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Vecchio 01-11-2017, 14:32   #1
Antonio Tempora
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predefinito IRAN - Agosto 2017- Report Lungo a Puntate




PREMESSA

La prima guida dell’Iran, acquistata per programmare il viaggio porta la data del 2008.
Era stata comperata alla Libreria del Viaggiatore a Roma con le guide per il viaggio Giorgia-Armenia che avevo considerato come “viaggio preparatorio”

Poi la disgraziata invasione dell’Ossezia del Sud da parte della Georgia con il successivo intervento armato della Russia ha fermato il progetto sul nascere.

Problemi di lavoro e personali non mi hanno permesso di effettuare viaggi impegnativi e “costosi” fino la 2012 quando, sempre con mia moglie Lilli, con la quale ho percorso Km.200.000 dei Km.300.000 coperti dal 1992, abbiamo attraversato Istria-Croazia-Bosnia-Montenegro-Albania-Grecia-Turchia.

Nel frattempo Ramadan per circa quattro anni terminava nel mese di Agosto, per me che viaggio per motivi culturali oltre che per piacere, non poter interagire con la popolazione dei luoghi che visito in un momento così conviviale come il pasto, specie nei “ristoranti di strada”, era un problema che ha ulteriormente allungato i tempi di realizzo del mio “Progetto Iran”.

Ma l’ostacolo più grande è stato il “Carnet De Passage” dato che prima la mia moto era intestata alla mia società poi a mia moglie ed in entrambi i casi non riuscivo a trovare uno straccio di compagnia assicuratrice con cui sottoscrivere la polizza fideiussoria.

Infine la malattia del nostro Leonino, un meticcio di Yorkshire, che per 17 anni e mezzo ci ha donato il suo amore ed affetto, non ci ha dato lo spirito di affrontare un viaggio così impegnativo in luoghi così lontani da casa da impedirci di tornare per un improvviso aggravarsi della sua condizione.
Leonino se ne è andato il 2 Febbraio 2016 conservando la sua dignità ed orgoglio dimostrati in tutta la sua vita ma specie negli ultimi due anni quando, nonostante la progressiva perdita d’uso delle sue gambe, aveva continuato la sua esistenza senza lamenti e donandoci gioia ed affetto anche più di prima.

Lo scorso anno siamo partiti ad Agosto per il Viaggio MAROCCO-ANDALUSIA-PORTOGALLO
http://www.quellidellelica.com/vbfor...d.php?t=462686
Il ritorno a Roma è stato il primo dal 1998 senza il nostro amato Leonino.

Quest’ anno grazie all’ aiuto di Eligio Arturi ( Mototouring srl ), conosciuto nel 1995 quando era il Tour Leader del “Top Dream Namibia” organizzato dal BMW Motoclub Italia e con il quale ho effettuato anche i viaggi in Tunisia nel 1996 ed in Marocco nel 2003, sono riuscito a trovare una agenzia assicurativa che ha stipulato una polizza triennale fideiussoria per la moto di mia moglie.

Risolto il problema “Carnet” mi sono messo al telefono per fissare un appuntamento con l’ Ufficio Consolare Iraniano per il rilascio del visto, pratica che ho sempre svolto personalmente come in occasione del viaggio in Siria e Giordania del 2007.
http://www.quellidellelica.com/vbfor....php?p=2235198

Chiamo il consolato gli inizi di Luglio e quando chiedo gli orari e informazioni per le pratiche di rilascio del visto per un viaggio con mia moglie sulla nostra moto in Iran, mi sento rispondere che l’ingresso di moto in Iran è proibito dallo scorso Maggio.

Panico e sconforto come da mio post:
http://www.quellidellelica.com/vbfor...d.php?t=475242
Telefonate e ricerche ai vari amici in Italia ed Estero, poi mi rivolgo ad un’agenzia di Roma, tra l’altro vicino a dove abito: Project Export Service http://www.projetvisti.it/
Stabiliamo di chiedere un semplice Visto Turistico, la cosa strana è che il loro referente in iran chiede anche copia del Carnet, oltre alla polizza sanitaria e la prima prenotazione alberghiera, cosa che mi fa ben sperare.

Tramite una mia ex vicina di casa, studentessa Iraniana, ero entrato in contatto settimane prima con Payam, agente della Marco Polo, agenzia turistica Iraniana.
Lo incontro a Roma e parlando in Italiano perfetto, accetta di aiutarmi durante il viaggio a prenotare gli alberghi giorno per giorno.
Lui, sua sorella Sepideh ed il suo collega Hamid, si rivelano utilissimi: non solo prenotano ma pagano il conto dell’albergo mandandomi via WhatsApp ( Payam mi aveva portato a Roma una Sim Iraniana che avevo montato su un secondo smartphone ) copia del voucher.
La mattina messaggiavo con Sepideh e la informavo della tappa giornaliera, della meta e del tipo di albergo richiesto, in alcuni casi come Persepoli ed Abianeh suggerisco io il nome dell’albergo.
Quando arriviamo la stanza è già confermata e pagata.
Nessun sovrapprezzo sul costo stanza e tariffa forfettaria di 100 euro per il servizio offerto non ultimo il fatto di avere sempre a disposizione, in caso di necessità, una voce amica in loco a cui rivolgersi per risolvere un problema imprevisto in lingua iraniana.
Il conto degli alberghi l’ho pagato ad un suo referente in Esfahan ed il conto finale a Roma quando ho incontrato Payam durante uno dei suoi periodici viaggi di lavoro in Italia dove anche lui, come la mia ex vicina di casa, è studente universitario.
Il fatto di aver avuto anticipati i costi alberghieri ha evitato di dover cambiare grosse cifre e portare in giro quantità di valuta Iraniana, con la benzina a 20 centesimi di euro al litro (!!!!!) ed il costo irrisorio del cibo nei ristoranti anche di “lusso” rispetto a quelli di casa nostra, potevo cambiare 100-200 dollari (ma anche gli Euro sono molto ben accettati ) alla volta sapendo che sarebbero durati diversi giorni.
In pratica ho pagato in valuta Iraniana solo gli “extra” in albergo e le spese giornaliere.
Ho avuto i vantaggi di un’agenzia di viaggi senza dover essere legato ad un programma di viaggio con tappe giornaliere prefissate e senza possibilità di variazione.
Ogni giorno decidevo la tappa ed i giorni di sosta.
Tramite Payam ho ottenuto la prima prenotazione alberghiera a Jolfa per l’“Invito” richiesto per l’ ottenimento del Visto per l’ ingresso in Iran.

Finalmente il 25/07 ottengo il Visto, rilasciato in Iran il 21/07, la partenza è prevista il 27/07 ma decido di posporlo di un giorno dato che, visti i problemi ed i dubbi per la partenza, anche la Patente internazionale era stata richiesta in ritardo ed arriverà il 26/07.



Tramite la solita agenzia Traghettiweb (traghettiweb.it) prenoto il traghetto con lo sconto per soci BMW: partenza con Anek da Ancona, doppia esterna più moto, solo andata.
Aver posticipato la data di partenza si rivela una fortuna: la sera del 26/07 vado in garage a montare le valigie Vario, mettere le borse, preparare tutto con largo anticipo per evitare imprevisti dell’ultimo momento.
Setto la sospensione Ohlins posteriore (confesso che l’ Ohlins anteriore non lo tocco ) per il viaggio che, anche se abbiamo ridotto di molto il bagaglio, come al solito prevede che la nostra moto sia “stracarica”.
Agisco prima sul precarico, poi sul freno in compressione e quando vado in ginocchio a stringere quello del freno in estensione mi ritrovo con le dita unte d’olio!
Mi attacco al telefono e chiamo Michele di RS Sospensioni che conosco dal 1999 quando ho montato Ohlins sulla mia GS1100 del 1994 che ancora possiedo.
Mi dà appuntamento per l’indomani nonostante sia in pieno trasloco nella nuova sede della sua officina.
Il giorno dopo, nonostante i lavori per il suo trasloco, mi smonta e revisiona l’ammortizzatore che sicuramente, visto il danno interno, presto o tardi mi avrebbe lasciato per strada.

Ora tutto è pronto per un viaggio la cui programmazione di ben 9 anni lo rende un sogno che sta per avverarsi.


IL VIAGGIO IN CIFRE
• Partenza da Roma 28/07/2017 – Ritorno a Roma 23/08/2017
• Giorni in Viaggio : 27
• Kilometri su Odometro alla partenza : 147.650
• Kilometri su Odometro al ritorno : 159.276
• Kilometri registrati come percorrenza dal’ Odometro : 11.626
• Kilometri registrati come percorrenza dal GPS: 11.865
• Media di ore trascorse in moto nei giorni in viaggio ( escluse soste ) H 6,42
• Media di Kilometri percorsi nei giorni in viaggio (20) Km.581
• Paesi attraversati e visitati: Grecia-Turchia-Iran-Bulgaria-Serbia-Croazia-Slovenia

MOTO
R1200GS Giugno 2006 con ABS
Frenata assistita e ripartitore di frenata
Valigie VARIO con borse interne + borse esterne Touratech
Amortizzatori Ohlins
Pneumatici Metzeler Tourance


GPS
• Garmin 60csx – Ancora valido anche se con il sole di fronte perde di visibilità e non è comodo nelle svolte come negli ultimi modelli.
• City Navigation Europe 2013 – Non ho fatto aggiornamenti successivi.
• OSM-IRAN – Grazie a FAGOT che ha risposto ad una mia richiesta di aiuto su QDE ho scoperto il sito http://garmin.openstreetmap.nl/ - La mappa dell’IRAN si è rivelata precisa ed utile.

ATTREZZATURA FOTOGRAFICA
• Pentax K5 IIs – Zoom Pentax DA* 16-50 ED AL
• Nikon Coolpix 7800
• Pentax WG-II
• Videocamera Sanyo Xacti HD
• Filtro Polarizzatore – telecomandi per Pentax e Nikon
• Cavalletto Monfrotto - uno grande ed uno portatile da cintura
• Borsa Interna per Fotocamera GIVI T508 all’ interno della borsa da serbatoio BMW

Resoconto Spese: € 6091,34 – Media giornaliera € 225,60

Visto Iran € 470,00
Carnet De Passage € 450,00
Patente internazionale ( 3 anni ) € 120,00
Fideiussione Ass.Va ( 3 anni ) € 400,00
Tot. € 1.440,00

Traghetto € 474,80
Benzina € 611,40
Autostrada € 120,00
Tot. € 1.206,20 27gg = € 44,67

Hotel € 1.740,00
Ristorante € 979,00
Bar € 77,75
Tot. € 2.796,75 27gg = € 102,44

Visite + Guide Turistiche Private € 269,15
Taxi € 111,40
Tot. € 383,55

Souvenirs € 183,54
Varie € 81,30
Tot. € 264,84

TOTALE GENERALE € 6.091,34 27gg = 225,60

ESCLUSO VISTI € 4.651,34 27gg = 172,27



FAQ

• VISTO - Come per ogni viaggio extra Europeo che lo richiede questa è la fase più noiosa, spesso complicata e costosa. Per l’Iran occorre un “invito” da parte di un ente locale (agenzia viaggi) e la prenotazione del primo albergo. Occorre anche una polizza sanitaria (Che al solito ho sottoscritto con Europ Assistance “Medico e Moto No Stop – la copertura per la moto non includeva Iran ma ero coperto fino al confine con la Turchia. A seguito delle difficoltà incontrate e dai tempi ristretti mi sono rivolto ad un’agenzia di Roma. I passaporti devono essere consegnati e vengono restituiti con il visto.



• CARNET DE PASSAGE – Il documento che più ha determinato l’attesa di così tanti anni alla realizzazione di questo viaggio. In pratica una volta ottenuta la fideiussione in favore di ACI il rilascio del documento non presenta alcuna difficoltà – Su come ci si deve comportare nel passaggio frontiera ci sono deversi post sul WEB e su QDE – E’ composto da varie pagine per ogni passaggio frontiera e deve essere restituito all’ ACI prima della scadenza.





