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Vecchio 20-07-2011, 07:18   #1
bibi6rossi
Mukkista doc
 
Registrato dal: 10 May 2010
ubicazione: La Spezia
predefinito [REPORT]la nostra scozia - Short Way UP

Buongiorno a tutti,
qui di seguito c’è il mio semplice resoconto della nostra (mia e cirietto) Scozia. un viaggio pianificato, o meglio dire, pensato un po’ di tempo fa, quando ancora io borbottavo su un dr600 scalcinatissimo e cirietto girava su una ss750 ducati. Una meta semplice per i Viaggiatori con la V maiuscola, una meta semplice e vicina anche per noi, ora. Un viaggio che avrebbe anche potuto essere anche diverso, ma non per noi, per noi era così.
Seguono le tappe giornaliere ed una brevissima descrizione di dove siamo stati/andati/passati. Di più forse non potevo scrivere, le emozioni talvolta sono difficili da trasferire in parole.


Scozia 2011 (24/06 - 07/07) – “Short Way Up” (denominazione di chiara ispirazione)

Giorno1:

la partenza alle ore 0400 è slittata di 45minuti per consentire di fare il pieno all'elefantesco serbatoio della adv di Cirietto e per recuperare l'imbottitura e l'antipioggia della mia tuta, rivelatesi essenziali per la tutta la permanenza in Scozia.
la prima tappa comportava la partenza da La Spezia e l'arrivo a Calais (poi Dover) in giornata, circa 1300km.
L'autostrada A12 era sgombra e, limiti di velocità permettendo, si svolta sull'A7 e si sosta poi in direzione santhià (dopo 250 km) per rifornire la mia 800gs. Il tragitto in autostrada è poi proseguito fino ad Aosta dove si è optato per la statale 27 e per il passo del Gran S.Bernardo (godibilissima ma fredda alle 9 del mattino - presenza di cantieri) per raggiungere Montreux, in strada statale 9, (sosta pranzo dal McDonald e saluto alla statua di freddie). Dopo il pranzo abbiamo raggiunto il confine franco svizzero a Vallorbe, sempre lungo la strada 9, piacevole a tratti visto il traffico (soprattutto a Lausanne). Da Vallorbe a Dole abbiamo litigato con lo Zumo il quale ci diede l'impressione di farci fare strade a cazzo di cane fra campi e boschi, con l'impressione di non arrivare mai, percorrendo comunque una strada e paesaggi piacevoli.
con contrastanti rapporti fra il sollievo di essere in autostrada e la menata di essere in autostrada ci dirigiamo verso calais (passando da Dijon e Reims). tanti km sulle spalle e tanti davanti ancora da fare saranno interavallati poi dalle soste carburanti circa una ogni 240 km e contornati da un paesaggio di campi-pale eoliche-campi-canali-campi-pale eoliche e due palle!, il tutto sotto una mitragliante scarica di insetti sul parabrezza, sulla visiera, sulle tute ecc ecc.
ma noi dovevamo/volevamo arrivare a Calais in serata e ciò ci ha fatto tralasciare magari posti degni di esser visitati (marna-somme ecc ecc).
in nostro aiuto alla noia autostradale è venuto l'interfono e i due inconvenienti attesi (non potevamo sperare di non averne). Il bancomat di cirio veniva prontamente rigettato dai pagamenti automatici (benchè fino ad allora aveva sempre funzionato ovunque) e, un mio tipico avvenimento, ho assistito al suicidio del mio telefono cellulare. era riposto sulla borsa da sebatoio, nella tasca trasparente da mappa, non chiusa dopo il passaggio al casello. l'impatto con l'asfalto ha concesso di salvare solo la simcard.. poco male a 35km da calais.
dopo altre 2 soste ed ormai con il buio, h2300 e due goccierelline ci precipitiamo alla biglietteria della P&O per spendere 39€ a testa (moto e passeggero) per prendere l'ultimo traghetto h0020.
Ceniamo a bordo con 2 becks e una ciotola di patatine fritte (benedetto chi le ha inventate), sbarchiamo e storditi dai km, dalla sveglia presto e dalla stanchezza, optiamo per un premier inn subito vicino all'uscita del porto. poche stanze ed una doublebed room da 95£ ci fiondiamo sotto le coperte e buonanotte.

