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Vecchio 10-01-2020, 15:36   #26
Antonio Tempora
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19/07
Pamukkale-Sogut-Fethiye-Hotel Villa Daffodil
Km.236 Tempo Totale H.3,30 Altitudine Max.1430




Caffè in terrazzino, colazione per me nella sala ristorante, check out e saldo del conto (due notti, due pranzi, due cene ed extra circa €200,00), quindi caricata la moto e salutati il proprietario dell’albergo con l’augurio di ritrovarci fra 14 anni sempre in buona salute e da Sam che ci accompagna fino all’uscita con il reciproco augurio di Buon Viaggio, lasciamo Pamukkale per tornare per la quinta volta al “nostro” Hotel Villa Daffodil di Fethiye dove siamo certi di riavere la nostra solita stanza.




La strada è la stessa percorsa all’andata e ci fa di nuovo attraversare Denizli per poi prendere la D330 che, a differenza di quella percorsa altre volte nei precedenti viaggi, ora come quasi tutte le nuove strade di grande scorrimento Turche, è quasi tutta a 4 corsie tanto da venire “nominata” E87.
Poco traffico, bei panorami, curve e passi di montagna di poca altitudine ed un solo posto di blocco che gentilmente ci suggerisce di proseguire per la stessa strada fino a SOGUT senza prendere la via più breve, già percorsa in un precedente viaggio, più tortuosa e meno livellata come fondo stradale.




Entriamo a FETHIYE, il centro più importante della “Costa della Lycia”, tappa fondamentale e comoda per visitare le meraviglie della regione: Patara con la sua lunghissima spiaggia e le rovine Pre Elleniche e Romane, Olu Deniz la spiaggia più famosa e fotografata della Turchia, Xantos e Lethoon città antichissime Patrimonio dell’Unesco, Kekova con le sue Tombe Lycie sommerse, Cyrali con la sua bellissima spiaggia e le rovine di Olympus, le Gole di Sakilent, Dalyan con la sua enorme laguna con tombe rupestri e le rovine della città di Kaunos e tante altre meraviglie di questa splendida regione della Turchia famosa anche per uno dei più bei percorsi Trekking al mondo lungo circa Km.540 percorribile anche solo a tratti.

Il centro di Fethiye è molto trafficato, la cittadina è in piena espansione ma grazie ad una politica edilizia avveduta non è stata deturpata specie nel lungomare che, insieme ad un affollato Porto Turistico, è meta del turismo locale ma soprattutto straniero con la maggioranza Inglese, specie i pensionati, che qui gode anche di forti facilitazioni nell’assistenza medica.
Arriviamo di fronte all’ Hotel Villa Daffodil dove abbiamo prenotato mandando la nostra fotografia con il proprietario dell’albergo, ex colonnello della Gendarma, ricevendo assicurazione che saremmo stati ospitati nella nostra solita stanza la N.206.

https://villadaffodil.com/en/

Parcheggiamo la moto davanti all’ingresso dell’hotel, guardata H24 dalle telecamere di sorveglianza e ci facciamo portare le borse in camera, la stessa descritta nella Home Page del sito dell’hotel, dopo aver salutato con un abbraccio il proprietario al quale chiediamo subito di organizzarci per la sera una cena a base di pesce nel ristorante dell’albergo.






Sistemo i nostri bagagli, facciamo una bella doccia ed usciamo a piedi per la passeggiata al centro di Fethiye per mangiare un bel Doner Kebab che mi sono sognato per tutta la strada percorsa da Pamukkale per arrivare qui.
L’albergo si trova in una parte tranquilla di Fethiye, alla fine della baia in prossimità dello Stadio dello Sci Nautico ed a poca distanza di passeggio dal centro della cittadina da una parte e dalle più belle spiagge del promontorio che separa Fethiye dalla spiaggia di Olu Deniz.
Tutto è servito da un servizio di Dolmus, i Pulmini Taxi, anche loro così diversi da quelli presi la prima volta 15 anni fa quando non avevano il comfort e aria condizionata di oggi, che a poco prezzo portano sia nel centro commerciale di Fethiye che alle spiagge più famose, partendo proprio davanti al nostro albergo.
La ricerca è vana, giriamo per il grande e vario centro commerciale ricco di negozi specializzati nella vendita di merce “Taroccata”, la Turchia è la mecca del “Falso” e le marche più famose, regolarmente contraffatte, sono esposte e vendute a frotte di turisti in cerca di oggetti e capi di vestiario “Griffati” che altrimenti non si potrebbero permettere.
Dopo aver comperato nello stesso negozio di alcuni anni fa una piccola pipa di “schiuma” da usare in viaggio oltre a quella portata, in aggiunta alle altre ben più grandi e costose, sempre di “schiuma” che ho a casa, acquistate nei precedenti viaggi, ci sediamo in un piccolo ristorante frequentato da locali dove non servono il Doner Kebab ma la carne è buona così come i contorni.
Chi vuole può mangiare a pranzo o a cena nei piccoli ristoranti del Mercato del Pesce dove si può acquistare il pesce dai banchi e poi farselo cucinare nel ristorante.




Il pesce in Turchia è buonissimo oltre che abbondante, il Mar di Marmara per la sua concentrazione di Plancton è pescosissimo ed anche nella parte Egea e Mediterranea della Turchia il pesce è abbondante al contrario della Grecia dove a causa della scarsità di Plancton la pesca è scarsa e di bassa qualità, inoltre i Turchi sanno cucinare il pescato benissimo, quasi al nostro livello.
Noi il pesce lo abbiamo sempre mangiato, benissimo, cucinato dal nostro albergo dove anche agnello e manzo sono cucinati benissimo.
La voglia di Kebab però è rimasta e dopo aver mostrato la foto del ristorante specializzato in Kebab dove eravamo stati 7 anni prima ci facciamo indicare la direzione e trovatolo mi siedo e ricomincio a mangiare facendomi portare un buonissimo Doner Kebab a dimostrazione che “Chi la Dura la Vince!”.
Torniamo in albergo con un Dolmus, fa molto caldo e consideriamo che questa è la prima giornata di “Vacanza al Mare”non solo da quando siamo partiti ma addirittura da quando è cominciata la Stagione Estiva dato che a Maggio e primi Giugno in Italia e Roma il tempo era stato pessimo tanto da farmi posticipare la partenza del viaggio.
Riposino pomeridiano e poi ci cambiamo per scendere al ristorante dove è stato preparato il nostro tavolo per la nostra cena a base di pesce.
Il proprietario del Vialla Daffodil è un gourmet e tiene moltissimo alla soddisfazione dei suoi clienti





Mangiamo benissimo: Baby Calamari fritti, Mazzancolle Giganti alla Griglia, Branzino alla Griglia, insalata mista condita con Olio EVO ed Aceto Balsamico, tutto innaffiato da un buon Vino Bianco Secco Turco.
Tutto abbondante e servito dal personale dell’albergo che ci coccola da quando siamo arrivati consci che siamo vecchi clienti ed amici del proprietario.
Finisco l’ottima cena con un buon Caffè alla Turca ed una fumatina di pipa prima di tornarcene i camera dove, dopo un po’ di televisione, ci addormentiamo.

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Antonio Tempora
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Vecchio 10-01-2020, 16:43   #27
Antonio Tempora
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20/07
Fethiye - Sosta


Dopo la splendida cena di ieri sera decidiamo di poltrire a letto fino a “tardi”: preparo la colazione sul nostro terrazzino verandato alle H08,00 prima di scendere da solo a fare colazione e scrivere il diario.




Ci sono stanze più belle della nostra, che si sviluppa su due livelli con armadio e bagno al livello superiore, ma questa, di uso esclusivo del proprietario, era la migliore prima della ristrutturazione dell’albergo e della costruzione di un’ala con stanze più moderne ed ampie.
L’Hotel Villa Daffodil è un “Hotel di Charme” costruito con l’architettura tipica di questa zona di Fethiye contraddistinto da case e ville in stile “Alpino” che può costituire una contraddizione con l’architettura di tipo “Ottomana” ma che è giustificata dall'influenza che la Germania ha avuto durante il periodo di modernizzazione del Sultanato Turco precedente alla Prima Guerra Mondiale.
L’albergo è circondato dal verde ed ha una piccola ma confortevole piscina, alle spalle la collina e di fronte il mare.
La prima colazione è varia ed abbondante e pranzo e cena sono a buffet ma come nel nostro caso, si può ordinare alla carta sia carne che pesce.
I prezzi sono in linea con gli alberghi Turchi di questa categoria e considerato il cambio attuale, che a causa della crisi economica e dell’inflazione in Turchia, sono estremamente vantaggiosi.
Rimarremo qui 8 notti che, con pasti ed extra compresa la cena a base di pesce come la nostra ma servita anche per gli ospiti che inviteremo la sera prima della partenza, ci verrà a costare una media di €95,00 al giorno tutto compreso.
Portato in camera il succo d’arancia per Lilli aspettiamo l’arrivo del nostro amico Paolo Volpara seduti in terrazza di fronte al bar.
Paolo l’ho conosciuto nel 2005 “chattando” in Internet nella ricerca di consigli per il nostro secondo viaggio in Turchia.
Diacono dei Gesuiti (io sono stato espulso a 10 anni per indisciplina dal Collegio Massimo dei Gesuiti qui a Roma ed educato e Cresimato a San Roberto Bellarmino ai Parioli sempre dai Gesuiti), sposato in seconde nozze con Serap, una splendida donna Turca di famiglia Libanese, residente da più di 20 anni in Turchia attualmente a GOCECK, grande motociclista e fondatore del One More Mile Riders Turkey.

http://ommriders.com/en/

Per anni si è occupato di Corsi di Formazione ed Incentivazione con base a Londra ed Istanbul.
Incontrato la prima volta in Agosto 2005 proprio qui al Daffodil Hotel si è dimostrato preziosissimo per i guasti occorsi al mio GS1100 “Golia”, occorsi durante quel viaggio, che già alla discesa del traghetto ad Igoumenitza aveva mostrato perdite di olio dalla scatola del cambio.
Il suo meccanico a Fethiye ha riparato il guasto dovuto alla rottura di una guarnizione ed un altro ad Istanbul ha riparato con una saldatura la leva di richiamo della frizione rotta a Km.40 da AMASRA, sulla bellissima tratta SINOPE-AMASRA, il più bello e tortuoso tratto di costa del Mar Nero, dove sono arrivato cambiando senza frizione prima di fermarmi ad un distributore di benzina dove ho chiamato un carro attrezzi che ci ha portato ad Istanbul dove BMW Turca non aveva il pezzo di ricambio (!!!!!!).
Colto, religioso, generoso, simpatico da allora è diventato più di un amico: un fratello.
Ci siamo incontrati più volte, in Turchia ed in Italia e prima di questo viaggio mentre era a Roma a Marzo con un gruppo di amici da accompagnare in moto per un giro in Sicilia, li ho condotti in una giornata di moto tra i laghi di Bracciano-Vico-Bolsena, Viterbo, Tuscania e quindi al loro imbarco a Civitavecchia.
Arriva al nostro albergo con una delle sue moto una Suzuki Katana “vintage” e programmiamo la cena di questa sera dove saremo ospiti suoi e di sua moglie Serap nel miglior ristorante di pesce di Fethiye dove siamo stati, sempre loro ospiti, l’ultima volta sette anni fa.
Rimaniamo tutto il giorno a poltrire in albergo, io vado il pomeriggio a leggere a bordo piscina in costume per la prima volta in questa stagione ma senza fare il bagno.
Alle sette di sera chiamiamo un taxi e ci facciamo portare al Ristorante Girida dove aspettiamo i nostri amici alla luce del tramonto.




I nostri amici arrivano e Serap come un Generale sul campo di battaglia comincia a dare ordini al proprietario del locale che seguendo ubbidiente le sue disposizioni ci apparecchia una splendida cena memorabile non solo per la bontà del cibo, naturalmente pesce, ma soprattutto per la piacevole compagnia dei nostri amici.






Dopo la sera Paolo e Serap ci riaccompagnano al nostro albergo al termine di una splendida serata.
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Vecchio 12-01-2020, 12:51   #28
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21/07
Fethiye – Sosta e Cena a casa di Paolo e Serap a Gocek


Siamo stati invitati a cena a casa di Paolo e Serap quindi oggi ci dedichiamo ad una giornata di “shopping” a Fethiye.
Quando abbiamo deciso e pianificato questo viaggio eravamo consapevoli che per rimanere lontani da casa per quasi 3 mesi, pur nella nostra abitudine a non viaggiare leggeri, dovevamo rinunciare a portare tutto ciò che riguardava abbigliamento ed accessori da spiaggia, anche considerando che alla fine del nostro viaggio avremmo trascorso almeno 2 settimane al mare della Grecia.
Quindi a parte un costume per me e due per Lilli niente teli da spiaggia ed abbigliamento tipico “da mare”.
Avremmo acquistato tutto in Grecia dato che, nel momento della partenza, ancora non eravamo sicuri di essere respinti alla Frontiera dell’Iran e quindi la sosta a Fethiye non era contemplata se non per 2 notti al massimo.
Una volta riprogrammato tutto il nostro viaggio anche la sosta a Fethiye è stata riconsiderata e dato che il nostro soggiorno qui si sta dimostrando come sempre piacevole, abbiamo deciso di prolungare la nostra sosta per la gioia dei nostri amici e del proprietario del nostro albergo.
Per prima cosa ci rechiamo in un fornitissimo “SuperMarket” nella via principale di Fethiye dove comperiamo teli da spiaggia, magliettine e 4 bottiglie di vino, due di rosso e due di bianco, dato che dopo l’invito a cena di stasera ne avremo un altro in barca per una gita, sempre con i nostri amici, nel Golfo di Fethiye famoso per la sua bellezza e per le innumerevoli isole.
In un altro negozio troviamo anche due “Parei” da abbinare ai teli da mettere sulle sdraio (mia moglie non si fida a sdraiarsi su lettini da spiaggia usati da tutti…) quindi la nostra dotazione per il mare è completa.
Torniamo in Dolmus in albergo dove ci concediamo un pranzo leggero a base di frutta poi in camera, io a lavorare sul LapTop e Lilli a vedersi un po’ di televisione.
Nel primo pomeriggio siamo pronti per l’arrivo di Paolo che ci viene a prendere per portarci a GOCEK dove abita in una splendida villa sulla collina ce domina il piccolo centro urbano famoso per la sua “Marina” ed anche come attracco delle navi da Crociera che qui fanno tappa per visitare quella che, forse, è la più bella costa della Turchia.
Per prima cosa ci porta a vedere la nuova villa bi-familiare che stanno finendo di costruire, al piano superiore per la figlia Ikbal e suo marito Emre, a quello sottostante per lui e Serap.




