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Vecchio 28-07-2023, 18:22   #64
tirzanello
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REPORT VIAGGIO - parte 4




13° gg - 9 Maggio: Esfahan ---> Garmeh - 421 km

Oggi lasciamo con rammarico la meravigliosa Esfahan. Un giorno in più ci sarebbe voluto ma abbiamo ancora molti luoghi e km che ci attendono.
Puntuali ed immancabili le foto di rito con il personale dell’hotel che immagino pubblicheranno sulle proprie pagine Instagram e quant’altro. Come sempre non lo fanno affatto per compiacere noi. I sorrisi ed i saluti sono visibilmente sinceri.


Andiamo a nord est , in direzione deserto del Mesr, nel villaggio oasi di Garmeh https://goo.gl/maps/27n5L3eCtcL9urVf8 ( da non confondere con l’ omonimo Garmeh , a nord nel Khorasan ). Si trova nella parte sud del grande deserto del Dash-e Kavir
Potete leggere qualcosa sul Mesr ad esempio qui https://iranonadventure.com/mesr-desert/ . Sul web c’è ovviamente molto altro. In realtà saremmo voluti andare nel più famoso Dash-e Lut per vedere i kalut e sperimentare le decantate temperature da plasma solare, ma Yavar insiste per il Mesr.
Non ne siamo molto convinti ma non voglio smontare il suo entusiasmo per questo luogo poco conosciuto e lascio che faccia lui. Ha un amico che vive lì, che he gestisce una guest house momentaneamente chiusa ma che ci ospiterà su sua richiesta.
Studiando le mappe e le tappe mi è evidente che raggiungere il Lut avrebbe un notevole costo in km, costringendoci a scendere parecchio a sud e quindi ad accorciare il viaggio da qualche altra parte.
Il Mesr ha il vantaggio di essere più a nord ed è raggiungibile fra Kashan ed Esfahan senza dovere rinunciare ad una delle tappe che seguiranno.
Uscendo da Esfahan verso est, il paesaggio diventa subito molto piatto, strade infinitamente lunghe e con nulla intorno. Tranne qualche enorme camion, siamo completamente soli sulla strada liquefatta all’orizzonte.

Il caldo è notevole ma affrontabile. Non abbiamo spazio per riporre le giacche ma toglierle sarebbe ancora peggio perché l’aria ed il sole seccano e cuociono immediatamente la pelle. Ad aprire la visiera sembra di avere la pistola termica puntata in faccia. Si avanza bevendo in continuazione. Ripensiamo alla neve di Kandovan ed è bello vivere questi contrasti estremi in pochi giorni.
Ad ogni distributore rifaccio il pieno perché non si sa mai dove sarà il prossimo ma in realtà ce ne sempre qualcuno ben prima di andare in riserva.
Ad Anarak, un bel villaggio di case intonacate con malta rossa,


lo scenario cambia ed ora il paesaggio diventa motociclistico. Ricompaiono montagne e curve. Il colore rosso prevale nelle rocce.
Guidare la moto in completa solitudine in mezzo a questi scenari marziani, introvabili dalle nostre parti, regala grandi suggestioni e vorresti non arrivare mai .





Raggiungiamo Garmeh nel pomeriggio. Alla prima persona che incontriamo, chiediamo informazioni sulla fattoria di cammelli di Maziar. Ci dice che è suo fratello e che ci accompagnerà lui.
Paiam ci invita ad entrare nella sua casa per bere qualcosa https://www.instagram.com/boneh.cafe.gallery/





La casa è ben ristrutturata ed ha notevole fascino. Assieme al fratello Maziar hanno ristrutturato molte case nel villaggio per ridare vita al luogo. Purtroppo con il Covid il turismo è sparito e siamo i primi europei a ritornare. Hanno una 15na di camere sparse nel villaggio ma ora sono ancora chiuse. Maziar infatti ci ospiterà nella fattoria in cui vive.
Paiam ci fa strada con l’immancabile motoretta iraniana 250cc ( cilindrate superiori a loro sono proibite per legge ) verso la fattoria .

Giungiamo in luogo certamente atipico in mezzo al nulla e da sopra un tetto sbuca fuori Maziar , un personaggio biblico , che si rivelerà tale in tutti sensi.
Breve video dell'arrivo alla fattoria: https://youtu.be/35Rh8AjME9g




Se lo avessero preso per fare Mosè al posto di Charlton Eston non sarebbe stato necessario truccarlo.

La sua vita ha comunque tratti di un film.
Vive isolato nella sua fattoria nel deserto dove alleva cammelli e capre ma non è affatto quello che sembra.




