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Vecchio 02-10-2018, 22:59   #1
momi20
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Un saluto e un ben ritrovati a tutti, quelli che conosco, che sanno chi sono e quelli che conosco, ma magari mi ricordo solo se vedo di persona. Quest'anno sono partito per le mie vacanze poco dopo la metà di agosto, esattamente il 17, venerdì, giusto per completare il tutto...anzi non proprio, non ho incrociato nessun gatto nero, o loro si sono tenuti alla larga. Dopo l'esperienza fantastica (anche se con qualche problemuccio) del 2010 in cui mi ero mosso in Sud Africa, Namibia e Zambia, mi è tornata voglia di questo continente. Ho preso in considerazione alcune zone dell'Africa e poi è iniziata la consueta ricerca della due ruote. Al solito, per un'attimo ho considerato la possibilità di andare con la mia Suzuki DR 350, ma un veloce controllo del budget ha completamente escluso l'ipotesi: spedire la propria moto sarebbe sempre l'ottimale, ma dopo non avrei i mezzi economici per la vacanza, quindi, via su internet. Dopo aver dato un'occhiata alle zone in cui potermi spostare, alla fine la scelta è caduta su quella chiamata East Africa, che è anche un'organizzazione internazionale di collaborazione economica e politica fra gli stati di Kenya,Uganda,Rwanda,Burundi,Tanzania e Sud Sudan, fondata nel 2000: per maggiori_informazioni

https://it.wikipedia.org/wiki/Comuni...rica_orientale

Il problema successivo, come altre volte, è stato quello di trovare un noleggiatore che consente di uscire dallo stato di partenza con la moto. Io poi ho anche il limite tecnico ed economico della cilindrata: moto da 800 cc e oltre sono incompatibili con le mie capacità di guida e il mio budget. Alla fine l'unica possibilità di noleggio ed attraversamento di frontiere era quest'agenzia di Nairobi

http://www.iridenairobi.com

Sito ben fatto e che come moto proponeva un Bajaj Boxer 150 cc, la tipica moto dei Boda Boda, come vengono chiamati i moto taxi qui in East Africa: un giornalista della BBC ha ipotizzato che il nome discenda dall'espressione Border to Border. Sono presenti ad ogni incrocio un poco importante di qualunque città e portano rapidamente le persone in ogni punto della città, ad un costo ragionevolissimo per la popolazione locale. Perchè quindi non usare questa ? Proprio in questi giorni si è ampliata l'offerta con la possibilità di noleggio del KTM 175 e di una Yamaha XT 225: questa sarebbe stata perfetta. Dopo uno scambio di mail, abbiamo definito i costi e mi ha scritto che non c'era bisogno di prenotare nulla: il Boxer sarebbe stato disponibile al mio arrivo. Mi sono solamente raccomandato di prepararla con un portapacchi posteriore robusto.
Poi la solita trafila per i visti: mi servivano per Kenya,Uganda, Rwanda,Burundi e Tanzania. Se avete tempo per via di un'accordo fra i paesi si può richiedere on line l'East Africa Tourist Visa, valido per Tanzania,Kenya e Uganda, poi bisogna fare quello per Burundi e Tanzania. Io mi sono deciso un poco tardi e due ho dovuto farli tramite agenzia. Per il Burundi serve anche la prenotazione dell'albergo: io ho mandato una mail ad un'albergo stellato chiedendo una conferma via mail della mia richiesta. Ho girato quella al consolato del Burundi, assieme ad una descrizione del mio itinerario in quanto non sarei arrivato in aereo, ma entrato via terra. Il visto triplo East Africa si può fare tutto on line, come quello per l'Uganda. Per ultimo l'itinerario, dopo aver scelto i paesi: per via della situazione ho escluso il Sud Sudan. Al solito ho messo assieme informazioni sui punti di interesse generali e quelli miei personali. Avevo ad esempio programmato il nord dell'Uganda, la città di Gulu epicentro del fenomeno dei night commuters. Sono i bambini dei villaggi che alla sera si allontanavano dai villaggi per recarsi a dormire nelle città, dove era poi possibile. i più fortunati presso ospedali o scuole, gli altri per strada, ma comunque un poco più lontani dalle incursioni dei ribelli del Lord's Resistance Army di Joseph Kony, che per oltre 18 anni ha terrorizzato l'Uganda settentrionale, con omicidi stragi e ripetuti rapimenti di bambini ed adolescenti, arruolati poi come soldati nel suo "esercito", arrivato a contare fino a 3.000 effettivi. Oggi è ridotto ad un gruppo di meno di 100 individui.
Se vi interessa approfondire
http://www.repubblica.it/venerdi/rep...ssi-133271470/