Paolo in queste foto porta al collo la sciarpa da viaggio che ho acquistato prima di partire alla BMW Roma e che gli ho regalato insieme ad un “Porta Fiammiferi Minerva” ed un paio di scatole di Toscanelli al Caffè.
Lui mi regala una splendida penna stilografica che userò per scrivere il mio diario di viaggio giornaliero.




La nuova villa è molto bella, tutta in calcestruzzo e molto moderna come “Design”, Serap è molto attenta al lato architettonico moderno ed ha curato personalmente anche gli interni tutti in cemento a “faccia vista” liscio e adatto ad uno stile di arredamento moderno e “minimalista”, Paolo invece, che come me è molto legato ai libri ed alle sue librerie, si è ritagliato uno spazio di vita e lavoro, tutto suo.
La villa è affacciata su uno splendido panorama che abbraccia sia il Golfo di Gocek che quello di Fethiye di cui si vedono sia il centro abitato che la vicina baia di OluDeniz.
Le colline su cui sorgono sia la “vecchia” villa che quella in costruzione sono coperte da fitti boschi di querce e pini e recentemente sono scampate ad un disastroso incendio che ha colpito una zona limitrofa.
Un tempo il terreno su cui sorgono le ville era di proprietà della Chiesa Bizantina e sono ancora visibili le tombe dei monaci che abitavano questi luoghi.
Dopo la visita alla costruzione ci rechiamo alla villa che abbiamo conosciuto e dove siamo già stati ospiti nel corso dei nostri precedenti viaggi.
Ci attendono Serap, la figlia Ikbal conosciuta da Istanbul nel 2005 quando ci aiutò a riparare la nostra moto chiamando il loro meccanico di moto (all’epoca insieme a Paolo gestiva un’agenzia di Viaggi in Moto per la Turchia) e suo marito Emre che negli anni ottanta è stato un famoso pilota di rallyes qui in Turchia.
Serap è un’ottima cuoca oltre che una splendida ed elegante donna, cucina tutto lei dagli antipasti ai dolci e le cene qui sono state sempre un evento piacevole per il palato e per lo spirito ed anche questa non è da meno.






Ottimo cibo, vino e Raki (l’equivalente Turco dell’Ouzo) in abbondanza, sigari, risate e brindisi alla nostra amicizia e poi Emre, l’unico che non ha bevuto, dopo aver lasciato Ikbal ed i suoi 4 bassotti alla loro casa a Gocek dove abitano in attesa del completamento della nuova villa, ci riaccompagna al nostro albergo dove dopo un’ultima fumatina in terrazza raggiungo Lilli nella nostra camera.
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Antonio Tempora
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Vecchio 12-01-2020, 14:11   #29
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22/07
Fethiye – Sosta e visita alla Spiaggia di OluDeniz


Oggi andremo in visita alla più famosa spiaggia della Turchia: OLUDENIZ.
Ci andammo la prima volta nel 2004 partendo dal Villa Daffodil Hotel in moto per trascorrere una giornata in questa spiaggia che dista solo Km.16 dal centro di Fethiye.
Oggi decidiamo invece di andarci in Dolmus quindi dopo la prima colazione usciamo e prendiamo il primo che passa davanti al nostro albergo, la corsa costa circa €4,00 per due persone e ci lascia, superato il centro di Fethiye, alla fermata del Dolmus che porta alla spiaggia di OluDeniz.
Alla fermata spettiamo seduti all’ombra con il cartellone elettronico che indica i Dolmus in arrivo diretti alle varie destinazioni con i tempi di attesa che si rivelano esatti al minuto secondo…Proprio come da noi a Roma vero Sindaca Raggi ?!



Ci sediamo e ci godiamo il tragitto fatto in moto 15 anni fa e che ora ci mostra un panorama completamente diverso.
Superata la parte più commerciale e turistica di Fethiye si sale per la collina che divide la città dal tratto di costa dove siamo diretti, la prima cosa che ci colpisce in maniera evidentissima è la trasformazione di quello che era un piccolo agglomerato abitativo e con pochi alberghi in cima alla collina che domina la spiaggia e che ora è una vera e propria cittadina di oltre 5.000 abitanti brulicante di alberghi, ristoranti, pubs, birrerie tutte in funzione del predominante turismo Inglese che qui arriva attratto dai prezzi convenienti ed alle facilitazioni economiche e sanitarie offerte dal Governo Turco, simili a quelle che hanno fatto del Portogallo un’attrattiva residenziale per i nostri Pensionati Italiani.
Anche qui la presenza dei turisti Cinesi ha contribuito allo spuntare di innumerevoli Ristoranti Cinesi ma quello che più mi ha colpito è stata la presenza di una macelleria specializzata in carne di maiale che, anche considerando il fatto che ci troviamo nella Turchia più “secolarizzata”, non mi sarei mai immaginato di trovare e che indica quanto sia importante la voce Turismo per l’economia Turca.




Più ci avviciniamo alla spiaggia più la strada si fa trafficata tanto da decidere di scendere qualche centinaio di metri prima dell’ultima fermata per percorrere l’ultimo tratto a piedi.
Sulle nostre teste calano con il parapendio a coppia i turisti che sono saliti fino al Monte Babadag alto 1400 metri per lanciarsi col l’istruttore giù fino alla spiaggia, altri turisti tornano dalla visita alla Valle delle Farfalle qui vicino, mentre sono sicuro che nessuno (me compreso almeno fino ad ora) si è recato a KAYAKOY, la città oramai disabitata dopo l’esodo degli abitanti Greci al seguito della fine della Prima Guerra Mondiale uguale e tragico come quello dei Turchi abitanti la Grecia da secoli che come gli abitanti di Kayakoy e di tante altre località in Grecia e Turchia, furono costretti a lasciare le loro case ed i luoghi di nascita loro e dei loro antenati, per un incerto futuro.
Lo stesso accaduto ai nostri connazionali d’Istria dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Siamo circondati da un casino di villeggianti e procacciatori d’affari che propongono gite e divertimenti di ogni tipo ma tutto è ben organizzato e la polizia fa il suo dovere rendendo il luogo comunque piacevole ed organizzato.
Come dovremmo fare anche noi in Italia, l’ingresso è a pagamento (€2,50 per due persone) così come il parcheggio per chi arriva con il proprio mezzo, fatta una breve passeggiata sul percorso pedonale scegliamo uno dei tanti stabilimenti dove sostare per la nostra prima “Giornata di Mare” di quest’Estate.
Al costo di €10,00 prendiamo 2 ombrelloni (sono piccoli e vogliamo stare all’ombra per non scottarci) e due lettini.
Il servizio è attento e cortese e basta fare un cenno che arriva un cameriere che prende il tuo ordine portandoti bibite o snacks direttamente al tuo ombrellone.
La spiaggia è molto bella, il nome in Turco significa “Mare Morto” ed è dovuto alla ampia laguna che si sviluppa al retro della spiaggia a cui si accede dopo il passaggio tra la penisola formata dalla fine della spiaggia e le rocce della collina a picco sul mare.
Naturalmente le foto pubblicitarie sono scattate in periodi di scarsa affluenza turistica.
In stagione le folle di bagnanti, già presenti ma non in questa quantità nel 2004, coprono ogni centimetro della spiaggia che comunque vale sempre la pena visitare.
Come sempre oltre ai numerosi Inglesi (che ancora non sanno delle disavventure che dovranno vivere da lì a poco per il fallimento dell’Agenzia Cook!) ci sono tantissimi Cinesi oltre ad il turismo locale che, mentre 15 anni fa era solo legato ai giorni di vacanza, pochi, durante la stagione Estiva, ora invece con il miglioramento generale delle condizioni economiche, si è sviluppato per tutto il periodo Estivo non solo in questa spiaggia ma ovunque.
Al solito accanto alle famiglie Europee e Turche “secolarizzate” convivono famiglie di tradizioni religiose più conservative contraddistinte dall’uso del costume BURQINI, tutto in una convivenza generale civile e simpatica.







Mi reco verso la fine della spiaggia per accedere alla laguna che, 15 anni prima, era scarsamente frequentata mentre ora non solo brulica di bagnanti ma, come si nota sulle sponde opposte, anche di alberghi e ristoranti, altro segno di quanto le cose nel corso degli anni possano, inevitabilmente, cambiare.




Rimaniamo in spiaggia due ore e mezzo poi, sia per il troppo caldo sia perché è il primo giorno di sole e mare, decidiamo di ritornare.
La fermata del Dolmus è proprio fuori l’ingresso del nostro stabilimento, con una piacevole corsa rinfrescata dall’aria condizionata del nostro pulmino ed una seconda con il Dolmus per la nostra destinazione finale, torniamo al nostro albergo dove riposiamo per il pomeriggio accolti dalla bella composizione fattaci trovare dalle cameriere che curano la pulizia della nostra stanza.
A sera usciamo per andare a cenare in centro a Fethiye, al solito ci facciamo una bella passeggiata passando per il porto turistico dove una miriade di “Caicchi”, di ogni dimensione, sono ormeggiati in attesa dei turisti da portare in crociera per una giornata o più giorni.





Ci fermiamo a mangiare in una bisteccheria perché il Doner Kebab nel ristorante del primo giorno era ancora in fase di cottura e non sarebbe stato pronto prima di un’ora.
Quest’anno non sono stato fortunato con uno dei miei cibi preferiti, fino ad ora ne ho mangiato solo uno decente e non all’altezza delle mie aspettative, comunque le bistecche erano buone e di conseguenza ce ne torniamo in albergo a piedi contenti di questa terza giornata a Fethiye.
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Vecchio 12-01-2020, 21:29   #30
Vento notturno
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Ma questi due sono un mito!
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Vecchio 14-01-2020, 18:30   #31
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23/07
Fethiye – Sosta e giornata di Mare alla “Help Beach”


Dopo la prima colazione, che al solito faccio da solo, ci facciamo chiamare un taxi per farci portare ad una spiaggia consigliataci dal proprietario del nostro albergo.
In tutti questi anni siamo sempre andati, sia in moto che con lo scooter prestato da quello che per tanti anni è stato il nostro “maggiordomo” di nome Hamed, che dopo anni di servizio al Daffodil Hotel è andato in pensione, in una delle tante calette, tutte molto belle, che punteggiano la costa che da Fethiye porta ad OluDeniz.
Le giornate di mare erano all’insegna del “Quando in Turchia fa quello che fanno i Turchi”, quindi affitto di un baldacchino come quelli che ora vanno tanto di moda in Versilia, un piccolo BBQ dove arrostire pollo e peperoni acquistati nel piccolo market prima della spiaggia, birra Efes e Cay offerto da una delle innumerevoli famiglie che affollano il fine settimana le spiagge.
Questa volta invece siamo in uno degli stabilimenti balneari più famosi e “chic” di Fethiye chiamato“ Help Beach” che copre per intero un’intera baia con spiaggia sabbiosa circondata dalle colline coperte di Pini di Aleppo che arrivano fino alla riva di un mare limpido e turchese.



Il posto è organizzatissimo a cominciare dal parcheggio dove possono sostare solo taxi e dolmus, alla reception veniamo accolti con una domanda che mi fa capire la popolarità del posto: “Avete prenotato?”
Sono le 09,15, ci sono 10 file di ombrelloni tutti chiusi in attesa dell’arrivo di clienti prenotati per lo più da agenzie turistiche anche se più tardi scopriremo che la “Help Beach” è molto popolare anche nell'alta borghesia Turca, ci vorrebbero far accomodare in una delle file più nascoste ma al solito grazie alla mia lunga esperienza di “Venditore Professionista Esperto In Tecniche Di Vendita” do vita ad una estemporanea ma efficace “Parlata di Vendita” e riesco ad ottenere un comodissimo ombrellone con due lettini in quarta fila, la stessa posizione che mi faccio dare a Marina di Campo nell’Isola D’Elba da Riccardo, il titolare dello stabilimento “Bagni Sergio”, dove ho trascorso le vacanze dal lontano 1964, del “fronte mare” appiccicati uno a fianco all’altro non mi è mai interessato, meglio un po’ dietro ma comodi.
Dopo un po’ cominciano arrivare gli ospiti con la loro prenotazione che accompagnati dal personale di spiaggia si accomodano al posto loro assegnato.
Sono per lo più famiglie Inglesi ma dopo un po’ arrivano anche quelle Turche, il posto si affolla di gente ma tutto rimane tranquillo ed ordinato.




https://youtu.be/t6p7ywwDh84

Trascorriamo una splendida seconda giornata di mare con sole (preso “cum grano salis” visto che siamo al secondo giorno e sempre con una protezione 30 spalmata di frequente), bagni ed un ottimo pranzo consumato al ristorante dello stabilimento all'ombra con due belle birre e due enormi hamburger con patatine fritte.



Paghiamo il conto e chiediamo di chiamare un taxi per tornare in albergo ma non ce ne è bisogno perché ce ne è sempre uno in attesa nel parcheggio.
L’ombrellone con i due lettini, le bibite ed il pranzo ci sono costati €47,00, i taxi andata e ritorno €15,00, considerato che a Fregene avremmo speso solo di ombrellone, sdraio e parcheggio almeno €35,00 e poi almeno €25,00 a cranio per il pranzo non male…Certo la Turchia è un po’ più lontana mentre a Fregene da Roma-Flaminio ci si arriva in 45 minuti…Ma vuoi mettere?!
Tornati in albergo ci facciamo il solito riposino per poi uscire per andare a piedi in paese, prima però rinnoviamo una delle sane abitudini di quando il nostro amico Hamed, il capo cameriere del Villa Daffodil ora in pensione, ci coccolava anticipando i nostri desideri: il Gin-Tonic pomeridiano preso sulla terrazza del nostro albergo.



