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Vecchio 20-09-2016, 23:28   #16
Antonio Tempora
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predefinito Quarta Puntata

07/08 Imilchil – Meknes – Chefchaouen Km. 477 – In Moto H 07,24 – Totali H 07,57




Stanotte ho dormito discretamente come l’ altra note, la costola mi fa sempre meno male ma devo sempre stare attento a non fare movimenti bruschi.
Facciamo colazione e mangio un po’ di pane caldo con l’ ottima marmellata che ci ha portato il signor Bassou.
Partiamo alle 08,30 di una splendida giornata dall’ aria fresca e tersa.
Passiamo di nuovo accanto al Lago Tilsit che salutiamo e ci dirigiamo a Nord seguendo ancora la R317 che da AGOUDAl, incrocio per le Gole del Dades ci aveva portato al nostro albergo.
La strada comincia a salire e ci porterà con frequenti tornanti all’ ultimo dei passi attraversati durante questo viaggio in Marocco a 2400 metri sul livello mare.
La strada è più sconnessa di quella di ieri ed alcuni tornanti li percorriamo con il fondo sterrato passando accanto a molti cantieri deserti perché il personale non ha ancora ripreso a lavorare.
Anche la carreggiata è più stretta ed è un bene essere partiti presto per evitare il traffico che nel corso della giornata si farà più intenso.




Panorami belli e diversi da quelli brulli e solitari di ieri. Oggi attraversiamo un territorio che assomiglia più al tipico paesaggio di montagna con conifere, torrenti ed anche le montagne terrazzate dal vento come se ne vedono nel resto dell’ Alto Atlante.
Passiamo accanto a villaggi e la strada ne attraversa diversi lasciando l’ asfalto per diventare di terra battuta passando tra le case.
Arriviamo all’ incrocio indicato dal signor Bassou che ci ha consigliato di deviare ad EST per AGHBALA per evitare i frequenti lavori in corso della strada per EL KSIBA.
Fatichiamo un po’ per seguire le indicazioni ma poi troviamo la strada giusta che fila via diritta e con il fondo regolare fiancheggiata da campi coltivati.
Siamo scesi di altitudine e ce ne accorgiamo anche dalla temperatura, arriviamo ad AGHBALA dove un meccanico parlando Spagnolo risponde alle mie richieste di spiegazioni sulla migliore strada da seguire.
Seguiamo la strada fino all’ incrocio con la R503 che ci porterà alla N8 dove finalmente dopo tanti kilometri riprenderemo a guidare su una strada Nazionale.
Il traffico si fa sempre più intenso sia di macchine che di camion, i villaggi diventano paesi ma il panorama rimane gradevole.
La velocità di percorrenza però aumenta mentre nel tratto montano, a causa del fondo sconnesso con buche che apparivano all’ improvviso, era stata veramente bassa.
A qualche incrocio abbiamo trovato ragazzini con pale e picconi che fanno finta di riparare la strada per avere una mancia e si arrabbiano moltissimo quando noi passiamo diritti senza fermarci !
Finalmente imbocchiamo la N8 e quando facciamo la prima sosta a KHENIFRA abbiamo fatto 140 kilometri in 3 ore.
Dopo acqua minerale frizzante e the alla menta riprendiamo la strada direzione MEKNES che supereremo dando uno sguardo alla sua cinta muraria. Siamo ora sulla N13 e la direzione è per la Città Santa di MOULAY-IDRISS che sorge su una collina circondata da boschi di pini e coltivazioni di Ulivi.
Fa ancora un caldo accettabile ma arrivati a OUAZZANE si fa insopportabile e ci fermiamo ad un distributore di benzina dove faccio il pieno, beviamo Coca-Cola ed acqua minerale ed approfitto per guardarmi un match di boxe alla televisione che trasmette i giochi olimpici che sono cominciati da qualche giorno.
Rinfrancati riprendiamo la strada che comincia a salire tra panorami montuosi e boschi e coltivazione, tutto molto bello.
Il navigatore mi porta diritto al nostro albergo, lontano pochi kilometri da CHEFCHAOUEN ma comodo per andare a visitare la “Città Blu”, Auberge Dardara.
Sono le 15,00 quando entro alla reception dove Mohammad con perfetto inglese mi accoglie interrompendo il suo pranzo ed offrendoci da bere.
Ci accompagna alla nostra stanza in una villetta delle 4-5 che compongono questo albergo a metà tra Agriturismo e Resort, ognuna co 4 stanze grandi e ben arredate in stile marocchino, la nostra è al primo piano.
Parcheggio Diavolina accanto alla nostra villetta e aiuto Lilli a portare le borse in camera.