• GUIDA E CARTINA STRADALE – Diverse guide studiate ma l’unica portata è stata la LP. La cartina era della REISE acquistata nel 2008, precisa specie nella indicazione dei distributori di benzina – Tornato a Roma ho acquistato la versione 2017 che riportava le varie autostrade e strade a 4 corsie che in quella portata in viaggio erano solo in costruzione.
Per la Turchia raccomando il sito che riporta, aggiornata, la cartografia stradale nazionale:
http://www.kgm.gov.tr/Sayfalar/KGM/S...Haritalar.aspx



• BIBLIOGRAFIA – Nato nel 1954 in una famiglia molto abbiente e colta, sono stato educato al viaggio come esperienza culturale prima ancora che ludica. Quindi ho studiato e letto molto per essere in grado di capire i luoghi visitati e scegliere, quando necessario, le località da visitare e quelle a cui rinunciare per ragioni di tempo e necessità.







• GPS vs SMARTPHONE – La cartina IRAN di http://garmin.openstreetmap.nl/
si è rivelata accurata anche se non riportava le ultime strade costruite recentemente. Comunque visto le precise indicazioni stradali è sufficiente segnare il percorso su carta con la numerazione delle strade ed andare sicuri di trovare e seguire il tragitto programmato. Piuttosto si dovrebbe aprire una discussione sulla precisione delle mappe su smartphone e sulla loro funzione “segui rotta” che sta rendendo superfluo il GPS ed i vari Navigatori, specie per le indicazioni di traffico in tempo reale (Istanbul e Theran lo rendono indispensabile). Il GPS rimane comunque indispensabile per le sue funzioni più dedicate alla rotta fuori dai tracciati convenzionali

• PASSAGGIO FRONTIERA – Il passaggio frontiera in Turchia è velocissimo, basta fare attenzione che sul passaporto siano stampati sia il timbro di ingresso che quello di uscita. Ero talmente concentrato sull’ ingresso in Iran da dimenticare (Prima volta in 5 passaggi in Turchia) di controllare e quando siamo rientrati ci hanno fatto un “cazziatone” perché non avevamo il timbro di uscita, tutto risolto in 15 minuti con una stretta di mano ed un sorriso. Il passaggio frontiera Iran a BAZARGAN è stato il più veloce e semplice di sempre: dopo le formalità Turche (I camion sono in un’altra sezione della dogana e quando siamo arrivati di mattina presto eravamo solo noi) ci si posiziona davanti ai due cancelli, marrone Turco e bianco Iraniano, quello marrone viene aperto subito ed occorre aspettare che una guardia Iraniana apra quello bianco. Noi abbiamo accettato l’offerta di aiuto di uno dei tanti che si offrono ad aiutarti al disbrigo delle pratiche doganali. La scelta si è rivelata vincente, con una mancia di 50 euro (esagerata per il mio entusiasmo – al ritorno ne ho dati 20) si è occupato di tutto mentre eravamo comodamente seduti ospiti dell’ Ufficio Turistico, in meno di 30 minuti eravamo fuori con passaporti e Carnet timbrati come da norma.



• SICUREZZA E POSTI DI BLOCCO – Ogni volta che dicevo che saremo andati in Iran mi rispondevano “Ma non è pericoloso?”. L’ Iran è sicurissimo sia dal punto di vista del pericolo attentati che della criminalità. Gli Italiani, a differenza di Inglesi ed Americani, non hanno bisogno di essere accompagnati da una guida turistica su un percorso pre-organizzato, si possono muovere liberamente per tutto il paese senza dover dichiarare i loro spostamenti.
Con il mio stupore la mia guida Samane a Yazd lasciava la sua borsa sul sedile posteriore della sua macchina parcheggiata……
Solo una volta siamo stati fermati per strada in un posto di blocco per il controllo dei passaporti, sempre in maniera gentile ed educata. La presenza della polizia nelle città è discreta e cordiale ed una volta a Qazvin siamo stati scortati, dopo aver richiesto l’indicazione per il nostro albergo, da un poliziotto con la sua piccola motocicletta, fino all’ingresso del nostro albergo, in altri casi ci rivolgevamo alle pattuglie all’ ingresso delle città da visitare per chiamare un taxi che ci guidasse al nostro albergo.
Diverso in Turchia dove il “problema” Curdo è molto sentito. I posti di blocco sono molto frequenti ma siamo stati fermati, sempre con cortesia al punto che in uno ci hanno anche offerto delle bibite, solo due volte. In compenso sono diminuite le “trappole radar” visto che la Gendarmeria rimane asserragliata dietro le installazioni poste all’ esterno delle caserme-

• STRADE- Le strade in Iran sono migliori di quelle sperimentate in Turchia nel 2004-2005 (Oggi notevolmente migliorate!). Anche le strade secondarie sono ben asfaltate e segnalate. I segnali stradali sono sia in Farsi che in Inglese e la numerazione delle strade è precisa così come le indicazioni kilometriche sempre in doppia lingua. Le strade di maggiore comunicazione sono a 4 corsie. Le Autostrade sono gratuite ed i casellanti all’ arrivo della nostra moto ci salutavano con entusiasmo. I limiti di velocità sono applicati solo alle auto locali, noi in autostrada e strade a 4 corsie andavamo regolarmente a Kmh120-130, sulle altre ad andatura di crociera max Kmh 90.
Nei passi ad oltre 2000 metri il fondo stradale è “zigrinato”, cosa che a me provoca un fastidio particolare…..

• BENZINA – I distributori di benzina sono frequenti ma non ben segnalati e quasi sempre occorre uscire dal proprio percorso perché sulla corsia opposta. In Iran le macchine vanno quasi tutte a GAS (l’Iran ha la terza riserva di gas al mondo) quindi molti distributori sono solo per il gas, quasi sempre di colore bianco. Quelli per la benzina hanno quasi tutti la “rossa” quindi considerate di “scatalizzare” la vostra moto. La benzina non è razionata e non ho avuto bisogno di una “tessera”. I benzinai sono cortesi e ti fanno passare avanti alle tante motociclettine (In Iran sono vietate le moto superiori a 200cc.). La benzina costava 1000 Toman (10000 Rial) cioè circa 20-25 centesimi!

• TRAFFICO – Forse l’unica nota dolente: il traffico nelle città è caotico ma soprattutto non vengono rispettate le più elementari norme del codice della strada a cominciare dal diritto di precedenza che è esclusivo di tutti in special modo del più forte (camion e furgoni), attenzione nelle rotatorie e nei cambi carreggiata. A metà viaggio avevo fatto l’abitudine ed ero diventato “cattivo” anche io. I pedoni poi non contano nulla e quindi attenti ad attraversare quando in visita alle città.
Capitolo a parte i DOSSI onnipresenti ad ogni uscita ed entrata di città e paesi oltre che lungo le strade ai posti controllo. Fate attenzione perché mal segnalati.

• MONETA – Ufficialmente il RIAL praticamente il TOMAN. Quando vi riferiscono il prezzo di un articolo è sempre in TOMAN, basterà aggiungere uno zero ed avrete il corrispettivo in RIAL da calcolare sulla vostra APP di Currency Exchanger sul cellulare. La vostra valuta, Dollari ed Euro, possono essere cambiati negli Exchange presenti in ogni città che cambiano a tassi molto più convenienti delle innumerevoli filiali di banca presenti in tutti i paesini e città. Tutti in Iran utilizzano carte di credito bancarie locali anche per gli acquisti più economici quindi la circolazione del contante è limitata. Le carte di credito VISA-MASTERCARD-AMEX subiscono il Veto USA ma possono essere usate in alcuni esercizi commerciali (es. Tappeti a Tabriz) ed in alcuni EXCHANGE nelle città più importanti – Un consiglio: Non cambiate subito tutta la vostra valuta, calcolate i prezzi degli alberghi prenotati e stabilite quanto vi occorre in RIAL per il periodo 3-4 giorni, l’inflazione in Iran corre e si guadagna non poco al cambio rispetto al tasso ufficiale. In ogni caso se si è in emergenza ogni albergatore è in grado di cambiare 50 euro.

• CLIMA-OROGRAFIA – In Iran viaggia su un altopiano di altezza media 1000 metri sul livello mare. Le città principali sono a circa 1500 metri di altitudine, Abyaneh ad oltre 2000 metri. Quasi ogni giorno di viaggio si passano su strada i 2500 metri. Chi ha problemi di salute con l’altitudine ne tenga conto.
Ad Agosto viaggiavamo con circa 40 gradi di temperatura ma con un tasso di umidità del 10% cosa che rendeva la temperatura esterna abbondantemente sopportabile al contrario di quanto patito lo scorso anno in Portogallo ed al ritorno a Roma con 29 gradi ed il 60-70% di umidità.
Nelle città dove il caldo si fa più sentire, come Yazd, occorre portarsi dietro la bottiglietta d’acqua ed i negozi sono chiusi all’ora di pranzo mentre la vita serale e notturna è vivace.

• CURVE E TORNANTI – Programmare un viaggio in Iran per visitare i siti storici e le città più importanti per potersi anche sbizzarrire su curve e tornanti può rivelarsi una grossa delusione se si hanno meno di 20 giorni per soggiornare in questo splendido paese. Praticamente con l’eccezione della strada che costeggia il fiume Aras, la discesa da Ardabil ad Astara, la strada da Qazvin alla Valle di Alamut, la vecchia strada di collegamento tra Shiraz-Esfahan-Kermanshah che attraversa il Luristan, la strada da Zanjan al Takht e Soleyman, il rimanente delle nostre tappe di trasferimento si sono svolte su un altopiano brullo ed arido al limite monotono, con strade diritte e senza particolari attrattive paesaggistiche. Solo nel Luristan, con la vista degli splendidi Monti Zagros e nella Valle di Alamut, separata dal Mar Caspio dai Monti Arburz, si percorrono strade con paesaggi agresti di campi coltivati, alberi e fiumi gorgoglianti.
Naturalmente se si ha più tempo o con mete differenti da quelle classiche, sia ad Ovest, al confine con l’Iraq che a Nord tra il Caspio ed Alamut ci sono strade che possono soddisfare i patiti del fuoristrada e delle pieghe.
Per non parlare della parte desertica che, date le altissime temperature estive, non abbiamo considerato come meta in Agosto così come la costa del Golfo Persico.