https://it.wikipedia.org/wiki/Joseph_Kony

Mi interessava anche raggiungere il Parco Nazionale delle Cascate Murchinson: ho letto in qualche report, che con una mancia generosa, si possono convincere i ranger a scortare i motociclisti per guidare all'interno del parco. Dato che sono state pubblicate delle foto (anche da un gruppo di raider di Avventure nel Mondo), mi sono detto che si poteva tentare. Poi dovevo valutare un trekking per vedere i gorilla (costi esorbitanti) e cercare di raggiungere il Lago Natron in Tanzania, per vedere i fenicotteri rosa.
Alla fine questo è stato il mio itinerario, diverso da quello pensato: ho segnato i posti dove ho dormito e mi sono spostato in senso antiorario, quindi Kenya-Uganda-Rwanda-Burundi-Tanzania



Ho percorso 4.754 km in tutto ed ho speso circa 2.600 euro così ripartiti nelle voci principali
524 € volo A/R Bologna-Nairobi
300 € visti
393 € noleggio moto per 25 gg (noleggio+costo per uscire dal Kenya)
130 € assicurazione per Kenya,Uganda,Rwanda Burundi e Tanzania: obbligatoria e la fate alla prima frontiera
517 € il permesso per il trekking per vedere i gorilla in Uganda al parco di Bwindi
115 € spese dentista in Uganda, Rwanda e Tanzania
621 € vitto alloggio, benzina, souvenir e tutte le altre spese in viaggio: 27 giorni a circa 23 €/gg

venerdì/sabato 17-18 agosto
Ho cercato di ridurre al minimo il bagaglio, ma avendo tenda, sacco a pelo e casco ero appena sotto i 12 kg. Inoltre, anche indossando i capi più pesanti ero comunque con 2 bagagli. Ho deciso di improvvisare al check inn.



Ho volato Turkish ed al check inn a Bologna l'impiegata mi ha detto che eccedevo il peso e anche il secondo bagaglio era troppo grande. Pietosamente le ho raccontato la mia vicenda: costretto a partire in ritardo sarei atterrato poche ore prima della partenza di un tour in moto organizzato. Non potevo rischiare un disguido coi bagagli e l'ho pregata di darmi l'etichetta di bagaglio a mano per zaino e borsa. Me le ha date, ma avvertendomi che al all'imbarco mi avrebbero potuto bloccare. Invece, tenendo lo zaino ben dietro la schiena e la borsa gialla a mano un poco dietro le gambe è andato tutto per il meglio. Qui ho completamente dimenticato che mi stavo imbarcando il venerdì 17 agosto. Scalo a Istanbul (ho volato Turkish) e poi sono regolarmente atterrato a Nairobi...alle 2,15 am. I primi autobus iniziavano a circolare alle 6 am e quindi con altri turisti ho aspettato dentro l'areoporto. Nessun problema, grazie al wifi dell'areoporto ed al mio tablet Huawei M3 Lite da 8 " il tempo è volato