Giorno 2:
l'uggioso grigio inglese accompagna la nostra sveglia, si ricaricano le moto e ci si indirizza alla volta di Hexam (600km), cittadina ad ovest di Newcastle, nostra meta per via della presenza del vallo di adriano (il famoso muretto costruito dai romani per dire a coloro che li bastonarono di non scendere, anche se qualche sito romano è possibiletrovarlo più a nord). L'impatto con la guida a sx è pressochè indolore e si procede sempre alla media di 100-110 km/h. i passaggi sotto il tamigi (è sul ponte al ritorno) M25, gratis per le moto sono preceduti dalla formazione di code. Si notano però da subito la differenza di mentalità e la correttezza e gentilezza alle guida dei britannici (lievemente riscontrata già in francia), ti sfanalano quando ti vedono in fase di sorpasso per lasciarti strada e non per dirti "ho l'audi e passo io, sciola" (senza offesa per gli audisti). Si procede tranquilli sulle autostrade GRATIS inglesi e, a parte la piccola noia dovuta alla categoria della strada si arriva al vallo e li, le campagne inglesi regalano le prime emozioni di guida.
Stanchi e meritevoli del giusto riposo recuperiamo una stanza a chotteral in una specie di spa a 94£ (george hotel), senza approfittare del centro benessere. Abbiamo poi scoperto la differenza fra twin ed una double bed room..per capirci.. twin è per due maschiacci etero e double è per..vabbè,avete capito no?!?.. maledetto il mio inglese…

Giorno 3:
si parte da chotteral, si visita il vallo di adriano fra le mucche e si parte, attraversando il Kielder park (e qui la strada migliora) quando fra un una goccia e l’altra e le pecorelle a zonzo, si raggiunge il confine scozzese. Con rotta verso Edimburgo. Lungo la strada, attraversando hawick, si ha il primo impatto con quelle odiose bestioline bianche morbide e pelose che ti attraversano in continuazione la strada terrorizzate benché si vada ai 10 orari.
Il paesaggio migliora e l’umore positivo sale vertiginosamente, raggiungendo il top quando si sbuca da un crinale e si vede Edimburgo in lontananza, all’orizzonte, con le vette dell’holyrock parck e il castello di Edimburgo. SCOZIA!!!! È prevista una tappa alla Cappella di Rossylin (vivamente consigliata) ma viene posticipata per via di un cantiere che chiudeva una strada d’accesso e dovevamo tornare indietro. Optiamo per dirigerci verso in nostri ospiti, miei vecchi conoscenti. Primo assaggio dell’ospitalità scozzese, ci accolgono a braccia aperte. Tempo di scaricar le moto, parcheggiarle nel garage, e si va a fare un giro in città. Passeggiata rapida su Prince street e royal mile (stradina che collega il castello dalla residenza della regina per finire a Grass Market al White Hart Inn (o pub), una delle più antiche locande della città, con il suo soffitto basso, le travi a vista e fiumi di birra. Ceniamo a base del famoso Haggis (8£ mediamente) e birra, meritata birra (2.5£-3.5£).
Ci si sposta in un altro bar sotto strada rispetto alla royal mile, il whistlebinkies, altri due giri di birra e poi a letto.

Giorno 4:
La sveglia non suona e ci si alza al proprio ritmo. Colazione e chiacchere con i nostri ospiti e poi si va alla visita dell’holyrock park con una bella arrampicata sotto l’acqua fino all’ Artur seat, posizione dominate su tutta la città.
Si percorre poi la royal mile di nuovo, ci si nutre di fish and chips e poi si visita il castello (15.50£). Castello che domina la città e che merita una visita ai suoi musei all’interno, fra storia . Si possono ammirare anche i gioielli della corona scozzese. Due foto di rito e la giornata che vola. Si ritorna a Grassmarket per cenare ma si cena al Last Drop, più o meno con gli stessi ingredienti della sera prima. A sto giro a letto presto, avevamo anche da pianificare il giro per il giorno seguente. Arrivati a casa mi accorgo che la schedina del mio navigatore era schizzata via quando questi mi era caduto..due giorni prima..ottimo..al castello di Edimburgo abbiamo aquiastato l’”explorer pass” 34£, questo ci consentirà di visitare alcuni luoghi di interesse storico per sette giorni nell’arco di 14.

