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Vecchio 11-03-2024, 15:05   #71
Fagòt
Mukkista doc
 
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“Le previsioni del Centro Nazionale di Meteorologia indicano piogge da moderate a forti nella regione di Medina.
La protezione civile invita tutti alla prudenza e ad attenersi alle sue indicazioni.
Dio faccia piovere bontà e benedizione e le diffonda con beneficio su tutto il paese.
La cooperazione e la vostra sicurezza è il nostro obiettivo.”


Questo il testo dell’sms del CivilDef arrivato ieri sera. Può sembrare strano immaginare piogge violente in Arabia ma le cose stanno cambiando velocemente anche qui: sempre più spesso le masse di aria calda provenienti dall’Africa Orientale si scontrano con i monsoni dell’Oceano Indiano formando temporali autorigeneranti che scaricano violente grandinate sul deserto e provocano inondazioni nelle città di Medina, Yanbu, Jeddah, Ta’if… dato che le strade arabe sono assolutamente prive di canali scolmatori e tombini.
Non potendo sperare di modificare gli eventi il Regno si affida a dio (come per qualsiasi altra cosa per altro qui) con la preghiera di non esagerare.
Io son già nella regione di Ha’il e guardando il cielo coperto di nuvole confido solo nello strato impermeabile della giacca. Pinne e maschera li ho lasciati a casa.



Nella cittadina che trovo lungo la statale il benzinaio mi indica un fabbro dall’altra parte del vialone. Sultan, questo il suo nome, è pakistano e si mette subito all’opera sul telaio… tornisce una barra per infilarla nel tubo spaccato, salda, aggiunge un fazzoletto di rinforzo e poi manda il suo garzone cinquantino, che stava lucidando a mano le camere di un 4 cilindri, a prendere una bomboletta di spray nero.










Alla mia richiesta del suo compenso mi risponde che non gli devo nulla… sono in viaggio e per questo motivo bisognoso di aiuto per proseguire. Non riesco nemmeno ad offrire loro il caffè, gli basta solo un selfie di ricordo.

Shukran Sultan.



La pioggia si scatena per un centinaio di km. prima di Ha’il, evidentemente l’invocato dio ha allargato il suo raggio di azione.
All’entrata di ogni cittadina le statali si allargano a formare ampi vialoni a doppia corsia lunghi un paio di km. con le rotonde che sono decorate con gli stilemi o gli oggetti arabi. L’allevamento di dromedari è una delle attività rimaste fortemente in mano ai beduini, che spesso li trasportano da una zona all’altra per trovare altri spazi desertici dove lasciarli pascolare.
Mentre ero dal fabbro sono arrivati 2 ragazzi che orgogliosi mi hanno mostrato le foto delle loro mandrie… oltre 300 capi, un discreto capitale con il prezzo medio di circa 2000 dollari l’uno.













Da Ha’il la pioggia concede un po’ di tregua e raggiungo l’oasi di Jubbah che si trova a circa 60 km. completamente immersa nel deserto del Nafud. Da qui avremmo dovuto uscire dopo averlo attraversato da nord a sud…

Il tempo di chiedere info sull’apertura del sito archeologico e si scatena un diluvio. Entrando nel villaggio da una tenda mi avevano dato la voce per accomodarmi con loro… ora si ripresentano in macchina e mi esortano a seguirli.



Mi fanno accomodare e dopo il solito caffè arabo con cardamomo, datteri e tè, inizia la conversazione con Translator visto che non parlano inglese.
Il padrone di casa è Majed, un quarantino che lavora in un ufficio governativo con la passione per le corse in 4x4 nel deserto dove corre con un Mitsubishi… gli altri sono amici, che terminato il lavoro si fermano nella tenda piantata nel giardino di casa sua per fare quattro chiacchiere prima o dopo cena.
In mio onore decide di cucinare mezzo kilo di spaghetti ai peperoni e mi offre di restare a dormire nella tenda.

Avrei voluto far campo sulle dune appena fuori l’oasi… ma visto il tempo avverso accetto di buon grado di passare la notte al riparo del pesante tessuto nero e a fianco del braciere.
Non ho mai dormito in una tenda beduina.









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Abbi cura del tuo ospite che dio veglierà su di te nel deserto.

F 800 GS - Fotty
T700 - Tenery
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