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Vecchio 12-03-2018, 11:34   #8
GS3NO
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ubicazione: Verona
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Descrizione dell'itinerario.
Qui di seguito ho riassunto le tappe principali evidenziando le cose rilevanti da vedere. Ho omesso le città principali per ovvia facilità di recupero di informazioni anche più dettagliate. Nella speranza che possa aiutare anche altri ad orientarsi nella pianificazione di itinerari.


Giorno 1 - 2. Trasferimento da Verona a Requena km 1553
Requena: Situata nella parte alta della località, la struttura urbana della zona antica di Requena risponde al modello di città ispano-musulmana. Il quartiere della Villa si snoda attraverso strette stradine, case con stemmi, piazzette ricche di fascino e abitazioni tipiche, decorate con ceramiche e inferriate lavorate. Il castello e il mastio furono edificati dagli arabi e oggi ospitano il Museo della Festa della Vendemmia. Risalgono al XIV secolo la chiesa di Santa Maria, la più grande di Requena, e la chiesa del Salvador, entrambe con impressionanti facciate in stile gotico isabellino. Altri esempi di architettura medievale sono il Palazzo del Cid e la chiesa di San Nicolás.

Giorno 3. Requena - Villanueva de los Infantes km 256
Alcalá del Júcar: Alcalà era una fortezza musulmana facente parte della linea difensiva costruita dagli Arabi per far fronte alle truppe impegnate nella lunga lotta per la riconquista cristiana della penisola iberica. Nel 1211 un'incursione improvvisa di Alfonso VIII riuscì a strappare agli Almohadi alcuni castelli fra i quali ci fu quello di Alcalà, premessa alla famosa battaglia di Las Naves de Tolosa in cui ruppe fu rotta la linea difensiva araba e iniziò la riconquista delle maggiori città. Alcalà dipese da Jorquera fino al 1364 quando il re Pietro I le assegnò alcuni privilegi quali la possibilità di essere governata da un consiglio di cittadini, sempre però sotto il dominio reale e facendo parte di Villeda. Intanto la Castiglia fu funestata dalla rivolta intrapresa da don Sancho nei confronti del padre Alfonso VIII e la pace fu portata dallo zio Enrico IV che, a titolo di ringraziamento per l'aiuto prestatogli da Juan Pacheco, lo nominò marchese di Villena. Alcalà fece così parte del marchesato per tutti gli anni futuri fino al XIX secolo quando la politica centralista dei re spagnoli cancellò definitivamente il regime feudale.

Ruidera: Il parco è formato da una serie di 15 lagune situate longitudinalmente lungo la valle, separate fra sé da barriere di formazione calcarea (travertino) che formano cascate o ruscelli che collegano ciascuna laguna superiore con la successiva inferiore. Parte del parco naturale è formata anche dall'invaso di Peñarroya. All'interno del parco si trova anche il castello di Peñarroya, le rovine del castello di Rocafrida, la famosa grotta di Montesinos dove Cervantes fece passare una notte a Don Chisciotte e la casa del Re nel comune di Ruidera.

Villanueva de los Infantes: Dai ritrovamenti archeologici dei dintorni del paese si evince che nella zona vi furono insediamenti umani nell'Età del rame e in quella del bronzo. I primi popoli stanziali furono gli Iberi, a cui successero i Romani e i Visigoti. Agli inizi del secolo VIII la zona fu occupata dai Musulmani e il villaggio romano, situato dove ora si trova Villanueva, fu distrutto e poi ricostruito dagli Arabi, che gli diedero il nome di Jamila. Nel 1212 il re di Castiglia Alfonso VIII sconfisse gli Almohadi e pose fine alla dominazione araba nella Mancha. Date le caratteristiche non buone del terreno la popolazione si trasferì in una località detta La Moraleja, villaggio dipendente da Montiel, paese vicino e capoluogo medievale del Campo de Montiel. Agli inizi del Cinquecento a Moraleja la popolazione aumentò molto, superando Montiel, sicché il Maestro dell'Ordine di Santiago Enrico, infante di Aragona, fu indotto a renderla indipendente, concedendole nel 1421 il titolo di Villa e Fuero.