È stato professore di arti all’università di Teheran. Sa fare bellissimi vasi, dipingere e suonare strumenti vari. Una studentessa europea, figlia di diplomatici all’ambasciata francese, iscritta ai suoi corsi, sarebbe diventata sua moglie. Hanno vissuto a Parigi ma, molti anni fa, hanno deciso di tornare in Iran, a Garmeh, suo villaggio di origine. Hanno ristrutturato varie case abbandonate per ospitare turisti riportando in vita un luogo spopolato e dando lavoro a vari abitanti. Le cose sono andate bene fino al Covid quando poi i turisti sono spariti, in aggiunta alle notizie dell’autunno scorso che certo non incoraggiano gli occidentali ad andare in Iran. Siamo i primi turisti che ritornano dopo circa 3 anni e magari siamo per loro un nuovo vento di speranza.
Le case nel villaggio non sono ora attive e lui si è ritirato nella fattoria per occuparsi dei cammelli e delle capre ed ascoltare solo il vento del deserto.
Ci ospita in una piccola camera di grande fascino, dove dormiremo su tappeti e cuscini.
Più ci parla con la sua voce profonda più sprofondiamo nell’atmosfera magica in cui siamo capitati che non ti aspetti appena arrivi



Siamo agli antipodi delle suite del Laleh Kandovan o dello Shahsavaran hotel di Esfahan ma è questo quello che più volevamo ed è bellissimo essere qui. Totalmente al di fuori dalla finzione turistica. Come dice Cevoli “..fatti…non pugnette..”. Il silenzio assoluto, il vento , la puzza di cammello e capre, i ragni grossi come un pacchetto di Marlboro, il cane, lavato solo dalla pioggia ( e qui non piove mai..) che ci salta in braccio dopo essersi rotolato fra le merde di cammello, un cielo con miliardi di stelle , rende tutto assolutamente reale e ci fa stare bene. Se state pensando che sia sarcastico, non è affatto così! Dico assolutamente il vero. Ognuno è fatto a modo suo.
Maziar ha fatto per anni la guida turistica nei deserti iraniani, organizzando spedizioni di ogni tipo. A piedi, a cammello, in fuoristrada. Suo nonno accompagnava ad inizio 900 i primi esploratori europei pazzoidi venuti in Iran per scoprire territori e girare nei deserti.
Ancora una volta abbiamo solo un giorno ma qui ci sarebbe da starci una settimana e farsi organizzare da lui un tour in moto del deserto.
L’unica piccola escursione che possiamo fare è adesso prima che faccia buio. Non abbiamo molto tempo e Paiam ci accompagna all’ inizio del mare di nulla con la sua moto , dove dice di andare spesso per cercare pietre ornamentali e meditare cantando nel deserto.
Usciamo dalla fattoria e in una decina di km entriamo in uno sterro che conosce solo lui.
Tolgo il controllo di trazione. Il sentiero è fattibile ma, in due con la moto saremo sui 400kg e i tratti sabbiosi mettono a dura prova meccanica e frizione. La moto galleggia fra le onde di sabbia fortunatamente abbastanza compatta e riusciamo sempre a venirne fuori ( grazie Pirelli Scorpion Rally ) ma non posso rischiare di forzare troppo. Un guasto qui si trasformerebbe in un serio dramma a cominciare dai 10000 euro di cauzione se non riporto fuori la moto dall’Iran.



Ci fermiamo a scattare qualche foto. Paiam si allontana a piedi a cercare pietre e rimaniamo soli a contemplare un mondo sconosciuto e immenso nel silenzio assoluto e profondo. Sentiamo da lontano la voce di Paiam che mentre cerca le sue pietre, canta canzoni persiane che aggiungono magia.



Progettiamo di tornare li dopo cena, per dormire da soli nel nulla del deserto. Paiam ci dice che non è un problema e che lui si addormenta speso fino al mattino sulla sabbia. Noi abbiamo anche ho il telo mimetico quindi andremmo di lusso. Poi però si alzerà il vento e non avendo una tenda non potremo farlo perché la sabbia a pelo ti svernicia.
Restiamo fino al buio e poi torniamo alla fattoria dove Maziar sta cucinando riso con capretto lenticchie e spezie varie. Ci accomodiamo sui tappeti e ceniamo insieme al suo aiutante Mossy e al cane.




Il piatto è di una bontà indescrivibile, il migliore che abbiamo mangiato in tutto l’Iran.
Chiacchieriamo a lungo di deserto, di spedizioni, di vita, di Iran, di conflitti con l’Europa. Situazione ideale per una bevuta colossale ma qui per fortuna c’è solo acqua.

Finisce a notte fonda un’altra giornata memorabile in quello che probabilmente è risultato il contesto ed il luogo che più ci è piaciuto di tutto l’Iran.
Se mai ritornassi, sarebbe qui nei deserti, nella parte ad est verso l’Afghanistan e nel Kurdistan che vorrei passare altre giornate.