• ABBIGLIAMENTO MOTO – Dal 2006 viaggiamo con la BOULDER una giacca della BMW con aperture davanti e dietro e maniche staccabili, leggera ma al tempo stesso protettiva anche con pioggia leggera, così efficace e pratica da essere subito sostituita con un modello con lo stesso nome ma caratteristiche meno performanti – Pantaloni SUMMER, anche loro dal 2006, certo il loro colore chiaro non aiuta e dopo 10 giorni di frequentazione delle strade con scarichi dai TIR e schizzi per la pioggia il loro aspetto cambia….ma si lavano facilmente e sono freschi.
L’abbigliamento intimo a pelle è essenziale nei climi molto caldi: Capilene o similare sia come T-Shirt e sotto pantalone, camicia leggera e traspirante, sotto casco un elemento che non finirò mai di raccomandare.
Ma l’elemento più determinante di questo viaggio è stata la “Camel Bag” acquistata da Decathlon da Lt 2. Riempita ogni giorno di acqua fresca con aggiunta di Polase e sistemata nella sacca interna (quella prevista per il salva-schiena) della mia giacca ci permetteva di bere in movimento dal suo lungo tubicino munito di rubinetto. Una è stata sufficiente per entrambi e non ci ha fatto sentire né la sete ed il caldo, anzi devo dire che nelle ore più calde stavamo meglio in moto che a passeggio in visita nelle città-



• ABBIGLIAMENTO DONNE E POLIZIA MORALE – E’ stata la seconda domanda più frequente: “ma come si dovrà vestire tua moglie?”. Tutti i pregiudizi e le preoccupazioni sugli usi e costumi di uno stato Islamico definito “Integralista” si sono vaporizzati il primo giorno di ingresso in Iran. Accanto alle donne vestite in Chador ce ne sono, specie le più giovani, vestite con uno “spolverino” aperto su pantaloni attillati (Fuseaux o Jeans anche “strappati”), foulard tenuto molto “largo” sulla testa a scoprire i capelli. Una foto che non ho scattato per motivi di delicatezza e privacy vedeva due tavoli del caffé nella splendida sede dell’ Hotel Abbasi ad Esfahan: da una parte un Mullah con la sua famiglia, lui con il tipico cappello ed uno splendido mantello damascato, moglie, madre, due figlie, maschio di 6-7 anni, le donne in chador che messaggiano (compresa la madre) con lo smartphone e bevono Pepsi Cola – Altro tavolo con riunione di giovani donne tipo “Ladies Night”, vestite con abiti all’ occidentale, pantaloni aderenti con spolverino aperto su camicie che facevano trasparire il decolté, capelli visibili sotto i fouard o larghe sciarpe, trucco vistoso (L’Iran ha il più alto numero di Rino-Plastiche al mondo) una addirittura con scarpe “chanel” rosa dello stesso colore della cover del suo smartphone, treccia (mia moglie asseriva fatta con extension) camicia e reggiseno a balconcino sotto lo spolverino, che si faceva un “selfie”.
Il fatto che la famiglia del Mullah avesse smartphone e tablet dimostra che l’assunto che la popolazione e le donne in particolare, siano tenuta all’ oscuro del mondo moderno è falsa.
Gli uomini non possono indossare pantaloni corti ma possono portare le polo a manica corta.
Nessun integralista si è mai permesso per strada od in albergo di redarguire mia moglie od altre donne locali per il modo di vestire non “tradizionale”.
Per il resto basta attenersi alle normali regole di comportamento nei paesi Islamici descritte in ogni guida.















• LINGUA – Naturalmente il FARSI ma in Iran il 60% della popolazione ha meno di 35 anni e quasi tutti, specie nelle città parlano Inglese e comunque hanno il traduttore automatico sullo smartphone.
Le reception di quasi tutti gli alberghi visitati parlavano Inglese, le altre facevano di tutto per capire e farsi capire così come tutte le persone incontrate lungo la strada, benzinai inclusi.

• TELEFONO-INTERNET – Noi avevamo una SIM Iraniana che può essere acquistata in ogni città, ci sono almeno 3 gestori nazionali. Io avevo anche la mia SIM aziendale con un ROAMING internazionale. Il WI-FI è presente ovunque, alberghi e negozi, gratis e veloce. A Tabriz mi sono collegato in Tethering con il cellulare di un tassista per ricevere in WhatsUpp con il nome dell’albergo dove farci accompagnare. I tassisti leggono e parlano in Farsi ma hanno sempre un amico a cui chiamare che parla in Inglese e seguono le strade con Google Map. Tutti hanno Instagram e WhatsUp mentre FB è limitato così come i siti WEB “sgraditi” e non mi riferisco solo a Youporn ma anche al Messaggero On Line…..Corriere Della Sera e Repubblica erano visibili.

• FOTOGRAFIE E VIDEO – Si può fotografare e riprendere tutto con l’esclusione dei siti militari e mai e poi mai nei pressi delle centrali atomiche. I militari, poliziotti e vigili urbani non si fanno fotografare, ad Esfahan un vigile fotografato mentre comminava una multa mi ha chiesto gentilmente ma fermamente di cancellare la foto. La gente ama farsi fotografare ed anzi insistono per farsi un selfie con un viaggiatore straniero che viene a vistare il loro paese.

• ALBERGHI – L’ Iran sta aprendo al turismo dopo l’alleggerimento delle sanzioni economiche Occidentali. Gli alberghi per lo più costruiti al tempo dello Shah sono quasi tutti in fase di ammodernamento comunque anche adesso sono di un più che discreto standard a livello di un tre stelle Italiano quelli “familiari” (dove soggiornano le famiglie in viaggio come quelli da noi scelti a Jolfa-Sareyn-Masuleh-Abyaneh-Zanjan) sempre puliti con stanze comode, servizio e personale cortese e professionale e quasi tutti con bagni all’Occidentale.
Ricordarsi, come in Turchia e negli “studios” in Grecia, di non buttare la carta igienica nel water ma nei cestini…..
Prezzi intorno ai $45 negli alberghi familiari. A Qazvin-Yazd-Persepoli-Shiraz-Esfahan-Tabriz siamo stati in hotels di categoria lusso in belle stanze alcune molto grandi con tre letti ad un prezzo medio di $105 sempre B&B. la stanza dell’Hotel Abbasi di Esfahan, il più bello della città ed uno dei più belli del paese costava $115,80 a notte.
Spesso siamo stati sistemati in stanze di categoria superiore di quelle prenotate senza sovrapprezzo.
Ognuno comunque può scegliere sistemazioni più convenienti, io viaggio dal 1992 con mia moglie e confrontando i prezzi di un 3 stelle Italiano ad Agosto ho scelto, ove possibile, le sistemazioni più comode.
Tenete presente che i prezzi per i turisti sono più alti che per i locali che amano frequentare, se possono permetterselo (e la situazione economica generale della popolazione è più che buona) i grandi alberghi.
Io preferivo prenotare la mattina avendo la sicurezza di arrivare con la stanza già fissata. All’ ingresso della città chiamavo un taxi e mi facevo scortare fino all’ ingresso dell’hotel spendendo mediamente non più di €7,00.
Moto parcheggiata in tutta sicurezza all’ingresso degli Hotel o nel loro garage ove presente, ci sono sempre le telecamere di sicurezza ed il personale è molto attento.

• CIBO E BEVANDE – In Iran si mangia benissimo, sia nei ristoranti che per strada, compreso il gelato che abbiamo gustato a Shiraz. La frutta è buonissima ma ad eccezione del Cocomero e del Melone Bianco, stranamente non viene servita nei ristoranti e negli alberghi. Non sto ad elencare i piatti perché basta navigare sul web per avere la descrizione dei piatti tipici Iraniani che abbiamo gustato e posso garantire sono ottimi.
Naturalmente non ci sono alcolici, non bevete la birra analcolica locale che non sa di nulla mentre quella importata BAVARIA è discreta.
L’acqua imbottigliata è ottima, quella del rubinetto con cui lavarsi i denti non da problemi. The locale buono come in Turchia specie se zuccherato con il tipico zucchero limonato in blocchetti.
Il caffè Italiano ha raggiunto anche l’Iran: Illy, Lavazza e Segafredo sono ovunque nelle grandi città. A Persepoli il barman dell’Hotel Apadana mi ha preparato un cappuccino a regola d’arte.
Dolci di tipo orientale: zuccherosi e caramellosi, buoni i biscotti tipici di Yazd.
Pane sottile sfornato lungo la strada, buono subito e caldo ma gommoso se freddo.
Riso Pilaf che accompagna ogni piatto, ordinatene solo una porzione in due. Kebab di Agnello-Pollo-Manzo cucinati benissimo con accompagnamento di verdure.
Purtroppo lo Junk-Food ha raggiunto anche questo paese con l’abitudine a pizza-amburgers-patatine fritte con conseguente sovrappeso specie tra i bambini….Alla faccia della “demonizzazione” degli integralisti nei confronti dell’ “Occidente Corrotto”!

• VISITE AI SITI STORICI E MOSCHEE – Si pagano tutti ed il biglietto per i turisti stranieri costa di più, mediamente per ogni ingresso 200.000 Rial a persona. Si fa la fila al botteghino ma spesso senza chiedere ti sorridono e ti fanno passare avanti la fila.
La rivoluzione Khomeinista aveva colpito anche le antiche moschee ed i siti archeologici, visti come reliquie di un passato “non ortodosso”.
Ora che il paese si sta aprendo al turismo con tutti i suoi vantaggi, specie economici, tutti i monumenti e moschee sono in restauro e la popolazione Iraniana, orgogliosa delle proprie tradizioni storiche, affolla, anche se spesso in maniera “disordinata”, i siti storici.

• DONNE IRANIANE – Sono l’anima trainante del paese con la loro capacità di gestire le problematiche sociali e la loro cultura accresciuta dalla affluenza massiccia alle facoltà universitarie.
Le ragazze sono molto belle.
Per i single in cerca di avventure un po’ di foto con l’augurio di non fare la fine di Verdone nel film “Gallo Cedrone”.

































• POPOLAZIONE – Forse il motivo più valido per visitare l’Iran. Dal momento che siamo entrati siamo stati accolti con il saluto “Welcome in Iran” che ci ha accompagnato per tutto il viaggio. Lilli veniva fermata per strada dalle famiglie, soprattutto donne, attratte dai suoi capelli biondi e occhi azzurri, che chiedevano di fare un selfie con lei. Tutti erano entusiasti di incontrare viaggiatori stranieri in visita al loro paese, quando poi scoprivano che viaggiavamo in moto erano ancora più sorpresi e felici. Abbiamo rifiutato, per ragioni di tempo ed oppotunità, con fatica inviti ad essere ospiti di persone incontrate per strada a passeggio nelle varie città, cosa che non faremo nel nostro prossimo viaggio. Venivamo ripresi con il telefonino mentre viaggiavamo in moto e venivamo salutati dal finestrino di auto e camion. Un paio di volte ci hanno offerto in corsa bibite e frutta secca!
Pane e frutta offerti lungo la strada nelle città visitate, gente di ogni estrazione sociale che salutava e ci chiedeva informazioni su noi ed il nostro paese, tutti sorridenti e felici di incontrarci e scattare una foto con noi.
Un’ esperienza che ci ha spinto a considerare un ritorno in Iran già dal prossimo anno.












IL REPORT DEL VIAGGIO

28/07 – Roma – Ancona – Traghetto
Km.316 – Totali H.3,30


Sveglia alle ore 06,00, colazione completa. Sono a dieta da maggio e sono riuscito a perdere quasi 12 kili ed ora pantaloni e giacca da moto mi stanno benissimo, oltre a stare meglio fisicamente anche se il menisco leggermente lesionato a Gennaio e la conseguente “zampa d’oca” che ne è derivata mi fanno ancora un po’ male.
Vado in garage a prendere Diavolina carica da un giorno, ci siamo tenuti “leggeri” con il carico ma al solito siamo sempre pesanti di roba specie la borsa del serbatoio piena di attrezzatura fotografica.





Partiamo alle 08,00 salutando Anna, mia cognata, che si trasferisce a casa nostra (lei abita due piani di sotto) a cui ho regalato uno smartphone, il suo primo,mo per ricevere foto e telefonate con WhatsUp.
Bel tempo ed autostrada fino ad Ancona dove prima del check-in effettuo il pieno.
Michele risponde al mio WhatsUp con la foto della moto a pieno carico e suggerisce un altro giro al precarico dell’ammortizzatore posteriore, cosa che avrei comunque fatto.
La moto è perfettamente bilanciata.
Ci imbarchiamo subito con altre moto e lasciata la nostra nel garage ci rechiamo nella nostra cabina esterna al solito accogliente.





I traghetti sono aumentati tantissimo. Mi faccio una doccia ed andiamo al ponte piscina a mangiare una Kebab al piatto senza birra in rispetto alla mia dieta che intendo seguire anche in viaggio.
Siamo a bordo di una nave Greca e conseguentemente sposto in avanti il mio orologio.
Riposino con lettura dell’ultimo romanzo di Camilleri sul Commissario Montalbano, poi alle 18 usciamo ed andiamo a goderci il ponte esterno seduti fino al tramonto con caffè frappe e sigarino per me.