Giorno 4. Villanueva de los Infantes - Cordoba km 296
Banos de la Encina: si trova alle pendici dei rilievi della Sierra Morena, a circa 52 chilometri dalla città di Jaén. Il castello di Baños de la Encina è conosciuto anche come la "fortezza dei sette re", in riferimento al numero dei sovrani che lo abitarono (tra cui Ferdinando il Cattolico). Costruito dalla dinastia dei califfi Omayyadi nel X secolo, è completamente sormontato da merlature, presenta forma ellittica e possiede mastio e quattordici torrioni quadrati. Tuttavia non è l'unico monumento degno di interesse: la chiesa di San Mateo, con la sua grandiosa pala d'altare e il bel tabernacolo, e l'eremo di Jesús el Llano, la cui sobrietà contrasta enormemente con la decorazione interna barocca, sono due notevoli esempi. L'itinerario attraverso la località permette inoltre di scoprire altri edifici significativi, tra cui il Palazzo Comunale, che risale al XVI secolo, e numerose dimore nobiliari, come il palazzo dei Molina de la Cerda, il palazzo dei Priores e la Casa dei Delgado de Castilla.

Montoro: La città sorge su un territorio rialzato, sulle rive del fiume Guadalquivir, che la divide in due quartieri. Oltre alla sua bellezza paesaggistica, Montoro presenta diversi luoghi di interesse turistico, come il ponte sul fiume e la chiesa di San Bartolomé, entrambi del XV secolo; i resti del castello della Mota e il castello di Julia; le ripide stradine con case bianche; diversi eremi e la torre di Villaverde. I ritrovamenti archeologici permettono di confermare la presenza umana nella zona nel Medio Paleolitico e l'esistenza nell'età del bronzo (1100-950 a.C.) di insediamenti fissi. I primi abitanti furono gli Iberici e si suppone che colonizzatori greci vi si siano stanziati e l'avrebbero chiamata Apora. Sembra certa la presenza dei Fenici e certa quella dei Cartaginesi, ma fu con i Romani che questo centro ottenne il massimo splendore con il nome di Epora. Alleata con Roma durante le guerre puniche le fu attribuito il titolo di "Civitas Foederata" e poi, nei primi anni del Cristianesimo, di "Municipium". Anche sotto i Visigoti che subentrarono ai Romani Epora mantenne l'indipendenza pur perdendo la floridezza che aveva raggiunto. Indipendenza che però perse con l'arrivo nel 712 degli Arabi, quando passò sotto il dominio dell'emirato di Cordova e fu costruita la loro fortezza nel posto dove ora si trova il Castello di Santa Maria de la Mota. Nell'anno 1240 il re di Castiglia Ferdinando III il Santo la tolse ai Mori e nel 1245 Montoro entrò a far parte del regno di Castiglia sotto la giurisdizione di Cordova.Nel 1659 Filippo IV la eresse a Ducato e divenne signoria della famiglia degli Olivares che la tennero fino alla fine del XIX secolo.

Giorno 5. Cordoba

Giorno 6. Cordoba - Siviglia km 139
Carmona: si trova su una piccola collina che domina una fertile vallata, un’antica e pittoresca cittadina fortificata dell’VIII secolo a.C. abitata prima dai fenici e poi dai romani. Carmona vanta antichi palazzi e monumenti di grande interesse storico tra cui una magnifica torre del 1400 costruita ad imitazione della Giralda di Siviglia. Alcuni edifici famosi sono il palazzo di los Aguilar, il palazzo los Rueda e la Casa del Marchese de las Torres, oggi sede del Museo della città di Archeologia e doganale. All’ingresso di Carmona si trova la Puerta de Sevilla, una grande porta fortificata della cinta muraria romana che conduce alla città vecchia dove strette strade si insinuano tra chiese, piazze e palazzi rinascimentali: Plaza San Fernando è dominata da splendidi palazzi in stile moresco, la Chiesa di Santa Maria è un imponente edificio gotico costruito nel XV secolo sopra il sito di una moschea di cui alcuni elementi sono stati inglobati riuscendo a giungere fino ai giorni nostri. Un’imponente fortezza araba, l’Alcazar del Rey Don Pedro, oggi trasformata in un lussuoso albergo, domina il centro storico di Carmona. Al suo interno si trovano un cortile moresco, archi in mattoni, colonne e decorazioni di piastrelle blu. Il refettorio è ora utilizzato come ristorante e sala da pranzo. La necropoli romana si trova su una bassa collina all’estremità opposta di Carmona ed è particolarmente degna di nota: il sito contiene più di 900 tombe scavate nella roccia risalenti al periodo a cavallo tra il II secolo a.C e il IV secolo d. C., spesso affrescate e con molte urne funerarie ancora intatte. Di fronte si trova un anfiteatro in parte scavato.