Giorno 5:
Si ricaricano le moto, si salutano in nostri ospiti che avremmo rivisto qualche giorno più tardi. Si parte alla volta di Stirling, per visitare il Wallace monument (apre alle 10 e ci si arriva camminando su per una collinetta, ma c’è anche il pulmino). Evitiamo il castello di stirling, recentemente ristrutturato ed incluso nel nostro explorer pass, per dirigerci verso Balcomie, via strade statali (un po’ noiose), punta est del fiordo di fronte ad Edimburgo, ma finiamo al parcheggio di un golf course anziché un punto panoramico. La bella giornata ed i prati verdi ci lasciano comunque una bella impressione. Rotta per St.Adrews lungo la costa ovest, visitiamo castello e cattedrale diroccati (usando l’explorer pass), pranziamo (brunchiamo) in un locale molto naif con tanto di insegna riportante che William e Kate si sono incontrati li per un caffè (ossignore) e ripartiamo alla volta del Dunnotar Castle (pochi km prima di stonheven) passando per la costiera che collega Dundee-Abroath-Montrose. Castello cinematograficamente famoso e degno davvero di una visita considerata la sua posizione arroccata su un piccolo promontorio.
Si attraversa poi Stonheven e da lì puntiamo per Inverness. Attraversiamo il Cairgorm Park (stonheven-Banchory-tomintoul). Molto bella la strada per toumin. Lo Zumo di cirietto ci fa prendere diverse scorciatoie su “single track road” dove incontrare auto, od altri mezzi, oltrè che raro è anche dimostrativo della diversa mentalità di guida di quelle zone. Da segnalare la strada che porta a tomintoul dopo il piccolo stretto e scosceso ponticello. Fu il nostro primo vero assaggio di Highlands, corve docili su colline disegnate col compasso, pendenze elevate in discesa ed in salita ci cullarono sotto una pioggia a tratti insistente, ma per nulla invasiva sulla bellezza del paesaggio, piuttosto caratteristica.
Passata la pioggia, a malincuore si raggiunge Inverness verso le 21. troviamo facilmente una guest house (30£ a testa) con parcheggio interno per le moto, svaligiamo le stesse ed andiamo alla ricerca dell’ennesimo fish and chips.
Dai miei ricordi (ottobre 2003) di inverness, considerata da molti l’ultimo avamposto “civile” prima del selvaggio (?) nord della scozia, ricordo una piccola e caotica cittadina sulle sponde del fiume ness, ma viva. Fummo invece circondati, estranei al contesto di un sole che non voleva tramontare in una luce ancora forte che si rifletteva sul fiume, da poca, pochi ristoranti e pub aperti, pochissima gente in giro della quale la maggior parte ubriaca (e decisamente sfatta). Delusi e rammaricati decidiamo di andarcene a letto a riposarci dopo aver litigato con un paio di gabbiani (volevano il nostro cibo)

Giorno 6:
Urquart castle, lochness. In 20 minuti da inverness scendiamo verso questo castello diroccato, meta principale del flusso turistico sul lago. Incontriamo un ex gsista crucco in vacanza con la famiglia che ce l’ha con la mia 800 perché lui aveva l’adv (e perché allora l’ha venduta il caprone????boh). Visitato il castello, comunque interessante, mettiamo come destinazione John O’Groats, ed, invece di ripeterci sul lungo lago facciamo una bella e divertente stradina interna fino a dingwall dove poi proseguiamo per la scogliera, con piccole diramazioni su single track road quasi sul bagnasciuga fino a Helmsdale (a9) dove raggiungiamo finalmente quelle nere nuvole che ci precedevano di qualche passo. Ottima, per scorci e punti panoramici la strada fino a Wick.
John O’Groats, questo sconosciuto. No, anzi, questo conosciuto e giù raccontato da molti. Grande delusione, c’era d’aspettarcelo, anche considerando il fatto che i due punti ristoro chiudevano la cucina alle ore 16, che cosa fanno le altre mille ore di luce non si sa e soprattutto con tutta la gente che c’era. Puzzava di trappola per turisti, alimentata anche dal fatto che il palo miliare, quello che ti diceva a che distanza fossero le tue città, era accessibile solo per fare foto, a pagamento! Trappolona spacciata per il punto più a nord dell’isola maggiore britannica, spacciata erroneamente. Quel punto si chiama dunnet head. Nemmeno il punto più nord orientale dato che ad un paio di miglia ad est di John O’Groats si raggiunge un faro con paesaggi mozzafiato su scogliere (famose per due scogli pressoché identici) e isole orcadi. Punto dove, con binocoli o teleobbiettivi si possono osservare diversi esemplari di fauna marina uccelli in primis (solo due pulcinella di mare avvistati). Leggera soddisfazione inseguire due pecorelle su per i campi ed osservare cervi che spuntano dal nulla.
Avremmo voluto approfondire la questione del perché in Long way down siano voluti partire da John O’Groats, ma decidiamo di spostarci per Dunnet head, altro faro ed altra scogliera. Favolosa. Posto che diventerà poi il nostro primo campeggio, abusivo per modo di dire. Dormire all’aperto, fra cespugli di erica, in una notte senza buio, dopo aver cenato a birra e paninozzi comprati da assemblare allo stranamente aperto supermercato nel paese vicino, non ha prezzo. Precisazione sul campeggio. In scozia il campeggio è semilibero (correggetemi se sbaglio) ovvero, se non diversamente segnalato dal cartello “no overnight parking”, si può sostare e piantare la tenda. Se si tratta di un terreno privato, l’importante è chiedere il permesso al fattore che il più delle volte lo concede, trattandosi di pascoli e non di campi coltivati, l’importante è non lasciare traccia del proprio passaggio passaggio.
E dimenticavo, non ha prezzo vedere cirietto ubriaco cercare (sottolineo cercare) di accendere un fuoco (in condizioni di sicurezza) per scaldarci con un normale accendino su un gruppo di cespugli apparentemente rinsecchiti ma intonsi di pioggia.