A Fethiye acquistiamo altri abbronzanti e già che c’è Lilli trova un altro pareo da usare anche come copricostume, tornati in albergo ci facciamo servire al nostro tavolo del ristorante una cena leggera a base di insalata mista e frutta.
Un’altra splendida giornata di vacanza di un viaggio in moto cominciato come “Asia Centrale” cambiato in “Georgia-Armenia-Turchia” che si sta trasformando, dopo tanta strada di ogni condizione e tante visite archeologiche, in una “Vacanza di Mare”…E dobbiamo ancora arrivare in Grecia!
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Vecchio 14-01-2020, 19:57   #32
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24/07
Fethiye – Sosta e Gita in Motoscafo a Gocek

Passiamo la mattinata a bordo piscina, oggi siamo stati invitati ad una gita in barca sul motoscafo di Emre, il marito di Ikbal, naturalmente anche con Paolo e Serap.
Lilli è preoccupatissima perché ama moltissimo il mare ma solo dalla spiaggia non sapendo nuotare.
Nel 1992 durante una vacanza in moto in Corsica eravamo a St.Florent e per visitare la bellissima spiaggia della Saleccia, dove eravamo già arrivati in precedenza con la nostra Honda Dominator, affittai un motoscafo d’altura ad un prezzo che mi vergogno a dire (ma il lavoro andava bene e guadagnavo moltissimo), saliti a bordo il pilota chiese: ”Volete andare a St.Tropez?”…Non vi dico la sua faccia quando risposi che la destinazione era la troppo vicina Saleccia.
Nel 1994 eravamo sempre in moto in Sicilia e soggiornammo a Lipari per una settimana durante la quale avevo un gozzo con marinaio tutto per noi…Solo in un giorno di “Calma Piatta” siamo riusciti ad arrivare a Panarea, tutti gli altri, sempre con mare calmo, dopo poco dal molo di partenza sotto al nostro albergo dovevamo attraccare alla solita caletta vicino ad un ristorante di pesce fortunatamente eccellente.
Nel 1995 dopo anni che frequentavamo il Luna Convento Hotel di Amalfi alzatomi presto mi affacciai per ammirare uno splendido mare liscio come l’olio chiamando la reception per farmi venire un’imbarcazione a prenderci sotto la Torre Saracena e farmi finalmente, con mia moglie, la Costiera e Capri in barca.
A Ponza invece, l’anno che affittammo per un mese un appartamento, per l’unica gita in barca a Palmarola dovetti affittare un Peschereccio attrezzato per fare da appoggio agli escursionisti subacquei, naturalmente eravamo solo noi senza bombole ma con tanta fame da gustare il pranzo a base di pesce compreso nel noleggio giornaliero.
Sono cresciuto con uno zio che ha sempre avuto la passione per le barche, prima i motoscafi Riva, poi trasferitosi in “esilio” all’Isola D’Elba alla fine degli anni cinquanta (quando essere omosessuale a Roma non solo ti rendeva un “paria” nella società, a prescindere dal fatto che sei ricco, ma ti faceva anche oggetto di intervento da parte dell’Autorità Giudiziaria) si fece costruire prima un Ketch di 16 metri chiamato Thea-Thea poi trovata spiaggiata a Viareggio quella che era la più vecchia nave del Registro Navale Italiano, costruita dai Cantieri Picchiotti di Riva D'Arno, per anni adibita al trasporto del vino dall’Isola D’Elba al continente, la fece rimorchiare al Cantiere Navale di Portoferraio dove con l’aiuto del padre dei suoi due marinai (che all'epoca erano tenuti a stipendio tutto l’anno da chi possedeva uno yacht) Angelo Mattera, che aveva navigato sui bastimenti a vela anche a Capo Horn, fece armare a “Brigantino” quella che era sempre stata una “Goletta” battezzandola Makatea.
Usata in diversi film tra cui uno con Antony Quinn e Rosanna Schiaffino di cui si possono riconoscere le firme,
fu affittata da Olschky, il direttore della rivista Mondo Sommerso con cui realizzò i primi reportage subacquei nel Mar Rosso
Con queste due imbarcazioni ho trascorso innumerevoli vacanze, fino al 1968 quando avevo 14 anni, attraverso l’Arcipelago Toscano sognando di diventare anche io un velista.





Mio zio vendette le due imbarcazioni perché erano diventate, anche per lui, insostenibili ed anche perché quello che prima era un “esclusiva” con il Chartering era diventato alla portata di non dico tutti ma di molti e la cosa non lo soddisfaceva più.
Il Makatea è affondato anni fa ad Hurgada nel Mar Rosso dove effettuava attività di Chartering per i subacquei tra i quali spicca il nome di Leni Rifenstahl.
Insomma io sognavo da ragazzino di potermi comperare un Alpa 9,50 a vela e di andarmene in giro per il Mediterraneo e quando arrivato a 40 anni, con un reddito che mi poteva permettere l’acquisto di una piccola barca a vela non mi vado a sposare una donna che ha paura di andare in barca?
In compenso le piace la moto e si è “sciroppata” Km.250.000 sul sellino del passeggero accompagnandomi fedele e preziosa in tanti viaggi!
Ora però è preoccupata per quello che le aspetta e le mie rassicurazioni non sembrano rassicurarla.
Alle 12,30 prendiamo un taxi che ci porta, con mezz’ora di anticipo, nella splendida “Marina” di Gocek dove aspettiamo l’arrivo dei nostri amici sorseggiando una bibita all'ombra di un bar.
Dopo un po’ saliamo sul motoscafo di Emre, grande e comodo ed il nostro pilota, sapendo di Lilli, ci conduce in una splendida gita attraverso l’arcipelago di isolette che affolla il Golfo di Gocek ad un’andatura più da barca a remi che a motore.
Gettiamo l’ancora in una bella e riparata caletta e tutti, con l’eccezione di Lilli ci tuffiamo nell'acqua stupenda per poi berci le bottiglie di vino bianco che abbiamo offerto accompagnate dagli snacks preparati da Serap.
Manca solo Ikbal alle prese con il lavori della nuova casa ma ci raggiungerà stasera quando sarà anche lei nostra ospite alla cena che abbiamo organizzato al nostro hotel.





Ritorniamo al porticciolo e questa volta, col consenso di Lilli, Emre accelera fino a pieno regime e mia moglie non solo non si spaventa ma addirittura gradisce la corsa!




Torniamo in albergo accompagnati in macchina da Paolo che rimarrà con noi aspettando l’arrivo degli altri per la cena di stasera.
Ci rinfreschiamo e poi raggiungiamo il nostro amico per un aperitivo in attesa dell’arrivo di Serap, Emre ed Ikbal.



Dopo un po’ arrivano tutti e ci accomodiamo a tavola dove ci viene servita la stessa cena a base di pesce che avevamo consumato la prima sera da soli ma con quantità abbondanti persino oltre il nostro numero.



Vino, Raki, risate e ottima compagnia e per finire uno straordinario “Balklava” portato direttamente da Istanbul dove si era recato in mattinata dal proprietario dell’albergo.
Un ultimo brindisi e poi un saluto ai nostri amici che ci auguriamo di rivedere presto a Roma e ce ne torniamo in stanza a dormire.
La giornata è stata lunga ma splendida soprattutto perché trascorsa con la nostra “Famiglia in Turchia”.
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Antonio Tempora
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Vecchio 15-01-2020, 18:55   #33
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25/07
Fethiye – Sosta e Giornata al Mare


Anche oggi passiamo la giornata, dalle 10,00 alle 14,00 all’ Help Beach dove abbiamo prenotato per oggi e domani lo stesso ombrellone di due giorni fa.
Tempo splendido e solari acquistati ieri (non trovando ne Lancaster che Shiseido abbiamo preso Roc sempre protezione 30) spalmati a profusione.
Facciamo conoscenza con i nostri vicini di ombrellone, una famiglia Inglese in vacanza per la prima volta in Turchia.
Sono tifosi del Liverpool e ricordo loro la “The Saddest Day Of My Life”(in realtà la seconda per importanza, la prima è stata la morte di mia sorella nel 1982) la finale di Coppa dei Campioni del 30 Maggio del 1984 quando dai Distinti Nord dello Stadio Olimpico(non ancora ristrutturato per i Mondiali di Italia 90), dove sedevo grazie ai biglietti acquistati passando l’intera notte in fila davanti al botteghino, vissi la tragedia dei calci di rigore con cui perdemmo la finale e la Coppa.
Sono simpatici e con loro passiamo una gradevole giornata…Ricordi di calcio a parte.
Pranziamo di nuovo al ristorante sempre con due bei paninozzi e sempre con due belle birre con Lilli che può sfoggiare il pareo acquistato a Fethiye.



Tornati in albergo accendiamo l’aria condizionata al minimo e dormiamo fino alle 18,00 poi io mi alzo e vado in terrazza dove ordino il mio solito Caffè alla Turca senza zucchero e fumandomi la mia nuova pipa di schiuma scrivo il diario di questi giorni.
Quando Lilli mi raggiunge usciamo a piedi per andare in paese per prima cosa a comprare altri solari dato che hanno un ottimo prezzo e si sono rivelati ottimi e visto che a questo punto in Grecia faremo almeno altri 30 giorni di mare e non siamo sicuri di trovarne meglio fare scorta.
Ieri mi ero fatto consigliare sia da Paolo che da Mr. Huseyn, il proprietario del Villa Daffodil, su dove mangiare un buon Doner Kebab, mi hanno entrambi indicato il Pasa Restorant dove ci rechiamo trovando un bel tavolo all’esterno, sotto un bell’albero e con vista sullo “struscio” dell’affollato Quartiere Commerciale di Fethiye.




Ordino subito il mio piatto preferito ed aspetto fiducioso ma vedo arrivare il cameriere che si mette in ginocchio e scusandosi per l’inconveniente mi comunica che il Kebab è finito!



Anche oggi non sono stato fortunato ma non importa, ordino delle polpette per Lilli e delle costatine di agnello per me con contorni misti e patatine fritte, tutto molto buono e rimando tutto a domani per un nuovo tentativo perché Il Pasa è veramente un buon ristorante, anche se sopra la media come prezzi, molto popolare vista la fila in attesa per un tavolo libero e merita una seconda chance.

26/07
Fethiye – Ultimo Giorno di Sosta


Ultimo giorno di sosta a Fethiye, dovevamo starci solo 3 notti invece siamo rimasti più a lungo piuttosto che entrare in anticipo in Grecia e passare qualche giorno all’isola di Thassos dove non eravamo stati prima.
Abbiamo preferito il sicuro, comodo e piacevole soggiorno in una località ed in un albergo dove siamo venuti sempre con soddisfazione dal 2004 piuttosto che rischiare in un posto nuovo.
Lo so, in un viaggio è bello “andare all'avventura” e trovare nuovi posti mai visitati prima, lo abbiamo fatto di continuo in tanti anni, ma questo è un viaggio particolare totalmente cambiato nelle sue destinazioni e significato nostro malgrado, fa effetto vedere una moto come la nostra attrezzata come se dovesse fare un Raid mentre invece siamo in vacanza al mare, ma così è quindi ora niente avventure ma solo riposo al sole in riva al mare.
Lo stabilimento Help Beach è stata una piacevole scoperta, oltre alla bellezza del posto c’è la professionalità e la simpatia del personale che ci ha preso per beniamini tanto che il manager ci viene spesso a salutare al nostro ombrellone prendendo personalmente le ordinazioni.
Ci piace talmente tanto la loro T-Shirt che ne acquistiamo due con il logo dello stabilimento.




Lasciamo lo stabilimento all’ora di pranzo, ho fatto prenotare il Pasa Restorant dalla reception dell’Help Beach assicurandomi che ci fosse il Doner Kebab, con il taxi ci facciamo riportare in albergo dove lasciamo la borsa da mare e fotografare il decoro del letto che il personale di camera cambia ogni giorno.



Con un Dolmus arriviamo al ristorante dove finalmente mi posso gustare un ottimo Doner Kebab preparato secondo i miei gusti: cipolla, pomodori, salsa piccante e salsa yogurt, patatine fritte a parte.
Come tutte le cose tanto desiderate rimango deluso, il fatto è che è sì molto buono e superiore ad altri mangiati qui a Fethiye, ma oramai mi sono abituato a “Gyro Pita”, la versione Greca che grazie all’aggiunta dello Tzaziki e dell’uso della carne di maiale, è molto più saporito.
Comunque abbiamo compiuto la nostra missione e ce ne torniamo in albergo dove dopo un breve riposino comincio a piegare tutte le nostre cose appese alle stampelle e piegate nei cassetti dell’armadio.
Con tutte le cose comperate per il mare, teli da spiaggia in primis oltre che le creme solari, lo spazio è diminuito ma comunque riesco a sistemare tutto per l’ora di cena quando ci rechiamo al nostro tavolo al ristorante dell’albergo dove Lilli si porta i fiori della composizione trovata sul nostro letto ed io ordino due insalate miste.



Ultimo sigarino ed ultimo caffè poi salutiamo il personale del ristorante e torniamo in stanza per la nostra ultima notte al Villa Daffodil Hotel, la nostra “casa” in Turchia.
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Vecchio 16-01-2020, 13:17   #34
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27/07
Fethiye – Canakkale – MD Barbaros Hotel
Km.681 Tempo in Moto H.8,30 Media Kmh.79,30




Oggi siamo di partenza e come nei giorni di viaggio ho messo la sveglia alle 06,30 per preparare il caffè e chiudere le borse, fatta colazione cominciamo a caricare la moto con Lilli che assolve ad uno dei suoi compiti durante il viaggio: quello di portare giù le borse compresa la pesantissima borsa da Lt.50 che prende il posto del Top Case stracolma di tutto dai miei indumenti al LapTop ed i libri portati da casa, oltre alle guide e quelli comperati nei vari musei e siti visitati.
Pago il conto dell’albergo che con i suoi €738,56 per 8 notti con 2 cene a base di pesce per 8 persone più 2 a buffet per noi e senza contare gli extra fanno circa €92,00, meno di quanto mi aspettassi ma noi godiamo di uno sconto particolare che sarebbe stato ancora più alto se avessimo pagato in dollari tenuto conto dell’inflazione galoppante in Turchia.
Partiamo alle 08,30 lasciando Fethiye diretti verso Canakkale e lo Stretto dei Dardanelli lungo la strada percorsa tante volte sia in un senso che nell’altro: la D400 che poi diventa E87 e nei pressi di SMIRNE ha un tratto autostradale.
Lunga ed anche un po’ monotona ma comoda come tutte le tappe di trasferimento che devono essere soprattutto “Rapide ed Indolori” anche se pallose da fare in moto.
Tempo bello, strada in massima parte a 4 corsie, poco traffico e quando presente nell'attraversamento dei centri urbani molto scorrevole.
Mi sono specializzato, prendendolo anche un po’ come “gioco” nell'arrivare al semaforo rallentando prima, con tutte le auto che mi superano nella “fretta” di mettersi in fila al semaforo rosso, per fare in modo di giungere, superando la fila, quando scatta il verde.
Con poche eccezioni ci riesco sempre.
Come in Grecia anche sulle autostrade Turche non c’è abbondanza di distributori di benzina e nei pressi di Smirne devo uscire per fare il pieno facendo una deviazione di km.20 che però mi porta ad un sito archeologico che, solo da fuori visto che non ci fermiamo a visitarlo, ci appare stupendo: Magnesia al Meandro
Superata l’area archeologica che appare splendida e deserta e che sicuramente in un prossimo viaggio in Turchia torneremo a visitare così come Efeso, ad altri km.20 di distanza, visitata 15 anni fa ma ora ancora più interessante essendo stati aperti nuovi scavi con mosaici di epoca Romana non visibili al tempo della nostra prima ed unica visita, ci fermiamo nella piccola Germencik dove facciamo il pieno e sosta per un drink al bar annesso al distributore.
Riprendiamo la strada e superata Smirne proseguiamo verso OVEST mentre l’altro tratto autostradale devia ad EST direzione Istanbul, proseguiamo quindi sempre per la E87 fino ad Edremit dove seguiamo la strada che da Ayvacik porta, stretta, curvilinea, ombreggiata dai pini e con bei scorci di mare prima di addentrarsi nei boschi con deviazioni verso località frequentate come Assos, il più bel "borgo marinaro" della Turchia dove abbiamo sostato un paio di volte in precedenza e soprattutto Troia (che mi sono sempre rifiutato di visitare) fino ad arrivare a Cankkale.
Prima però lasciata Edremit incrociamo un gruppo di motociclisti Turchi che, essendo oggi Sabato, si stanno facendo un “Giretto Fuori Porta”.