Giorno 7. Siviglia

Giorno 8. Siviglia - Granada km 332
Zahara: Situato a circa 45 minuti d'auto da Ronda ed a meno di due ore da Malaga, si trova lungo la famosa Ruta de los Pueblos Blancos, un percorso turistico che unisce alcuni dei borghi più belli delle provincie di Cadiz e Malaga del quale Zahara è la tappa finale. L'ambiente naturale che circonda Zahara de la Sierra è una gioia per gli occhi. La collina sulla quale si sviluppa il paese si trova ai piedi delle cime più alte della Sierra del Jaral, nell'estremo nord-orientale della provincia di Cadiz. La località costituisce il cuore del Parco Naturale della Sierra de Grazalema, proclamato dall'UNESCO Riserva della Biosfera. Grazie all posizione privilegiata, Zahara ha rivestito per secoli un ruolo di notevole importanza strategica nella difesa dei domini della corona Nasrid, protetti una complessa rete di torri di guardia e avamposti militari situati a poca distanza gli uni dagli altri sulle cime delle montagne della zona. A partire dal 1407 la fortezza fu occupata dalle truppe cristiane, cacciate però già nel 1481 dalle truppe arabo-andalusí. Questa nuovo "affronto" da parte degli "infedeli" ebbe un impatto strategico e simbolico tale sui rappresentanti della Corona di Castiglia da essere utilizzato come pretesto per iniziare la guerra di Granada, episodio chiave della Reconquista. Il castello di Zahara era in questo periodo una struttura essenzialmente militare, con un insediamento abitato principalmente da soldati appena fuori il castello. Dopo la conquista definitiva della fortezza nel 1483 da parte delle truppe cristiane di Rodrigo Ponce de León, Marchese di Cadiz, la località venne lentamente popolata da famiglie di contadini e pastori, che costruirono il piccolo centro secondo il tradizionale stile moresco.

Ronda: Intorno alla città sono stati ritrovati resti preistorici risalenti al Neolitico tra i quali le pitture rupestri della Cueva de la Pileta. Le origini di Ronda risalgono ai celti, che nel VI secolo a.C. la chiamarono Arunda. Successivamente i fenici s'insediarono in un vicino villaggio, che chiamarono Acinipo. Arunda, dopo essere stata conquistata dai greci, cambiò il proprio nome in Runda. Ronda fu fondata come conseguenza della seconda guerra punica, durante la campagna che il generale romano Scipione comandò contro i cartaginesi che dominavano la Penisola Iberica alla fine del III secolo a.C.. Con la costruzione del castello di Laurus si favorì l'insediamento della popolazione tutto intorno; finché, al tempo di Giulio Cesare, venne riconosciuta come municipium e gli abitanti (insieme con quelli della vicina Acinipo) divennero cittadini romani. Nel V secolo, con la fine dell'Impero Romano, la città fu presa per i suevos al comando di Rechila, passando successivamente per un periodo bizantino, nel quale Acinipo fu definitivamente abbandonata, finché Leovigildo la integrò nel regno visigoto. Nel 711 ci fu l'invasione musulmana della penisola iberica e, nel 713, l'attuale Ronda aprì le porte, senza combattere, al capo berbero Zaide Ben Kesadi El Sebseki. La città cambiò nome in Izn-Rand Onda (la città del castello) diventando la capitale della provincia andalusa di Takurunna. Con la dissoluzione del califfato di Cordova, Ronda si convertì in un regno Taifa indipendente, retto da Abu Nur Hilal ben Abi Qurra: durante questo periodo venne costruita la maggior parte del patrimonio monumentale islamico di Ronda. Ad Abu Nur Hilal successe il figlio Abú Nasar la cui morte (per assassinio) portò Ronda a far parte del regno sivigliano di Abbad II al-Mu'tadid. Il periodo islamico della città terminò quando, il 22 maggio 1485, il re Ferdinando il Cattolico riuscì a prenderla dopo un prolungato assedio, strappandola al Sultanato di Granada. Molti monumenti eretti dai musulmani furono rimodellati adeguandosi alla nuova situazione che viveva la città, che iniziò un nuovo periodo fiorente che la fece crescere estendendosi con nuovi quartieri come quelli di Mercadillo e San Francisco, mentre il vecchio nucleo arabo prese a conoscersi come La Ciudad (La Città).