anche se ho intervallato partite della NFL a pisolini sulle sedie. Alle 6 ho preso i bagagli e sono uscito a piedi dalla zona dell'areoporto fino a dove mi avevano indicato la fermata dei bus pubblici. Non avendo potuto comprare subito la sim card locale avevo tenuto il tragitto di Google Maps coi mezzi pubblici. Semplicissimo basta prendere il 34J, poi il 33C, poi il 16 ed infine il 56 per coprire in poco più di un'ora i 18 km che mi separavano dal Manyatta Youth Hostel. Nel buio vedo dei pulmini e quando(in inglese) inizio a chiedere agli autisti del 34J capisco che non ne sanno nulla. non parliamo poi dei numeri sucessivi. Mi fanno salire su un piccolo bus che intanto mi porterà ad una stazione in centro (comunque mi avvicino) poi devo chiedere. Il biglietto, come avvertono i cartelli, costa 30 scellini kenyoti = 26 centesimi di euro. Io però pago doppio: ho occupato un seggiolino e dovuto appoggiare i bagagli su un'altro sedile. dalla foto potete capire come non ci fosse spazio per tenere il bagaglio vicino ai piedi

da questa prima stazione me la sono poi cavata con altri 2 pulmini e qualche km a piedi

Verso le 7,30 arrivo trionfalmente all'ostello


sono arrivato giusto in tempo per la colazione, compresa nel prezzo del posto letto (14 €) http://www.manyattabackpackers.com/

Avendo a disposizione il wi fi ho contattato Stephen della IRideNairobi e ci siamo accordati per incontrarci alle 14,00. Ho preso un bus e vicino alla fermata sono arrivato all'indirizzo della sede dell'agenzia PH6, Delight Apartments, Ole Odume Road, Nairobi.
Si trattava poi di un grande condominio, con servizio di sorveglianza e conoscevano Stephen. L'arrotino stava facendo il giro del condominio



Verso le 14.30 chiedo alla sorveglianza se possono accompagnarmi all'appartamento PH6. Ci sono solamente una signora e sua figlia, che però mi dicono che chiamano immediatamente Stephen. Alla fine è un poco in ritardo e mi dice di aspettarlo in un ristorante vicino al condominio. Ci incontriamo verso le 16,30 e c'è anche un'ingegnere argentino che come me ha noleggiato una moto.


la mia è questa, appena 1700 km ed il portapacchi è davvero robusto e fissato bene.


Vado con Stephen in un centro commerciale e prelevo i 46.000 scellini del noleggio ed i 20.000 della cauzione che mi verrà restituita quando rientrerò a Nairobi con la moto: in un qualche modo è coperto, la moto nuova costa 112.300 scellini.
Riesco a fare anche il contratto per la sim del Kenya e prendo solo un paio di GB per navigare in internet. Dopo ci salutiamo e vado a cercare una catena per legare il casco nelle soste Stephen mi ha avvertito di non lasciarlo mai incustodito, si vede che è un buon casco) e vedere se sia possibile fare una copia della chiave d'avviamento. In un centro commerciale c'è una ferramenta e fanno la copia delle chiavi. L'addetto non ha il modello dell'Honda ma della Yamaha: ci prova ugualmente e poi viene con me nel parcheggio e di lima la sistema. Perde almeno mezz'ora alla fine, ma la chiave funziona: gentilissimo.

Riprendo un poco la mano col traffico africano (inoltre in Kenya si guida all'inglese): perfetto puoi salire sui marciapiedi, andare contromano (con prudenza), alle rotonde anche col vigile che dirige, puoi sempre passare: ragazzi un paradiso.

Domenica 19 agosto
Appena iniziano a servire la colazione sono già pronto


e poi via che si parte


fuori stanno potando...lasciamo perdere le norme di sicurezza



A un certo punto, leggendo gli avvisi dei negozi di souvenir, mi sono accorto che stavo attraversando la Rift Valley, una formazione geografica e geologica che si estende per circa 3500 km in direzione nord-sud della circonferenza terrestre, dal nord della Siria al centro del Mozambico, attraversando anche il Kenya
https://it.wikipedia.org/wiki/Rift_d...rica_orientale







Dopo circa 143 km, arrivato nella città di Narok, mi sono reso conto che stavo congelando e che ogni uomo nero che guidava una due ruote indossava il piumino. Possibile che l'uomo bianco (come nel 2010) non avesse tenuto conto che l'agosto italiano non ha le stesse condizioni climatiche in ogni parte dell'emisfero ? Ad un incrocio vedo un mercato: vuoi che non si trovi una giacca ? Me la cavo con 450 scellini (3,84 euro).