Arrivati a Canakkale seguendo le indicazioni di Maps Off Line trovo subito il nostro albergo, un po’ fuori dalla trafficatissima area attorno all'imbarco dei traghetti ma comodo e pulito.
Parcheggio la moto davanti all'ingresso guardato dalle telecamere di sorveglianza.
Fa un caldo bestiale anche perché la nostra stanza, molto bella ed al costo, colazione compresa, di €51.00, è esposta ad Ovest ed abbiamo il sole che se non chiudiamo subito le tende ed accendiamo l’aria condizionata rende la temperatura insopportabile.
Doccia, televisione, riposino breve perché siamo arrivati a metà pomeriggio, poi scendiamo per andare a piedi a mangiare nel ristorante consigliatoci dalla reception dove dicono il Kebab sia molto buono.
La passeggiata è breve, il ristorante sembra popolare tra i locali quindi ottimo segno, accanto una gelateria ed una gelateria oltre a panetterie e negozi di dolciumi con un piazzale affollato di scooter per il Delivery del cibo cosa che non avevo mai visto prima in Turchia che denota un’abitudine al farsi portare il cibo a casa che sta prendendo piede come qui da noi.
Mangio il mio ultimo Kebab in Turchia, per quest’anno mentre Lilli opta come al solito per lo spiedino di pollo.
Facciamo scorta di acqua minerale e ce ne torniamo in camera.
Domani attraverseremo lo Stretto Dei Dardanelli per “rientrare” in Grecia.
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Vecchio 16-01-2020, 20:16   #35
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28/07
Canakkale-Frontiera-Limni-Graegos Studios
Km.813 Tempo Totale 09,00 Media Kmh.91,8




Partiamo dal nostro albergo alle 07,30 ed arriviamo senza difficoltà al molo d’imbarco dove grazie alla prontezza di Lilli nel scendere ed andare di corsa a comperare i biglietti riusciamo a salire al volo sul traghetto in partenza.
E’ la quinta volta che passiamo i Dardanelli ma è sempre un’emozione e poi proprio ieri (sto scrivendo questa pagina il 16/01/2020) ho rivisto il film “Anni Spezzati”, con un giovanissimo Mel Gibson, che narra la tragica storia dell’ ANZAC, il corpo di spedizione Australiano e Neo Zelandese, che si scontrò sulla Penisola di Gallipoli contro le truppe Turche comandate dal futuro “Padre della PatriaKemal Ataturk (che precedentemente era stato sconfitto dagli Italiani in Libia) durante un breve ma sanguinosissimo periodi di scontri tipici della “Guerra di Trincea” della Prima Guerra Mondiale con la decisione del ritiro dal fronte di Gallipoli delle truppe alleate al termine di una disastrosa iniziativa militare, fallimento personale dell’allora Primo Lord dell’Ammiragliato Inglese Winston Churchill, che voleva aprire la strada verso Istanbul e costringere l’Impero Ottomano a ritirarsi dal conflitto che costò oltre 250.000 tra morti e feriti al Corpo di Spedizione.





Il punto di sbarco sulla Penisola di Gallipoli è diverso da quello dei precedenti anni, più a SUD di Eceabat, la strada di uscita è stretta e trafficata ma ce la caviamo bene, oramai siamo diventati bravissimi ed il peso della moto sembra sparito ora che ci avviciniamo sempre di più alla Vacanza in Grecia.
Passiamo vicino al Monumento ai Caduti della battaglia di Gallipoli e proseguiamo sulla strada che attraversa il la zona dichiarata Parco Nazionale e che per un tratto corre lungo la bellissima costa dei Dardanelli, sul lato opposto, quello che dà verso la Grecia, la costa è altrettanto bella, abbiamo sostato un paio di volte nel 2007 e 2012 in un albergo molto popolare Kum Hotel ed anche le due isole appartenenti alla Turchia, Gokceada e Bozcaada, entrambi raggiungibili con il traghetto dalla Penisola di Gallipoli, mi sono state descritte dal mio amico Paolo come molto belle.
Arriviamo rapidamente ad Ipsala ed altrettanto rapidamente espletiamo le formalità in uscita dicendo arrivederci Turchia e salutando i Gendarmi Greci.
Il percorso fino ad Alessandropoli è sulla vecchia strada e non sull’autostrada fatta all’andata perché i lavori di rifacimento costringono ad una lunga deviazione.
Riprendiamo la Egnazia Odos usciti da Alessandropoli e la lasciamo per una sosta a Kavala dove ci fermiamo dopo il pieno di benzina in un ristorante sul lungo mare dove resistiamo alla tentazione di un lungo pasto a base di pesce, cosa che invece gli altri ospiti del ristorante sembrano fare con gusto visto la ricca esposizione del pesce pronto per essere cucinato, per prenderci una bella ed altrettanto sana “Insalata Greca”.




Riprendiamo l’autostrada e contrariamente all’andata quando con le “Taitaniche” potevamo andare al massimo kmh.110 ora spingo a kmh130 fisso anche perché il tempo è bello e la strada è lunga.
Passata Larissa superiamo le indicazioni per Volos e la “nostra” Penisola del Pelion, dove ritorneremo tra 10 giorni e proseguiamo direzione Lamia-Atene lasciando al casello di Glifa dove pagato con le monetine il casello automatico ci dirigiamo per la stretta strada costiera che porta dopo circa km.14 a Glifa ed all’imbarco per il traghetto che ci porterà all’ Isola di Evia.
Arriviamo all’imbarco che sono le 18,00 e l’addetto all’imbarco ci fa cenno di salire senza perdere tempo a fare i biglietti che avremmo pagato allo sbarco, non lo sapevamo perché non ero a conoscenza degli orari ma questo era l’ultimo traghetto della giornata.
Ancora una volta siamo stati fortunati e Lilli non smette di ricordarmelo ogni momento visto che come un “martelletto” durante il tragitto dalla frontiera mi continuava a chiedere: “Ma a che ora è l’ultimo traghetto?”.
Se non prendevamo questo traghetto saremmo dovuti tornare indietro sull'Autostrada e farci altri km.220 per arrivare al ponte che unisce Evia al continente per poi farci altri km.80 fino a Limni dove saremmo arrivati tardissimo e col buio.
Invece ora siamo a bordo e ci godiamo la breve traversata di 30 minuti guardando le rive e riflettendo che in qualunque punto di questa costa semi deserta sarebbe bello piantare una tenda e fare una villeggiatura di mare lontano dalla “Pazza Folla” delle spiagge Italiane,




Dal porticciolo di sbarco a Limni sono solo 42 kilometri di strada piacevole con solo un paio di passaggi tra i centri abitati tra i quali spicca Loutra resa molto popolare per le sue Terme famose fin dal tempo dei Romani.
Arriviamo a Limni che è quasi il tramonto e veniamo accolti festanti da Antje, la moglie Tedesca, ma da molti anni Greca avendo sposato il proprietario del Graegos Studios quando lui era ancora un emigrato in Germania, che avevamo conosciuto lo scorso anno quando soggiornammo per la prima volta a Limni.

http://www.graegos.com/

Parcheggiamo la moto nel garage sotto agli appartamenti ed Antje provvede a coprirla, dopo aver tolto le borse, con un telo per proteggerla dai suoi gatti.





Portiamo le borse al nostro appartamento che è diverso da quello leggermente più spazioso dello scorso anno ma altrettanto bello e soprattutto comodo dato che Antje con la tipica precisione tedesca lo ha dotato di tutte le attrezzature, compreso il ferro da stiro a vapore, tanto che ogni volta che le chiedo un attrezzo di cucina mi risponde con un sorriso di guardare meglio nei cassetti…Ed ha sempre ragione lei!
Siamo molto stanchi perché la giornata è stata lunga così come il kilometraggio ma non mi sottraggo al mio compito di mettere tutto in ordine nei cassetti ed appeso alle stampelle rendendo subito ordinata e piacevole la nostra stanza che, scaricate le borse, sembrava un vero e proprio “casino”.
Il nostro terrazzo è più piccolo ma la stanza è più fresca!
L’unico difetto di Limni è che le case sono fortemente soleggiate quindi soggette a surriscaldarsi ed a rendere lo stare in terrazza poco piacevole se non a sera tardi.
Il paesino invece, oltre ad essere molto carino e ricco di bar e taverne e di un turismo quasi tutto Greco, è costantemente rinfrescato da una piacevole brezza che rende piacevolissimo starsene seduti a bere un “Nescafé Frappé” in uno dei tanti bar.
Docciati e cambiati usciamo e ci rechiamo alla taverna “Pycanto” dove veniamo riconosciuti da Alexandros il proprietario che dopo averci abbracciato ci fa accomodare ad un tavolo sul lungomare dove ordiniamo due grandi birre alla spina ed un “Gyro Pita” per me ed un “Gyro On The Plate” per Lilli.
Tutto buono e specie il piatto di Lilli talmente abbondante che lo finisco io considerando che la versione Greca del Doner Kebab è decisamente più buona.
Sigarino e ritorno a “casa” sorreggendoci l’uno all’altra un po’ per la stanchezza un po’ per le birre al termine della nostra prima giornata di Vacanza in Grecia di questo viaggio.
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Vecchio 20-01-2020, 15:17   #36
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29/07-06/08
Vacanza a Limni


La mattina il nostro appartamento risulta molto più ordinato anche perché sono riuscito a sistemare la borsa grande togliendola dal terrazzino trovandole posto nell’armadio “magazzino” del bagno che Antje, su mia richiesta, ha reso libero.
L’appartamento come ho detto è perfettamente attrezzato per la cucina con due fornelli elettrici, un forno, un grande frigorifero e tutta l’attrezzatura per cucinare compresa una grande pentola e scolapasta per il cibo preferito da ogni Italiano: la pasta.
Apparecchio la prima colazione in terrazzino, più piccolo della grande terrazza della stanza dove avevamo soggiornato lo scorso anno, ma molto più ventilato perché il vento di Grecale, da cui prende il nome lo “Studios”, che ha 4 appartamenti, scende senza essere bloccato dalla casa.
Il prezzo è più alto della media in Grecia, €60,00 al giorno, ma la pulizia, le dotazioni, l’ubicazione leggermente fuori il centro del paese che la sera si anima e può essere anche un po’ “rumoroso” ma soprattutto la disponibilità e simpatia della “padrona di casa” che lo scorso anno mi cambiò persino la chiusura lampo di un mio costume, fanno di questa residenza una meta molto richiesta da un turismo internazionale sempre più fedele negli anni, come noi che abbiamo deciso di ritornare e di farne una meta anche per i prossimi anni.
Il televisore in camera ha la connessione satellitare ma nonostante le istruzioni “tedesche” in Inglese su come usare il Decoder non sono mai riuscito a trovare i canali Italiani, poco male tanto io mi accontento di CNN e BBC mentre Lilli può sempre contare su RaiPlay ed il quotidiano appuntamento con “Un Posto Al Sole”
Colazione con yogurt di capra, pane fresco dal fornaio locale, marmellata di arance o bergamotto fatta in casa da Antje con i frutti colti nel giardino su cui si affaccia il terrazzino, succo d’arancia, miele biologico di castagno e naturalmente il mio caffè.





La sveglia la mattina viene data dal battere incessante dei pescatori che “ammorbidiscono” i polpi pescati la notte battendoli con una spatola sul piccolo moletto di fronte alla scuola di vela posta a pochi metri dal nostro Studios.





La routine giornaliera mi vede uscire presto, mentre Lilli poltrisce a letto, per andare a fare la spesa.
Prima tappa dal fornaio dove mi limito al buonissimo pane appena sfornato senza indulgere nella tentazione, se non molto sporadicamente, di acquistare biscotti ed altri dolci fatti nel forno.
Poi il fruttivendolo con i suoi pomodori e verdure direttamente dal suo orto, ciliegie grosse come le “Vignola” ma a €4.00 al kilo, albicocche-pesche-fichi-uva senza semi a prezzi un terzo di quelli praticati in Italia e sapore come non siamo più abituati a trovare nella frutta e ortaggi della nostra Grande Distribuzione.
Quindi il “Market” dove si trova di tutto compresa, come in ogni altro negozio di alimentari in Grecia, la pasta Barilla che a me non piace preferendo altre marche come De Cecco per i formati Lunghi e Garofalo per i corti (per non menzionare altri produttori come Martelli, Cocco, Cavalieri tutta pasta di grani selezionati che già mangiata scondita fa capire la differenza con la pasta di tipo “industriale”) ma che scolata con un minuto di anticipo su quanto previsto sulla scatola lascia abbastanza soddisfatti.
Il reparto più importante del Market di Limni è la Gastronomia dove Lucky, si chiama proprio così, ogni giorno mi suggerisce un formaggio diverso, le olive migliori insegnandomi un po’ di Greco inframmezzandolo al suo perfetto Inglese.
Io ricambio la sua simpatia, espressa anche da tutti i negozianti che oramai ci riconoscono come turisti “stanziali” e non “una botta e via”, con ricette Italiane mischiate con gli ingredienti Greci, primo fra tutte i “Fusilli all’Insalata Greca”, una buonissima pasta fredda con Feta, Pomodori, Olive Kalamata, Origano, Cetriolo sbucciato e naturalmente olio EVO che anche in Grecia hanno imparato a produrre e che si trova, nella migliore qualità, a €6,00 al litro.
Un giorno però ho stupito tutti con “Pizza, Fichi e Prosciutto”, facendo scoprire agli ignari abitanti di Limni convenuti come me ad acquistare da Lucky la spesa giornaliera, la combinazione di Fichi freschi e Prosciutto , Italiano o Locale.
Inutile dire che dopo il loro scetticismo sono rimasti stupiti così come l’abbinamento del loro ottimo miele con il formaggio di capra stagionato.
L’insalata Greca rimane comunque il nostro cibo preferito soprattutto grazie al sapore eccezionale dei pomodori e naturalmente della Feta locale, completamente diversa, come lo Tzatziki, da quella acquistata in Italia.