Giorno 7:
il risveglio della notte di campeggio è a pareri discordanti. Io ho dormito benissimo, cirietto un po’ meno, ma si sa.. può andare così, sta di fatto che la sensazione provata di trovarsi di fronte a quelle scogliere appena svegli è degna di nota. Il tempo di sbaraccare e di pulire e poi si punta verso Ullapool.
Prima sosta, dopo fantastici fiordi, spiaggie sabbiose, scorci di scogliere e mare indescrivibili, ed un gelido altopiano (moin house) sempre lungo la costa nord, raggiungiamo durnees per un buon pranzo. Dopo di che raggiungiamo Keoldale con l’intento di raggiungere cape warth, punta estrema nord occidentale con l’immancabile faro. Piccola premessa, è dal 1981 che non esistono più i guardiani del faro. Lo studio della cartina e del navigatore satellitare ci suggeriscono che l’unico modo di raggiungere il faro è tramite un battello (5,50£) comandato da un simpatico caronte. Quel battello trasporta solo persone e/o biciclette, dall’altra parte del fiordo, in tale momento di secca mostrava incredibili sabbioni, si poteva prendere il pulmino (10£) guidato da un folle autista che ti portava lungo le 12 miglia che separavano il faro dal pontiletto. Le 15 sterline spese valgono la visita a quel posto, anche se gli amanti dell’asfalto disintegrato/sterrato si sarebbero divertiti a portare la moto la. Piccola precisazione, le 12 miglia attraversano un area di addestramento militare aeronautico per bombardamenti e puntamento, tant’è che talvolta viene chiusa e chi si trova li o sul faro può rimanere bloccato per un po’ di tempo. Ripeto, la visita a quel pezzo di scozia è davvero sconsigliatissima soprattutto nelle belle giornate dove fra voi e l’islanda ci sono solo 3500 km di mare. Chicca della visita, alla richiesta di toilette di cirietto all’autista, questi rispose: “qui non abbiamo toilette, ma una vasta scelta di muretti”.
Rientrati in zone escluse dal bombardamento risaliamo sulle nostre compagne di viaggio diretti stavolta per ullapool con una piccola deviazione su culkein. Strade a dir poco FANTASTICHE, saliscendi curve, strette, paesaggi stupendi lungo fiumi, fiordi e laghetti, vallate ad U sullo sfondo, golosi sterrati qua e la.. la scozia non ha pari. Peccato non essere in una vacanza trekking o bicicletta da poter affrontare i sentieri che si inerpicavano sulle highlands.
Toccati i 3000 km da spezia dalle parti di scorie e soprannominata Raptor, in onore della nuova attrazione di Gardaland, la strada single track che collega unapool-nedd-drumbeg (vi consiglio di farla), raggiungiamo poi Ullapool dove stanchi, ceniamo a base di fish and chips (chippy 6£) con i suoni di una festa folkloristica nelle orecchie. Decidiamo di fermarci a dormire in un letto stavolta, anche perché gli interfoni e cellulari erano scarichi. Troviamo come sistemazione una foresteria.. particolare. Non modificata nel corso degli anni, presentava un completo stile anni 70, il prezzo 19£ a testa ed un atipico gestore. Un ragazzo magro (troppo magro) che ci ha lasciato l’impressione di essere l’unico a lavorare li, direttore-cameriere-ristoratore-factotum. Il registro delle stanze era cartaceo..faceva quasi tenerezza. Comunque lo consiglio (glenhotel) ai non fighetti.

Giorno 8:
direzione Portree.
Dopo una notte di riposo si riparte per Portree, isola di Skye. Lasciamo Ullapool dopo aver fatto benzina, e ci dirigiamo per loch ewe e loch maree anziché seguire la strada rapida, costeggiamo, saliscendi con la media dei 90 che fino ad allora ci aveva accompagnato e raggiungiamo kyle, dove però perdiamo traccia dei nostri amici TETESCHI che ci seguivano con il pulmino da john o’groats.. praticamente, ad esclusione di cape warth, ad ogni punto panoramico in cui ci fermavamo, loro arrivavano con il loro pulmino verde lattementa.
Ponte di skye e ci dirigiamo verso portree. Lungo la strada, fantastica come al solito per paesaggio, ci fermiamo a fotografare l’ennesima mucca delle highlands, quelle pelose e supercornute. Passa anche l’auto di Google street view, ma non rimaniamo immortalati (eravamo a luib). Giungiamo a portree e mangiamo presso un cafè consiliato dalla lonely planet (cafè ariba). Partiamo alla ricerca della stanza e troviamo un b&B con tutta un bel ghiaione di fronte a casa, ci rechiamo li, ma il prezzo rimane alto (48£) al che la tenutaria del B&B ci chiama un suo amico che nel giro di 5 minuti ci viene a prendere per accompagnarci al suo (35£) raggiungibile in 2 minuti in moto dal centro di portree (capirai che centro).
Facciamo poi una passeggiata in Portree e ci visitiamo il porticciolo dalle variopinte case, dove ci nutriamo con l’immancabile fisch and chips, minacciati come al solito dai famelici gabbiani. Passa lentamente il tempo in quella cittadina e ci concediamo un paio di birre in uno dei tipici pub che il proprietario del B&B ci aveva consigliato.