Cena a buffet: fettina, riso ed una fetta di cocomero.
Anna ha messo il suo primo like sulla nostra foto su FB, cosa da non credere visto che non aveva mai avuto telefoni con cui andare sui social!
A tavola conosciamo una coppia bellissima, lui un architetto di 84 anni, Maurizio Moretti, che con la moglie sta tornando in Grecia a prendere la loro barca con cui hanno trascorso tante vacanze felici per riportarla in Italia dopo 30 anni.
Speriamo di arrivare anche noi così felici ed uniti alla loro età.
Torniamo in cabina dove trascorriamo una notte serena, prima però finisco il libro di Camilleri.

29/07 – Igoumenitsa – Frontiera Turca – Izmit
Km.1042 In moto H10,33 Totali H12,08




Come sempre quando prendiamo un traghetto dove dobbiamo passare la notte in cabina il primo pensiero di Lilli è “A che ora arriviamo perché dobbiamo mettere la sveglia presto”.
Sveglia alle 05,00, doccia, vestiti, caffè lungo al bar.
Sbarco senza problemi alle 07,15, sistemiamo il piccolo bagaglio portato a bordo e prendiamo la Egnazia Odos che ci porterà fino alla frontiera con la Turchia.
La mattina presto fa un po’ freddino ed abbiamo anche il sole in faccia dato che andiamo verso Est. Autostrada semi deserta, ci fermiamo per il pieno in uno dei rarissimi distributori in autostrada. Facciamo una sosta ma non mangio nulla, sono digiuno da ieri sera ma non ho fame, conseguenza della dieta, beviamo solo.
Secondo pieno questa volta fuori l’autostrada poi diritti alla frontiera Turca dove sbrighiamo in fretta le pratiche doganali, al solito sorpassando le fila di auto con i Turchi in rientro dai paesi europei sede del loro lavoro. Approfitto del bancomat in frontiera per prelevare con la VISA un po’ di lire turche.
Usciti dalla frontiera comincio a cercare di acquistare la tessera per il pedaggio autostradale ma tutti i distributori di benzina ne sono sprovvisti e questo mi farà perdere un po’ di tempo.
Strada nazionale fino a Tegirdak facendo attenzione ai limiti di velocità e fatto il terzo pieno prendiamo l’autostrada passando per i varchi senza la tessera.
Arrivati ad Istanbul questa città di 15 milioni di abitanti, visitata già due volte nel 2004 e 2005, pare essersi riversata in autostrada tanto è caotico il traffico che causa diversi blocchi, durante uno approfitto dell’aiuto della polizia stradale per trovare l’ufficio dove acquistare la tessera con prepagato il pedaggio autostradale.
Aiutato dal mio smartphone fissato al manubrio con Google Map caricato con la mia destinazione alberghiera, mi disbrigo tra le varie uscite in autostrada non sbagliandone una, sempre in un traffico caotico.
Prima del Ponte sul Bosforo la polizia ferma il traffico per non creare ingorghi sul ponte e quando ripartiamo la strada è sgombera e le moto sono le prime a passare.





La sera si avvicina e guidati dallo smartphone arriviamo alle 20,45 al nostro albergo di Izmit, carino e con parcheggio custodito.
Ci facciamo una doccia ed andiamo al ristorante nella terrazza sul tetto dell’albergo con una splendida vista. Siamo distrutti dalla lunghissima giornata per di più a digiuno, un errore da non ripetere più.
Ottima cena con bistecchina e patate, mi concedo una birra Efes per festeggiare la giornata mentre Lilli si beve un Raki e si mangia una Panna Cotta.





Mi fumo un sigaro al tavolo guardando il panorama poi sceso in camera sbrigo un po’ di lavoro collegato in Wi-Fi e poi ci mettiamo a dormire stanchissimi ma felici per questa prima giornata di viaggio.

30/07 – Izmit – Amasya
Km.577 In moto H6,09 Tot. H06,34


Partiamo alle 08,30 e prendiamo subito l’autostrada direzione Ankara. Il nostro albergo è stata un’ottima scelta anche perché è vicino all’ imbocco autostradale e come dicevo comodo e con personale simpatico e professionale che su mia richiesta ha prenotato gli alberghi per le prossime due tappe in Turchia.
Oggi rispetto a ieri la tappa non è impegnativa, tutta su autostrada e strada nazionale a 4 corsie, posso così tenere, con prudenza, una velocità superiore ai limiti consentiti che, per le moto, è inferiore ai 90 kmh.





Solo una volta incontriamo un posto di controllo con il radar ma veniamo avvertiti dalle auto provenienti dal senso opposto.
Lasciamo l’autostrada e prendiamo la strada nazionale che ci porterà ad Amasya.
Prima ci fermiamo per una sosta in uno dei tanti distributori di benzina, vere e proprie aree di sosta con ristoranti, frequenti sulle strade principali Turche.



Ci mangiamo delle ottime Kofte (polpette) con riso pilaf e fatto il pieno riprendiamo la strada arrivando al nostro albergo alle 16,15.



Stanza molto bella con terrazza affacciata sul fiume di Amasya, caratteristico con le sue case in stile ottomano affacciate su entrambe le sponde, che è stata anche città natale dello storico Strabone, famoso durante l’Impero Romano.
Doccia e sigarino in terrazza, un po’ di lavoro collegato in Wi-Fi e poi riposino fino alle 19,30.



Usciamo a passeggiare sul lungo fiume di questa città dove la gente è ligia alla tradizione Islamica e la condivisione con il partito del presidente Erdogan è palese non solo dai manifesti politici.



Le bevande alcoliche sono proibite e le donne vestono tutte con il “Turban” anche se i giovani, pure le ragazze, sono più “spigliati”.
Il lungo fiume è vivace pieno di famiglie a passeggio e di locali frequentati.
Le case affacciate sul fiume sono illuminate da luci colorate creando un’atmosfera particolare.







Passiamo accanto alla moschea frequentata per la cerimonia serale.









Non troviamo un locale dove cenare di nostro gusto così decidiamo di tornare in albergo e cenare nel suo ristorante, prima però ci dirigiamo verso la musica proveniente da un locale vicino al nostro albergo.
E’ in corso una festa di fidanzamento con amici e parenti che festeggiano con canti e balli la futura sposa.
Veniamo invitati dal padre della festeggiata a partecipare alla festa (purtroppo non si mangia!) e ci buttiamo a ballare tra l’entusiasmo dei presenti.







Lilli ad un certo punto deve trascinarmi via per paura che il mio ginocchio malandato possa peggiorare.
Salutiamo la festeggiata ed andiamo al nostro albergo dove consumiamo una discreta cena.
Ultimo sigarino in terrazza e poi a nanna.

31/07 – Amasya – Dogubeyazit
Km.837 In moto H9,20 Tot. H11,30


“Pioggerellina e Vento”

Sveglia alle 05,00, preparo il caffè con la Moka che mi regalò la mia amatissima sorella Patrizia nel 1976, in occasione della mia partenza per il Sud Africa dove sono emigrato per 4 anni fino alla sua prematura morte che mi spinse a ritornare in Italia per seguire la sua fine, che mi segue da allora in tutti i miei viaggi, da solo prima e poi con mia moglie Lilli.
Mi sono portato da Roma anche il caffè macinato della torrefazione da cui acquisto il macinato per espresso (ottimo anche nella Moka, basta non pressarlo) da quasi 30 anni, due tubetti di latte condensato, biscotti e frutta secca mista.
Da sempre la prima colazione è il mio pasto principale, ma quando viaggio in moto non riesco a farla in albergo se non nei giorni di sosta, quindi la preparo in camera ed è piacevole svegliarsi e preparare un buon caffè come a casa.
Per anni è stato difficoltoso prepararlo con le vecchie bombolette di camping-gas che una volta fissate al bruciatore non potevano più essere staccate occupando così molto spazio, poi con le bombolette auto-sigillanti è cambiato tutto ed ora ho una piccola borsa ex beauty-case dove entra la Moka, il piccolo bruciatore, una bomboletta per la durata di 30gg, il caffè, lo zucchero in bustine, il tubetto di latte condensato, acciarino (tanto per sentirmi un po’ alla “Dual Survival” ) accendino ed una parte della collezione di cucchiaini raccolti negli alberghi visitati in questi anni.
Il piccolo “beauty” entra con il resto del caffè ed i biscotti in una delle borse esterne fissate in cima alle VARIO dove ripongo anche il kit per doccia in caso di sistemazioni non alberghiere, due sacchi lenzuolo, biscotti, frutta secca e tutto quello extra abbigliamento che si viene ad accumulare durante il viaggio, soprattutto i souvenir che Lilli chiederà di acquistare e che io non potrò rifiutare di comperare.
Kit doccia e sacchi lenzuolo mai usati avendo sempre dormito in strutture alberghiere degne di questo nome e provviste di tutto.
In viaggio la routine è sveglia alle 06,00 e partenza alle 08,30, oggi abbiamo anticipato perché la tappa è lunga e tutta su strada nazionale, quindi con medie di percorrenza più lente.
Partiamo alle 07,30 in una giornata nuvolosa e freddina che mi porterà a scrutare di continuo l’orizzonte ed il cielo in attesa di pioggia.



Prendiamo la N100 che diventa subito a 4 corsie con pochissimo traffico e fondo stradale perfetto.
Ricordo le strade nazionali Turche nel 2004 ma soprattutto nel 2005 quando ritornando in Cappadocia puntammo ad Est verso il Lago Van-Dogubeyazit-Kars.
Brutte con fondo stradale scivoloso e solcato dal passaggio dei Tir.
Lavori di costruzione e riparazione continui su entrambe le carreggiate contemporaneamente con tappe giornaliere frammentate da tratti anche di 20 chilometri di strada interrotta e trafficata da camion e furgoni da superare in velocità su un fondo di pietrisco e sabbietta.
Ora invece la strada sembra un’autostrada e posso godermi rilassato il panorama delle montagne che separano dal Mar Nero e che influiscono sul clima di questa giornata uggiosa.
Vedo in lontananza una pattuglia della Gendarma, temo di essere stato colto in fallo dato che ho tenuto una velocità oltre i 110 Km/h, accosto prima ancora che me lo chiedano e tiro un sospiro di sollievo: è solo un controllo della patente, prendono i nostri dati e ci salutano sorridenti augurandoci buon viaggio.
Nel frattempo la mia Diavolina compie il suo 150.000 compleanno



Il tempo minaccia pioggia ma all’orizzonte ad Est, dove ci dirigiamo, c’è il sole e dopo 300 chilometri, asciutti ed al sole, ci fermiamo per la prima sosta per il pieno ed uno spuntino a base di the e banane acquistate nel piccolo negozio di frutta all’ interno.
Rinfrancati dalla sosta riprendiamo la N100 che scorre tranquilla fino ad ERZURUM dove poi peggiora leggermente con un piccolo tratto in costruzione che non ci crea problemi.
Il tempo cambia di nuovo e dopo ERZURUM comincia una sottile pioggerellina che rende il fondo stradale un po’ scivoloso, è più una sensazione psicologica data dalla vista della “schiumetta” creata dallo sporco sulla superfice dell’asfalto a contatto con la pioggia che da un effettiva mancanza di “grip”.
Le Tourance in questi frangenti mi hanno sempre dato fiducia sorpassate solo dalle prime Anakee del 2004.
Da ERZURUM-AGRI-DOGUBEYAZIT ci sono 3 passi, uno di quasi 2000 e due oltre i 2000.
Ne facciamo almeno 2 sotto la pioggerellina che non fa in tempo a passare oltre la giacca ed i pantaloni ma che sporca i miei ancora immacolati Summer con gli schizzi provenienti dagli altri veicoli.
Vediamo all’orizzonte uno splendido arcobaleno che non mi arrischio a fotografare per non incorrere nelle ire funeste di Lilli che non si lamenta della pioggia ma non ha nessuna intenzione di fermarsi al lato strada e farsi superare dai Tir faticosamente sorpassati.
Passata AGRI finisce la pioggia e comincia il forte vento laterale che ci accompagnerà fino a DOGUBEYAZIT con l’aggiunta di un altro breve scroscio di pioggia.
All’ improvviso appare il Monte Ararat che non vedevamo dal 2005 quando percorremmo in parte la stessa strada provenendo da Sud dal Lago Van.
La vista al solito ci emoziona, la cima è visibile ed innevata e ci accompagnerà fino alla nostra meta giornaliera dove arriviamo nel tardo pomeriggio.
All’ ingresso della città veniamo fermati da un posto di blocco dove controllano i nostri passaporti e ci domandano se stiamo andando in Iran.
Facciamo il pieno e chiedo indicazioni per il nostro albergo affidandomi poi alla guida del mio Samsung Galaxi Note 4 e di Google Map.
DOGUBEYAZIT, che avevo attraversato nel 2005 quando non potemmo visitare lo Ishak Pasha perché la strada era interrotta, non mi era piaciuta e non mi piace nemmeno adesso.
Tipica città di frontiera, brutta, sporca, polverosa, calda di giorno e fredda di notte.
Ad una rotatoria con strada non asfaltata e fondo sconnesso, rischio un frontale con un auto che non rispetta carreggiata e precedenza, ma riesco a schivare.
Arriviamo al nostro Hotel Tehran (Nomen Omen) che pur essendo un Boutique Hotel da fuori sembra un cesso per di più in una strada secondaria, non asfaltata e sporca.
Invece l’hotel ed il suo manager si rivelano una ottima scelta.
La moto viene parcheggiata nel parcheggio custodito davanti all’ ingresso, la camera è ampia e pulita ed anche se non ne approfittiamo, l’albergo è fornito di una buona varietà di alcolici.