El Chorro: è un piccolissimo villaggio che si trova a circa 50 chilometri da Malaga e a 2 ore da Siviglia ed è famoso per la vicina Garganita del Chorro, una gola calcarea lunga quasi 5 chilometri e profonda 400 metri molto popolare tra gli amanti dell’arrampicata su roccia. La Gola del Chorro è attraversata dal Rio Guadalhorce e da 3 laghi turchesi ed è una delle mete preferite per gli amanti dell’arrampicata sportiva e del kayak. La gola può essere attraversata anche in mountain bike o a piedi percorrendo il Camino del Rey, un sentiero realizzato in cemento che segue il fianco della gola a cento metri d’altezza. Agli inizi del XX secolo si volle costruire un canale per portare l'acqua dai bacini del nord alla località di El Chorro sfruttandone il dislivello per una centrale idroelettrica. Ciò richiese l'allestimento di un sentiero per la manutenzione del canale che fu chiamato «Caminito del Rey» perché fu il re Alfonso XIII a inaugurare l'opera. Tuttavia la presenza umana in questo scenario naturale è documentata sin dall'epoca preistorica, come testimonia l'esistenza di numerosi siti neolitici.

Giorno 9. Granada

Giorno 10. Granada - Aguadulce km 189

Giorno 11. Aguadulce - Ubeda km 264

Giorno 12. Ubeda - Toledo km 431
Almagro: Di origine romana, fu il quartier generale dei cavalieri dell'Ordine di Calatrava il più antico ed importante di Spagna. L'ordine fu costituito nella vicina località di Calatrava da Raimondo di Fideiro abate cistercense con lo scopo di combattere gli Arabi. Tra le attrazioni più rilevanti troviamo: Plaza Mayor è una delle piazze di maggior interesse della Spagna per la sua insolita tipologia rispetto alle altre piazze spagnole e simile a certe piazze fiamminghe. Fu così trasformata quando nel secolo XVI si stabilì in Almagro Jacob Fugger tedesco di Augusta banchiere dell'imperatore Carlo V. Ha pianta rettangolare, nei lati lunghi è chiusa da portici su colonne architravate sulle quali si innalzano antiche case con logge vetrate. Sulla piazza si affacciano tutti i monumenti importanti della cittadina. Corral de Comedias Questo teatro, che si affaccia sulla piazza Mayor, innalzato nel XVI secolo è l'unico di quel tempo rimasto ancora oggi in Spagna, dichiarato monumento nazionale. È un bell'esempio di architettura lignea della Castiglia ed ha ancora platea, palco, camerini ed elementi decorativi originari. Convento de Calatrava anche questo complesso è dichiarato monumento nazionale, in origine fu costruito alla metà del secolo XVI come ospedale, ma fu poi trasformato a convento delle monache dell'Ordine di Calatrava.

Giorno 13. Toledo - Roses km 830

Giorno 14. Roses - Verona km 1008
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