Giorno 9:
Lasciamo il B&B Dalriada (vivamente consigliato) dopo una sontuosa colazione che la moglie di Duncan ci prepara e ce ne andiamo verso l’old men of stoer, conformazione rocciosa, e poi verso le kilt rock falls piccola cascatella che da un laghetto finisce direttamente in mare. La bella giornata regala scorci sulle scogliere e sui fondali incredibili. Qui decido di graffiare le valigie vario ripartendo dal parcheggio..panf, moto in terra da fermo. Con cirietto incastrato fra la mia e la sua. Giro a nord dell’isola fino ad uig, dove si trova la birreria Isle of skye, che le guide davano per visitabile, ma non era così, e di cui avevamo bevuto la ottima Cuillin. Partiamo allora alla volta di Claingan dopo il dunvegan castle per visitare le spiaggie coralline, che raggiungiamo dopo una passeggiata fra mucche e tori…maledetti pastori che mettono i cancelli.. c’era un bello sterratello per raggiungerle. Le spiagge erano un po’ ridotte, forse la stagione o la mareggiata non avevano consentito la formazione dello strato come mi fu mostrato in foto anni fa.
Al che ripartiamo alla volta di Cape Neist. Faro su di un caratteristico promontorio, molto fotogenico, e le solite pecorelle intorno a scassare i maroni schizzandoti davanti all’ultimo secondo.
Tappa successiva? Distilleria TALISKER, prima distilleria visitata in vita mia, oltre quelle abusive dei vignaioli dove facevo la vendemmia, poco male, interessante, peccato per le foto che non abbiamo potuto fare. Allegrotti e con un po’ più di benzina sulla moto, ma non nel serbatoio, decidiamo di lasciare Skye.
Passiamo dal famoso Eliaen donan Castle, famoso per l’highlander di C.lambert. Definito da una guida come il più fotografato mucchio di pietre di tutta la scozia, non possiamo visitarlo in quanto si stava tenendo un matrimonio (il terzo che vediamo da quando siamo in scozia). Il suono della cornamusa e i riflessi dell’acqua, speculari, ci regalarono l’ennesima immagine da cartolina impressa nella memoria (e nelle schedine delle macchine fotografiche).
Procediamo qualche miglia per loch duich e decidiamo di fermarci al Jac-o-bite. Ne a me, ne a cirietto piacque cenare li, soprattutto lui che decise di mangiare le orecchiette al formaggio (maccheronis).
Campeggiamo fra conigli e zanzare nel vicino campeggio.

Giorno 10:
ci ributtiamo in strada senza una meta precisa, e, procedendo un po’ a zig zag, torniamo prima a fort august, su lochness, dove vediamo le chiuse del caledonian channel (sistema di canali e chiuse che mette in connessione lochness a loch linne), facciamo colazione e ripartiamo in direzione di glenfinnian dove passa il trenino di harry potter (bah), comunque luogo interessante dal punto di vista storico per gli scozzesi (credo principalmente per gli indipendentisti o nazionalisti ma non posso confermare). Ritorniamo poi indietro, direzione fortwilliam e glencoe, dove ho la fortuna di provare l’impianto frenante della mia gsina visto che un cervo, molto più grosso della adv di ciriotto ha deciso di attraversare qualche decina di metri di fronte a noi che procedevamo ai 110. Rimaniamo un po’ imbottigliati nel traffico poi nel tratto fra fortwilliam e glencoe per cui non ci godiamo propriamente la stradina. Giungiamo alle tre sorelle (si chiamano così??) luogo panoramico di glencoe e il suonatore di cornamusa intona qualcosa di molto malinconico, forse a ricordo della battaglia omonima o forse per i turisti. Ripartiamo e, come riportato nel 3ad omonimo, metto alla prova l’indicatore della mia benzina. Rifonisco con circa 15.3 litri a Clifton.
C’è da dire che il massimo numero di motociclisti li abbiamo visti in quel benzinaio dove cambio la seconda H7 del viaggio, la prima la cambiai a Edimburgo. Proseguiamo per Oban dove andiamo a visitare il castello Dunstaffnage (incluso nel nostro Explorer pass), piccolo castello, ma la strada dal benzinaio a li era veramente bella, tanto il numero di supersportive presenti e tanti di loro che ti sbracciavano a segnalare la presenza dell’unica pattuglia che fermava una moto vista. Dopo la breve visita al castello e cappella annessa (troppi simboli templari, per chi è appassionato la scozia è stupenda) e ci incamminiamo allegrotti per Inverary, per cenare dall’ennesimo fish and chips (gestito da italiani). Un altro paese da cartolina con barche in secca e le case tutte bianche (la guida dice stile georgiano), incontriamo diversi bikers e poi ripartiamo alla ricerca di un posto dove dormire. Optiamo, andando in direzione loch lomond per l’ardgartan forest camping, ce la caviamo con le solite 15£ ed io mi maledico (e maledico cirietto) perché non mi sono portato dietro la protezione per le zanzare. Le Smuggies, fastidiosissime e piccolissime zanzare mi massacrano leggermente, ero totalmente ricoperto di punture e bolle tipo varicella rosolia acne.. ovunque, il prurito ha persistito per diversi giorni e lo strusciamento della tuta sulle bolle non ha aiutato. Un paio di birre ed un paio di strongbow (sidro alcolico) e buonanotte.