Usciamo a cena nel ristorante consigliato dal manager, pochi passi a piedi ed arriviamo al ristorante dove mangiamo anche se non abbiamo molta fame.







Passeggiamo in una città vivace ma frequentata solo da uomini, non è tardi ma non ci sono donne in giro.
Torniamo alla nostra stanza e ci mettiamo a dormire con la finestra aperta che poi chiuderemo per il freddo della notte.
Abbiamo percorso 2500 chilometri in 3 giorni e siamo arrivati al confine con l’Iran.
Domani, spero, il sogno di visitare l’Iran si avvererà dopo nove anni di attesa.

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Antonio Tempora
"Ama il tuo sogno ogni inferiore amore disprezzando" - Ezra Pound

Ultima modifica di Antonio Tempora; 06-11-2017 a 10:18
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Vecchio 01-11-2017, 21:38   #2
Alessio gs
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Molto bello e ben raccontato...ciao...
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Vecchio 01-11-2017, 21:45   #3
ZAGOR
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Bravo Antonio e complimenti alla tua Signora
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Quando non sai più dove stai andando ricordati almeno da dove vieni...
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Vecchio 02-11-2017, 10:29   #4
bigbrambi
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Appena tornato.
Condivido il tuo parere sulla popolazione. Gentilissimi e ben disposti verso i turisti.
Non so come hai fatto a uscire illeso dal traffico caotico e indisciplinato nelle grandi città.
Complimenti a te e alla tua signora per lo stupendo viaggio!
bigbrambi non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 02-11-2017, 10:57   #5
GS3NO
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spero che questo aiuti la moglie a convincersi ad affrontare uno dei miei sogni
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Ultima modifica di GS3NO; 02-11-2017 a 11:05
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Vecchio 02-11-2017, 11:07   #6
GS3NO
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PS DOGUBEYAZIT è un posto tosto, di frontiera vera... posto maschio
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Vecchio 02-11-2017, 11:08   #7
matteo10
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Complimenti per il viaggio e per questo super inizio di report!!
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Vecchio 02-11-2017, 12:32   #8
Antonio Tempora
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01/08 - Dogubeyazit – Frontiera Iran – Strada Fiume Aras – Chiesa St.Stephanos – Jolfa
Km.220 Partenza H08,00 in Turchia Arrivo H 16,20 ora Iraniana

“Il mio sogno dopo tanti anni si è avverato….Crederci Sempre Arrendersi Mai!”


Sveglia alle 05,00 e caffè sul terrazzino della nostra stanza con i biscotti portati da casa.





Preparo le borse, pago il conto, carico la moto ed usciamo con un po’ di difficoltà da questa caotica e sporca città di frontiera.
La situazione politica dovuta al nuovo inasprirsi della situazione Curda ha contribuito alla difficoltà a trovare l’uscita giusta dalla città: parecchie strade che prima portavano agevolmente alla Nazionale ora sono sbarrate per motivi di sicurezza e seguire il GPS non aiuta.
Alla fine prendiamo la strada giusta e salutando il nostro amato Ararat sulla nostra sinistra ci dirigiamo verso la frontiera.







Tempo splendido, fila di Tir nei pressi della frontiera lunga almeno 2 chilometri con gli autisti in paziente attesa.
Al solito passiamo oltre le file e procediamo con le fasi doganali d’ uscita con i funzionari Turchi, al solito velocemente (anche troppo come scopriremo al rientro visto che per nostra distrazione non ci mettono il timbro d’uscita!),
Dribbliamo i tanti pestulanti che offrono di cambiarci la valuta e ci mettiamo in attesa davanti al cancello bianco che, aperto quello marrone Turco, ci separa dalla dogana Iraniana di Bazargan.
Dopo pochi minuti di attesa senza che si presenti un’anima al cancello veniamo “prelevati” da un signore in borghese che si offre di aiutarci al disbrigo delle pratiche dognali, al nostro assenso chiama con un urlo la guardia che si affretta ad aprire il cancello permettendoci di entrare.



Fermiamo la moto davanti ad una garitta lasciando giacche e caschi sotto l’ occhio vigile di una guardia doganale e seguiamo il nostro “Virgilio” dentro la dogana pensando preoccupati di trovarci “In un luogo oscuro dove la diritta via era smarrita”.
Invece aspettando comodamente seduti nell’ ufficio turistico dove una gentilissima ragazza in chador e trucco vistoso a cominciare dalle sopracciglia perfettamente disegnate, si informa sul nostro viaggio prendendo nota delle nostre generalità e ci intrattiene sulle caratteristiche turistiche di Maku e del Territorio di Libero Scambio di Jolfa, il nostro “assistente” salta le fila, quasi tutti camionisti, davanti ai vari funzionari facendo timbrare i nostri passaporti e soprattutto il preziosissimo Carnet De Passage, che il funzionario compila dopo aver verificato personalmente il numero di telaio che io gli ho indicato ma che lui sapeva perfettamente dove si trovasse!
Usciamo dalla dogana dopo poco più di 45 minuti e seguiamo la nostra guida all’ ufficio di cambio dove praticamente tutti gli “assistenti” in frontiera fanno riferimento.
Prima lasciamo la moto e tutti i nostri averi al primo Posto di Polizia dove gli agenti ci salutano con il nostro primo “welcom in Iran” contenti del nostro arrivo nel loro paese.
L’ ufficio di cambio dove ci rechiamo è di fianco all’ Exchange ed il tasso a cui ci cambiano 300 dollari (siamo partiti con 3000 dollari e 1630 euro di cui 1000 tra dollari ed euro nascosti nella moto con una MasterCard) non cedendo alle insistenze di cambiarne di più, poi elargisco una mancia di 50 euro al nostro “Virgilio” superiore alle sue aspettative ma giustificata, dopo tutte le preoccupazioni patite per il rilascio del visto Iraniano e sulle difficoltà nel passaggio frontiera, dalla velocità nel disbrigo delle pratiche doganali e dal nostro entusiasmo di trovarci finalmente in Iran.



Torniamo alla nostra moto e settato il mio GPS usciamo da Bazargan direzione Maku-Poldasht-Fiume Aras dove arriviamo senza difficoltà.
Cominciamo a seguire il fiume Aras che separa la regione del Nakhichevan, enclave dell’ Azerbajan contesa all’ Armenia.



La strada è a due corsie non larghe ma ben tenute, traffico scarsissimo fino a quando si giunge allo sbarramento che con il suo piccolo lago contribuisce ad irrigare le coltivazioni, solo qui troviamo un po’ di circolazione automobilistica oltre che trattori ed altri veicoli dedicati all’ agricoltura.
Superato il piccolo lago artificiale riprendiamo a costeggiare il fiume e la strada diventa tortuosa ed ad una sola corsia con tornanti e Sali scendi sempre con la vista sulla frontiera Azera e le montagne in sottofondo.
Arriviamo quindi all’ incrocio con la strada per la Chiesa Armena di di St.Stephanos, dichiarata Patrimonio Unesco.
Come quasi tutti i monumenti storico-artistici Iraniani è stata sottoposta a recenti restauri ed anche la strada di accesso ne trae beneficio.



Unica nota dolente. Il parcheggio è su una ripida salita senza piazzola. Sperando di trovarne una in piano percorro la strada fino all’ ingresso del sentiero che porta alla chiesa e tra le imprecazioni di Lilli fatico a tornare indietro fino ad un punto, vicino ai bagni pubblici, dove nonostante la strada in forte discesa con molta difficoltà riesce a scendere rischiando di cadere e stirandosi leggermente l’inguine.
Parcheggio la moto accanto ai bagni pubblici nell’ unico punto leggermente in piano e lasciata Lilli che non ha alcuna intenzione di lasciare moto e bagagli incustoditi, mi reco da solo in visita.
Fa molto caldo, ci sono parecchi turisti, tutti Iraniani e certamente non Cristiani Armeni.
Bevuto alla fontana all’ ingresso e bagnata la testa mi incammino per il sentiero d’ accesso con una ripida scala in pietra che vecchiette in palandrana e ampio fazzoletto in testa a discapito del caldo, percorrono con delle babbucce di stoffa paragonate alle quali i miei stivali da moto con suola “carroarmato” mi fanno apparire come un marziano.





Pagato il biglietto d’ingresso, il primo dei tanti di questo viaggio, entro nel complesso di questa chiesa monastero, simile nella sua struttura alle tante chiese Armene presenti anche in Turchia.
Fa strano vedere tanti Iraniani musulmani in visita ad una Chiesa Armena, scoprirò nel corso di questo viaggio quanto gli Iraniani siano orgogliosi, giustamente, della loro antichissima storia e tradizioni artistico-archeologiche millenarie.
Visito il sito, scatto foto a chiesa e visitatori e poi scendo per lo stesso sentiero tornando da Lilli seduta all’ ombra accanto alla moto.

























Per non rifarsi male nella salita in moto Lilli preferisce farsi, fortunatamente in discesa, 400 metri fino ad uno slargo in piano dove si sente sicura nel salire.
Riprendiamo la strada che costeggia il fiume Aras e dopo pochi chilometri raggiungiamo la nostra meta di questo primo giorno in Iran: Jolfa.
Ad un parcheggio chiamo un tassista, gli mostro il nome dell’albergo e mi faccio guidare fino al suo ingresso, inaugurando una routine seguita in tutto il viaggio per raggiungere il nostro albergo.



Parcheggio la moto accanto all’ ingresso, la reception dell Aras Jolfa Hotel non parla inglese ma non abbiamo difficoltà a farci capire aiutati anche da una guida locale che accompagna un gruppo di turisti Iraniani (la zona è tutta Duty-Free ed è meta di un turismo commerciale proveniente da tutto l’Iran) e parla perfettamente l’Inglese.
Un inserviente porta le nostre borse nella nostra camera molto ampia, con una mini cucina ed un ampio bagno con cesso alla turca.
Aria condizionata, scarpe tolte e lasciate su suggerimento dell’inserviente all’ ingresso della stanza onde camminare sulle pantofole in gomma presenti in tutte le stanze d’albergo visitate in Iran per facilitare l’uso comune di camminare senza scarpe nelle proprie ed altrui case, Corano –Tappetino di Preghiera e freccia al soffitto che indica la direzione della Mecca.
Ci spogliamo, sistemiamo le nostre cose, apro il frigorifero dove trovo una birra locale dal sapore orrendo con cui brindiamo felici al nostro ingresso in Iran.