La doccia della nostra stanza è spettacolare, scusate se mi dilungo sulle docce ma dopo una lunga e faticosa giornata in moto non c’è piacere più grande, forse una birra fresca sarebbe ancora meglio ma qui l’ alcool non è consentito.
Entro in quella che sembra una grotta, anche il pavimento come le pareti è di mattoni e grossi ciottoli di fiume, in alto una grossa “cipolla” da cui scende un gradevolissimo fiotto d’ acqua sotto il quale rimango per quasi venti minuti, un’ eternità per me che a casa non sto più di 5 minuti sotto il getto.
Anche in questo bagno troviamo saponi e creme ed approfitto per fare un po’ di bucato, che rientra nei miei “Compiti Istituzionali”, quindi sbrigato un po’ di lavoro mi concedo accanto a Lilli un po’ di meritato riposo fino all’ ora di cena.
Ci svegliamo e ci prepariamo a scendere in quello che è rinomato come un ottimo ristorante.




Mohammadvci accoglie sempre sorridente e ci fa accomodare al nostro tavolo.
Ordiniamo un’ insalata mista ed il piatto pù famoso del ristorante: Tajine di Capra con i Fichi Secchi.
Beviamo acqua minerale perché non servono alcolici.
Come antipasto prendo formaggio di pecora prodotto localmente, ed olive schiacciate che mi ricordano un po’ quelle che mangio con i miei amici Calabresi, comunque buonissime come il formaggio che è cremoso e spalmo sul pane caldo fatto in casa.
L’ Insalata è talmente buona che merita una menzione speciale: pomodori-lattuga-cetriolo-fichi-fichi d’India ( lungo la strada una marea di venditori ambulanti li vendevano in cestini con parecchi automobilisti che si fermavano ad acquistarli )- mela-tonno, il tutto condito con olio e limone. Buonissima e rinfrescante e praticamente potrebbe costituire un pasto.




Noi però siamo “sfondati” considerando che un po’ per la fatica e parte per la tensione, in questo viaggio non è che ci siamo ingrassati….Quindi passiamo al piatto forte che ci viene portato nel classico recipiente che al tempo stesso funge da cottura e piatto da da portata : Il Tajine.


Il sapore della Capra stufata con le verdure e con i fichi secchi non si può descrivere ma merita la fama che si è fatto anche sui report di Trip Advisor che mi hanno portato a scegliere questo albergo.
Non ho il coraggio di ordinare il dolce e mi faccio portare un discreto caffè per concludere un’ ottima cena.
Torniamo alla nostra stanza che si affaccia su un’ area comune con tavoli e sedie.
Mi siedo a fumare il mio Toscanello al Caffè che ha una sua storia.
Anni fa ero con la mia moto sulla Cristoforo Colombo di ritorno da Ostia. Passate le Mura Aureliane comincio a sentire un profumo delizioso proveniente da un sigaro fumato da un guidatore di un SUV, mi metto al suo inseguimento con il guidatore che credendomi uno scippatore di Rolex accelera. Arrivato al semaforo prima delle Terme di Caracalla è costretto a fermarsi e quando lo affianco sbianca in volto. Io gli chiedo “ Scusi ma che sigaro sta fumando che ha un profumo buonissimo ?” Riprende colore per lo scampato pericolo e mi dice “ E’ un Toscanello al Caffè ne vuole uno ?”. Lo ringrazio e riprendo la mia strada. Da quel giorno alterno la pipa con il toscanello. Uno al giorno, raramente due.
Ed ora sono qui a fumare, guardo il cielo stellato e ripenso alle strade che abbiamo percorso, alle fatiche e le difficoltà attraversate e la soddisfazione per le mete raggiunte.
Domani è un giorno di sosta e visita a CHEFCHAUEN e poi si lascerà il Marocco.

08/08 – Sosta e Visita a Chefchauen

La prima colazione dell’ Auberge Dardara è all’ altezza della cena con una varietà di dolce e salato da soddisfare i più esigenti.
Spremuta d’ arancia rinnovata di continuo così come uova strapazzate e formaggi con olive e pomodori.
Composte di frutta e frutta fresca con il melone bianco a fare da protagonista.
Miele e frittelle dolci e salate talmente buone che persino Lilli, di solito restia a mangiare a colazione, fa il bis.