Giorno 11:
lasciamo Ardgartan levando l’imbottitura dalle tute, già il giorno prima avevamo sofferto il caldo per via della giornata di sole e questo giorno non era peggio. Procedendo verso il sud la temperatura media rilevata dalla mia gssina non scendeva sotto i 18°C. direzione Mull of Galloway, promontorio sud occidentale e poi.. boh, dove ci porta la strada.Costeggiamo Loch lomond ed il traffico si fa più intenso, poi litighiamo con lo zumo che, dato che volevamo passare il più veloce da Glasgow, evitandola, per andare verso l’ayrshire (zona in cui ci sono i tutor anche sulle strade statali), questo ci fa uscire dalla M8 per attraversare un paio di paesi Erskine e Paisley, dove, abituati al ritmo ed all’assenza di traffico finora trovati, ci troviamo imbottigliati nei semafori e nei cantieri cittadini. Lo sclero era più che prossimo. Ma, subito dopo, la vista delle colline e l’arrivo sulla costa a tuberry e ci riappacifichiamo con la tecnologia. Sostiamo per il pranzo lungo la strada, stavolta in un posto ben consigliato, tea room Balkenna. Posto dove è possibile anche campeggiare (o in b&B) a pochi metri dal mare, attraversando strada e pascolo con mucche curiose verso l’orizzonte e verso l’isola Aisla Craig dal profilo curioso.
Abbiamo anche modo di fare conoscenza con un gonzetto locale che in sella alla sua k1600 voleva mostrarci il nuovo giocattolo sorpassandoci a rasovaligia anche quando c’era tutta la corsia di sorpasso libera.. vabbè, abbiamo capito che se acceleri la moto va..grazie..ci godiamo la scogliera e i posti che attraversa in direzione di Streanrear dove poi proseguiamo per Drummor e di conseguenza il faro sul Mull of Galloway, dove pecore e mucche acclamavano il loro possesso delle strade. Stupenda la visita al faro, ci si può salire su per 2£ e stupenda la vista sull’isola di Mann (in lontananza). I suoni che si sentivano erano solamente strida di uccelli marini, visibili in volo, appollaiati sulla scogliera e visibili tramite due webcam e un binocolo che il centro RSBP offre gratuitamente ai visitatori, in più era possibile vedere ed ascoltare il fragore dell’incrociodi due correnti che avveniva proprio sotto la scogliera. Nonostante il mare calmo sembrava ci fosse la mareggiata.
Ripartiamo alla volta di Kirkcudbright alla ricerca del posto letto. Bene, questa non ridente località, ricordata sulle guide come posticello pittoresco sede e casa di molti artisti, in realtà offre molto poco, pochi posti letto e cari per di più, ad esclusione del campeggio che abbiamo voluto evitare (mi prudevano ancora la punture di quei maledetti). Decidiamo di proseguire lungo la costiera, avvicinandoci verso quelle che sarebbero dovuto essere le nostre mete per l’indomani. Ci prende lo sconforto più totale, non troviamo nulla, attraversiamo un paese che non aveva nulla di ricettivo (può capitare, è ovvio), seguiamo una strada in mezzo a campi, costeggiante un’area militare, che sembra non finire più, minuti sembrano secoli finchè non vediamo una palazzina bianca nel paese successivo. The old smuggler inn. Decidiamo di cenare li, scopriamo, leggendo nell’insegna che si possono prendere delle camere e dunque ne approfittiamo ormai stanchi. No, non siamo andati a letto subito. La formula fu: birra – cena con birra – birra – birra – birra - … - … non ricordo – birra – scale - cuscino, coadiuvata dalla conformazione della locanda (ristorante a sx e fuori, pub a dx e camere sopra). Senza dimenticare la folkloristica compagnia: i contadini che tornavano dai campi, i pastori, e l’ubriacone del posto che ci parlava in mezzo gaelico. Sorvoliamo sulla compagnia femminile…

Giorno 12:
direzione Edimburgo (di nuovo). Andiamo ad incontrare una mia amica che non era presente nei giorni precedenti. Prima di affrontare la A701, strada panoramica/divertente da dumfries a Edimburgo, visitiamo la Sweetheart abbey, l’ennesima abbazia disintegrata durante le lotte cristiane (evvabbè). Prima di raggiungere Edimburgo passiamo da rossylin a vedere la famigerata Cappella. Fortuna che conoscevo la storia/leggenda già prima tramite letteratura diversa (butticchi in “la profezia” ed un fumetto ma non ricordo quale) prima di dan brown, ma quella piccola chiesetta merita un visita per l’innumerevole quantità di dettagli da osservare. Peccato non si possano fare foto, ma si trovino però all’interno guide disponibili e brochure esplicative.
Panico ad Edimburgo, mai visto così tanto traffico. Si che si avvicinava il periodo dei festival vari, ma l’origine di tale caos fu una visita della regina per un party nel suo castelluccio.. peccato che ne la pippa e ne la cate siano state in giro.
Facciamo un po’ di shopping, incotriamo in nostri ospiti e passiamo una piacevole serata con l’idea di ripartire con calma verso l’italia l’indomani.