Doccia e riposino poi scendiamo e beviamo, sorpresi di poterla bere in un paese che descrive gli USA come “diavolo”, una Coca Cola.



Lilli è vestita per la prima volta in maniera “corretta” ma non si sente assolutamente a disagio nella sua giacca “sahariana” Francese acquistata al mercatino settimanale vicino casa nostra a €10,00 ed un foulard bellissimo con una splendida tigre disegnata trovato per terra e tornato nuovo dopo il lavaggio in tintoria!



Arriviamo all’ora di cena che, da quando sono a dieta oramai viene consumata verso le 19, fuori fa molto caldo ma dentro questo hotel frequentato da famiglie Iraniane in transito, si sta al fresco.
Il ristorante dell’albergo è gestito da una famiglia Georgiana che parla bene l’ inglese e ci suggerisce il menu che sarà a base di un’ottima zuppa iniziale, una specie di “Tiella” al formaggio ed il primo degli spiedini (Kebab), riso pilaf e insalata che costituiranno nelle loro tante varianti, la nostra dieta in Iran.
Mangiamo un po’ di frutta e chiacchieriamo con i proprietari chiedendo per me un “caffè alla turca” che mi arriva con un cucchiaino di cui Lilli si innamora subito e che alla sua richiesta di acquistarlo le viene gentilmente regalato aggiungendosi così alla nostra collezione.
Salgo in camera e scendo con il kit per il caffè e ricambio al dono con tre cafféall’ Italiana molto gradito.





Mi fumo all’ esterno il mio sigarino mentre diverse famiglie, distesa un’ampia coperta al suolo, si dispongono seduti a consumare la loro cena preparata con il cibo portato da casa, un’abitudine, quella di consumare il cibo all’ esterno magari sotto un piccolo gazebo a ricordo delle tende nomadi, che troveremo in tutto il paese.
Rientriamo in camera per trascorrere la nostra prima notte in Iran.
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Antonio Tempora
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Vecchio 02-11-2017, 13:26   #9
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Vecchio 02-11-2017, 18:54   #10
Antonio Tempora
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02/09 Jolfa – Ardabil – Sareyn
Km396 In moto H5,38

La giornata comincia come era finita cioè con uno “scacascio” causato più dalla tensione accumulata che dal cibo mangiato. Otturo persino lo scarico ma non ho altre conseguenze durante la giornata quindi niente ricorso a medicinali e corse al gabinetto lungo la strada.
Non bevo neanche il caffè e preparata la moto partiamo su autostrada, con i casellanti che felici di vedere una moto straniera ci salutano e ci fanno passare senza pagare, fino a TABRIZ che superiamo velocemente prendendo poi strada a 4 corsie direzione ARDABIL.
Facciamo senza problemi il nostro primo rifornimento sperimentando la cortesia dei benzinai Iraniani ed il prezzo irrisorio della benzina.
Le strade sono buone, bisogna fare solo attenzione ai dossi in entrata ed uscita dai paesi dove spiccano le foto dei “martiri” della lunga e sanguinosa guerra con l’Iraq che ha causato più di un milione di caduti.
Il traffico è caotico, ad ARDABIL perdiamo tempo a trovare un distributore che non sia per le macchine che qui in Iran, paese che ha il terzo più grande giacimento di Gas, vanno tutte con questo carburante.
Le rotatorie sono un incubo: nessuno rispetta le precedenze e Lilli si sbraccia per indicare la nostra direzione e chiedere di farci passare mentre io sono concentrato a schivare i veicoli che mi stringono lungo la carreggiata.
Facciamo il pieno e ricevuto il WhatsUp di Sepideh scopro che l’albergo è 20 chilometri indietro a SAREYN, una cittadina famosa per le sue acque termali a circa 2000 metri di altitudine, molto più carina di ARDABIL che appare brutta, sporca e caotica.
Giro la moto e seguo GPS ed indicazioni stradali, precise e sia in Farsi che in Inglese, beviamo dalla Camel-Bag, fa molto caldo ma mano-mano che saliamo verso la nostra meta serale l’aria si fa più fresca e gradevole.
Arrivati a SAREYN con l’aiuto del solito taxi arriviamo al nostro albergo, SASAN HOTEL, un po’ nascosto dentro una strada trafficata, carino e molto pulito.
E’ anche questo un tipico “Hotel Familiare”, con stanze e mini appartamenti tipo “Residence” dove le famiglie che vengono per i bagni termali, per le quali questa cittadina è nota, possono trascorrere le giornate potendo anche cucinare in camera.
Il direttore parla bene l’Inglese ed il resto del personale alla reception ha il traduttore simultaneo fisso sullo smartphone già preparato con il commutatore da Farsi ad Alfabeto Occidentale.
Grazie all’aiuto deli ragazzi alla reception riesco a collegare la SIM Iraniana ad Internet così non devo sempre usare il mio telefono con il Roaming internazionale.
Stanza piccola ma accogliente e pulita e bagno con water occidentale.
Doccia e sigarino sul terrazzino della nostra stanza affacciato sulla nostra moto parcheggiata davanti all’ingresso.



Lilli fa un riposino mentre io sbrigo un po’ di lavoro collegato con il Wi-Fi dell’albergo molto efficiente e gratuito come sempre.
Nel tardo pomeriggio, ci vestiamo e scendiamo per la nostra prima passeggiata tra la popolazione Iraniana durante la quale scopro che Lilli, come in tutti i giorni che seguiranno, ha uno straordinario successo fra le donne che la fermano facendole i complimenti per i suoi capelli biondi ed i suoi occhi azzurri.
Naturalmente tutti ci salutano con Welcome in Iran e chiedono di farsi un selfie con noi.





Le strade sono piene di gente a passeggio ed i negozi sono ricchi di merce, cominciamo a capire la modernità ed anche la ricchezza economica di questo paese, tutto il contrario dai preconcetti creati da quanto visto e descritto dalla TV di casa nostra



















Adocchiamo un ristorante che poi su conferma del direttore del nostro albergo risulta il migliore in città, ci sediamo ed ordiniamo il nostro pasto con Kebab di Petto di Pollo per Lilli e misto Manzo-Agnello per me , riso pilaf, verdure miste, coca-cola, cocomero e melone bianco, tutto buonissimo e molto abbondante tanto che non riusciamo a finire tutto (qui l’ abitudine e di portarsi il cibo avanzato a casa nei contenitori). Sediamo al tavolo mentre i locali preferiscono stare seduti sui tappeti stesi sulle piattaforme leggermente rialzate da terra dove io con il mio ginocchio ancora malandato avrei difficoltà a stare accovacciato come fanno loro.
Tutto molto buono ed al costo di €18,00 per due.





Tornato in albergo mi fanno parcheggiare la moto al chiuso, più per cortesia che per sicurezza, accetto per fare loro piacere e mi metto a bere un the con il direttore dell’hotel a cui offro uno dei miei Toscanelli Al Caffé.
Comincia così il primo scambio di indirizzi Instagram e WhatsUp che mi accompagnerà per tutto il viaggio e che ancora oggi rendono vivo il ricordo di tutte le persone incontrate con i loro post che arrivano quasi giornalmente.



Torniamo in camera e mi metto a prendere il fresco sul terrazzino cominciando solo ora a realizzare che siamo in Iran: le preoccupazioni della vigilia di questo viaggio vanificate dalla facilità del passaggio frontiera, le strade sicure e ben segnalate, la gentilezza della popolazione, hanno reso questi primi due giorni una routine piuttosto che un evento straordinario.
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Antonio Tempora
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Vecchio 02-11-2017, 23:13   #11
carlo.
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Che bel report di viaggio!
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Vecchio 03-11-2017, 01:00   #12
beltipo
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Aspetto il resto
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Vecchio 03-11-2017, 01:28   #13
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Ma veramente bello!!
a domani per il resto...
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http://www.quellidellelica.com/vbforums/showthread.php?t=439201
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Complimenti per il viaggio e per il bel report!!......


...ora parliamo di cose serie..... nome e cognome ed indirizzo delle bionda con occhi azzurri......
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.
...ma ho promesse da mantenere e miglia da percorrere, prima di dormire...
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Vecchio 03-11-2017, 09:43   #15
Rafagas
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stupendo racconto e stupendi dettagli di viaggio!
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Vecchio 03-11-2017, 09:57   #16
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complimenti!!!!!!
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Vecchio 03-11-2017, 10:08   #17
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AMMUNI'!!! si batte la fiacca qui!! forza pigia i tasti della tastiera!!!
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Vecchio 03-11-2017, 13:46   #18
Antonio Tempora
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03/08 Sareyn – Ardabil – Astara – Mar Caspio – Masuleh
Km.368 In moto H5,56 Velocità Media Kmh 62






Partiamo presto come al solito uscendo da questa piccola città senza difficoltà arrivando all’ incrocio con la strada a 4 corsie già percorsa ieri che ci porterà di nuovo ad ARDABIL che superiamo rapidamente per proseguire sulla N16 oltre NAMIN.
La strada comincia a scendere (ricordiamoci che a SAREYN eravamo ad oltre 2000 metri, ad ARDABIL a quasi 1400) verso il MAR CASPIO.
Il panorama cambia completamente, le montagne all’orizzonte che in precedenza erano di color ocra e brulle lasciano il posto ad altre con vegetazione rigogliosa di boschi, ora l’umidità prodotta da questo mare interno si fa sentire.
La strada, ripida a due corsie, è tutta curve e tornanti ma la velocità di percorrenza è bassa perché il traffico in entrambi i sensi, camion e vecchie auto che in salita e discesa procedono a bassa velocità, non permette i sorpassi se non in determinate sezioni di strada debitamente allargata.
Noi con la moto siamo avvantaggiati, ma bisogna ugualmente guidare con prudenza.
La strada mi ricorda molto quella percorsa nel 2007 in Montenegro provenienti dal Kosovo, direzione Podgorica, in discesa, stretta e trafficatissima specie di camion sempre difficili da superare.
Ad un certo punto vediamo un albergo in stile Alpino su cui passa sopra una cabinovia, segno che qui in inverno si scia?
Ai lati della strada venditori di frutti di bosco e souvenir, noi non ci fermiamo ed anche se sono attento alla guida non faccio a meno di ammirare il panorama delle valli sottostanti che si aprono sul MAR CASPIO che brilla in lontananza.
Arriviamo ad ASTARA, principale confine con AZERBAJAN, da cui si capisce il numero impressionante di TIR sulla strada che abbiamo percorso.
Il caldo secco dei giorni scorsi ha lasciato il posto al caldo umido ed anche la vegetazione è cambiata lasciando il posto ad ampie coltivazioni di riso.
La guida LP era stata chiara: il MAR CASPIO è brutto a cominciare dalla sua costa assolutamente invisibile dalla strada che percorriamo da ASTARA a BANDAR ANZALI (N49) lungo la quale accade l’ unico episodio poco piacevole di questo viaggio: lungo la strada veniamo affiancati da auto e furgoni che ci salutano sorridendo e riprendendoci con il loro telefonino, cosa che si protrarrà per tutto il viaggio, durante il passaggio nei paesi il traffico d’auto viene sostituito dalle “motociclettine” di non più di 150cc che stracariche scorrazzano in ogni direzione, una di queste, guidatore e passeggero giovani ragazzi, si accoda all’uscita dall’ennesimo paese attraversato dalla nostra strada, alla nostra moto, ho sempre un occhio sullo specchietto retrovisore e mi accorgo subito del passeggero che con manovra rapida sfila il nostro BIBO dal Top Case e lo passa al guidatore che se lo nasconde sotto la giacca superandoci sorridendo.



