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Vecchio 04-07-2017, 21:42   #87
Fagòt
Mukkista doc
 
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15° giorno: Sirjan – Dusht- e Lut 385 km.

In una casa iraniana i cuscini e dei materassini imbottiti per ospitare qualcuno non mancano mai. Il tutto ovviamente adagiato su tappeti persiani che ricoprono l’intero pavimento.





Dopo aver fatto colazione Mehdi ci regala 2 sim dati con cui restare in contatto e ci accompagna in un negozio di telefonia per ricaricarle e farle funzionare correttamente con i nostri cellulari. Insiste perché si vada a fare una gita ad un lago salato che dista solo una trentina di km. dalla città e non possiamo rifiutare.
Così un’ora dopo sbarchiamo in un paesaggio lunare, dove la prima tentazione sarebbe quella di appoggiare le ruote sulla distesa candida. Troppo presto, sotto la crosta di sale si cela uno strato di fango argilloso profondo almeno 15 cm. Per cui facciamo uno spuntino con frutta fresca e biscotti, che per gli iraniani ogni spostamento s’ha da fare con qualcosa da mettere sotto i denti.









Vorrebbero tanto che tornassimo in città per pranzare con loro e partire nel pomeriggio e tocca insistere che vogliamo andare a Kerman per essere in serata nel deserto. A malincuore ci accompagnano fino all’inizio della statale che sale verso nord est e ci raccomandano di coprirci che la città è in “montagna” e fa freddo.
Come ieri in effetti lungo la strada saliamo di quota e tocca fermarci per un chai visto che le temperature si sono abbassate a poco più di una decina di gradi, poi una volta entrati in città, che sorge a 1700 metri di altezza, tocca spogliarci per fare quattro passi nel bazar millenario che si snoda tra le case fatte di mattoni e fango. Da qui passava la via della seta e questo era l’ultimo grosso centro prima del deserto e del vicino Pakistan.



















Riprendiamo le moto nel primo pomeriggio rovente e dopo alcuni km. di strada veloce prendiamo a salire sulle montagne con picchi da 3000 mt. che nascondono il deserto e creano una barriera alle torride temperature che in estate lo caratterizzano. Questo è il posto più caldo del mondo dove la Nasa ha registrato il record di 70,7°.
La galleria che bypassa la vecchia strada sterrata si trova a 2600 mt. e per alcuni istanti i 10° interni ci portano sollievo, prima che la ripida discesa verso Shadad ci riproietti nel clima desertico.



Nell’oasi ci fermiamo per fare scorta di viveri e il pieno, visto che domani vorremmo raggiungere Gandom Beryan, letteralmente “Grano bruciato”, una distesa di pietre laviche adagiate su un piccolo altopiano che sovrasta il Dusht-e Lut e che secondo la leggenda deve il suo nome ad un carico di grano perso da una carovana di cammelli. Quando dopo alcuni giorni i mercanti tornarono sui propri passi lo trovarono abbrustolito dal sole.

Una ventina di km. e raggiungiamo quel che resta del “Desert camp”, un campeggio in disuso da circa 10 anni e che alcuni ragazzi stanno iniziando a ristrutturare. Qualche capanna “Baresti”, dei wc funzionanti… scegliamo di montare le tende sulla sabbia a ridosso di una cresta di argilla e sale. Il fondo è scuro e sotto i primi centimetri agglomerati dal vento e dall’umidità le ruote affondano nella sabbia tenera.
Notte di luna piena e dopo la cena io e la zia Roby ci concediamo una passeggiata romantica fino al piazzale centrale ricoperto di cemento. Stasera niente vita mondana, solo un dito di grappa. La scorta si sta esaurendo velocemente.






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Abbi cura del tuo ospite che dio veglierà su di te nel deserto.

F 800 GS - Fotty
T700 - Tenery
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