Giorno 13:
ore 11.15 lasciamo il benzinaio ed iniziamo la discesa. Con l’idea di fermarci appena fossimo stati stanchi.
Ore 19.15 eravamo a Dover.
Purtroppo ed inspiegabilmente (non lo sapevamo) il travel center per prendere i biglietti traghetti chiude alle 1850. un hippy ci dice che avremmo dovuto aspettare l’indomani alle 8 fino a che le biglietterie non avessero riaperto. Non demordiamo e ci mettiamo su un pc per prendere i biglietti online. Il sito da solo il traghetto delle 2330 P&O anche se nel mezzo ce n’erano altri due, fa’ niente, decidiamo di prenderlo.
2100 decidiamo di dirigerci verso il check in, e, passati i controlli di dogana, dove ci fanno cenno di andare senza controllare i passaporti (contrariamente a quanto successe a calais), scopriamo che è possibile acquistare i biglietti anche all’area check in. Chiediamo se c’è posto su qualche traghetto prima e riusciamo a partire alle 2205.
Arrivati a calais (00.30) decidiamo di guidare per qualche km in autostrada (saranno poi 150) per poi fermarci a dormire, in fondo dovevamo prendercela con calma. Facciamo benza (io faccio l’errore di bermi una bibita del toro) e guidiamo, nel buio, da soli.
Cedono le batterie degli interfoni, da quel momento non mi sento più sicuro, se fossimo stati in contatto, parlando, il livello di attenzione sarebbe stato più alto. Dico a ciriotto di fermarci alla piazzola più vicina, quella di sosta, non di rifornimento. Piantiamo la tenda sul praticello, ma dormiamo veramente poco.

Giorno 14:
la sveglia alle 530, anticipata da stormi di uccellacci canterini è devastante. Andiamo alla ricerca di un autogrill e mangiamo qualcosa, si sta già meglio. Decidiamo di variare il percorso, passando da Lyon e Moncenisio evitando la svizzera. Ovvio che la prendiamo con calma o almeno così pare. Il paesaggio scorre monotono ai nostri lati, indicazioni km delle città ai lati dell’autostrada si riducono frequentemente. Le sole soste, quelle della benzina sono rapide ed indolori. Ormai Lyon è vicina, Reims, Dijon un ricordo lontano. Sosta per il pranzo in una delle più grosse aree di servizio mai viste e ci si mette l’antipioggia. Di fronte a noi solo un muro d’acqua. L’asfalto scozzese non rasenterà la perfezione assoluta, quello francese, di quel tratto ne rappresentava esattamente l’opposto. Pioveva in ogni direzione, anche dal basso verso l’alto per via di ciò che alzava qualsiasi mezzo ci precedesse. Arriviamo umidicci a Lyon e scopro al casello, che il maglioncino che mi aveva dato il casellante dalle parti di reims era per tariffe d’auto (la colonnina non funzionava in automatico) fatto sta che cirietto spende 22€..io 39.. l’avversione nei confronti dei galli è più che naturale. Cartina alla mano ci rendiamo conto che ormai l’Italia è vicina, e fermarci non avrebbe più senso. Raggiungiamo con una comoda passeggiata la cima del Moncenisio, ricoperta da una fitta nebbia che rendeva difficile la guida. Il traforo era ai nostri occhi una spesa che potevamo risparmiarci, anche perché il suo accesso era preceduto da 6km di coda.
La discesa in val di susa fu lenta, sempre per via della nebbia, e leggermente emozionante, seppur così lontani ancora, ci sentivamo a casa. L’area di sosta di Rivoli ci diede però uno strano regalo. Telefonai alla mia zavorrino invitandola la sera stessa a scendere a Spezia per il weekend, ma lei si disse impossibilitata in quanto il giorno dopo avrebbe avuto da lavorare. “non è vero” pensai e dissi, il sabato non lavora. Ci mise 5 minuti per farmi capire che l’indomani sarebbe stato venerdì. Andammo nel panico, si, è chiaro, siamo partiti di mercoledì, abbiamo dormito una sola notte, ovvio fosse giovedì. Sarà stata la stanchezza, sarà stato qualcos’altro, ma entrambi eravamo convinti che fosse già venerdì. E meno male che ce la dovevamo prendere con calma. Torino-Spezia? 3 orette in scioltezza, a parte il coglione con la ford focus sw che iniziò a suonarmi per aver strada mentre io facevo passare l’auto che sopraggiungeva alla mia sx (educazione stradale lasciata dalle parti di reims) e a parte il forte vento fra masone e il bivio con la a10 che ci fece procedere a non più degli 80 all’ora. Piccola nota, l’avvistamento probabile di qualcuno di noi, da Ge Nervi a Chiavari con un R80 nero (o 100) valigiato con adesivo apple.
Arriviamo a Spezia, sotto casa mia. “Short way up” finita, da spezia a spezia passando per la scozia. Malinconia. Km all’attivo 6674 in 14 giorni.
(quelli che cirietto s’è sparato fino a Firenze a raggiunger la zavorrina non contano)