Con la combinazione felpa+antivento+giacca va decisamente meglio


Subito dopo Narok, per dirigersi verso il parco naturale di Masai Mara alla deviazione bisogna tenere la sinistra...l'ho capito dopo 18 km percorsi nella direzione sbagliata. So benissimo che nei parchi non fanno entrare con la moto, ma volevo arrivare all'entrata e vedere se sarebbe stato possibile caricare la moto su un qualche mezzo, attraversare il parco e poi passare la frontiera con l'Uganda. Dopo un pò la strada diventa davvero brutta e il mio povero Boxer fatica davvero: le buche, come numerosità si sprecano. Unitamente alla mancanza di asfalto non è il massimo. Improvvisamente mi si materializza in mezzo alla strada una giraffa: riesco a frenare qualche metro prima, ma non riesco a tirare fuori la macchina fotografica in tempo per scattare mentre è ancora davanti a me.





Non è che ai lati ci sia poi una vegetazione impenetrabile, però non le avevo notate: il pensierino fatto di non superare gli 80 km/h mi torna in mente.
Pensavo di raggiungere l'ingresso della riserva e dormire in tenda, ma verso le 18,00 il cielo si incupisce e un rumore molto simile a quello udito in Vietnam, Filippine, Nuova Zelanda ed altri posti mi suggerisce che forse è meglio trovare un riparo. Ovviamente sono nel mezzo del nulla, anzi no: vedo sulla sinistra un cantiere stradale africano....anzi cinese. La presenza cinese in Africa si nota ovunque, come nel piccolo stato di Gibuti dove è stata inaugurata la prima base militare cinese al di fuori dei confini nazionali. Niente di che visto che a malapena sarà in grado di ospitare 6.000 militari


Iniziano a cader le prime gocce d'acqua ed entro nel cantiere spingendo la moto.








Vedo degli uffici e qui parlo con un ragazzo di colore : in pratica è il responsabile del personale. Gli chiedo se possono ospitarmi per la notte, ma anche senza il letto. Mi arrangerei sotto una tettoia. Non lontano c'è il paesino di Nkoilale, ma ormai sta piovendo, è un poco buio e la strada è di argilla rossa. Deve sentire dal boss: è un'ingegnere cinese (l'unico non africano del cantiere), che si occupa principalmente della gestione economica.


Alla fine Sammy ( il ragazzo africano) mi dice che dividerò la sua camera e mi procurano un materasso



La moto è al riparo


Gentilissimo Sammy mi vuole accompagnare a Nkoilale e visto che ha smesso di piovere, ci incamminiamo nel buio. Prima di arrivarci, però, ci fermiamo dove un camion, per aggirare una deviazione, è finito per metà dentro ad una buca, bloccando di fatto la strada. L'inglese dell'ingegnere cinese non è il massimo e sammy impiega un bel pò a spiegargli la situazione. Inoltre anche facendo luce coi cellulari le foto mandate non sono chiarissime. Dopo mezz'ora ci incamminiamo nuovamente verso la città. Due file di edifici ai lati della strada, effettivamente c'è un albergo e poco altro. Offro io una bibita e poi rientriamo al cantiere. Troviamo un passaggio da un ragazzo che aveva accompagnato un bulldozer a spingere il camion fuori della buca. Gli chiedo se lavora al cantiere: in pratica collabora con un paio di mezzi. Gli faccio i complimenti per essere venuto a quell'ora: mi risponde che gli aveva telefonato il boss 8 l'ingegnere cinese) e che se il boss dice che ha bisogno, tu devi andare...ovvio no ?
Prima di andare a letto, con santa pazienza pulisco con lo spazzolino da denti le scarpe