Dopo la colazione ci prepariamo per andare in spiaggia, 10 minuti a piedi, con una stratta strada asfaltata che proseguendo porta prima ad un noto Resort, bello e comodo ma troppo distante dal pese e soprattutto ad un bellissimo monastero, Moni Galataxi, abitato da Monache Ortodosse, visitato lo scorso anno grazie al nostro tassista (la strada è piacevolissima ma figuriamoci se Lilli una volta parcheggiata la moto mi avrebbe consentito di riprenderla per il breve tragitto dallo Studios al Monastero) figlio di una compagna di scuola della “Superiora” che non solo ci ha fatto entrare fuori dagli orari di visita, con un “Dress Code” specie per le donne rigorosissimo, ma mi ha permesso di evitare il divieto di fare foto alla chiesa ed ai luoghi comuni per le suore facendosi lei stessa ritrarre.
Queste le foto della visita dello scorso anno.








Come detto dopo una breve camminata di 10 minuti, lungo la strada che costeggia il mare, arriviamo ad una spiaggia attrezzata con una “Kantina”, il tipico furgoncino attrezzato a bar e piccolo ristorante, che serve un gruppo di ombrelloni e sdraio naturalmente gratuite per i clienti che si limitano ad ordinare un Caffè Frappè, una bibita o delle patatine fritte.
Noi stabiliamo il nostro posto per tutta la settimana e Stefanos, che con la sua famiglia gestisce il posto, ce lo tiene a disposizione per tutta la settimana.
La spiaggia come quasi tutte in Grecia è di piccoli ciottoli, acqua cristallina, spazio quasi tutto “Libero” con docce e piccoli spogliatoi gestiti dalla Municipalità e resi disponibili a tutti gratuitamente.
Anche qui siamo conosciuti ed appena arrivati siamo accolti festosamente da Stefanos e la sua famiglia felici di rivederci per il secondo anno.
Ogni giorno arriviamo poco prima delle dieci trovando la spiaggia quasi deserta, i clienti e le famiglie in generale arrivano molto più tardi rimanendo sotto gli ombrelloni anche durante le caldissime ore tra il mezzogiorno e le cinque, quando noi preferiamo tornare in camera per il pranzo ed il riposino pomeridiano ritornando in spiaggia alle 17,30 circa, in compenso c’è un secondo arrivo intorno alle ore 18 con i bagnanti che, come in molti altri luoghi in Grecia, si dilungano a rilassarsi in mare fino a dopo il tramonto.
Spremuta di Arancia appena arrivati, Caffè Freddo Shekerato, Fumatina, lettura (Ho cominciato “Civiltà Sepolte” di Ceram), fumatina, passeggiata di almeno 4 kilometri, Lilli naturalmente si limita a passeggiare lungo la spiaggia, birretta al tramonto che qui è davvero spettacolare, insomma una routine di spiaggia all’insegna del relax.











Limni è molto carina, si sviluppa in collina con un dedalo di casette bianche e si possono trovare sistemazioni alberghiere di ogni tipo, anche i locali dove passare la sera, Taverne, Bar, Ristoranti, si sviluppano sul lungomare sempre reso fresco da una costante ma non fastidiosa brezza ed ombreggiato di giorno dai platani.
La sera al tramonto la strada si chiude al traffico diventando pedonale per la gioia dei tanti ragazzini, locali e villeggianti, che possono scorrazzare liberamente su bici e monopattini.










Limni può essere anche un’ottima base per visitare il resto dell’Isola di Evia, almeno la parte Settentrionale che specie nella sua parte interna, visitata in moto (!!!) lo scorso anno, è molto boscosa (almeno prima del devastante incendio successivo alla nostra partenza) con belle strade che danno soddisfazione ad essere percorse in moto.
Le spiagge sul lato EST come in quasi tutte le Isole Greche sono sabbiose ed i paesini sono frequentati da un turismo per lo più Greco senza la folla tipica delle mete insulari più famose.
Grazie ai consigli di Antje riusciamo a risolvere un problema ai capelli di Lilli che si stava trasformando in tragedia.
Dopo tanti giorni di viaggio in moto con in testa il casco si era formata una massa di capelli aggrovigliati che nonostante i tentativi di Lilli, con Balsamo e spazzola, non si voleva dipanare col risultato di un nodulo di capelli fitto e sempre più grande.
Su consiglio della nostra “Anfitriona” ci rechiamo da una parrucchiera al primo piano di una delle casette del centro di Limni che in quasi tre ore, tanta pazienza ed un’intera confezione di olio al silicone specifico per i nodi ai capelli ha scongiurato l’ipotesi di dover tagliare i capelli.
Non solo la signora è stata brava ma è costata solo, compreso shampoo e asciugatura phon e spazzola, €15,00!
Inutile dire che non abbiamo smesso di ringraziarla anche quando la sera la abbiamo incontrata al bar con la famiglia.




Come ho già detto Limni la sera si anima di una allegra folla composta per lo più da famiglie di turisti Greci, ci si siede sotto i platani che adornano i bar e ristoranti e si ordina un drink mangiando cibo da asporto acquistato altrove nei bar o si attende che si liberi un tavolo in una delle tante taverne dove ordinare i piatti della cucina tradizionale Greca oziando a chiacchierare anche dopo aver finito di mangiare.
In fondo al paese c’è anche uno “Tzipouro”, il tipico locale dove si viene a bere l’acquavite (lo Tzipouro), che a differenza dell’Ouzo fatto con la fermentazione dell’uva fresca ed uva passa viene fatto con la distillazione a più stadi della Vinaccia, aromatizzata o no all’anice, che viene ordinata dagli avventori seguita da svariati piattini di piccoli e stuzzicanti antipasti.
Noi quando decidiamo di “mangiare fuori” andiamo da “Picanto”, una taverna specializzata in carne allo spiedo ed alla griglia tra cui spicca il Gyro Pita, la versione Greca del Doner Kebab, fatto però con carne di maiale tenera e succulenta, avvolta nella Pita o servita nel piatto con patatine fritte, pomodori, cipolle e l’immancabile Salsa Tzatziki fatta con Yogurt Greco e Cetrioli che io faccio spalmare in abbondanza al mio Gyro Pita rigorosamente solo carne e cipolle.
Il proprietario Alexandros, conosciuto lo scorso anno, ci ha preso come un po’ tutti qui a Limni, in simpatia, quando ci vede arrivare ci mettiamo in un lato e dopo poco lui pensa a “liberare” un tavolo da clienti un po’ troppo “pigri” per farci sedere.
Un pasto con due birre grandi alla spina non costa mai più di €20,00 in due e lascia totalmente soddisfatti sia come sapore che quantità.




Dopo la cena passeggiatina fino al nostro solito bar dove ci facciamo un gelatino, un wisketto in due o un Caffè alla Greca per me con una buona fumatina mentre Lilli commenta lo “struscio” serale.
Ritorno in camera verso la mezzanotte.
Anche a Limni abbiamo fatto un po’ di acquisti: due “Bermuda”, uno per me ed uno per Lilli, dei “bandana”, due costumi e delle cibattine da spiaggia per Lilli…Tutto da far entrare insieme alle marmellate di Antje nel bagaglio della nostra moto quando partiremo!
I giorni passano serenamente, rimaniamo 10 notti con 9 giorni pieni di spiaggia sempre con tempo bellissimo apprezzando la nostra stanza N.2 più piccola ma molto più fresca di quella più grande dello scorso anno.
Siamo decisi di rendere questo piccolo paesino una meta costante delle nostre vacanze di mare che oramai abbiamo deciso di passare quasi esclusivamente in Grecia.
__________________
Antonio Tempora
"Ama il tuo sogno ogni inferiore amore disprezzando" - Ezra Pound
Antonio Tempora non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 26-01-2020, 20:24   #37
Antonio Tempora
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07/08 – 08/09
Limni – Kala Nera – Hotel Victoria
Km.160 Tempo in Moto H.2,44 Media Kmh.58,20
Vacanza a Kala Nera




Sveglia alle 07,00, preparo la colazione, ci vestiamo e cominciamo a preparare la moto per la partenza.
Io sposto Diavolina dal parcheggio al chiuso per portarla sulla strada dove comincio a caricare le borse portate da Lilli giù per le scale dalla nostra stanza al primo piano.
Siamo ancora più carichi non solo per le cose comperate qui a Limni, oltre a quelle di Fethiye, ma anche per le marmellate di Antje, il vino che ci ha regalato Stefanos che ci è venuto a salutare con la fidanzata prima della partenza, ma soprattutto per l’insalatiera di plastica verde “ramarro” usata anche per condire la pasta messa in cima alla borsa con sotto un bel rotolo di carta Scottex acquistato che Lilli non ha voluto lasciare, salutiamo i nostri padroni di casa, i vicini con cui abbiamo fatto amicizia e partiamo alle 10,00 che fa già caldo riuscendo ad evitare il traffico mattutino ed uscendo da Limni attraverso le sue strette strade che possono rivelarsi difficoltose da percorrere in salita con il traffico di mezzi commerciali che scaricano la merce nei vari negozi.
Percorriamo la strada fino all’imbarco per il traghetto ed alle 11,00 sbarchiamo a Glyfa.
Lo scorso anno eravamo arrivati sul continente percorrendo la dorsale di Evia con una bella strada tra i boschi, saliscendi sul tratto montano fino al ponte che collega questa che è la seconda isola della Grecia con l’Attica.
Il percorso è bello ma lungo e vale la pena farlo se si vuole visitare il SUD di Evia, con meno alberi ed ancora più soleggiato, per poi magari dirigersi verso Atene, il Golfo di Corinto od il Peloponneso.
Se si vuole visitare il Pelion o la Penisola Calcidica il traghetto per Glyfa fa risparmiare un sacco di tempo.
Quando arriviamo a Volos, da cui partono i traghetti per le Isole Sporadi di cui consiglio vivamente Alonissos, la più lontana e meno frequentata delle due, Skyatos e Skopelos, rese celebri dal film “Mamma Mia” ed affollate di turisti che sbarcano direttamente nell’aeroporto internazionale di Skyatos, prendiamo per la prima volta la “Tangenziale” che, evitando il traffico di questa vivace cittadina famosa in Grecia per i suoi locali dove si beve lo “Tzipouro” e dove soggiornammo al ritorno del nostro primo viaggio in Turchia nel 2004 scoprendo le bellezze della Penisola del Pelion, immette sulla strada litoranea OVEST della penisola portandoci rapidamente alla nostra meta di vacanze di mare dal 2013: Kala Nera e l’Hotel Victoria







https://www.youtube.com/watch?v=h0JabJMyz2g

La scoperta dell’Hotel Victoria è stato il coronamento del mio sogno di vacanza di mare in Grecia.
Nel 2013 eravamo partiti ad Agosto per una vacanza in Grecia attraverso l’Albania (raggiunta con il “traghetto dei disperati” Brindisi-Valona), il Peloponneso (Koroni-Porto Kagio-Elafonissis), per poi raggiungere la penisola del Pelion e soggiornare sulla Costa Ovest che avevamo ammirato nel 2004, di ritorno dal primo viaggio in Turchia, girando tutta la penisola in un giorno durante la sosta di due notti a Volos.
In un articolo della rivista Bell’Europa dei primi anni 2000, rivista che colleziono con Bell’Italia dal primo numero, erano magnificate le bellezze di questa penisola con un monte su cui d’inverno di può praticare lo sci, coltivazioni di frutta tra cui famose le mele, fiori e piante medicinali che ne fanno un vero “Giardino Botanico, spiagge sabbiose ma esposte al “Meltemi” sul lato EST la cui costa frastagliata è raggiungibile da strette e tortuosissime strade che scendono dalla dorsale che attraversa la penisola, paesini dalle tipiche casette in pietra e tetti ricoperti da tegole dove si gustano i piatti più genuini di carne e pesce, coste ricoperte da ulivi che arrivano a lambire le piccole spiagge di ciottoli della costa OVEST, la punta della penisola con il piccolo e caratteristico paese di Trikeri i cui abitanti hanno sempre vissuto di pesca.
Fare sosta in uno qualunque dei paesi di questa penisola e girarla in moto alternando gite escursionistiche e relax in riva al mare fanno del Pelion una meta piacevolissima per una vacanza in Grecia lontano dalle folle delle località, soprattutto insulari più note e frequentate.
Certo non è per vacanzieri in cerca di divertimento notturno tipo Ibiza o Formentera, ma la sera comunque i locali dei paesi più frequentati, come Kala Nera si animano con taverne e locali che offrono cibo, drinks e musica non solo ai villeggianti ma anche ai cittadini della vicina Volos.
Quando nel 2013 eravamo partiti avendo come meta finale il Pelion non avevo fissato un paese dove sostare, mi ricordavo di un paesino sul mare dove avevamo fatto sosta per un drink e ci era piaciuto nel 2004 ma non ricordavo il nome, quando vedo un’indicazione che nel tratto della litoranea che corre all’interno riporta sulla costa mi butto dentro il paesino di Kala Nera che in Greco significa "Buona Acqua”.
Siamo nella settimana che precede il Ferragosto, per me è essenziale trovare una camera con la vista sul mare e possibilmente quasi di fronte al lungomare ma il posto è affollato e tutte le sistemazioni migliori sono già occupate.
Ci diamo quasi per vinti e decidiamo di lasciare Kala Nera per cercare un altro posto lungo la costa quando uscendo dal paese ripasso davanti ad un albergo proprio all’ingresso della località, esce un anziano signore che mi chiede “Room?”.
L’albergo, Hotel Victoria, è sulla strada larga solo circa 5 metri poi c’è il mare con una scaletta vicino a due panchine da cui si può scendere in acqua posta proprio davanti all’ingresso.
Io guardo in alto e vedo tre balconi affacciati sul mare, li indico e chiedo se sono liberi, mi dice di sì e lasciata Lilli accanto alla moto seguo Yorgo, il nome del proprietario dell’albergo che mi ha fermato, e salgo al primo piano a vedere la stanza.
Sembra un sogno: letto matrimoniale ed un letto singolo, bagno con doccia pulito, grande frigorifero, armadio, tavolino, televisore piccolo machisenefrega, aria condizionata ma soprattutto un ampio balcone con tavolo in marmo da 4 posti abbondanti ed una vista strepitosa sul mare sottostante ed il Golfo del Pelion.
L’albergo è come uno Studios ma con i servizi di pulizia di un albergo, c’è una piccola cucina al nostro piano dove prepararsi la prima colazione con tutto l’occorrente compresa un Moka, una più grande al piano terra con tutta l’attrezzatura per cucinare e come si vede dalle foto un grande pergolato con i tavoli per sedersi a mangiare.
L’albergo è a gestione familiare, Yorgo è l’anziano proprietario e sta alla piccola reception occupandosi della cassa, sua moglie Katerina che da ragazza faceva la cuoca ad Istanbul e si occupa, in assenza della figlia Victoria convalescente per una malattia, delle pulizie, dello stiro e della cura dei fiori e piante che adornano l’albergo dall’ingresso al giardino interno.
Nel corso degli anni, sono ora 7, l’albergo, che si rivolge per lo più alle famiglie che hanno a disposizione camere con più letti e di conseguenza più grandi della nostra ma all’interno e senza vista del mare, si è ammodernato con un televisore più grande e con schermo piatto in camera, cucina grande comune più attrezzata, servizio più accurato.
Victoria è tornata dalla convalescenza nel 2015 ed è stata una piacevolissima ed utile conoscenza dato che, a differenza dei genitori, parla molto bene l’inglese.
Giovane, simpatica e sposata con due figli, ha per quanto possibile ammodernato i servizi dell’Hotel Victoria che tra l’altro ha un Wi-Fi efficiente.
Naturalmente il prezzo della stanza ne ha subito le conseguenze: €40,00 a notte ad Agosto per la stanza “Vista Mare”!.
La prima cosa che ho fatto nell’Agosto 2013 dopo aver accettato la stanza e preso le chiavi e seguito il consiglio di Yorgo di bere l’acqua del rubinetto perché molto buona, da qui il nome “Buona Acqua” di Kala Nera, è stato mettermi il costume, scendere, uscire dall'albergo, attraversare la strada, scendere la scaletta e tuffarmi in acqua coronando il mio sogno di alloggio dei miei desideri.
Da quella vacanza la routine mattutina è sempre stata la stessa: sveglia alle 07,00, costume da bagno e telo da spiaggia, scesa all'ingresso ed uscita, telo e maglietta lasciata sulla panchina, discesa della scaletta e tuffo in mare per una piccola e rinfrescante nuotatina nell'acqua trasparente e mai fredda dato che, come si può notare dalla cartina, la Penisola del Pelion forma il Golfo Pagaseo che quasi si chiude tra l’Isola di Evia ed il Continente rendendo il golfo quasi un lago con le sue acque quasi mai agitate nonostante una brezza quasi costante che caccia via l’umidità Estiva.