Note (puramente personali):
- Tutto sommato il tempo metereologico è stato ritenuto bello dagli scozzesi stessi. Incredibile fortuna.
- Il viaggio non ha richiesto particolari prenotazioni, b&b, ristoranti, alberghi, campeggi, qualcosa si trova sempre (a meno che non si abbiano esigenze particolari)
- Francia (un po meno) ed Inghilterra (un po’ di più) avrebbero meritato una visita un po’ più accurata, ma noi volevamo la Scozia, magari la prossima volta…
- Quanto sono belli i semafori che ti avvisano con il giallo che stanno diventando verdi!

Consigli (puramente personali):
- No al ristorante Jac-o-bite (loch duich)
- Se doveste viaggiare con Zavorrine, a meno che non siano delle macinachilometri, è consigliabile spezzare un po’ di più le tappe per arrivare lassu.. ottima soluzione il traghetto (a meno che non si voglia visitare l’inghilterra)
- HIghlands nord occidentali, un paradiso
- Haggis, una manna!
- Non date da mangiare ai gabbiani
- Pianificare le soste carburante, al nord i distributori non sono frequentissimi
- Cape warth merita una visita, john o’groats andrebbe ridimensionato
- Le isole andrebbero visitate, noi per tempo e denaro abbiamo evitato, molti scozzesi ce le hanno consigliate..

(se manca qualcosa Cirietto aggiungi)

Comunque spero sia di aiuto e di gradimento a qualcuno.. io in scozia ci tornerò

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Vecchio 20-07-2011, 08:46   #2
pv1200
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complimenti per il viaggio non capisco la storia del casellante di reims e del "maglioncino" rispetto alle tariffe pagate dopo. Circa le zanzare ma l'autan faceva barriera o non serve
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Vecchio 20-07-2011, 08:54   #3
Ennio
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Tra dieci giorni dovrei fare lo stesso itinerario... non ho capito una cosa, sei passato anche per la svizzera e quindi relativo contrassegno autostradale o sei rimasto in Francia..... Partirò da Genova e devo studiare il percorso da fare per Calais..... Tantissimi complimenti per il report
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Vecchio 20-07-2011, 09:29   #4
bibi6rossi
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@pv1200:azz.. maledetto traduttore automatico di word.. era il taglioncino..

l'autan non l'ho proprio portato... ma credo sia sufficiente

@ennio: abbiamo fatto il passo del gran san bernardo (non il traforo) e poi abbiamo costantemente evitato l'autostrada svizzera per non pagare il bollino, si può fare, con tanta pazienza per il traffico ma si può fare..
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Vecchio 20-07-2011, 10:15   #5
teo11
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Complimenti per il report: divertente e da leggere davvero d'un fiato....forse perchè il ricordo del nostro viaggio in Scozia l'anno scorso è ancora vivissimo!!!!
Concordo su John O'Groats: giusto passarci ma è davvero solo una trappola per turisti...merita molto invece il Duncansby Head li vicino.
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Vecchio 20-07-2011, 11:59   #6
Cirietto
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Penso tu abbia scritto tutto Bibi.
Giusto due piccole note:

-i campeggi convengono di brutto e sono ben attrezzati
-occhio agli orari di chiusura di ristoranti e negozi, variano da posto a posto e sono molto fantasiosi.
-per una settimana e più passata al nord non abbiamo visto la notte..
-allenate il culo....(non fate i maliziosi)
-gli agnellini seguono le madri quindi ti attraversano quando meno te lo aspetti...
-le mucche non si spostano manco a morire, se non dopo che sei passato.
-i gabbiani mangiano fish&chips e sono molto più smaliziati dei nostri...
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Vecchio 20-07-2011, 12:08   #7
bibi6rossi
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hai detto 2 ed hai scritto 7..

le mucche del mull of galloway scappavano.. ma erano più veloci da ferme che in corsa...eh eheh

dunacaby head.. .si, li è molto più bello
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Vecchio 21-07-2011, 12:26   #8
Ennio
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ok grazie per la dritta penso di fare così anche io così per il passaggio della Svizzera
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Vecchio 21-07-2011, 17:59   #9
bluejay
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La Scozia è da un pò che mi attira......
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