Il materasso è sottile, ma dormo come un sasso.
19 agosto domenica
Stamattina il tempo è bello: faccio colazione con gli operai


Saluto i due addetti alla sorveglianza e riparto verso Masai Mara




A poco meno di 2 km dall'entrata incontro un gruppo di guide/autisti


Mi avvisano che non posso entrare nel parco, ma gli spiego che lo so e che sto infatti cercando un modo per caricare la moto su un veicolo e raggiungere la frontiera con l'Uganda. Non c'è problema, possono procurarmi autista e camioncino: fantastico. Ovviamente chiedo quanto costa: una sciocchezza, 600 $...il trasporto e l'autista, io devo poi anche pagare l'ingresso al parco. Visto che avevo in mente una cinquantina di dollari, giro la moto e inizio a tornare indietro, devo nuovamente raggiungere Narok e poi dirigermi verso il confine per la strada nazionale. In fondo sono solo 112 km di sterrato che ho poi già percorso



Questa è Nkoilale




Ronaldo è davvero famoso



Finito lo sterrato e ripresa la strada nazionale, mi accorgo di alcune gocce d'olio che escono da sotto il motore. Sposto la moto. È proprio il mio olio.

Sbaglio strada e poi mi rimetto in direzione di Busia, la città di confine fra Kenya ed Uganda. Mi fermo in un paesino


Trovo un meccanico e gli spiego il problema: prova a stringere qualche bullone e cambiare l'olio: almeno 50 persone si sono radunate per osservare il viso pallido in moto. Per loro è già sorpendente che io sia arrivato da Nairobi


Riparto, ma mi accorgo che l'olio continua a cadere e allora scelgo di fermarmi a Kisii: una città da 200.000 abitanti avrà un qualche concessionario ufficiale di moto. Quando arrivo, verso le 17.30 vedo subito quello dell'Honda, che però mi dice che è meglio che vada dal concessionario Bajaj ufficiale il negozio Lulu Moto. Nemmeno 1 km di distanza e sono davvero fortunato. Il meccanico Peter è un ex pilota di cross. Mi dice che deve aprire il motore e cambiare una guarnizione, ma il lavoro lo potremo fare domani, stanno chiudendo. Lasciamo la moto dentro al negozio





Mi chiede se ho qualche preferenza per l'albergo: il meno caro possibile. Ne conosce uno da 700 scellini ( 6euro), è il mio. Mi accompagna in moto e continua a chiedermi se davvero può andare una camera col bagno esterno. Alla fine gli mostro la foto della camera dove ho dormito al cantiere e capisce che sono uno che si adatta bene. Poi mi spiega che lui, nato in quella zona, si era dovuto trasferire a Nairobi per lavorare. Alcuni anni fa era venuta l'occasione di lavorare a Kisii per l'apertura del concessionario ufficiale Bajaj. Lui era immediatamente tornato e per i primi tempi aveva dormito proprio in questo albergo la Wahnana Guest House. Col proprietario controlla la camera, la serratura il bagno: comunque continua a pensare che non sia una sistemazione adeguata .




Per me è perfetta: 2 letti tavolo e spazio per appoggiare la roba



Mi saluta per tornare a casa e mi raccomanda di non allontanarmi troppo dall'albergo: posso chiedere al proprietario di portarmi da mangiare. Di sicuro farò così: in 20 minuti mi lavo ed esco. Tornato su una delle 2 vie principali della città, vedo un "ristorante" che sicuramente fa per me. Entro, un bimbo mi guarda, spalanca gli occhi e poi corre urlando a rifugiarsi dietro alla mamma, dev'essere la prima volta che vede un'extra comunitario, bianco per giunta. Ovviamente si mettono tutti a ridere.