Dopo il bagnetto mi asciugo e con il telo intorno ai fianchi e la maglietta vado dal panettiere a poca distanza dove acquisto il pane ai semi di sesamo appena sfornato, a volte biscotti o ciambelle sempre fatti in casa ed almeno una volta a settimana la buonissima e friabilissima Tiropita (pasta sfoglia ripiena di feta) che il fornaio Yorgo (qui quasi tutti i maschi si chiamano Yorgo e le donne Katerina, pochissimi, come il marito di Victoria si chiamano Adonis che in Greco significa Antonio) fa benissimo.
Dall’anno scorso ho preso l’abitudine di farmi dopo il bagno una passeggiata di circa due kilometri andata e ritorno fino alla fine della lunga spiaggia di sassolini scuri su cui si affaccia Kala Nera.
Ritorno in camera, doccia, di nuovo mi rimetto il pigiamino e vado nella piccola cucina al piano a preparare il caffè e scaldare il latte sui fornelletti a gas messi a disposizione dei clienti.



Nel frattempo Lilli che si è alzata prepara la tavola per la colazione con il succo di arancia, lo yogurt di capra, il miele al castagno del Pelion, marmellata di fichi e di ciliegie, pane appena sfornato.
Tutto all’ombra del primo sole e con lo splendido panorama del lungomare di Kala Nera e del Golfo Pagaseo.




Finita la colazione lascio a Lilli il compito di riassettare la stanza, che viene pulita tutti i giorni con lenzuola ed asciugamani cambiati ogni due, e me ne vado in spiaggia.
Lilli invece aspetta l’arrivo del furgoncino che ad Agosto ogni due giorni vende fichi freschi appena raccolti, un altro motivo per cui amo questo posto: fichi e ciliegie sono i miei frutti preferiti e qui posso togliermi soddisfazioni per tutti e due!





A Kala Nera la spiaggia è molto lunga e ci sono molti stabilimenti, con alle spalle ristoranti o taverne, che offrono gli ombrelloni gratis ai loro clienti che ordinano le consumazioni al tavolo del ristorante o direttamente sotto l’ombrellone, un po’ come in tutta la Grecia fatto salvo per le località turistiche più di moda dove si paga per la sistemazione lungo la spiaggia ma ad un prezzo irrisorio rispetto a quelli praticati in Italia.
Noi abbiamo sempre preferito andare alla spiaggia libera, con la sediolina portata da Roma e l’ombrellone acquistato in loco di dimensione trasportabile sulla moto.
Le porzioni di “spiaggia libera” sono molto larghe, ci sono docce e piccole cabine spogliatoio ed i bar e taverne sono a pochi passi per chi vuole acquistare bibite o snacks.
Questo un video del 21/06/2014

https://youtu.be/jm--8HcVoZY

Dopo due anni che venivamo a Kala Nera un giorno do un’occhiata alle cartoline di un negozio di souvenirs.
Tra il settembre 1973, dopo l’esame di Maturità Scientifica e l’Agosto 1974, quando sono partito a vent'anni per il Servizio Militare, ho girato da solo il Centro Europa in “autostop”.
Quando mi recavo in una località turistica non avendo Guide Turistiche a disposizione guardavo le cartoline nei negozi di souvenirs perché ritraggono sempre monumenti e luoghi da visitare più importanti della zona dove ci si trova in vacanza.
Mentre do un’occhiata alle cartoline che ritraggono le località del Pelion ne vedo una di Kala Nera presa da una diversa prospettiva e che ritrae un’altra spiaggia, a me sconosciuta, poco distante dal nostro albergo.




Compro la cartolina e mi reco in albergo dove Katerina (Victoria non era ancora tornata dalla convalescenza) in Greco ed a gesti mi indica la direzione e la strada da fare per raggiungere la spiaggia chiamata Rodya (melograno).
Sono solo 7 minuti a piedi, si passano altri studios e case con appartamenti vacanza in affitto, un albergo con ristorante sul mare del fratello di Yorgo quindi per un sentierino si entra in un uliveto, di proprietà del demanio militare della marina che qui un paio di volte durante l’Estate viene a fare esercitazioni per le reclute delle “unità da sbarco”, con gli ulivi che arrivano a bordo mare e quindi una piccola ma graziosissima spiaggia di ciottoli con un enorme albero di fico che ha quasi coperto una costruzione diroccata che una volta era un frantoio per le olive.
L’acqua è trasparentissima e calma, ci sono due polle di acqua naturale e fredda che dal fondo vicino alla riva salgono in superficie rendendo ancora più piacevole il bagno.
Pochissimi bagnanti dato che quasi tutti preferiscono la comodità della lunga spiaggia di Kala Nera con i suoi bar e ristoranti mentre in questa non ci sono posti di ristoro e bisogna portarsi acqua ed il sempre presente in mano ai Greci Nescafé Frappé con la cannuccia.
Corro in camera per avvertire Lilli, la porto a vedere quella che ho già soprannominato “Paradise Beach” per poi piantare l’ombrellone in quella che da quel momento sarà la nostra spiaggia per tutto il corso delle vacanze a Kala Nera.
Ogni anno al nostro arrivo, sistemate le borse (Victoria ci tiene nel suo deposito ombrellone e sedioline, sacche con l’attrezzatura da cucina che nonostante la dotazione per gli ospiti io ho ampliato con acquisti di padelle, piatti, bicchieri, tazze…Insomma “come a casa”…E da quest’anno abbiamo lasciato anche vestiti e teli da spiaggia!) e fatto il primo bagnetto sotto l’Hotel Victoria vado subito a Rodya a piantare l’ombrellone in quello che sarà il nostro posto spiaggia per il resto della vacanza.
Non essendoci la sabbia l’operazione di piantare l’asta di un ombrellone non è facile, bisogna scavare un buco togliendo i ciottoli fino a raggiungere la sabbia sottostante, poi piantare l’asta e ricopertala di sassi sostenerla con veri e propri massi trovati lungo la spiaggia e trasportati faticosamente per creare una base solida in caso di vento.



https://youtu.be/wk6SppQL3dU

L’ombrellone chiuso rimane fisso tutta la durata della nostra vacanza senza che mai nessuno lo abbia toccato.
I nostri vicini, abitudinari come noi di questa spiaggia, sono sempre gli stessi, anche loro hanno i loro posti e nel corso degli anni siamo diventati amici facendoci grandi feste quando ci rincontriamo in spiaggia anno dopo anno.



La spiaggia è anche la meta per un gregge di pecore e capre che almeno una volta a settimana scende dalle colline per venire a brucare nell’uliveto, raccogliendo le olive ed i fichi caduti a terra per poi abbeverarsi nelle polle di acqua fresca vicino alla riva con la meraviglia di chi non è a conoscenza della loro presenza che rende un breve tratto di mare vicino alla spiaggia quasi potabile.
Oramai siamo diventati amici del pastore Albanese che parla solo Greco ma con il quale riusciamo a scambiare poche parole felici di incontrarci ogni anno nello stesso posto.





Solo nel giorno di Ferragosto la spiaggia si affolla di turisti sempre per lo più locali ma senza che manchi lo spazio per ognuno per godersi il posto.
Gli altri giorni siamo quasi soli fino a Mezzogiorno quando cominciano ad arrivare i bagnanti che rimarranno in spiaggia fino al primo pomeriggio dato che a Giugno il sole scompare dietro le colline alle 20,00 mentre ad Agosto alle 19,00.
Noi arriviamo in spiaggia mattina presto intorno alle 10,00 e rimaniamo fino a quasi l’una quando il sole picchia e fa molto caldo, chiudiamo l’ombrellone e ritorniamo in camera per il pranzo.
In spiaggia leggo i libri che mi sono portato, fumo il sigaro o la pipa e mi bagno spessissimo limitandomi a brevissime nuotate.
Ho nuotato talmente tanto quando avevo 10 anni nei Centri Coni Nuoto e fatta tanto “Snorkeling” da grande che ora non mi va più di fare lunghe nuotate ma il fresco di quest’acqua limpida mi spinge a tuffarmi spesso e volentieri.





Dato che non riesco a stare fermo seduto a lungo mi faccio delle passeggiate lungo la spiaggia e verso il piccolo porticciolo dove ormeggiano le poche barche da pesca locali ed i natanti dei turisti.



Qui al molo tra i rifiuti anni fa ho trovato due vecchie piccole bandiere della Grecia buttate via perché troppo usurate, considerando vergognoso che una bandiera, anche se non della mia nazione, fosse buttata tra i rifiuti, le ho prese, lavate e messe una sul nostro ombrellone l’altra sul balcone della nostra stanza a dimostrazione del nostro affetto per questa Nazione ed il suo popolo.



Ritorniamo in spiaggia io alle 16,30 Lilli più tardi preferendo rimanere a poltrire in camera guardando la televisione Greca con le “Telenovele” Turche in lingua originale (in Grecia non doppiano, mettono i sottotitoli in Greco, un giorno hanno fatto “La Terra Trema” di Visconti e vorrei aver avuto i sottotitoli in Italiano perché non capivo il dialetto Siciliano!) con i sottotitoli in Greco e nonostante non parli nessuna delle due lingue era in grado di capire la trama e raccontarmela…!!!
Rimaniamo in spiaggia fino alle 20,00 godendoci il tramonto.



La spesa giornaliera la facciamo al Market di Kala Nera dove Kostantinos e Makj sua moglie hanno rifornito il loro negozio dei migliori prodotti locali e non tra cui una straordinaria Feta venduta a porzioni fatte a richiesta tagliandole da un grosso blocco.
La migliore costa €7,50 al kilo ed ha un sapore eccezionale da sola con un goccio d’olio ed origano (anche questo con la salvia e timo secchi locali e buonissimo tanto da riportarmeli in Italia ogni volta che veniamo qui), con pomodori rossi (dal sapore ormai da noi dimenticato qui in Italia)-olive Kalamata o del Pelion-cetrioli-cipolla bianca dolce nella classica Insalata Greca o come condimento degli spaghetti al sugo.
L’olio è EVO a spremitura a freddo prodotto nel SUD Pelion e costa €6,00 al litro.
Pomodori, spesso regalati visto che qui ognuno li coltiva nel proprio giardino, feta, olive, cipolle sono sempre presenti nel nostro frigorifero e costituiscono la nostra “dieta base”







Con i proprietari del market dopo tanti anni di nostre vacanze a Kala Nera siamo diventati amici, questo inverno sono venuti a Roma e li ho portati a visitare i maggiori monumenti, parlano perfettamente l’inglese così come i figli che nel periodo estivo danno una mano in negozio, il più frequentato del paese.
Ma anche con gli altri negozianti abbiamo fatto amicizia, come naturale visto che siamo ormai vacanzieri “stanziali”, a cominciare da Katerina (pure lei si chiama così) la figlia del proprietario della macelleria dove maiale, agnello e pollo sono eccezionali.
Almeno un paio di volte durante la vacanza mi faccio tagliare delle belle cotolette di agnello alte e succulente che cucino in padella e mi spolpo con le mani mentre a Lilli faccio del petto di pollo condito con limone ed una punta di mostarda.



