scatenerà il finimondo. Arrivano tre comitive di addii al nubilato, ospiti di tutti i generi ed età, a bordo piscina ci sono comitive con birre in mano che, musica a palla, generano continui schiamazzi. Assisto a due amiche che girano dietro il bancone del bar e si sostituiscono al barman con disappunto dei gestori che li richiamano senza convinzione ma soprattutto senza successo. La cosa singolare è che siamo all'ora del pranzo, figuriamoci la sera in che condizioni saranno
Le foto non le metto, in verità ne ho una sola, ma se sono stato credibile sino ad ora penso che vi fidiate.
Alle 18 circa, il nostro eroe si rimette in sesto e ripartiamo per scrollarci quei 300 km che ci porteranno ad Almeria dove ci ricongiungeremo con gli altri. La sera ceniamo in una panineria carinissima dove assaggeremo tutte le migliori specialità dello street food spagnolo. La mattina ci aspettano altri 800 km, il nostro Dumbo ha riacquistato l'appetito e lo dimostra dal suo recuperato sorriso



Contrariamente all'andata, non ci facciamo svenare dalle autostrade spagnole, le autopiste sono altrettanto scorrevoli e molto più economiche. La sera siamo a Barcellona, ci imbarchiamo e incontriamo nuovamente la comitiva di Zio Mike. Condivideremo alcuni siti che abbiamo fatto entrambi i gruppi, altri ce li racconteremo, sui nostri visi c'è solo allegria nel rivivere quei momenti, momenti che rimarranno sempre nella nostra mente e nei ricordi più belli.
Con Nino e Francesco ci facciamo un selfie che unisce idealmente Sicilia e Campania



Poco prima di scendere vengono richiamati alcuni proprietari di moto, sono circa una ventina, tra loro anche quelle del Fighetto e di Andrea, il mare della notte, complice l'eccessivo rollio, ha fatto cadere alcune moto su altre. Fortunatamente nulla che comprometta l'ultima tappa, ma la certezza che se fossero state legate meglio si potevano evitare gran parte dei danni se non tutti. L'indomani abbiamo l'ultima tappa, altri 800 km che ci riporteranno a casa, non senza l'ultima emozione di farci almeno 200 km sotto una pioggia battente in Calabria. Ma ormai il quartetto, quintetto in terra marocchina, ha percorso strade difficili, sconosciute, ha passato notti freddissime e caldissime, mangiato di tutto, bevuto i peggiori caffè, cosa volete che siano 200 km sotto la pioggia? Anche un pallido sole del tramonto ci accoglie in terra sicula, torniamo a casa dopo 18 gg, 7700 km, circa 2000 € spesi, 450 litri circa di benzina, 5 litri di gasolio, 6 tra navi e traghetti. Finisce così, tra gli abbracci, le immancabili perculate, i sorrisi, le battute, abbiamo condiviso in luoghi indimenticabili la nostra passione per i viaggi e per la moto, abbiamo sofferto il caldo, il freddo (Imilchil ricordate?), la pioggia, un popolo accogliente e perbene. Ancora una volta il Tureees chiude un'altra avventura, con l'assoluta certezza che non sarà l'ultima.






The End
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Vecchio 11-07-2019, 09:56   #44
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Seguo interessatissimo! Vorrei programmarlo nel periodo natalizio, che dite fattibile?...
Direi che certe zone avevano già temperature fredde ad Aprile, a Nord sul Medio Atlante c'era veramente freddo, la notte di Imilchil poi... vabbè ne ho già scritto. Sicuramente non soffrirai il caldo altrove ma dovrai attrezzati per tutte le temperature.

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Vecchio 11-07-2019, 14:35   #45
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"Tengo la shuelta senor!"

Grazie per il bel resoconto di viaggio, mi hai fatto venire ancora più voglia di maroccarmi l'anno prossimo (però solo asfalto, vabbe', cercherò di accontentarmi ).

Mi sembra evidente che il professore che sosteneva che tu non sapessi scrivere non capiva una beneamata fava!

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