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Vecchio 21-01-2020, 16:08   #75
GS3NO
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4.10 Yerevan e i dintorni di Yerevan

Day 10 - 11 giugno 2019
I dintorni di Yerevan

Km percorsi: 4480
Km tappa: 108
La mattina sveglia ancora per arrivare a far colazione alle 09:00 del mattino per poi partire. Caffeine Check..... PASSED. si parte in direzione Ovest per Etchmiadzin. In poco tempo si arriva abbastanza facile. Parcheggio alla zingara e via alla visita.
Etchmiadzin è il centro nevralgico della religione cristiana armena e la sede del Catholicos armeno. La traduzione del nome è "il luogo dove discese l'Unico Figlio",


Secondo la tradizione armena, San Gregorio ebbe una visione di Cristo che scendeva dal cielo e colpiva il suolo con un martello d'oro per mostrare il luogo dove sarebbe dovuta essere costruita la Cattedrale. La cattedrale ha dei lavori di restauro e quindi non è visitabile ma ci sono altre cosuzze interessandi da sbirciare e curiosare.




Nel sito sono presenti alcune chiese e altri edifici sacri; tra quelle, la più importante è la cattedrale madre, e tra, questi, quello principale è la residenza pontificia. Ebbene sì, il Catholicos ha pure il titolo di Pontefice Apostolico Armeno. Nella Residenza sono contenute alcune requie estremamente importanti per i fedeli: due pezzi della vera croce, uno dell’Arca di Noè e la punta della spada di Longino (ma di questa ce ne sono 4 e solo una può - nel caso in cui si creda - essere quella vera).






Punta della lancia di Longino


Al centro un pezzo della Vera Croce


Pure qui

Ok, ma ora un caffè?


Sullo sfondo, come in molte altre zone finora visitate, il monte Ararat è sempre imponente e visibile; per il popolo armeno il monte Ararat gioca da sempre un ruolo di primo piano e, di riflesso, il frammento dell’arca ha assunto un valore popolare molto elevato. Purtroppo non trovo la foto della reliquia dell'arca di Noe. Certo un bel posto che va visto soprattutto se consideriamo il genocidio perpetuato dai turchi nei confronti degli armeni ma non lo si deve paragonare al Vaticano.


Il più bel team
Usciamo dal vaticano armeno e saliamo in sella per visitare un altro luogo molto caro agli armeni la cattedrale di Zvartnots.


Lasciata Etchmiadzin si deve ritornare sui nostri passi fino a quando il cartello stradale ben indica il sito. Ingresso con la moto ma senza sgasare o fare cinghialate però. Augusto fa da apripista e lui è civilizzato

Cattedrale di Zvartnots sebbene sia crollata, le sue rovine hanno un fascino indiscutibile. Sorge a nord del monte Ararat e, anche in questo caso, lo si scorge in ogni punto.









Per me fu la prima volta che vidi un colonnato circolare in un contesto cristiano, e ciò mi convinse pensare che fosse una costruzione zoroastriana trasformata poi in chiesa. Beata ignoranza... invece è sempre stata cristiana e fu costruita attorno al 640 per custodire le spoglie di San Gregorio l’Illuminatore in seguito spostate a Yerevan.

Il cielo è sempre più grigio e qualche goccia inizia a tormentarci anche oggi. E quindi è giunto il momento per visitare un sito "pagano"
.

Le altre due attrazioni turistiche sono nella parte orientale di Yerevan: Garni e Monastero di Geghard. Adesso il tratto di strada che dalla cattedrale di Zvartnots arriva a Garni è principalmente urbano, quindi non mi sono preso la briga di controllarlo metro per me, e accidenti a me perchè siamo finiti così




Sentivo le bestemmie in armeno di quelli del 17 ma io mi chiedo... come si fa avere un 17? neppure al posteriore va bene!
Garni. Il tempio di Garni è l’unico tempio ellenistico completamente intatto - sebbene rimesso in piedi con le pietre originali - del mondo classico.




Fa parte di una struttura più ampia chiamata la Fortezza di di Garni, il cui nucleo più antico risale al VIII secolo a.C. Il tempio fu costruito con pietra scura, il che lo rende ancora più speciale nel suo genere, ed eretto in una posizione elevata che domina la valle del fiume Azat. Queste sono tutte peculiarità che lo rendono sicuramente un sito archeologico da visitare.


Finita la visita al sito ci siamo diretti con un certo “petittu a pettu di cavaddu” verso l’unico posto in cui ci potesse sfamare, sfamare… qualcuno è entrato affamato ed è uscito uguale, per altri fu servita un falciato del campo antistante spacciata come insalata.


Povero augusto! vorrei porre l'accento sull'espressione a dir poco perplessa di Daniel.

La strada H3, che da Yerevan conduce a Garni, prosegue fino a quando la gola del fiume Azat si chiude e non si può proseguire oltre. Ovviamente siamo stati capaci di evitare la pioggia quasi per tutto il giorno e immancabilmente arrivò al punto da farci fermare sotto un caseggiato in cui qualcuno s'addormentò sulla sedia


Daniel di nuovo perplesso si stava chiedendo con chi cazzo è partito

Ma arriveremo comunque alla nostra ultima meta.
Monastero di Geghard. L’H3 dopo Garni è s’incunea nella valle del fiume Azat e la strada è caratterizzata dalle pareti rocciose che la chiudono.


Alla fine della vallata appare all’improvviso dietro all’ultima curva il monastero di Geghard. Come tutti gli altri monasteri visitati, anche quello di Geghard è per lo più un insieme di edifici racchiusi dalle mura di cinta; ma questo ha un carattere unico che lo differenzia nettamente dagli altri. Per prima cosa manca la corrente elettrica e con essa l’illuminazione a cui siamo abituati noi. Gli edifici e le loro stanze sono illuminate solo dalle candele e dal pozzo di luce aperto al centro delle cupole. Oltretutto la nostra visita è durante una giornata plumbea e a tratti piovosa e quindi l’assenza di illuminazione artificiale rende il lugo quasi surreale.
Il gioco dell'alternarsi in modo netto di luce e della sua assenza crea suggestioni e induce al rispetto per questo luogo. Unito al contrasto visivo luce/buio si è anche stimolati dal rumore dell’acqua che scorre su una parete all’interno del monastero; non si vede, ma si sente. Luce, buio, suono e odore di cera, forse chi ha costruito tutto ciò ci sapeva fare per mettere il fedele che entrava nella chiesa in uno stato d’animo particolarmente predisposto allo spirituale..



















Terminata la visita usciamo e al parcheggio le femmine hanno una discussione con una signora che vendeva pane e si sono stramaledette a vicenda... lezione imparata: mai lasciare le femmine di due tribù distinte avere contatti senza la presenza di esemplari maschili. Cose da pazzi! Saliamo sulle moto e direzione hotel, dove anche oggi rientriamo belli stanchi e domani sveglia ore 06:00 e partenza non oltre le 06:30... domani sarà dura e lo sappiamo già da una settimana quando Daniel era in contatto con dei motociclisti che hanno percorso la M1 un mese prima di noi.
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