Quando non beviamo birra o vino acquistato nella fornitissima cantina del Market accompagniamo il cibo con lo Tzipouro “prodotto in casa” da Kostantinos che vanta il suo (ma qui tutti se lo producono in casa ed affermano che il loro è il migliore) come il più buono della zona.
Comunque è veramente buono e con ghiaccio ed un po’ d’acqua accompagna benissimo il cibo
Ma l’aspetto ancora più piacevole di essere diventati membri della famiglia dell’Hotel Victoria è quello di rientrare in camera e trovare le “sorprese” cucinate da Katerina e lasciate sul nostro tavolo od in frigorifero.
Tutti piatti tipici come la Moussaka, i peperoni e pomodori farciti di riso, fagioli e fagiolini al sugo con le polpettine di carne o quelle di patate, le foglie di vite ripiene di riso spruzzate di limone o mangiate con lo yogurt e fette di torta dolce o salata.







In compenso anche io mi do da fare in una specie di “scambio culturale” tra Cucina Greca e Cucina Italiana e quando preparo la pasta od altri piatti ne faccio sempre un po’ di più per dividerla con la mia nuova famiglia Greca.
Ma per i figli di Victoria, Yorgo e Katerina (…anche loro!) ogni settimana preparo un piatto di spaghetti pomodoro e basilico conditi con il Parmigiano Reggiano acquistato nel market.
Li ospitiamo al nostro tavolo e dopo spaghetti e Coca Cola non devono mai mancare i piccoli gelati allo stecco che a loro piacciono tanto.



Quando non ci va di mangiare “a casa” ce ne andiamo in taverna a mangiare un Gyro Pita o Gyro on Plate, un pesciolino alla griglia oppure a goderci il tramonto nel miglior Ristorante Tzipouro di Kala Nera proprio alla fine della spiaggia dove il tramonto è ancora più spettacolare.







Altra occasione per uscire la sera sono le manifestazioni folkloristiche, che vengono allestite sul molo o accanto alla chiesa, dove quasi ogni fine settimana si alternano gruppi di ballerini provenienti dalle varie regioni Greche o complessini che si esibiscono cantando canzoni popolari con il coro degli spettatori che intonano i motivo più popolari.












Poi viene Ferragosto che qui viene celebrato soprattutto per la Festività legata alla “Assunzione di Maria” celebrata sia dal Rito Ortodosso che da quello Cattolico.
I Greci sono un popolo legato alla Religione Cristiano Ortodossa ed i praticanti si astengono per diverse settimane dal mangiare carne e formaggi prima di questa festa, Katerina ci fa avere una versione “tradizionale” della Moussaka con la salsa besciamella ed una “osservante” fatta con il latte di soia.
Il giorno prima si svolgono funzioni preparatorie all’interno della Chiesa di Kala Nera mentre all’esterno viene posta l’Icona più importante e tutti, anche io, si mettono in fila per baciarla.
C’è anche una “Pesca di Beneficenza” con oggetti in palio offerti dalla comunità dei negozianti ognuno dei quali prepara la tradizionale Pizza Dolce che viene poi distribuita in pezzi ai fedeli raccolti davanti all'altare allestito sul molo dove viene celebrata una funzione dopo la processione che dalla chiesa porta l’Icona fino al molo.











Il giorno di Ferragosto come da noi è una festa da trascorrere con la famiglia al mare o a tavola.
Io ho acquistato un bellissimo pollo ruspante in macelleria, speziato con olio-sale-rosmarino-salvia-origano, farcito con cipolle e spicchi di limone, legato e messo in una grande e profonda casseruola con coperchio prestatami da Makj con patate condite con abbondante olio e rosmarino e due cipolle dolci lasciate intere con tutta la buccia e portato a cuocere nel forno per il pane del fornaio Yorgo.
Qui a Kala Nera, come una volta anche nei paesi Italiani, ci si serve del forno del panificio per cuocere i propri cibi, quando il fornaio ha finito di sfornare il pane spenge il forno e cuoce pentole e teglie portate dai clienti nel forno ancora caldo.
Io porto il mio pollo e lo consegno a Yorgo, non mi considero un grande cuoco (non so fare i dolci ma me la cavo con il resto) ma sono un buon “rosticcere”.
Viviamo in un piccolo appartamento di 50 metri quadri ma ho una macchina da cucina semi-professionale da 6 fuochi ed un forno elettrico con due ventole e largo cm.100.
Mi piacciono le cotture lunghe a media temperatura e provo a dare indicazioni a Yorgo su come cuocere il pollo ma non solo non mi capisce non parlando Inglese ma mi guarda con aria di chi ne sa più di me prendendo la mia casseruola e dicendomi di tornare a mezzogiorno, tre ore dopo!
Ritornati dalla spiaggia, anche a Ferragosto non affollata, vado a prendere il mio pollo rendendomi conto del perché Yorgo non si fosse curato delle mie istruzioni e perché i suoi concittadini gli affidino da cuocere al forno il loro cibo: il pollo e le patate cotte a calore basso per lungo tempo appaiono perfetti, si è persino preoccupato di girare a metà cottura il pollo che risulta bello dorato.
Lo ringrazio, gli faccio i complimenti, pago €4,00 per il servizio e porto trionfante e contento la casseruola in camera.





Apparecchiamo la tavola, taglio il pollo che cotto a perfezione si porziona senza sforzo con la carne che viene via dalle ossa senza sforzo, porto qualche porzione di pollo e patate con mezza cipolla che cotta in questo modo per Victoria e famiglia è una novità alla mia Famiglia Greca e quindi ci dedichiamo al “Rito Ferragostano” che a Roma prevede “Pollo Alla Romana con i Peperoni” ma che questo pollo con le patate morbide, caramellate e saporite non fa rimpiangere.



Mangiato a sazietà e bevuto più del necessario con lo stomaco pieno gonfio del “Cocommero” rosso e fresco, ci buttiamo a letto per una pennica dovuta e necessaria.
Ci svegliamo al rumore dei tuoni, sta per scoppiare un fragoroso e violento temporale che rovina la giornata lavorativa delle taverne e ristoranti che aspettavano questo giorno come il più importante della stagione.
La pioggia cade incessante così come i fulmini in mare, poi tutto finisce come è iniziato ed il cielo torna sereno regalando alla luce del tramonto un bellissimo arcobaleno.



Le giornate passano pigre, tranquille e serene solo una volta prendo la moto e da solo vado a farmi un giretto prima in visita alla stazione della piccola Ferrovia del Pelion a scartamento ridotto che da Volos porta a Milea dove c’è il “Ponte De Chirico” progettato dal padre del pittore Giorgio De Chirico, poi lungo la strada tortuosissima e panoramicissima del lato EST del Pelio fino alla spiaggia di Chorefto dove mi fermo per una pausa pranzo conoscendo una coppia di motociclisti Svizzeri a cui do qualche consiglio in vista di un loro prossimo viaggio in Iran.










Un giorno arrivo presto in spiaggia ed aprendo l’ombrellone ho la sgradita sorpresa di non trovare la piccola Bandiera Greca lasciata arrotolata e legata all’ombrellone chiuso ogni sera.
La cerco in giro ma non la trovo, poi vado a chiedere informazioni ad un ragazzo Greco che come noi frequenta giornalmente la spiaggia, arrivando i Mountain Byke, prendendo un piccolo ombrellone lasciato nascosto tra gli alberi, facendo un lungo bagno per poi mettersi a leggere all’ombra.
Mi dice in Inglese che la bandiera l’ha presa lui è la ha portata a casa sua.
Alla mia richiesta di spiegazioni mi spiega che quella bandiera rappresenta la sua Nazione e tutta strappata non gli sembrava un simbolo dignitoso, come se la avessi disonorata esponendola tutti i giorni attaccata al mio ombrellone.
Gli faccio presente che è vero il contrario, che ho trovato la bandiera buttata tra i rifiuti e che la ho raccolta, pulita ed esposta proprio in segno di rispetto ed amore per la Grecia ed il suo popolo.
Mi chiede scusa e mi promette di riportarmela cosa che avviene il giorno dopo quando mi presenta la piccola bandiera lavata, piegata e messa in una piccola busta di plastica.
Nel frattempo Kostantinos me ne regala una nuova da mettere al mio ombrellone così quando Panayodis, il nome del ragazzo, mi restituisce la vecchia la nuova già “garrisce” al vento.



Da quello che poteva sfociare in un alterco nasce invece una nuova amicizia con un ragazzo che, scopro nei giorni a seguire, ama la lettura, si occupa del suo uliveto, cucina cibo proveniente dal suo orto e vive nella sua casa di campagna a pochi kilometri da Kala Nera arrivando in bici alla spiaggia di Rodya dove si ferma a nuotare anche d’Inverno quando il tempo lo consente.
Un giorno si presenta con una busta piena di cibo cucinato da lui tra cui un ottimo pane fatto in casa, pomodorini del suo orto, patate arrosto con funghi selvatici.
Tutto buonissimo e graditissimo della serie “Stamo Sempre A Magnà”





Passano i giorni ed anche Agosto finisce, passiamo la prima settimana di Settembre con le giornate che si accorciano, i turisti che se ne vanno e la voglia di tornare a casa dato che sono quasi 3 mesi che siamo via.
Approfitto per farmi i capelli presso il barbiere locale che per accorciare i miei “Quattro Peli” si prende €7,00.



Troviamo buttato tra gli ulivi in tigrotto di peluche che Lilli raccoglie, cuce e lava facendolo entrare di diritto nella nostra stanza con il nome di “Tigro”






Fissiamo la data di partenza per il 08/09 e mi do da fare per prenotare un traghetto trovando posto sul traghetto Igoumenitza-Ancona prendendo una cabina doppia.
L’ultimo giorno la sera andiamo in spiaggia a togliere l’ombrellone smontando la costruzione da me tanto faticosamente fatta per tenerlo saldo e diritto per tutta la vacanza e diciamo “Arrivederci per Quest’Anno” alla nostra amata spiaggia alla luce del tramonto.



Impacchettato tutto e messo tutto in 4 borse porto tutto giù a Victoria che custodirà la nostra roba, che aumenta ogni anno, fino alla prossima stagione.
Stasera non si cucina, andiamo a dire “Ciao” a Kala Nera mangiando in Taverna.
Domani si parte e si torna a casa.
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Antonio Tempora
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Vecchio 28-01-2020, 18:57   #38
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09/09 – 10/09
Si Parte e si Torna a Casa

Kala Nera-Kalambaka-Igoumenitsa-Traghetto
Brindisi-Roma
Km.910




Ci svegliamo alla solita ora e preparata e consumata la colazione finisco di preparare le borse per la partenza.
Oggi ce la possiamo prendere comoda perché Victoria ci ha lasciato la stanza fino al pomeriggio così dato che da Kala Nera al traghetto sono al massimo 4 ore e mezza, possiamo partire nel pomeriggio evitando il caldo che, anche se siamo ai primi di Settembre, qui si fa ancora sentire.
Facciamo un’ultima passeggiata per “salutare” la nostra “Paradise Beach” e per gli ultimi acquisti: Origano-Salvia-Miele di Castagno.
A pranzo mangio l’ultimo pomodoro con la Feta imprimendomi nella memoria un gusto ed un sapore che dovrò conservare per tutto l’anno fino alla prossima vacanza in Grecia.
Mi metto a letto per un riposino prima di partire e ricevo un SMS da Grimaldi che mi avverte di un “guasto tecnico” del nostro traghetto fermo a Patrasso che arriverà ad Igoumenitsa con 3 ore di ritardo con conseguente partenza alle 03,00 di mattina.
Ci aspettano quindi quasi 5 ore di attesa sul molo, visto che bisogna passare le barriere doganali in anticipo dato i controlli che con il problema delle immigrazioni illegali vengono da un paio d’anni effettuati con pignoleria anche per i residenti dell’Area Shenghen.
Partiamo alle 15,00 dopo aver salutato la nostra famiglia Greca in special modo Victoria con la quale ho passato diverso tempo a chiacchierare scoprendo quanto sia non solo carina nei modi ma forte nell'affrontare le conseguenze della sua malattia e nel mandare avanti la sua attività alberghiera senza venire meno ai suoi obblighi di madre e moglie.
Ripercorriamo la strada fatta tante volte sia in un senso che nell'altro passando per Kalambaka e dando uno sguardo alle Meteore visitate durante un altro viaggio, percorrendo la tortuosa, stretta e panoramica E92 fino a prendere l’Egnatia Odos che ci porta rapidamente ad Igoumenitsa.
La guida è rilassata e veloce, la moto va benissimo nonostante il carico suppletivo di cibo e souvenir, la cinta dei miei pantaloni è allargata di un buco come giusto dopo tutte le “magnate” ma non importa visto il godimento provato e la dieta a cui ritornerò a Roma prima della visita con la mia dietologa che mi ha fatto perdere in un anno 18 kili.
Facciamo il pieno e vado al Terminal dove al desk della Grimaldi, anche grazie alla cortesia della bigliettaia, mi faccio cambiare il biglietto Igoumenitsa-Ancona, che sarebbe partito in grande ritardo, con un Igoumenitsa-Brindisi che non solo parte alle 23,55 ma costa anche meno: cabina esterna e moto € 234,00.
Fatto il check-in andiamo a cena dal nostro amico proprietario di un piccolo ristorante di Igoumenitsa conosciuto nel 2004 e sempre nostra meta prima di ogni imbarco ad Igoumenitsa per tornare in Italia.
Ogni volta ci rincontriamo con piacere nel rivederci in buona salute anno dopo anno e devo dire che maiale allo spiedo, agnello e pollo sono ottimi ed a buon prezzo.



Resisto a Lilli che con i traghetti non mi fa passare bei momenti, vuole sempre anticipare la partenza sia arrivando in anticipo al molo sia svegliandosi in anticipo e buttandomi fuori dalla cabina ancora prima dell’inserviente che sollecita l’uscita per lo sbarco.
Rimango quindi a “poltrire” al tavolo fumando e bevendo la mia ultima Birra Greca godendomi il via-vai dei villeggianti e residenti che affollano il centro commerciale di questa piccola cittadina portuale che ha comunque un’area archeologica vicino alla sua laguna ed una lunga spiaggia sabbiosa che attrae numerosi villeggianti.
Alla fine non resisto più alle insistenze di mia moglie e salutato il nostro amico e pagato il conto di €20,00 per due enormi piatti di maiale alle spiedo con patatine fritte, birre, Coca Cola e caffè, ce ne andiamo al molo superando una lunga fila di auto e camper per non parlare dei numerosissimi TIR diretti esclusivamente in Italia dato che quelli diretti al Nord Europa preferiscono oramai la “Autostrada Balcanica” contribuendo così alla crisi del settore Traghetti che ha visto chiudere diverse compagnie e la fusione delle sopravvissute.



