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Vecchio 11-07-2017, 23:06   #125
Fagòt
Mukkista doc
 
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23° giorno: Kerman – Yazd 368 km.

L’abbraccio è stato lungo e intenso, quasi avessimo paura a lasciarci come vecchi amici che sanno toccherà aspettare parecchio tempo prima di rivedersi. Sale sulla Saipa dove lo aspettano la moglie e figli e mi saluta un’ultima volta dal finestrino. Nei giorni a seguire tutte le sere mi scriverà per sincerarsi che stia bene. E mi torna in mente Bouba che per dieci giorni mi scrisse finchè non salii sul traghetto in partenza da Tangeri. Bamako era lontana 5000 km… no affatto, erano solo 50 centimetri… che potevo sentire ancora l’affetto del piccolo pastore puel, così come ora sento quello di Hesam.

Questa notte ha piovuto a dirotto e la sabbia portata ieri dal vento è ora uno strato di fanghiglia marrone. Il cielo è di un grigio scuro, come il mio umore, ed il vento soffia raffiche altalenanti. Fumo qualche sigaretta sul marciapiede fino a quando il taxi scarica Federico di fronte all’hotel. Il tempo di fargli vedere le camere e andiamo a prenderci un caffè vicino al bazar, che l’altro giorno ho scoperto una caffetteria con macchina e miscele italiane. Poi parcheggio di fronte all’ospedale e andiamo in reparto. Roby sta molto meglio e forse in giornata lo dimettono nuovamente. Ora posso partire tranquillo sapendolo con suo figlio e così a mezzogiorno ci abbracciamo: appuntamento per il solito tè con biscotti in Italia, che quando ci vedremo tocca a lui pagare per il mio compleanno.

Da qui restano ancora 5500 km. Ho tagliato Shiraz e Persepoli, che volevano dire almeno 2 giorni e altri 800/900 km, così come il Kurdistan iraniano che avevo preparato… Kermashan, Paveh, Urmie e il suo lago… pazienza tanto in Iran ci tornerò di sicuro che abbiamo un conto aperto. Metto la traccia per Yazd e attraverso la città semideserta con le nubi che minacciose avanzano da ovest. 10 gradi e il vento continua a soffiare di lato costringendomi a viaggiare con la moto piegata. Lo sguardo continua a poggiarsi sullo specchietto alla ricerca delle luci di Roberto e ancora non riesco ad abituarmi alla cosa, dopo 100 km, ho bisogno di un chai e una sigaretta per cui mi fermo appena vedo un negozio col bollitore.



Ricomincia a piovere e il deserto a fianco della statale a due corsie prende ad animarsi. Lunghi rivoli d’acqua convergono in oued sempre più ampi finchè uno di questi scavalca l’asfalto per almeno 30 metri con la corrente che cresce sempre di più. Perfetto ci mancava solo di mettere i piedi a mollo questo pomeriggio... indugio un attimo mentre dall’altra parte i passeggeri di alcune auto appena passate mi incitano a guadare che non vedono l’ora di fare le foto. Passo sfanculandoli allegramente per il mancato divertimento di una caduta nell’acqua e alla successiva stazione di servizio mi fermo che non posso continuare così.

C’è una grossa moschea nel mezzo ed un sacco di gente ferma per prendere un chai: quando ne chiedo uno subito una signora si affretta a pagare i pochi Rial necessari e poi corre a mettere altre monete in una grossa cassaforte sul marciapiede. E’ una sorta di libera donazione per anziani e bisognosi, anche a Kerman si trovano altre piccole cassette per tale uso.





Guardo l’orologio e noto che il Nowruz è finalmente arrivato e passato strada facendo… era alle 14.00 e qualche minuto. Festa della primavera, della rinascita, del nuovo anno… in essere da oltre 3000 anni in tutto l’impero persiano… 15000 se si considerano le sue origini zoroastriane.

“Nuovo Giorno” e “Nulla sarà più come prima”…. Resetto mentalmente la mappa impostata e seleziono dall’elenco “Viaggiatore solitario”… modifico il Defcom da 3 a 1, “Massima allerta” e do tre vigorose ruotate alla manopola del gas per salvare la scelta appena fatta. Sulla Trity ha sempre funzionato quando il Tps o la centralina andavano in tilt.

Fumo un’ultima sigaretta facendo due chiacchiere con un uomo che mi offre un altro chai, poi gli strappo un sorriso con il mio “Nowruz Mubarak!” “Buon nuovo giorno!” e salgo in moto. Il tachimetro sale ora sopra i 100 km\h. tanto temuti e la paura scivola via insieme alle gocce d’acqua sulla lente della maschera. Roby viaggerà ancora con me: tutti i giorni gli invierò una foto, non importa quale o da dove, sarà un attimo condiviso… che siamo partiti insieme ed insieme torneremo a casa.


Nel tardo pomeriggio la città tra i due deserti mi accoglie con 18 gradi e il cielo azzurro. Le case di fango ricoperte da argilla e paglia mi riportano in un baleno a quelle africane e lo squisito stufato di cammello risveglia antichi sapori che non gustavo da oltre due anni. Quanto mi manca Fort Bou Jerif e la Plage Blanche.















In un piccolo cortile trovo anche la commemorazione dei caduti nella guerra con l’Iraq: i parenti seduti sui divanetti rendono loro omaggio in questo giorno di festa. Per il caffè salgo sui tetti a cupola di un bar da cui si vede tutta la città vecchia e il sottostante bazar.














Avevo un disperato bisogno di tornare a viaggiare, anche se il mio cuore si è fermato a Kerman.
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Abbi cura del tuo ospite che dio veglierà su di te nel deserto.

F 800 GS - Fotty
T700 - Tenery
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