Discussione: Fernweh 2012
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Vecchio 23-07-2012, 19:34   #11
Prinz Eugen
Pivello Mukkista
 
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ubicazione: Gorizia
predefinito Fernweh 2012

Arriviamo verso le cinque, il sole è ancora alto e picchia forte: leggo 39 gradi sul termometro della moto. Il porto è moderno, situato subito dopo lo Stretto, ad una trentina di chilometri da Tangeri: tutto funziona bene, ci risparmiamo le perdite di tempo, le seccature, il casino di tangeri di cui abbiamo tanto sentito parlare. Sarà l'effetto della Rocca,, che si intravvede alta sull'orizzonte orientale.
Viaggiamo spediti verso sud su una buona autostrada. Ho il tempo di ammirare una campagna curata: gli uomi che la coltivano - di sicuro con tanta fatica - si meriterebbero anche solo per questo, un po' più spesso, il miracolo della pioggia. Ma vedo anche poveri villaggi, con piccole case a terrazza ed il cortile recintato da un alto muro, la versione settentrionale dei riad e degli ksar che incontreremo più a sud, ai margini del deserto.
Polizia, radar, si va piano. Dopo un paio di uscite mancate approdiamo all'Hotel Panorama di Fenara Plage, 30 euro anotte. Ci guardiamo divertiti scoprendo a fianco della reception una specie di night con un paio di ragazze davvero niente male in vena di divertirsi: per noi, invece, cena e nanna. Mi sveglieranno, all'alba, i gemiti ed i sussurri provenienti da un'altra stanza affacciata al giardino, ma mi addormenterò beatamente dopo un minuto: sarà la stanchezza, o forse la vecchiaia.

Martedì 15 maggio Rabat-Essaouira
Meglio dirlo subito, non sarà una bella giornata. Comincerà con il mio bancomat che non funziona (ho smarrito il portafogli con tutti i documenti una settimana prima di partire ed in un paio di giorni sono riuscito a sostituirli: grazie a tutti, ma il bancomat non funziona...)continuerà con telefonate alla banca in Italia per risolvere la questione, imprecazioni ed una gigantesca incazzatura depressa. Insomma, nervi a fior di pelle: basta una battuta per scatenare reazioni spropositate. Io che mi incazzo, Antonio che decide di mollare. Dopo dieci minuti era già ripartito da solo, confesso di non sapere nemmeno in quale direzione. Ho continuato a rotoloni, fra incazzatura e depressione. Ma davvero è bastato questo? - mi chiedo ora - forse la misura era già piena ed allora era inevitabile che finisse così. Però, se non avessi detto questo, se non avessi fatto quello...sapete di cosa parlo.
Certo che non è stato più lo stesso viaggio: questa è la giornata che ha segnato la fine di un sogno, che era quello di riannodare il filo del viaggio a tre interrotto ad un bivio dopo Tuzluca, nella Turchia orientale, un anno fa. Così non è stato: non è stato facile continuare sentendo che mancava qualcosa, ma abbiamo curato la delusione e proseguito con fatica, recuperando pian piano il piacere della guida, del guardarsi intorno, della ricerca del nuovo, dello stare insieme. Abbiamo guarito noi ed il nostro viaggio nell'unico modo possibile: viaggiando. Ci ha messo lo zampino anche qualche acciacco fisico, ma alla fine del viaggio eravamo più sereni, più allegri e più in forma che alla partenza. Anche per questo - uomini alla ricerca, avevo scritto un anno fa - questo è stato comnunque un grande viaggio.
Proseguiamo lungo la costa, strada panoramica alta sull'oceano: vento ed onde alte che striano una superficie grigia. Il morale non è al massimo, ma il panorama aiuta.
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