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Intervenire perché si è snaturato il senso della SBK, che doveva essere per moto da corsa ottenute dalle derivate di serie e si è arrivati alle serie derivate da moto da corsa.
Che poi l'abbia fatto Ducati, anziché Kawa o BMW non importa. Tutti i limiti messi nei vari anni servivano a stoppare proprio gli esempi fatti più sopra, poi vabbé, che la Sp2 costasse più della 500 GP mi è sempre sembrata una leggenda metropolitana. Sarà che ho un amico che ne ha una in garage.... |
Se è vero il detto che bisogna guardare le seconde guide in questo caso la moto mi è parsa in linea con le rivali. Però mi pare strano che un pilota come Bautista possa fare davvero tutta questa differenza perchè è oggettivamente abissale, 15 secondi non stanno nè in cielo nè in terra, neanche tra gli amatori.
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La v4r va gran bene, c'è poco da fare. Aggiungiamoci un pilota che è un gran manico, con moto e pista a lui congeniali, e i risultati sono questi. Unico appunto. Bautista se la sarebbe potuta giocare un po' meglio, tenendosi un po' più nascosto. Poteva accontentarsi di 5 secondi di vantaggio è tenersi al riparo dalle polemiche. Se l'andazzo venisse confermato sarà inevitabile la castrazione per regolamento. |
Bigzana
Si parlava della SP2 di Edwards, non certo di quella di serie della quale non aveva nulla, nemmeno il telaio. Così come la RC45 di Kocinski. Le moto da gran premio adattate alla SBK le hanno inventate i giapponesi, così come i famosi 'kit corsa' che vendevano a parte e costavano il doppio di tutta la moto ed erano praticamente obbligator se non si voleva partire già battut. Oscar Rumi sulla sua pagina ne racconta delle belle, sui giapponesi in SBK, e lui credo ne sappia un bel pò. |
éaolr
Credo molto sia dovuto ai pistoni monofascia, più che al desmo. Ho pensato la stessa cosa per Bautista, forse ha esagerato e la sberla ricevuta ha sollevato molti malumori. Avesse vinto adandosene gli ultimi tre giri, come spesso ha fatto Rea in passato, tutto sarebbe sembrato più normale. |
Ovvio che le hanno inventate i giapponesi, ma le restrizioni del regolamento, negli anni, son servite proprio a prevenire, o cercare di prevenire certe esagerazioni.
Con questo limite dei 40K per una supersportiva, molto fuori mercato, di fatto si è tornati indietro un bel po'. Poi possiamo pure raccontarci che va bene così perché l'ha fatto la Ducati, ma io non credo. Quella sulla moto di Edwards era una battuta, vero? Non avrai mica pensato sul serio che mi riferissi alla moto del mio amico... |
Tanto per rimanere in casa::cool: Bimota BB3, versione stradale della sbk con cui correva Badovini, 40.000 euro di listino e, a detta detta dei tecnici Bimota, era praticamente il costo di produzione.....
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Bigzana
Chi mi ha letto può dire che io ero assolutamsnte contrario anche alla limitazione delle quattro cilindri, Kawasaki aveva investito e lavorato meglio degli altri ed era giusto ne godesse i frutti, dopotutto era la sola casa giapponese rimasta a credere nella SBK. Ma è anche vero che quando i giapponesi dissero 'noi non giochiamo più', la SBK è sopravvissuta solo grazie alla Ducati. I giapponesi se ne vanno, poi tornano e pretendono pure che si giochi con le loro regole ? Che si mettano a lavorare per migliorare anche loro e vincessero suk campo. In Motogp hanno preteso (Honda) di dettare le regole, non si può pensare che si ripeta il cinema pure qui |
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Come dice Dall'Igna nell'intervista, Pere Riba del Team Kawasaki KRT alla vigilia della gara aveva detto che Ducati aveva sparato grosso parlando di un gran mezzo, ma che a loro la moto non sembrava nulla di speciale. Curioso come abbiano subito cambiato idea alla prima sconfitta.
https://www.gpone.com/it/2019/02/16/...UtfH6RQ5CaoUMM |
ahahahahaahahahahhaahaha
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Evidentemente scrivo un italiano incomprensibile.
A ma non interessa chi ha detto cosa, chi si lamenta o chi no. Sto dicendo che per l'ennesima volta hanno deciso per un regolamento che, di fatto, consente alle case di fare qualcosa che snatura la filosofia della SBK, al punto quasi di ribaltarla. Indipendentemente da chi lo fa. |
Quando vincono gli altri ci lamentiamo, quando vincono le aziende italiane ci lamentiamo.
Siamo un pubblico, per non dire un popolo, ridicolo. |
Questo regolamento dei 40.000 euro esiste daalmeno 5 anni, chissà perchè nessuno si è mai lamentato della regola fino adesso. Il discorso è semplice... esiste un regolamento? Si. Ducati ha violato il regolamento ? NO
Fine della storia, poi si può dissertare all'infinito ma Rea oarla di 'irregolarità' che non esistono, in realtà lo schiaffone lo ha preso da Bautista, più che dalla Ducati, per questo fa male. |
Ah, io non mi lamento di sicuro, a me non viene in tasca nulla chiunque vinca.
Però, se fai dei regolamenti zoppi poi per forza a qualcuno non stanno bene. In Sbk è dalla notte dei tempi che fanno così, con cilindrate diverse in funzione dei frazionamenti, con restrizioni dei condotti di aspirazione, con aggiunte di peso.... Poi a me se vince Ducati fa anche piacere, son pure di Bologna, e la V4 oggettivamente è una gran moto. Ma è evidente che che è stata costruita apposta per correre, tra l'altro snaturando il credo della casa che, da sempre, usa bicilindrici per le sue moto. |
Ormai col bicilindrico non si poteva più competere, il problema era anche l'omologazione Euro4 o 5 della moto stradale, la scelta era obbligata. Io parlo degli altri costruttori, nessuno ha mai obiettato al tetto dei 40.000 euro... fino adesso. Fosse una regola nata ieri potrei anche capire , ma ripeto esiste da parecchi anni. Un progettista che parte con un progetto nuovo cerca ovviamente di sfruttare tutto quello che il regolamento tecnico concede, altrimenti non saprebbe fare il suo mestiere.
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Più che altro il bicilindrico non era più competitivo, che è diverso.
Nessuno prima si è lamentato del tetto dei 40K perché nessuno l'aveva sfruttato per omologare una motogp a prezzo basso... Poi giustamente bravi a sfruttare le pieghe del regolamento. |
Vedremo su altre piste, credo sia veramente presto per trarre conclusioni. Buriram in teoria è molto favorevole ad un supermotore ma è anche vero che girando così alto magari la spinta in uscita di curva non è irresistibile. Phillip Island è si un circuito misto ma è molto scorrevole e veloce, ha in pratica solo un punto in cui si riparte da bassissima velocità. Su tracciati con curve lente e ripartenze potrebbe andare diversamente. Anche lo scorso anno dopo l'Australia pareva che la Ducati potesse ammazzare il campionato, poi abbiamo visto come è finita.
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Certamente.
Però... PI è sempre stato un tracciato da gare spettacolari, grazie a scorrevolezza e giochi di scie. Non ho visto la gara sprint, ma le altre 2 non mi hanno entusiasmato. Poca lotta anche nelle retrovie. Allarmante... |
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