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Vecchio 14-10-2009, 00:30   #14
momi20
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Domenica 6 si riparte con l’obiettivo di arrivare a Trabzon, il principale porto commerciale sul Mar Nero, niente di particolare se non per il fatto che la città è l’origine del detto “Perdere la Trebisonda” . Trebisonda è l’italianizzazione del nome turco Trabzon o Trebizond ed ha preso il significato analogo a “Perdere la bussola” o “perdere la tramontana” nel senso di orientamento ed anche di pazienza: anticamente per i marinai la città era un importantissimo riferimento e perderlo di vista poteva causare dei naufragi. Io muovendomi per terra, al massimo stavo rischiando un frontale.

Colazione, caffè e biscotti, l’ho fatta da un benzinaio e sorpresa parlava tedesco (il padre9 per averlo studiato a scuola. Ho rispolverato i miei ricordi del liceo e siamo riusciti ad intenderci





questo invece vendeva delle cipolle e ne ho prese tre da tenere nelle borse laterali (vicino al riso e all’olio per il motore)..anche con lui via col tedesco



in questa città (prima di Samsun, credo) questo negozio mi è piaciuto e ho comprato pane e pomodori



e poi ho fatto sosta da un negozio di vestiti (chiuso, era domenica), ma che davanti alla vetrina aveva lasciato sedia e un piccolo tavolino…un segno del destino ?



a questo punto non mi rimaneva altro che consultare la mia guida preferita, la “Jump to…Central Asia” edizione 2009 e vedere cosa era suggerito come menù del giorno. Quando si dice la fortuna, guardate un po’



da non credere ed io che ho appena comprato proprio pane e pomodoro !!!!!! Ecco fatto





arrivo a Trabzon (quindi almeno la Trebisonda non l’avevo persa) verso sera: subito l’alloggio. In un’internet point scovo l’indirizzo di un’ostello e non so come arrivo all’indirizzo e vedo dalla finestra dell’edificio dei ragazzi al pc. Fantastico c’è anche internet…ma non c’è l’ostello: ha chiuso da un poco ed ora si tengono dei corsi d’informatica. Niente paura: la parola magica Otogar e sono in un attimo in zona low budget.
Dopo una veloce ispezione degli hotel lungo la strada ne scelgo uno non troppo pretenzioso e del resto il Cetin non riesco proprio a capire cosa mai potrebbe pretendere. Ok camera (un po’ meno di 25$), spray alla catena, olio al motore e sapone per me. Nella hall ( due divani spelacchiati) ci sono alcuni clienti con delle signore over 50 pesantemente truccate: finita la doccia bussano alla mia camera, apro e ce ne sono tre che mi chiedono cosa voglio fare. Mangiare dico io…avevano in mente altro, ma il loro aspetto, il mio stato d’animo e il mio budget non prevedono nemmeno lontanamente la spesa la spesa di una pur vecchia leonessa della strada. Tanti saluti ed esco a piedi per mangiare. Scelgo un tipico ristorante turco che a quell’ora ha ancora del pollo in umido: perfetto.




Lunedì 7 settembre devo mettere anche in conto la frontiera con la Georgia, comunque gambe in sella e via.





controllo la pressione delle gomme



e poi mi accorgo che una delle mie cinghie elastiche si sta rompendo: colpo di fortuna alla prima città vedo una ferramenta, capirai se non le vendono, io le ho comprate in una ferramenta in Italia, quindi perché non dovrei trovarle anche in una ferramenta turca ?



una barriera contro la velocità artigianale, ma efficace…peccato non fosse segnalata: una grossa gomena da nave



dopo Hopa arrivo alla frontiera con la Georgia





sorpresina da 55$ alla frontiera della Georgia: assicurazione obbligatoria per la moto, con tanto di documento non lo sapevo. Comunque sono in Georgia abbastanza velocemente



improvvisamente il sedere inizia fare un male cane, ma rimedio “imbottendo” la sella col pile, tanto fa caldo



la Georgia è verdissima ed è uno spettacolo in moto







i georgiani in auto però sono incoscienti e pericolosi: anche con curve cieche loro sorpassano e nel pomeriggio un furgoncino me lo ritrovo proprio di fronte mentre sta sorpassando in curva. Per fortuna ero più a destra della mia mano destra e lo schivo. Vedo una locanda/caffè e mi fermo: maledico la madre ed i tanti possibili padri dell’autista e mi fermo per un caffè. Dentro al locale sono tutti gentilissimi e col mio povero russo riesco a spiegare chi sono e cosa sto facendo. Non potersi fermare è per me una tragedia: era il posto ideale dove magari chiedere di piantare la tenda nel giardino e farsi una bella cena su un tavolo di legno: pazienza, ma come odio dover correre.





arrivo a T’bilisi che è sera e devio dalla strada principale per andare a fare un giretto e magari vedere se sia possibile trovare da dormire, magari vicino al Complesso socio-sanitario: "Redemptor hominis” dei Padri Camillini che avrei avuto voglia di andarea visitare http://www.arpnet.it/madian/Georgia-...#La%20fattoria
ma è tardi e anche con l’indirizzo non riesco a capire dai taxista dove sia il posto. Pazienza, vado in un supermarket e compro del formaggio che si chiama col cognome di un mio caro amico del liceo Viola (lo ritroverò altre volte)





si vede che T’bilisi la stanno tirando a nuovo: scusate ma di notte la mia macchina non è che funzioni benissimo





verso le 22,30 decido che è comunque meglio fare un altro po’ di strada, almeno rimettersi sulla strada verso la frontiera con l’Azerbaijan e dormire in un qualche posto sulla strada…ci sarà bene qualcosa. Fuori T’bilisi faccio il pieno in un distributore notturno, ci vuole un caffè: nisba. Però vedo delle Red Bull ( che secondo me non servono a una mazza ) e ne prendo due. Decido di usare il bancomat, che però non viene letto. Che problema c’è ? Ho la visa e sulla vetrina del bar c’è il simbolo…manco a parlarne, non funziona. I contanti non ti lasciano mai a piedi. Continuando dopo la sosta la strada va in salita poi quella che mi sembra essere la strada principale si allontana da quella che era la strada successiva e iniziano delle curve su una zona di collina. Ok c’è la luna, ma con le stelle non me la cavo molto bene ad orientarmi. In senso contrario vedo le luci di un furgone, metto le frecce e con le luci accese gesticolo quando passa: si ferma e gli chiedo solo “ Azerbaijan ?” l’autista mi fa cenno di proseguire: se lo dice lui, e allora proseguo. Finalmente vedo una specie di ristorante con dei camion: mi fermo e domando se si può dormire ( gastinizia in russo è albergo). Niet e ti pareva. Però un poco più avanti si dovrebbe trovare qualcosa. Vado avanti e poi sulla destra dopo un venti km vedo un’insegna in georgiano ed inglese e tre persone sedute a un tavolo e dei camion parcheggiati. Gastinizia ? Si ma non hanno più stanze (vacca boia !), ma solo un letto dove tengono le bibite: va benissimo ( 7$) e mi mettono la moto all’interno del locale nella zona bigliardo. Questa zona della Georgia è un poco scoperta sulle mie cartine, quindi non ho idea di quanto sia lontana la frontiera con l’Azerbaijan: lo scoprirò poi il giorno dopo, tanto la direzione è quella giusta. Sto un poco a parlare coi gestori del posto che poi vanno a nanna e io li imito. Al ritorno a casa ho poi scoperto di aver dormito vicino a Krasny Most.





al mattino ho visto meglio come era fatto il posto

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