Dopo vado a zonzo per la città, abbastanza poco illuminata. Ci sono parecchi bar, spesso situati sopra a degli alberghi: purtroppo è domenica e non posso aspettare fino a giovedì per la gara di Twerking, peccato.


Prima delle 11 rientro e vado a letto.

21 agosto-martedì

Il negozio del meccanico apre un poco tardi perchè il responsabile con le chiavi sta venendo in città da una strada diventata palude per via delle piogge. Ne approfitto per andare in un cyber cafè a copiare le foto dalla scheda alle chiavi usb: purtroppo il mio lettore di schede viene riconosciuto da qualunque pc, tranne che dal mio tablet.









Non sono nemmeno le 8.30 il mercato non è ancora operativo al 100%



con questo tipo di carretto a spinta umana caricano tutto di più e c'è posto anche per l'impossibile



Per riparare la moto è prima necessario pulirla per bene e Peter mi carica e andiamo da un lavaggio locale: non perde una mossa del ragazzo del lavaggio e ogni volta gli da indicazioni. Dopo mezz'ora la moto è tornata nuova



alla fine il conto per lavare la moto, aprire il motore, pulire il tutto interamente e cambiare la guarnizione è meno di 10 euro
Riparto con in mente di arrivare il più vicino possibile alla frontiera Kenya-Uganda, quindi la città di Busia in Kenya, ma di attraversare il confine con la luce del giorno. In febbraio i governi di Kenya ed Uganda hanno dato inizio ad un piano di rinnovamento del posto di frontiera di Busia.
Questo con l'intenzione di facilitare il movimento di persone e merci eliminando la doppia coda, con un 'unico punto di frontiera. C'è però in mezzo una no man's land di circa 70 metri che idealmente non appartiene nè al Kenya, nè all'Uganda. teoricamente dovrebbe servire alle autorità dei due paesi per gestire le movimentazioni di merci e specialmente dei grandi camion. Si è parallelamente creata una serie di attività economiche (punti di ristoro, piccoli shop) che approfittano della tax free. Ovviamente tutta una serie di persone legate alla criminalità ha iniziato ad imporre il pagamento di pizzi per poter esercitare le varie attività e alla sera, col buio, è meglio non attraversare la zona. un'ufficiale di polizia ugandese è stato ferito alla gamba da persone che gli avevano sottratto il suo AK 47.
Potete leggere un articolo molto esauriente del Daily Nation...quello che mi ha convinto ad attraversare la frontiera di giorno.

https://www.nation.co.ke/counties/bu...hjl/index.html







La giornata è decisamente bella



Foto storica: il primo cartello stradale che ho incontrato dopo aver lasciato Nairobi



La giornata era decisamente bella, inizia ad oscurarsi il cielo e arriva la pioggia: il lato positivo della cosa è che finalmente ho l'occasione di testare la mia attrezzaturaanti pioggia. Il lato negativo è che il mio equipaggiamento è abbastanza approssimativo, tendente all'inadeguato. In questo paesino,



mi riparo per vedere se ci sia un'hotel. niente, anche se un pastore di qualche congregazione si offre di ospitarmi a casa sua per una cifra modesta. Però c'è ancora luce e sta spiovendo. provo ad andare avanti.
30 km ed altra sosta


Alla fine viene buio , ma arrivo a Busia: sulla destra l'hotel Roots. Per 6 euro va benissimo, ha anche il ristorante interno.





Piatto unico di pollo e riso: mentre mangio mi avvicina un signore e mi dice che nel loro gruppo c'è una persona dell'Uganda che vive e lavora in Italia. Lo accompagnano da me e scambiamo 2 chiacchere. Lavora per Amazon ( e non ne parla benissimo: si sciroppa 12 ore e passa per una paga oraria ridicola). Lui è tornato qui per accompagnare al funerale la salma del fratello, morto in italia, credo per problemi di salute. Una storia un poco triste.
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Ogni grande viaggio inizia con un piccolo passo
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