Rapido inseguimento con clacson della moto a palla, agito il braccio sinistro con il pugno chiuso e li faccio accostare riprendendomi il nostro “assistente” che ci segue oramai da 3 anni in moto (facciamo collezione di Teddy Bears, più di 100 di peluche e circa 200 di ceramica: tazze-teiere-oggettistica tutto in tema Teddy Bear. Il mio preferito Musetto è venuto con me al Top Dream 1995 in Namibia facendo il percorso in Kaokoland sul sellino posteriore)



passandolo a Lilli che ringrazia i due pensando lo avessero raccolto caduto dalla moto……
Ancora non so se si fosse trattato di uno stupido scherzo o di un tentato furto….
Riceviamo comunque i complimenti per la mia reazione di un paio di macchine che avevano assistito.
Arrivati a BANDAR ANZALI mi metto alla ricerca di un punto dove poter dare uno sguardo alla costa e dopo diversi giri tra posti veramente squallidi trovo un Hotel a 4 stelle (cadenti) proprio sulla costa dove ci fermiamo per la pausa pranzo.
Aria condizionata a palla, personale gentilissimo, moto lasciata all’esterno guardata dalle onnipresenti telecamere di sorveglianza, salone affacciato sul mare.
In attesa di poter mangiare al ristorante dell’albergo ci reidratiamo con acqua e the e poi usciamo per scendere in spiaggia e “bagnarci i piedi” nel MAR CASPIO.









https://youtu.be/rLgwaTnxOM4

Confermo quanto scritto sulla Lonely Planet: il MAR CASPIO è davvero brutto, la peggiore delle nostre coste massacrate dall’abusivismo edilizio è una meraviglia paesaggistica in confronto, ma fare tanta strada per arrivare in Iran senza vederlo, specie pensando che MASULEH è nel nostro percorso, sarebbe stato un delitto, almeno per me.
Chi vuole saltare Masuleh nel suo tour in Iran può certamente saltare anche il Mar Caspio.
Mangiamo al ristorante dell’hotel il solito menu a base di riso e kebab e poi riprendiamo la nostra strada dirigendoci verso FUMAN attraverso coltivazioni di riso e the, fa caldo umido, la regione è famosa tra gli Iraniani per il suo, a loro dire, splendido clima in quanto per loro, abituati al caldo torrido, la pioggia è sinonimo di “bel tempo”.
Siamo fortunati e non piove ed arriviamo nel pomeriggio alla nostra destinazione: Hotel Arya - http://masouleharyahotel.ir/
A soli 3 chilometri da MASULEH, a conduzione familiare, stanza ampia e pulita con bagno occidentale, ristorante interno con cucina tradizionale, personale che anche se parla poco Inglese si dimostra simpatico e disponibile.



Ci portano le borse in camera dopo aver parcheggiato la moto davanti all’ ingresso, ci facciamo una doccia e ci cambiamo, scendiamo e chiamiamo un taxi che in pochi minuti ci porta a MASULEH.





Aver scelto un albergo non al centro di questo paese descritto come tra i più caratteristici dell’Iran è stato fondamentale.
Il caos è totale, il parcheggio ai piedi del villaggio è stracolmo tanto da dover proseguire, chi vuole parcheggiare il proprio mezzo, pagando l’ingresso, a quello superiore.
L’albergo all’ ingresso del villaggio non ha nessuna attrattiva, le altre sistemazioni sono dentro al villaggio che è solo pedonale quindi bisogna trascinarsi appresso le borse dopo aver parcheggiato la moto nel caos dei parcheggi sottostanti.
Procacciatori d’affari offrono insistentemente sistemazioni in camere all’interno del villaggio
Dopo il Ponte di Monstar, anche questo è un luogo che ha più fascino nelle aspettative che nella visita.
I turisti locali affollano le strette viuzze piene di botteghe che vendono cibo e cianfrusaglie, certo le case arroccate sulle pendici delle montagne coperta di boschi, le nuvole basse, la gente che cammina sui tetti di case e botteghe per passare da un vicolo all’altro sono caratteristici, ma la folla ed il commercio hanno reso questo posto, come più avanti sperimenteremo ad ABYANEH, troppo turistico.

















Anche qui Lilli viene fermata dalle famiglie locali in visita per una foto con loro ed in un bar un gruppo di signori seduti per un the, tra cui il dentista locale, ci chiede di sedere con loro e scattare una foto.









Sulla terrazza nel punto più alto del villaggio ci fermiamo per un the con il caratteristico “stecco di zucchero limonato” che persino io, che non metto zucchero nemmeno nell’espresso del bar, infilo nella mia bevanda.
Anche Lilli, da brava turista, acquista il suo souvenir.







Riscendiamo verso il parcheggio dove con un altro taxi ritorniamo al nostro albergo.
La proprietaria ci invita a prendere un the con lei ed il marito sotto il loro gazebo ed accortasi di un buco nel calzino di Lilli glielo fa sfilare e tirato fuori dalla tasca un set di cucito effettua in brevissimo tempo un rammendo invisibile.







Ci invitano a consumare la cena nel loro gazebo, ma dopo il riposino n camera preferiamo uno dei tavoli dell’ampio ristorante dove tutti sono davanti alla TV a vedere una partita tra due squadre di calcio Iraniane.
Mangio il piatto locale a base di melanzane ed uova, oltre agli immancabili kebab di pollo e agnello contornati da riso pilaf, tutto molto buono ed abbondante al costo, con le bibite, di 15 euro per due.
Ci mettiamo fuori seduti davanti alla moto, mi fumo il mio sigarino mentre veniamo visitati da tutte le famiglie che stanno cenando sotto i gazebi e che chiedono informazioni sul nostro paese ed il nostro viaggio con l’immancabile selfie di gruppo.





Torniamo in camera alle 22, saluto dalla finestra una famiglia, che sta consumando il cibo portato da casa e cucinato nella cucina del ristorante, tra cui un ragazzo che è stato in Italia ed è un patito di Lucio Battisti e ci mettiamo a letto per un lungo sonno ristoratore.



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Antonio Tempora
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Vecchio 03-11-2017, 18:21   #19
stino
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Bellissimo report,grazie.Aspetto il proseguimento
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Vecchio 03-11-2017, 19:04   #20
Antonio Tempora
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Masuleh – Qazvin
Km.285 In moto H3,52 Media Kmh 73,50




Partiamo da Masuleh salutati da tutti gli ospiti dell’albergo che continuano a chiederci di scattare una foto con loro.
Riscendiamo per la stessa strada fino a FUMAN poi deviamo per RASHT da dove prendiamo una strada a 4 corsie in direzione per RUDBAR.
Tempo bello, poco traffico, l’idea è quella di lasciare a Rudbar la strada principale nuova per QAZVIN in parte in costruzione per la vecchia N31 per GILVAN che porta a ZANJAN per poi procedere in direzione di SOLTANIYEH per visitare il Mausoleo di Oljatu con la sua cupola in mattoni che ha ispirato Brunelleschi per la sua del Duomo di Firenze.
Purtroppo la mappa caricata sul GPS non tiene conto, così come la mia cartina del 2008, delle numerose strade ed autostrade in costruzione, lo svincolo che mi segnala il GPS è chiuso e faccio avanti e dietro per più di 20 chilometri senza riuscire ad imboccare la strada giusta, così anche spinto da Lilli, che vedendo una bella strada a 4 corsie che fila diritto alla nostra meta non vede l’ora di arrivare in albergo, decido di saltare la visita e dirigermi direttamente a QAZVIN dove arriviamo all’ora di pranzo.
Ci fermiamo davanti all’ingesso di un bazaar che, nonostante sia Venerdì e ci troviamo in un paese Islamico “integralista” è aperto come tutti i negozi pieni di avventori.
Siamo vicini al deserto e fa molto caldo, parcheggio la moto all’ombra ed accendo il Samsung per ricevere il messaggio di Sepideh con il nome dell’albergo prenotato.
Ieri le ho chiesto di scegliere un albergo di categoria superiore, sarà questa la prima sosta di due notti e dopo tanti giorni di viaggio ci meritiamo una sistemazione migliore di quelle avute fino ad ora.
Non riesco a connettermi così entro in un negozio dove trovo un ragazzo che parla perfettamente l’inglese che con il suo telefono chiama Sepideh e si fa dire il nome dell’albergo, poi ece e cammina ad un posto di polizia poco distante e chiede ai poliziotti di portarci al nostro hotel.
Così andando dietro ad un poliziotto sulla sua piccola motociclettina arriviamo attraverso il traffico al MAR MAR Hotel, molto bello e con una splendida Hall-Reception.
Ringraziamo il poliziotto e parcheggiata la moto a fianco l’ingresso saliamo alla reception dove una ragazza in chador ci fa il check-inn in perfetto Inglese e ci fa accompagnare da un inserviente nella nostra stanza bella e moderna.
Ordino dal room service del cocomero che arriva subito, tagliato in fette senza buccia e freschissimo, chiedo ad una signora che si sta occupando della pulizia delle altre stanze altri asciugamani e torna dopo poco sorridente con una pila di accappatoi di spugna ancora caldi di bucato, è felice di vederci e chiede di abbracciare Lilli.



Mangiato il cocomero faccio una splendida doccia, apro la finestra e fumo il mio sigarino prima del solito lavoro al mio laptop ed il riposino pomeridiano.
Alle 19 scendiamo e chiamato dalla reception un taxi ci facciamo portare al bazaar che nonostante il giorno festivo è aperto ed affollato di gente.





E’ una costruzione moderna ed anche i negozi riflettono la tipologia dei clienti, in questa città sperimenteremo il livello economico dell’Iran, decisamente molto più alto delle nostre aspettative.











Facciamo amicizia con una troupe che sta scattando un servizio fotografico di moda e Lilli mi fa notare che le pose della modella andavano di moda negli anni sessanta!





Prendiamo un altro taxi e ci facciamo portare al ristorante suggerito da Sepideh e confermato alla reception del nostro albergo.
Il tassista sbaglia e ci lascia davanti ad un altro ristorante dove saliamo a chiedere informazioni, il proprietario gentilmente mi indica la strada ed anche con l’aiuto di Google Map in 10 minuti di passeggio arriviamo a destinazione: il NEMOONEH RESTAURANT.
Sono le 19,45 e non servono prima delle 20,00 così ci sediamo con una coppia iraniana con cui converso in Inglese.
Il ristorante è molto popolare tra le famiglie e gli studenti, una specie di fast-food ma con solo piatti locali, servizio rapido per pasti buoni, economici e veloci.
Finalmente ci sediamo ed ordino zuppa, insalata ed il piatto suggerito da Sepideh che a suo dire mangiava sempre qui quando era studente in questa città (ora vive a Teheran): il Gheime Nesar, uno stufato d’agnello servito con riso pilaf condito con spezie, mandorle pelate e tagliate, uva passa e ciliegie disidratate con una grattata di scorza di arancio.
A me piace molto ma Lilli lo trova troppo speziato.
Ordino una birra iraniana ma assaggiatala propendiamo per una più classica coca cola.





Pagato il conto, 12 euro, faccio chiamare un taxi che nel traffico di Qazvin, negozi aperti e gente che approfitta del fresco della sera per passeggiare e fare shopping, ci riporta in albergo.

https://youtu.be/MVKlaHO2UX8

Ordino un the che beviamo seduti comodamente nella splendida hall dell’albergo con i suoi enormi lampadari di cristallo.
Le recensioni su questo albergo erano critiche sui servizi e la cordialità della reception, noi invece abbiamo trovato personale gentilissimo ed efficiente.
Il guardiano del piccolo parcheggio davanti all’ hotel, che ha anche un garage, mi suggerisce di parcheggiare la moto al chiuso ma io la lascio dove si trova anche perché dentro e fuori l’albergo ci sono videocamere di sicurezza ad ogni angolo collegate ai monitor del portiere di notte.