Aspettando l’arrivo del nostro traghetto facciamo la conoscenza con una coppia di motociclisti che vengono dalla Malesia, marito e moglie.
Lui è un facoltoso imprenditore nel ramo telefonico che dopo il quarto infarto ha deciso di godersi la vita viaggiando in moto.
Si è comperato diverse moto che lascia nei vari paesi da visitare compreso gli USA mentre quella che guida qui in Grecia, un GS1200LC, la lascia in Germania dove è diretto passando però per l’Italia che intende visitare da SUD a NORD.



Ci facciamo la mattina dopo a bordo una lunga chiacchierata, naturalmente in Inglese, sulla situazione politica internazionale, sulla paura dell’Occidente della “Minaccia Islamica” e sul fatto che la maggior parte della popolazione di religione Musulmana sia nell’Est dell’Asia e non in Medio Oriente dando il mio punto di vista di Cattolico credente e con educazione religiosa fatta dai Padri Gesuiti.
Arriviamo in Orario a Brindisi, sbarchiamo senza problemi e salutata la coppia Malese ed un’altra composta di due “fidanzatini” Pugliesi di ritorno dal loro primo viaggio in moto, ci avviamo per la superstrada Brindisi-Bari con un tempo nuvoloso ma che ci “minaccia” con solo un paio di spruzzi di pioggia.
Prendiamo quindi l’autostrada e quando faccio la sosta per il pieno mi accorgo di non avere credito sul mio telefono che, essendo un abbonamento “Business” si dovrebbe ricaricare automaticamente.
Chiamo la TIM e vengo a conoscenza che il mio credito si era esaurito collegandosi a bordo del traghetto con il Wi-Fi della Grimaldi anche se io non avevo dato l’assenso.
In pratica succede questo: una volta a bordo ricevi un messaggio che sei collegato al Wi-Fi del traghetto con le tariffe i cui importi possono essere conosciuti contattando TIM, naturalmente uno se ne frega perché non avendo intenzione di navigare sul Web non effettua alcun controllo.
Il problema è che uno Smartphone effettua i suoi aggiornamenti a prescindere dalla nostra volontà e quando trova una connessione scarica una marea di dati a nostra insaputa.
Quindi l’unica cosa da fare è togliere la connessione Wi-Fi e magari anche quella 4G ed andare alla reception ed acquistare una connessione a tempo Wi-Fi, come facevo sulla Superfast quando volevo navigare.
Comunque mi faccio riattivare chiamate e 4G e comincio ad allertare mia cognata Anna, che in tutti questi mesi si è trasferita con il suo cagnolino Paquito dal suo appartamento al primo piano al nostro al terzo, che arriveremo nel pomeriggio.
Poco traffico, tempo sereno, ingresso a Roma senza problemi arriviamo al Villaggio Olimpico dove abitiamo alle 15,30 accolti da Anna e Paquito, riscattato da una famiglia di Rom che lo teneva piccolo cucciolo legato alla loro roulotte, entrambi felici, come noi, di riabbracciarci.



Scarico la moto e la porto in garage dove parcheggio Diavolina, ancora una volta splendida protagonista dei nostri viaggi accanto a Golia, il GS1100 prima serie del 1994 che riposa sul cavalletto dal 2005 con i suoi km.126.000 di grandi viaggi, registrando i kilometri sull’odometro: alla partenza erano 178.119 ed ora 188.342





Torno a piedi a casa, il garage dista 5 minuti a piedi, contento di rivedere il nostro appartamento, dopo 85 giorni di assenza in viaggio, e tutte le nostre cose alle quali sia io che Lilli siamo affezionati.
Mi faccio una bella doccia, mi peso scoprendo contento di aver preso solo kg.2,00, mi accendo un sigarino e stravaccato sul divano mi metto a “smanettare” sul telecomando di Sky.
Lilli si mette a lavare Bibo, il nostro compagno di viaggio che si è preso tanta pioggia in Turchia ed Armenia oltre a una buona quantità di polvere ma al solito è stato silenzioso ma felice.






Arrivata l’ora di cena quando ci gustiamo un bel piatto di spaghetti conditi con il sugo di pomodoro fresco che ci ha preparato Anna con una buona bottiglia di Shiraz.



Siamo tornati a casa dopo uno splendido viaggio.
Ora devo solo raccogliere foto, appunti sul diario e fare un bel commento finale.
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Antonio Tempora
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Vecchio 13-02-2020, 13:11   #39
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COMMENTO AL VIAGGIO

Un anno di preparazione, spese per attrezzare la moto per un viaggio di circa Km.20.000, corsa tra le Ambasciate di Iran e Turkmenistan per i visti d’ingresso, ritardo della partenza per le condizioni metereologiche di un inizio Estate condizionato da pioggia e freddo e soprattutto l’angoscia per la decisione del Governo Iraniano di applicare il divieto d’ingresso a moto ed auto di grossa cilindrata come non avevano fatto per il nostro viaggio in Iran nel 2017.
Con la moto stracarica ed appesantita come non mai per le taniche di benzina necessarie in Uzbekistan (dove la benzina è difficilmente reperibile e spesso solo al “Mercato Nero”) siamo finalmente partiti per un viaggio impegnativo e che per la prima volta ci avrebbe tenuto lontani da casa e dalle abitudini quotidiane per quasi 3 mesi facendoci preoccupare più per la stanchezza mentale che per quella fisica.
Come previsto e temuto non siamo riusciti a passare la frontiera con l’Iran e tutto il viaggio in Asia Centrale è saltato facendone nascere un altro che però si è rivelato comunque bello e memorabile.

La moto si è comportata benissimo ed a fine di un viaggio di circa Km.10.000 ha quasi raggiunto la “veneranda” età di Km.190.000 in 14 anni.
Nonostante il peso e l’ingombro della struttura porta taniche e delle taniche, la moto ci ha portato per circa Km.2.000 fino a Samsun con pioggia, freddo ed anche un breve tratto di strada interrotta, senza difficoltà.
Quando poi l’abbiamo liberata da una modifica rivelatasi sbagliata, Diavolina si è confermata una moto eccezionale.
A pieno carico, con gli ammortizzatori revisionati e calibrati prima della partenza, ci ha condotto in piena sicurezza per tutto il viaggio comprese le strade Armene il cui fondo stradale era contraddistinto da buche, crepe, dossi, asfalto usurato quando poi la strada non risultava interrotta per lavori in corso rendendo il tragitto, come quello in uscita dalla frontiera Armenia-Georgia, più impegnativo che mai.
Nessuna rottura, nessuna foratura, consumo d’olio quasi nullo, pneumatici Metzeller Tourance al solito ottimi con un battistrada residuo a fine viaggio che presentava ancora ampio margine d’usura.

La Georgia ci è piaciuta moltissimo, peccato non essere stati nello Svaneti per le avverse condizioni metereologiche (potrebbe essere una buona occasione per tornarci), ma Tiblisi, la Strada Militare Georgiana e le sue mete da visitare, Vardzia, il cibo, il vino, la simpatia della gente le strade in buone condizioni ed in continuo ammodernamento fanno della Georgia una meta consigliabilissima per ogni viaggiatore motociclista.

Dell’Armenia non abbiamo potuto cogliere l’aspetto migliore per le pessime condizioni delle strade che hanno sconsigliato di raggiungere le mete previste per mantenere integra una moto che avrebbe dovuto affrontare un lungo ed impegnativo viaggio.
Il Monastero di Tatev e la sua funivia, la strada per raggiungerlo, l’albergo a conduzione familiare dove abbiamo soggiornato mangiando il fantastico ed abbondantissimo cibo cucinato dai proprietari (per non parlare della Vodka a 60° prodotta in casa!), la strada fino al confine con l’Iran con i suoi tornanti ed i due passi ad oltre 1500 metri di altitudine con freddo, pioggia e nebbia all’andata e sole al ritorno che ci ha fatto ammirare finalmente i suoi splendidi panorami, rimarranno un ricordo indelebile.
Yerevan, città non bella ed interessante come Tiblisi, è stata una sosta piacevole per il comfort di un albergo dalla la cui terrazza si godeva lo spettacolo della vista del Monte Ararat, con uno staff che ha reso il nostro forzato ritorno dalla frontiera Iraniana, il giorno del compleanno di mia moglie Lilli, un piacevole inizio per un nuovo viaggio diverso da quello programmato.

La Turchia, visitata per la sesta volta, ci ha stupito di nuovo per le sue mete storiche e paesaggistiche visitate per la prima volta, come la incredibile ed affascinante Goblekitepe e la splendida Sagalassos, per la malinconia di Hasankeyf, che presto finirà sommersa dalla nuova diga in costruzione, per il fascino della Cappadocia (visitata per la quarta volta e dove ancora una volta il nostro amico Suha ci ha ospitato nel suo splendido Cave Hotel di Urgup) e di Pamukkale, così diverse dopo 14 anni dalla prima visita ma sempre mete imperdibili in un viaggio in Turchia così come il Lago Van con i suoi colori iridescenti e lattiginosi e tutta la parte “Anatolica” di questo splendido paese.
La sosta a Fethiye ci ha permesso di ritornare in un albergo dove dal 2004 ci sentiamo a casa, di riabbracciare in nostro amico fraterno Paolo e la sua famiglia e di fare i primi giorni di “Vacanza al Mare”.

Della Grecia cosa dire se non che oramai è diventata una meta di “Vacanze al Mare” imprescindibile per la bellezza delle sue coste, specie nella parte “continentale”, meno turistica ed anche per questo più bella, per la gentilezza ed ospitalità dei suoi abitanti (“Italiani-Greci una faccia una razza” è molto di più di un semplice modo di dire!), per la genuinità ed il sapore del cibo e non ultimo per importanza per l’economicità dei prezzi.
Tornare anno dopo anno nei luoghi e negli alberghi dove si è soggiornato in precedenza ti fa sentire non semplici turisti ma membri di una comunità che ti riconosce e ti saluta quando passeggi per le strade e fai acquisti nei negozi.
L’Hotel Victoria e Kala Nera sono più che un luogo di villeggiatura una “seconda casa” dove trascorrere vacanze rilassanti e piacevolissime.
Arrivarci in moto è un pretesto per percorrere tragitti sempre diversi e di conseguenza piacevoli e ricchi di nuove scoperte di paesi, spiagge, panorami e sensazioni sempre più piacevoli tanto da far trascorrere le lunghe giornate invernali nel desiderio di tornarci.

Mia moglie Lilli ancora una volta, specie nelle difficoltà dovute al meteo caratterizzato da pioggia e freddo e dalle pessime condizioni delle strade Armene, si è confermata più di un compagno di viaggio: un vero e proprio co-pilota in grado di darmi assistenza, morale e pratica, nei momenti di difficoltà che caratterizzano ogni viaggio impegnativo come questo.
I tanti anni ed i tanti kilometri sul sellino posteriore delle nostre moto, almeno 250.000, hanno lasciato il loro segno.
Le strade sterrate, i ripidi tornanti di montagna, le deviazioni non programmate magari su strette strade poco frequentate, non sono più di suo gusto e danno origine a decisi rifiuti a percorrerle salvo poi affrontarle, quando la necessità lo impone come nel caso della entrata-uscita dall’Armenia, con decisione e condivisione.
Quello che conta è che una volta tornati a casa la visione di foto e video non provochi un rifiuto dell’idea di un nuovo viaggio verso mete impegnative ma la voglia di affrontarle di nuovo.

Stare lontani da casa per così tanto tempo è stata un’esperienza che, quasi sicuramente, non riproveremo.
Le abitudini acquisite col passare degli anni, 65 anni io e 66 Lilli, si fanno sentire e l’ultima settimana di vacanza, con il tempo che nella prima settimana di Settembre ci regalava ancora splendide giornate nella quasi solitudine della splendida spiaggia di Rodya a Kala Nera, ci faceva sentire ogni giorno di più la voglia di tornare a Roma per ritrovare il piacere del nostro letto, del nostro cuscino, del nostro bagno, del telecomando del televisore con tutti i suoi canali con cui fare “zapping convulsivo”, dei nostri amici e parenti e delle passeggiate in giro per una città che pur ferita dall’incuria e la “monnezza” rimane sempre splendida.

Gli anni passano ma la voglia di viaggiare in moto no.
Magari non saranno più viaggi impegnativi come quelli affrontati in questi anni: Namibia, Libia, Marocco, Siria e Giordania, Iran…
Ma la fantasia ed il desiderio non si possono fermare, ogni documentario, report di viaggio, rivista di viaggi, concorrono ad alimentare un sogno che si vuole prima o poi tradurre in realtà.
Chissà che anche il viaggio in Asia Centrale, che non abbiamo potuto affrontare per questioni burocratiche non dipendenti da noi e successivamente risolte, non diventi in futuro un’occasione per un nuovo “report di viaggio” da condividere per chi, come me, ha la passione dei viaggi in moto.
Come nella poesia che fin da ragazzo ho sempre fatto mia come fonte d’ispirazione:

“Ama il tuo sogno
Ogni inferiore amore disprezzando,
Il vento ama
Ed accorgiti qui
Che i sogni solo possono esistere veramente ,
Perciò in sogno a raggiungerti m'avvio.”

Ezra Pound (1885-1972)

Auguro ad ognuno di raggiungere la meta sognata qualunque essa sia.

Vi ringrazio della pazienza avuta nel leggere questo racconto di viaggio e vi lascio con il suo riassunto visivo sulle note e voce di Prince nella sua “Gold”
Buona Strada a Tutti

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Antonio Tempora
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Vecchio 13-02-2020, 16:23   #40
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Antonio da Sanliurfa a Gobekli mezza giornata mi basta? cmq bel report. Tante foto interessanti.
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Vecchio 13-02-2020, 22:19   #41
carlo.
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Bellissimo report!
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Vecchio 14-02-2020, 11:56   #42
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Antonio da Sanliurfa a Gobekli mezza giornata mi basta? cmq bel report. Tante foto interessanti.
Sono solo 25 kilometri dal centro città al sito archeologico, mezza giornata è più che sufficiente per arrivarci e visitarla.
Nella stessa giornata potresti visitare anche Harran, una delle più antiche città al mondo vicino a Carre dove Crasso fu sconfitto dai Parti.
Ciao
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Antonio Tempora
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Vecchio 14-02-2020, 13:10   #43
Danielz77
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Originariamente inviata da Antonio Tempora Visualizza il messaggio
Sono solo 25 kilometri dal centro città al sito archeologico, mezza giornata è più che sufficiente per arrivarci e visitarla.

Nella stessa giornata potresti visitare anche Harran, una delle più antiche città al mondo vicino a Carre dove Crasso fu sconfitto dai Parti.

Ciao
Sara fatto grazie. Tra tre mesi si parte.

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