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Vecchio 16-10-2009, 00:03   #25
momi20
Mukkista
 
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qui accade l’imprevisto. Mi fermo da un mercatino per comprare un poco d’acqua e un paio di scatolette. Dei venditori di cocomero vengono mentre sto parcheggiando la moto per vederla, ma iniziano a toccarla e uno gira anche la manopola del gas. Gli chiedo di non toccare nulla poi la chiudo e vado a far spesa. Dopo 20 minuti torno alla moto: sono poco più delle due e mezza del pomeriggio. Decido di partire, cosa mai sto a fare un’altra serata ad Ashgabat ? Meglio fermarsi in un paesino mentre mi dirigo al confine a nord. Oggi è il 14, spezzo la tappa in due e magari il 15 riesco a passare la frontiera. Il visto scade il 16, meglio avere un giorno di riserva. Salgo, giro la chiave, luce verde della batteria, ma la moto non parte: ma come, così all’improvviso ? Provo e riprovo,niente. Guardo i venditori di cocomeri, possibile che abbiano combinato loro qualcosa, solo perché gli ho detto di non toccare la moto? Provo a spingerla, nulla. Un signore mi aiuta, ma anche così niente. Mi spiega dov’è un meccanico. Mentre spingo la moto, ci penso e mi fermo. Giro la chiave, luce verde, quindi la corrente c’è. Un contatto ? Provo a smuovere i fili che partono dal pulsante dell’accensione, niente, ma noto qualcosa. Questo strano bottoncino rosso ha il disegno delle due posizioni, premuto e no. Io non so cosa sia e non l’ho mai usato, ma ora è premuto in giù. Lo porto nell’altra posizione e miracolo: la moto parte. Al ritorno il meccanico mi spiegherà poi che è il pulsante di emergenza che spegne immediatamente il circuito elettrico…averlo saputo.
Prima delle 4 di pomeriggio sono già in strada verso l’Uzbekistan. Dalla mia cartina sono circa 540 km. Vediamo un po’ fin dove si arriva.
Partenza



questo è stato il mio percorso, la notte del 14 ho dormito a Darvaza. Ho indicato i km fra le città, ma i punti in cui sono situate (comunque lungo la strada) li ho messi a occhio.



paese che vai cartello che trovi



a Bahakardok ho fatto il pieno e comprato in questo negozio acqua e una scatoletta di carne: il riso l’avevo preso al bazar di Ashgabat



la strada e bella diritta, ma viaggiare con ai lati il deserto è per me un’esperienza nuovissima. Chissà come deve essere fantastico guidare proprio sulle dune, ma io non devo nemmeno pensare di provarci. Partire nel pomeriggio comunque fa si che la temperatura sia calata, ma se vivi a Modena, alla fine puoi affrontare qualunque clima: freddo cane con nebbia d’inverno e caldo porco con altissima umidità ed assenza di vento in estate !





questa è una delle foto che mi è piaciuta di più





ormai il sole sta calando



io avevo in mente di raggiungere Darvaza, per dormire, ma sono tranquillo. Parallela alla strada c’è la ferrovia e circa ogni 30 km c’è una stazione, piccola, ma sono pur sempre dei muri. Al massimo mi fermerò da una di quelle. Sono oltre le nove di sera ed è notte, ma vedo il cartello Darvaza, ma dopo 1 km niente. Poi di nuovo il cartello Darvaza, 2 km e niente. Mi fermo ad una specie di incrocio della strada principale con una strada laterale sterrata: ho visto quella che sembra una fabbrica e delle macchine ferme, anche un camion gira. Vado ed arrivo da quella gente: stanno uscendo dal lavoro. Darvaza chiedo ? Da. Gastinizia (hotel ) chiedo allora ? Niet. Perfetto. Alla fine capisco, Darvaza non è una città, ma un posto . In seguito scoprirò che si tratta di un villaggio di circa 350 persone , nel mezzo del deserto del Kara-Kum, che ancora conservano parzialmente abitudini di vita nomade, mentre la zona è ricca di gas naturale. Non ho benzina per raggiungere il confine, ma ci penserò poi domani. Chiedo se si possa mangiare e un tipo mi dice che poco più avanti c’è un posto dove preparano dell’ottimo cibo. Vado ed arrivo ad una piccola casa in muratura con un paio di camion e qualche auto ferma. Scendo dalla moto. Davanti alla casa la gente mangia seduta per terra sulle coperte sul rialzo di cemento davanti. Dentro vi sono 2 zone: la cucina con un’apertura/bancone nel muro per portare il cibo e un’altra stanza per mangiare all’interno. Un camionista mi chiede se voglio mangiare: quanti spiedini (shaslik) voglio? Ne prendo 2. Mi accomodo fuori, ma i gestori mi invitano a mangiare dentro: sono l’ospite d’onore.



più fresca di così la carne non poteva essere





nella cucina, mentre il cuoco prepara la carne per il giorno dopo un vecchietto guarda in continuazione alla tv dei dvd con video musicali di cantanti turamene, uzbeke e così via. Diciamo che più che le canzoni guarda le ragazze, ma del resto a 260 km da Ashgabat, nel mezzo del deserto…
Dopo il caffè, chiedo se posso dormire lì. Mi danno una delle loro coperte imbottite e mi fanno sistemare fuori dalla casa. Ho il sacco a pelo e la temperatura è perfetta.



nell’altro pezzo di rialzo stanno mangiando dei camionisti kazaki: come fai a rifiutare un giro di vodka ?



Poi ripartono, ma fino alle tre e mezza sarà un continuo arrivare e ripartire di auto e camion. Un altro degli uomini che era nella cucina, viene a sistemarsi per la notte di fianco a me. Gli chiedo come mai non dorma dentro. Mi spiega che lui deve alzarsi presto: è il pastore delle capre ( i miei spiedini) e lui si alza presto: poi ride e si stringe il naso per farmi capire che lui puzza. Mi viene in mente che forse per lo stesso motivo hanno messo fuori anche me. Poi arriva il vecchietto della cucina e mi mostra il suo cellulare: caspita, altro che il mio Nokia da 28€: il suo ha anche i filmati in Real Player. Potete immaginare che tipo di filamti avesse memorizzati, ma comunque dopo averne visto qualcuno capisco che le scene di sesso orale sono le sue preferite.



A un certo punto riesco quasi a dormire, il cielo è completamente stellato, tira del vento, ma in un verso che la casa ripara….silenzio…calma poi improvvisamente una voce che urla :” Matazicla ? Italianski? “ stanno parlando di me. Mi stropiccio gli occhi e ci sono due persone vicine alla moto. In russo spiego che vengo dall’italia, sono un turista. Uno dei due, Yuri, è un fanatico delle moto ! Dobbiamo brindare con della vodka: siamo amici. Vabbè alle 3 di notte immagino favorirà il sonno. Sono 2 saldatori siberiani che lavorano per la Gazprom e devono andare ad Ashgabat. Yuri mi fa un regalo: un proiettile, lui ne ha tanti con sé. Non vorrei che si offendesse rifiutando il brindisi e magari tirasse fuori il necessario per usarli i proiettili (scherzo9). Loro mangiano e beviamo la vodka. Ok ? No , capirai. Una vodka fra amici significa 3 giri, mi mostra le dita.





poi ripartono, torno nel sacco a pelo, il pastore russa, ma mi addormento: mi sveglio al mattino

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Ogni grande viaggio inizia con un piccolo passo
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