Finito di fumare il mio sigarino torniamo in camera dove mi guardo un po’ di TV sintonizzandomi sul canale news Iraniano in Inglese prima di addormentarmi accanto a Lilli che già “ronfa”.
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Antonio Tempora
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Ultima modifica di Antonio Tempora; 03-11-2017 a 19:06
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Vecchio 04-11-2017, 15:15   #21
livio_x
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complimenti bel report
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Vecchio 04-11-2017, 17:11   #22
Danielz77
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Ciao Antonio. Innanzitutto complimenti. Sto leggendo con molto interesse del tuo viaggio. Una cosa non mi è chiara......perchè le signore abbracciano la tua Lilli??? Che vuol dire? E' una gestualità loro o solo qualcosa che "capita"?? Ciao Daniel
Danielz77 non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 04-11-2017, 19:12   #23
Antonio Tempora
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05/08 Qazvin – Valle di Alamut – Qazvin
Km.234 In moto h4,57 Media Kmh 47,30




Sveglia alle 07,00, è bello stare due notti nello stesso albergo, poter dormire fino a tardi rispetto agli altri giorni (vale per Lilli perché io mi sveglio sempre alle 07,00 anche di Domenica a casa), partire con la moto scarica lasciando tutto in camera!
Lasciamo l’hotel alle 09,00 e ci dirigiamo alla Valle di Alamut seguendo le indicazioni della LP per una strada non seguita dai tour turistici e commerciali, come mi ha confermato la receptionist del nostro albergo dopo aver visto la mia cartina fotocopiata dalla guida.
La strada è bella e scorrevole e dopo una decina di chilometri comincia a salire, sbaglio l’indicazione e seguendo una strada di campagna che scorre tra coltivazioni restringendosi sempre di più ci ritroviamo all’ ingresso di una piccola base militare dove il soldato alla garitta ci guarda stupito facendoci cenno che è proibito passare.
La strada è stretta ed in salita e chiedo a cenni di passare per poter girare sull’ ampio piazzale dove un ufficiale divertito guarda il suo soldato imbarazzato a fermare una moto di turisti stranieri, evento assolutamente imprevisto.
Alla fine rompo gli indugi, entro, giro la moto, saluto ricambiato e riprendo la strada fino ad arrivare alla svolta che, in mia difesa, era piuttosto nascosta proprio all’inizio dell’ultimo villaggio.
La strada sale fra curve e tornanti, siamo partiti da QAZVIN a 1300 metri e passeremo oltre i 2000 circondati dalle montagne sia al nostro fianco che all’orizzonte.
Poco traffico ed assenza di camion, terreno spoglio ma dove l’acqua riesce ad accumularsi negli anfratti ci sono orti recintati con a lato una capanna.
In cima al passo cominciamo a scendere verso la VALLE DI ALAMUT che si vede lontano in basso, verde e distinta dal colore ocra dei Monti Elburz con una delle cime che supera i 4800 metri.
Anche per scendere la strada si dipana con curve e stretti tornati, buon asfalto e pochissimo traffico. La moto da oggi lamenta l’unico inconveniente del viaggio: quando ci fermiamo non riparte con la marcia innestata ma devo mettere in folle, accendere, ingranare la marcia e ripartire.
Niente di trascendentale ma non vorrei si spegnesse all’ improvviso nel traffico caotico delle città Iraniane, inoltre capita che per scattare una foto ci si debba fermare in discesa o in salita ed a pieno carico poter partire tirando la frizione con la marcia innestata significa non dover tirare su un piede rendendo più precario l’equilibrio di una moto con passeggero e stracarica di bagagli.
La vista della valle sottostante verde di coltivazioni di riso terrazzate si fa sempre più nitida ad ogni curva che ci porta a quota sempre più bassa fino ad arrivare al villaggio di BAHRAMABAD dove, chi avesse necessità, può fare benzina nel piccolo distributore al lato della strada.







Noi procediamo lungo la strada che attraversa la Valle di Shahrud, fiancheggiando ed attraversando il piccolo fiume che irriga le terrazze coltivate a riso ed i campi a frumento.
Piccoli villaggi con case in mattoni di fango ai lati della strada asfaltata, larga abbastanza e con un buon fondo fino al paese principale della valle: Mo Allem Kelaye, un paesone che vive su una larga strada centrale piena di officine, piccoli negozi tutto polvere e sporcizia e nessun posto attraente per una sosta.
Di deviazioni da fare, escursioni a piedi, luoghi panoramici da raggiungere anche in moto ce ne sarebbero molti, come suggeriti dalla guida, ma come chi va a cavallo riesce a sentire e trasmettere attraverso sella e gambe le sensazioni della cavalcatura, io ho capito benissimo che Lilli non ha nessuna intenzione di avventurarsi in una stretta strada per vedere un laghetto o ammirare un canyon.
L’ anno scorso in Marocco siamo caduti da fermi mentre risalivamo i tornanti fatti per scendere alla spiaggia di Lala Fatna, io mi sono rotto una costola che non mi ha impedito di proseguire il viaggio, ma Lilli ne è rimasta scossa e da allora il “mantra” che proseguirà anche in questo viaggio sarà “Ma quella è una strada di Montagna? Perché io non ho nessuna intenzione di farla!”.
Arrivati al bivio per Ghazor Khan prendo la strada lunga solo 6 chilometri, stretta, asfaltata, curve e tornanti, assolutamente facile da percorrere.
Lilli comincia a piangere e mi scongiura di tornare indietro ed io cedo, visto anche che siamo all’inizio di un viaggio lontano da casa e non facile, la faccio scendere nell’ unico punto in piano per non avere problemi nella manovra, giro la moto e torno indietro consolandomi del fatto che comunque l’escursione di 25 minuti in salita sotto il sole per vedere il panorama dall’alto non l’avrei mai fatta, tantomeno Lilli.
Comunque il panorama ce lo godiamo in moto con il paesaggio che dal verde rigoglioso delle coltivazioni è cambiato in arido e semidesertico sempre con in Monti Elburz che si innalzano al nostro fianco destro separando la Valle di Alamut dal Mar Caspio







Per un tratto di strada torniamo indietro sulla strada già percorsa e fatto il pieno per la moto e pipi per Lilli, prendiamo a salire per quella che viene considerata la strada più comune per raggiungere questa valle.



Le curve ed i tornati sono più numerosi ed anche più stretti, qui però Lilli non ha alcun timore cosa che anche in seguito mi lascerà perplesso, ma come, mi chiedo, si fa una strada come questa, si è fatta quasi tutti i passi Dolomitici, le Gole del Verdon, quelle della Restonica e poi si preoccupa di una stradina come quella per il “Castello degli Assassini”?
BOH! Valle a capire le donne!
Mentre all’andata il traffico era scarso, in questa non solo ci sono molte macchine e pulmini ma anche bilici e camion che portano il materiale di costruzione da Qazvin alla valle che è tutto un cantiere.
Negli stretti tornanti si formano delle code per permettere ai “bilici” (autoarticolati) di fare manovra, in uno dei tornanti più stretti ed in ripida salita quello davanti a noi non riesce nella prima manovra e comincia ad indietreggiare.
Io al solito mi ero fermato a debita distanza avendo intuito le difficoltà del mezzo a girare, ma ora lo spazio di sicurezza diminuiva sempre più e data la lunghezza del bilico sarei stato costretto ad una difficile manovra di indietreggiamento.
Mi faccio coraggio e senza curarmi della reazione di Lilli, che non muove un muscolo e non pronuncia parola se non per congratularsi a fine manovra, innesco la prima ed approfittando del fatto che le macchine in discesa prima del tornante si sono fermate distanti dalla curva, mi infilo nello spazio lasciato tra la cabina, rimorchio stretta carreggiata libera, passando con le valigie a pochi centimetri dal mezzo praticamente sullo stretto spazio lasciato nella corsia opposta.
Finisco con uno slalom tra le auto che avevano ripreso a scendere e ringrazio S.Antonio per la sua protezione.
Saliamo senza difficoltà fino al passo a 2200 metri dove, forse non per caso, c’è un ambulatorio!
Da lì scendiamo e riprendiamo la strada per Qazvin arrivando al nostro albergo alle 14,30 con 40 gradi e clima secchissimo.
Saliamo in stanza dove ci facciamo portare del cocomero e riposiamo fino alle 20,00, quindi facciamo chiamare un taxi e ci facciamo portare al ristorante dove ieri sera eravamo stati lasciati per sbaglio e che mi aveva ben impressionato.
Mangiamo benissimo, io mi spolpo mangiando con le mani delle buonissime costolette d’agnello mentre in sala due famiglie in un lunghissimo tavolo festeggiano i due futuri giovani sposi a cui facciamo i nostri auguri.





Torniamo in albergo e salutata la nostra moto e preso il the nella hall saliamo in camera dove ascolto la radio Italiana in streaming, guardo le news in Inglese e finalmente mi addormento accanto a mia moglie che non mi avrà fatto arrivare a Ghazor Kahn ma è stata bravissima in quella che risulterà essre la manovra più difficile di tutto il viaggio.
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Antonio Tempora
"Ama il tuo sogno ogni inferiore amore disprezzando" - Ezra Pound
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Vecchio 04-11-2017, 19:26   #24
Antonio Tempora
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Ciao Antonio.Una cosa non mi è chiara......perchè le signore abbracciano la tua Lilli??? Che vuol dire? E' una gestualità loro o solo qualcosa che "capita"?? Ciao Daniel
Ciao Daniel
Io e mia moglie viaggiamo insieme dal 1992, ovunque siamo stati abbiamo solo trovato gente simpatica che ci ha trovati simpatici.
Non riesco a ricordare un episodio sgradevole con le persone incontrate nei paesi visitati, Cristiani o Musulmani che fossero.
Credo che molto se non tutto, dipenda da come ti poni verso le persone.
Si chiama Empatia e tutto inizia con un sorriso mentre molti hanno un atteggiamento descritto nella canzone di Luca Carboni:"...tu che anche se lecchi il gelato hai lo sguardo incazzato...."
Di abbracci e sorrisi a me e Lilli te ne potrei mostrare di tutti i viaggi.
In Iran la gente è così gentile ed ospitale e riconoscente e felice del fatto che hai fatto tanta strada per visitare il loro paese, che ti dimostrano con entusiasmo il loro affetto.
Uomini e donne, negli stati Islamici tradizionali, non possono scambiarsi effusioni in pubblico, meno che mai se non congiunti o parenti stretti.
Le donne prima chiedevano a Lilli di poter scattare una foto con lei, poi visto la sua reazione felice la abbracciavano.
Sono sicuro che accadrà a chiunque visiti questo splendido paese di provare sensazioni simili.
Un saluto
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Antonio Tempora
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Vecchio 05-11-2017, 09:24   #25
Danielz77
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Ciao Daniel
Io e mia moglie viaggiamo insieme dal 1992, ovunque siamo stati abbiamo solo trovato gente simpatica che ci ha trovati simpatici.
Non riesco a ricordare un episodio sgradevole con le persone incontrate nei paesi visitati, Cristiani o Musulmani che fossero.
Credo che molto se non tutto, dipenda da come ti poni verso le persone.
Si chiama Empatia e tutto inizia con un sorriso mentre molti hanno un atteggiamento descritto nella canzone di Luca Carboni:"...tu che anche se lecchi il gelato hai lo sguardo incazzato...."
Di abbracci e sorrisi a me e Lilli te ne potrei mostrare di tutti i viaggi.
In Iran la gente è così gentile ed ospitale e riconoscente e felice del fatto che hai fatto tanta strada per visitare il loro paese, che ti dimostrano con entusiasmo il loro affetto.
Uomini e donne, negli stati Islamici tradizionali, non possono scambiarsi effusioni in pubblico, meno che mai se non congiunti o parenti stretti.
Le donne prima chiedevano a Lilli di poter scattare una foto con lei, poi visto la sua reazione felice la abbracciavano.
Sono sicuro che accadrà a chiunque visiti questo splendido paese di provare sensazioni simili.
Un saluto
Per lavoro ho avuto esperienze in Israele, Giordania, ecc. Concordo su ciò che dici e su l'empatia che si può creare. Forse troppi pregiudizi da sfatare. Continua a reportage il tuo viaggio. Ti ringrazio per la storia che stai raccontando. Ciao Daniel

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