Se vi ispira la situazione , potete provare a concordare soggiorni e tour vari a questi contatti:
https://iranwithguide.com/garmeh-village/
Maziar Al-Daewood, +98.9125579643 www.ateshooni.com
Paiam, +98.9133643474 https://www.instagram.com/boneh.cafe.gallery/
Tutti e due parlano inglese sufficiente e la moglie di Maziar ovviamente francese. Vi consiglio di scrivergli o chiamarli su WhatsApp.
Al momento Google indica l’ Ateshooni guest house come chiusa ma in realtà un posto ve lo organizzano se li contattate prima.




14° gg - 10 Maggio: Garmeh ---> Yazd - 323 km

Al mattino ci attende una semplice e genuina colazione, miele, datteri e abbondanti uova, prima della partenza per Yazd


Ciao Maziar . Spero un giorno rincontrarti nel tuo deserto.

Da Chupanan prendiamo la strada che va verso sud, ad Yazd, attraverso altre paesaggi da sogno, sempre soli , fra dune di sabbia e rocce rosse



oggi è nuvoloso ed il sole non ci cuoce . Si sta da favola.
Dopo circa 200km di incanto, purtroppo usciamo dalla meraviglia e ricompaiono grandi strade, auto, camion ed industrie, tutto quello che per un giorno avevamo completamente dimenticato.

Ma poco dopo arriviamo ad Yazd e l’Iran ci riserva un altro regalo.










La fila per il pane .


Il centro storico di Yazd è patrimonio Unesco. In funzione di questo buona parte dei vicoli sono stati completamente ristrutturati e tirati a lucido, pieni di angoli caratteristici, botteghe, cafè, guest house e ristoranti in un contesto antico e particolare ma vi consiglio di perdervi anche nelle parti non ancora sistemate ed in buona parte in rovina . Sono autentiche ed hanno comunque un loro fascino.
Direi che anche questa è una tappa obbligatoria.




15° gg - 11 Maggio : Yazd –-> Persepolis --> Shiraz - 429 km

Oggi ci spostiamo ancora più a sud. Destinazione Shiraz. La tappa non è troppo lunga ma intendiamo visitare anche Persepoli il che richiederà almeno un paio di ore. Solite freeway trafficate con le solite macchine che ci inseguono per fotografarci. Oramai non ci facciamo neppure più caso .
Persepoli è uno dei pochi siti archeo che visitiamo. A noi interessano ma non è che sentiamo la necessità di collezionarli scrupolosamente tutti, anzi. L’ Iran ne è letteralmente pieno fra Persiani, Achemenedi, Macedoni, Safavidi, Sassanidi, Selgiuchidi e barbari vari che sono passati da quelle parti. Persepoli però rappresenta l’apice e se proprio ci tocca vederne uno, questo è il posto giusto.
Alla biglietteria chiacchieriamo con una ragazza che come al solito è stupefatta del nostro viaggio in moto. A un certo punto mi chiede se per caso sono un atleta professionista. Dubbioso gli chiedo come mai mi faccia questa domanda. Mi dice che è per il fisico. Dando per buono che non mi stesse pigliando per il culo, per me che l’unico sport che faccio da molti anni è sparare quante più cazzate mi riesca, è stato un grande orgoglio e per questo Persepoli mi è piaciuta molto.
Vi metto poche foto perché tanto non aggiungono nulla alle migliaia che potete trovare su web e guide.
Una visita a volo di uccello, come la nostra, senza salire alle parti alte sulla montagna retrostante, richiede circa 2 ore fra parcheggia-gira-fotografa-bevi-riparti. Ovvio che secondo i gusti potete arrivare a passarci anche un giorno interno.
Il sito e molto grande ed inutile dire che è molto bello ed è patrimonio Unesco. Piacevole scoperta vedere che noi italiani collaboriamo ai restauri tramite l’università di Bologna.
Unica nota negativa è che purtroppo i cinesi infestano tutto come le cavallette e se volete fare foto decenti dovete spingerli fisicamente via dalle balle, come con le mosche. Io non mi faccio scrupoli al riguardo. Non sono i soli ad infestare il sito ma almeno gli altri capiscono da soli quando è il momento di lasciare spazio agli altri.






Questo piccolo persiano che, come dovreste immaginare, non è nostro figlio tirato fuori dalla Vario.
E’ l’ennesima richiesta di fare foto con noi, come fossimo star di Hollywood. I genitori non parlano inglese ma ce lo appioppano in braccio e poi ci ringraziano a lungo per esserci prestati. Maaahhh. Chissà a chi la faranno vedere e cosa racconteranno.
Ai cinesi però non glielo hanno chiesto.




Stop anche per oggi. Mancano ancora Shiraz, Shushtar, Bisotun, il Kurdistan e Tabriz.
Spero apprezziate visto che occorre un certo tempo ad ogni puntata.
Buon week end a tutti.


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Attuale R1250GS 2019. Ex R1200GS bialbero; R1100GS.

Ultima modifica di tirzanello; 12-08-2023 a 20:09
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