Chiediamo a Mohamed di chiamarci un taxi che per 200 MAD andata e ritorno ci porterà a visitare CHEFCHAUEN.
Il nostro autista ci lascia all’ ingresso della Città Vecchia e dopo le foto di rito e uno sguardo alle cascate dove ancora i locali lavano i panni e fanno il bagno entriamo nella parte più suggestiva della Città Blu.






Percorriamo i vicoli stretti e curvilinei in discesa di questo che è il Quartiere Andaluso, non per niente siamo nella antica terra da cui il Califfo Omayyade partì per conquistare la penisola Iberica : "al-Andalus".
Tutte le abitazioni sono tinteggiate di blu chiaro mentre le stradine sono tutte acciottolate.








Siamo fortunati perché oggi è giorno di mercato per me una buona occasione per fare le foto che amo di pù: quelle alle persone mentre svolgono le loro mansioni giornaliere.
Lilli al solito mi avverte che le persone non amano farsi fotografare, ma il trucco per fare buone foto è essere rapidi e scattare senza farsi accorgere.
Ci buttiamo nella parte del quartiere vecchio dedicata al mercato e ci rechiamo in negozio di ottica per acquistare un nuovo paio di occhiali da sole per Bibo che oggi a causa delle frequenti buche del primo tratto di strada, se li è persi.
Vagliamo varie tipologie poi al costo di € 35,00 scegliamo un paio che possa andare bene al nostro fedele compagno di viaggio.







Ci concediamo una pausa in un bar della piazza principale, fa caldo ed abbiamo bisogno di riposare un po’ e di bere. Ci sono molti turisti, una volta CHEFCHAUEN era una famosa meta fin dagli anni 60 perché considerata l’ Amsterdam del Marocco per quanto riguarda il consumo di Ashish ed anche oggi è stimato che i contadini Berberi del Rif coltivino il 40% del consumo Europeo.
Noi però non siamo interessati che alle bellezze architettoniche e Lilli sicuramente è più attratta dai venditori di oggetti in rame e argento da riportare a casa.







Riprendiamo la visita mentre il caldo si fa più intenso anche se siamo riparati dall’ ombra dei vicoli.
Ci fermiamo a bere una spremuta da un banchetto che solo a vedere come sciacqua i bicchieri in condizioni non di gola secca ci farebbe scappare, ma anche Lilli, di solito schizzinosa, beve avidamente e con soddisfazione.









Ritorniamo sui nostri passi all’ ingresso della Città Vecchia e chiamiamo il nostro Taxi che dopo un po’ ci viene a riprendere portandoci al nostro albergo dove ci facciamo subiito portare un bel piatto di frutta fresca in camera.




Bibo è felice per i suoi nuovi occhiali



Prenoto la nostra prossima meta. Avendo trascorso tre giorni in meno in Marocco di quelli previsti abbiamo 3 notti che ci separano da quelle prenotate ad EVORA, la nostra prima tappa in Portogallo.
Dopo varie considerazioni decido per il Parco Nazionale Donana alla foce del Guadalquivir e con Booking.com trovo un’ offerta eccezionale ad EL ROCIO.
Riposiamo tutto il pomeriggio ed a sera, con un freschetto che ci induce a portarci le felpe, scendiamo a mangiare sempre accolti dal nostro sorridente direttore d’ albergo.




Squadra che vince non si cambia così riprendiamo lo stesso menù di ieri senza antipasti ed il piacere si rinnova.
Chiacchieriamo un po’ con Mohamed che conosce l’ Italia per averla visitata con la ragazza Spagnola con cui è stato fidanzato per anni, durante il suo apprendistato alberghiero in Spagna, ma che ha dovuto lasciare per le difficoltà incontrate in entrambe le famiglie ad accettare il matrimonio misto: Mussulmano lui e Cristiana lei.
Classico “ Mogli e Buoi dei Paesi Tuoi” che vale in tutto il mondo e celebrato al cinema con lo splendido “Fiddler on the Roof”.
Torniamo in camera ed io mi fumo il mio ultimo sigarino del Marocco : domani si prende il traghetto e si torna in Spagna.
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Antonio Tempora
"Ama il tuo sogno ogni inferiore amore disprezzando" - Ezra Pound
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